daf 33 Nedarim - En Ben Hamudar
33a EN BEN HAMUDAR CAPITOLO QUARTO NEDARIM

 
È permesso copiare e divulgare la presente pagina a condizione che a capo e a piè pagina sia riportata la scritta da "Chavruta" di Rav Mordechai Goldstein

 
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Mishna.
Non vi è tra un muddar hanaha
dal suo amico
e muddar del cibo da lui
che il metter piede nel suo cortile
e l'uso degli utensili con cui non si prepara
il cibo per le persone, che son proibiti al primo e permessi al secondo.
 

Il muddar del cibo dal suo amico
non gli presti il suo amico nè un setaccio, nè un vaglio
nè una macina nè un forno,
ma può prestargli un abito,
un anello, un scialle di preghiera,
o dei monili.

Mishna 32b
Ghemara. La Ghemara chiede: Chi è il Tannaper cui è proibito metter piede nel cortile dell'amico dal quale è muddar hanaha?
La Ghemara risponde:
Disse R'Ada bar Ahava:
È R'Eliezer come insegna una Baraita:
R'ELIEZER DICE:
PERSINO CIÒ PER CUI NORMALMENTE NON CI SI FA PAGARE
È PROIBITO NEI RIGUARDI DEL MUDDAR HANAHA:
La Ghemara riporta un altro passo della nostra Mishna:
IL MUDDAR DEL CIBO
DAL SUO AMICO
NON GLI PRESTI il suo amico ecc. nè un setaccio nè un vaglio nè una macina nè un forno 
nedarim daf 33a
La Ghemara obietta: Ma è solo dal cibo che ha fatto neder!?
La Ghemara spiega: Disse R'Shimon ben Lakish: La Mishna parla di uno che dice: Konamsu di me il godimento del tuo mangiare, quindi anche gli strumenti per farlo.
La Ghemara respinge questa spiegazione: che l'intenzione di chi fece il neder è che l'amico non mastichi i suoi chicchi di grano per metterli sulla sua ferita a scopo terapeutico, e ciò non comprende  setaccio, vaglio, macina e forno.
La Ghemara propone un'altra spiegazione: Disse Rava: La Mishna parla di uno che dice: Konam su di me il godimento che porta al tuo mangiare, e questo comprende  setaccio, vaglio, macina e forno.
La Ghemara propone altri oggetti proibiti in questo neder
Disse R'Pappa
Un sacco per portare la frutta, 
l'asino che trasporti su di sè 
la frutta, 
e persino 
un semplice cesto,
costituisce un godimento che porta
al mangiare.
La Ghemara chiarisce altri punti relativi all'argomento "godimento che porta al mangiare":
Chiese R'Pappa:
Un cavallo su cui cavalcare,
un anello per far figura,
quale è il loro din per un muddar hanaha di questo tipo?
Accorciare la strada per andare al convito passando per la sua terra,
quale è il suo din per un muddar hanaha di questo tipo?
La Ghemara tenta di risolvere il problema:
Vieni a sentire:
MA GLI PRESTA 
LA VESTE E LO SCIALLE DI PREGHIERA, 
MONILI E ANELLI
La Ghemara chiarisce il meccanismo della prova portata:
Come sarebbe a dire?
Se dirai che prese in prestito questi oggetti non per far figura con essi,
forse che la Mishna ha bisogno di insegnarci che è permesso? Che nesso c'è col mangiare?
Non è invece che 
persino se prese in presito quegli oggetti per far figura con essi, e così ottenere un trattamento migliore al convito, quindi un tipo di vantaggio connesso col mangiare,
ciononostante la Mishna insegna: PUÒ PRESTARGLIERLI? Sembra proprio di sì!
 

La Ghemara respinge questa dimostrazione:
No,
si tratta sempre del caso in cui prese prese in prestito questi oggetti non per far figura con essi,
ma già che la Mishna insegnò nella resha
"non gli presti",
insegnò nella sefa "può prestargli".

