Ghemara |
La Ghemara deduce da un particolare della
nostra Mishna:
La ragione per cui la Mishna tratta del caso in cui la fece
sposare e la divorziò, la fece sposare e restò vedova è
perchè il Tanna evita di parlare di disgrazie
ma se restò
vedova due volte non è più buona per sposarsi perchè
"non c'è due senza tre" e viene considerata una donna che fa morire
i mariti, e benchè agli effetti della ketubba il din
è lo stesso, il Tanna non lo ricorda nella Mishna per la ragione
detta. Tuttavia il Tanna coglie l'occasione per concludere che siccome
la Mishna riporta qui il "non c'è due senza tre" come cosa scontata,
l'halacha è
come Rabbi che disse: Due volte fa chazaka.
La Ghemara cita la fine della nostra Mishna:
R'YEHUDA DICE: LA PRIMA ketubba APPARTIENE
AL PADRE.
La Ghemara chiede:
Quale è la ragione di R'Yehuda?
La Ghemara risponde:
A questo proposito abbiamo il responso di Rabba
e R'Yosef che dissero entrambi: Il padre ha diritto alla prima
ketubba
perchè
se la aggiudicò al momento degli
erusine
anche se successivamente lei si sposò la prima ketubba
non
esce dalle mani del padre.
La Ghemara obietta:
Obiettò Rava a partire da una Baraita: R'YEHUDA
DICE: LA PRIMA ketubba APPARTIENE AL
PADRE TUTTAVIA R'YEHUDA RICONOSCE CHE SE FIDANZÒ SUA FIGLIA QUANDO
ERA MINORE, E DIVENTÒ MAGGIORENNE da fidanzata E
POI SI SPOSÒ, IL PADRE NON HA più DIRITTI
SUDI LEI, e se si divorzia o resta vedova la ketubba
appartiene a lei medesima. Ma secondo quanto detto sopra si può
obiettare: E perchè? Diciamo anche qui che il padre ha diritto
alla prima
ketubba perchè se la aggiudicò al momento
degli
erusin e anche se successivamente lei diventò maggiorenne,
la prima ketubba
non esce dalle mani del padre.
La Ghemara corregge quanto riportato a nome di Rabba
e R'Yosef:
Piuttosto se fu detto, fu detto così:
A questo proposito abbiamo il responso di Rabba e R'Yosef che dissero
entrambi: Il padre ha diritto alla prima
ketubba perchè
la
figlia era sotto la sua giurisdizione nel momento in cui le condizioni
della ketubba vennero scritte poco prima del matrimonio.
La Ghemara chiede:
E da quando lei riscuote la sua ketubba? Come dire da
quando i beni del marito sono assoggettati alla ketubba e la donna
può riscuotere da essi anche se furono venduti ad altri? Dal momento
degli erusin, in cui entra in vigore il decreto dei Chachamim sull'obbligo
della ketubba o dal momento in cui la ketubba viene scritta?
La Ghemara riporta due shitot:
Disse R'Huna: I cento e i duecento che stabilirono i Chachamim
impegnano i beni del marito già dagli erusin, e l'aggiunta
che
il marito da' di propria iniziativa impegnano i beni del marito solo dai
nissuin.
E R'Asi disse: Sia questi che quelli dai nissuin perchè
nel momento in cui viene scritta la ketubba la donna condona gli
obblighi precedenti e acconsente che la ketubba sia riscossa solo
dai beni in quel momento in possesso del marito.
La Ghemara obietta:
Può mai averlo detto R'Huna che si riscuote la parte
essenziale della ketubba dal momento degli erusin? Eppure
fu detto: Se sua moglie gli tirò fuori due ketubbot,
una da duecento e una posteriore di trecento e lei può
decidere con quale essere pagata, disse R'Huna: Se il marito aveva
venduto i suoi beni e la moglie viene a riscuotere dai compratori di quei
beni che erano assoggettati alla sua ketubba, se venne a riscuotere
i duecento quelli della prima ketubba riscuote dai beni
che il marito vendette a partire dalla prima data, persino quelli
che vendette prima della data della seconda ketubba, e se venne
a riscuotere i trecento quelli della seconda ketubba riscuote
dai
beni che il marito vendette a partire dalla seconda data, e non
può riscuotere da quelli che furono venduti prima di quella data.
La Ghemara chiarisce la propria obiezione:
E se fosse che si riscuote la parte essenziale della ketubba
dal momento degli erusin e che non condona gli obblighi precedenti,
riscuota
i duecento a partire dalla prima data e altri cento
(l'aggiunta)
a partire dalla seconda data scritta nella seconda
ketubba |