Ghemara 33a1
Mishna. 
E tutte le cose 
con cui non si prepara
il cibo per le persone,
in un luogo in cui usano darle in affitto,
questo genere di cose son proibite.
Mishna 33a1
Ghemara. La Ghemara estrapola dalla struttura della Mishna: Da quanto è detto nella Mishna puoi concludere che nella resha è proibito prestarli benchè non usino darli in affitto.
La Ghemara chiede: In tal caso chi è il Tanna della resha
La Ghemara risponde: Disse R'Ada bar Ahava: 
È R'Eliezer, per il quale persino ciò per cui non ci si fa pagare è proibito al muddar hanaha.
Ghemara 33a2
Mishna. Il muddar hanaha
dal proprio amico può pesare per lui
il suo shekel, il mezzo shekel per l'acquisto dei sacrifici per il Tempio,
e può saldare il suo debito,
e gli restituisce il suo oggetto smarrito.
Tuttavia nel luogo
in cui prendono su questo una ricompensa, e il maddir non vuole ricevere la ricompensa dal muddar e il muddar risparmierebbe la ricompensa, e ciò è un vantaggio proibito, vada la ricompensa all'hekdesh.
Mishna 33a2
Ghemara.
La Ghemara spiega perchè il maddir può pagare il debito del muddar: Quindi si tratta di un generico "far scappare il leone" ed è permesso.
La Ghemara chiede: Chi è il Tanna di questa Mishna?
La Ghemara risponde: Disse R'Hoshaya: Questa è
nedarim daf 33b
la shita di Chanan.
La Ghemara presenta un'altra opinione: Rava disse: Anche se tu dicessi: È la shita condivisa da tutti, questo succede nei riguardi di un muddar hanaha
che ha preso in prestito la somma che il maddir restituisce per lui,
a condizione di non dover restituire entro una data precisa, ma quando vorrà.

La Ghemara riporta la shita di Chanan:
Qual'è l'insegnamento di Chanan?
Come insegna la Mishna:
Nel caso di COLUI CHE ANDÒ
IN UN PAESE D'OLTREMARE, 
E UNO SI MISE
A MANTENERE SUA MOGLIE,

CHANAN DISSE:
PERSE IL SUO DENARO perchè quando il marito ritorna, non è tenuto a restituirgli il denaro che egli, di propria iniziativa, spese per la moglie di lui.

DISCORDARONO CON LUI
I FIGLI DEI GRANDI SACERDOTI 
E DISSERO:
FACCIA quell'uomo GIURAMENTO SU QUANTO 
TIRÒ FUORI per mantenere la donna E se lo PRENDA.

DISSE R'DOSA 
BEN HARKINAS:
L'halacha è COME DICONO LORO.

DISSE R'YOCHANAN 
BEN ZAKKAI:
HA DETTO BENE CHANAN, 
quell'uomo HA MESSO LE SUE MONETE 
SULLE CORNA DELLA GAZZELLA.

La Ghemara chiarisce la shita di R'Hoshaya rispetto a quella di Rava:
Rava non disse 
come R'Hoshaya,
perchè egli pone 
la Mishna secondo la shita condivisa da tutti,
R'Hoshaya
non disse come Rava,
perchè egli ritiene: Vi è un editto che proibisce al maddir di restituire il prestito del muddar fatto con la condizione di non pagare ad una data scadenza, a causa della possibilità che si tratti di un prestito con la condizione di pagare ad una data scadenza.

La Ghemara riporta un altro passo della nostra Mishna:
GLI RESTITUISCE IL SUO OGGETTO SMARRITO
La Ghemara riferisce:
Vi è una machloket
tra R'Ami e R'Asi su che caso stia parlando la nostra Mishna.
Uno disse:
Non insegnarono nella Mishna che restituisce l'oggetto smarrito se non il caso
in cui i beni di chi restituisce sono proibiti
al padrone dell'oggetto smarrito, che è il muddar,
perchè quando il maddir gli restituisce al muddar l'oggetto smarrito,
è una cosa sua
quanto gli restituisce, e non vi è in ciò nessun speciale godimento,
ma se i beni del padrone dell'oggetto smarrito
sono proibiti a chi restituisce, ed è il muddar a restituire,
egli non deve restituire, è dispensato dalla mitzva di restituire la cosa smarrita,
perchè ha il vantaggio di essere esonerato 
dalla peruta di R'Yosef, dalla peruta che dovrebbe dare al povero se non fosse occupato con l'oggetto smarrito. Per tale "guadagno" R'Yosef considerava il restitutore come un custode salariato.
E uno disse:
Persino quando i beni del padrone dell'oggetto smarrito
sono proibiti a chi restituisce, ed è il muddar a restituire,
egli può restituire,
e a causa della peruta di R'Yosef non si deve dubitare, perchè il caso che venga un povero nel momento che egli è occupato nella restituzione dell'oggetto smarrito
non è cosa frequente.

Ghemara 33ab
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