La Ghemara riporta la Baraita da cui
risultano i pareri di R'Yonatan e R'Yashia:
Come insegna una Baraita: (Levitico 20, 9) UN UOMO CHE
MALEDÌ SUO PADRE E SUA MADRE - NON HO CHE SUO PADRE E SUA MADRE,
SUO PADRE SENZA SUA MADRE, SUA MADRE SENZA SUO PADRE - DA DOVE? LA TORA
INSEGNA nel seguito del versetto SUO PADRE E SUA MADRE MALEDÌ
- SUO PADRE MALEDÌ, SUA MADRE MALEDÌ, PAROLE DI R'YASHIA.
R'YONATAN DICE: già dalla parte iniziale del versetto un
uomo che maledì suo padre e sua madre SI CAPISCE TUTTI E
DUE ASSIEME E SI CAPISCE OGNUNO PER CONTO SUO, [daf
95a] FINO A CHE LA SCRITTURA NON TI DICA ESPLICITAMENTE ASSIEME.
Secondo
R'Yashia se non fosse per la ripetizione nel versetto suo padre e sua
madre maledì si imparerebbe che per incorrere nella trasgressione
deve maledire suo padre assieme a sua madre, ma se maledisce separatamente
uno dei due, non ha ancora trasgredito. Secondo R'Yashia quindi la congiunzione
o
del versetto si fratturerà
o
morirà serve ad obbligare al risarcimento anche nel caso in
cui sia avvenuto uno soltanto dei due infortuni e quindi non si può
imparare da essa l'obbligo per uno che prese a prestito di risarcire l'animale
catturato dai predoni.
La Ghemara risponde:
Persino se dirai come R'Yashia, la congiunzione o
qui
non serve a distribuire l'obbligo del risarcimento ai due infortuni
anche quando avvengano separatamente. Quale è il motivo? È
un logico ragionamento: Che differenza c'è se lo ha accoppato tutto
l'animale
preso a prestito, che differenza c'è se lo ha accoppato a metà
nel
caso della frattura? Anche senza la
o si capisce che uno solo degli
infortuni ha conseguenze letali ed è sufficiente a obbligare colui
che prese a prestito a risarcire il proprietario. Quindi dalla congiunzione
o
che ora è superflua posso imparare l'obbligo del risarcimento nel
caso di cattura dell'animale da parte dei predoni.
La Ghemara chiede l'origine degli altri
infortuni per i quali la Mishna obbliga uno che prese a prestito al risarcimento:
Il furto e lo smarrimento per colui che prese a prestito da dove
ci deriva?
La Ghemara respinge una fonte possibile:
E se dirai: Impariamo dal fratturato e dal morto l'obbligo al
risarcimento per furto e smarrimento, ti risponderò dicendo: cosa
è che si addice al fratturato e al morto - che non si può
adoperarsi e ripristinare, cioé che rappresentano un danno irreversibile,
dirai
del furto e dello smarrimento - che si può adoperarsi e ripristinare
perché
sono danni reversibili.
La Ghemara suggerisce una prova
definitiva:
Piuttosto è come insegna la Baraita: dice la Scrittura
(Esodo
22, 13) E se uno chiederà in prestito dal suo compagno un
animale E QUESTO SI FRATTURERÀ
O MORIRÀ
. . . dovrà pagare - NON HO CHE FRATTURATO E MORTO, FURTO
E SMARRIMENTO DA DOVE? DIRESTI KAL
VACHOMER: SE UN CUSTODE A PAGAMENTO CHE È PATUR DAL
FRATTURATO E MORTO - È CHAYAV NEL FURTO E SMARRIMENTO, UNO
CHE PRENDE A PRESTITO CHE È CHAYAV NEL FRATTURATO E MORTO
- NON È LOGICO CHE SIA CHAYAV NEL FURTO E SMARRIMENTO? E
QUESTO È UN KAL VACHOMER CHE NON HA SMENTITE.
La Ghemara chiede:
Cosa vuol dire la Baraita quando dice che il kal vachomer
NON HA SMENTITE? A quale possibile smentita si riferisce?
La Ghemara spiega:
E se dirai il kal vachomer si può smentire
dicendo:
Cosa
c'entra il custode a pagamento come esempio di uno che viene condannato
al risarcimento in caso di furto e smarrimento - il quale paga un doppio
pagamento se sostiene sotto giuramento
di essere stato rapinato
da un predone armato e poi si presentano dei testimoni che l'animale
dato in affidamento si trova presso di lui ed è lui che se ne è
appropriato, mentre uno che ha preso a prestito e sostiene di esser stato
derubato paga solo il prezzo dell'animale. Ti risponderò:
Persino
in questo caso - l'obbligo di pagare
il prezzo dell'animale
da parte di chi prende a prestito è una pena più
grave del doppio pagamento, perché questo avviene solo in caso
di falso giuramento mentre il pagamento del prezzo dell'animale è
richiesto a chi prende a prestito in ogni caso.
La Ghemara porta una spiegazione alternativa:
E se vuoi di': Il Tanna della Baraita era dell'opinione che
un predone armato è sempre un predone e non un ladro,
che ruba di nascosto, e il doppio pagamento viene inflitto dalla Tora solo
al ladro o al custode pagato che si è appropriato dell'oggetto affidato
alla sua custodia e dichiara, sotto giuramento che gli è stato rubato,
ma se egli giura di essere stato depredato paga soltanto il prezzo dell'oggetto.
La Ghemara cerca ora la fonte di un
altro din:
Abbiamo trovato la fonte per l'obbligodi
chi prende a prestito a risarcire il proprietario in caso di furto o di
smarrimento se il prestito è avvenuto "quando il proprietario non
è con lui", da dove ci deriva la fonte per l'esonero
dal
pagamento se il prestito è avvenuto "quando il proprietario è
con lui"?
La Ghemara respinge una fonte possibile:
E se dirai: Impariamolo l'esonero dal risarcimento per furto
e smarrimento da parte di uno che prese a prestito, quando il proprietario
è con lui, dall'esonero nel caso di un animale fratturato
o morto, ti risponderò: Cosa ha in comune il fratturato
e il morto, che sono casi di ones,
e per questo vi è
un esonero se il proprietario è con lui, con un caso di furto o
smarrimento che una custodia adeguata poteva evitare. Forse in questo caso
non vi è un esonero quando il proprietario è con lui?!
La Ghemara propone:
Piuttosto, la ghemara imparò che uno che prese
a prestito è esonerato dal risarcimento in casi di furto e smarrimento
quando il proprietario è con lui, dall'analogo caso di un
custode a pagamento.
La Ghemara chiede:
E a proposito dello stesso custode a pagamento - da dove
ci viene che è esonerato dal risarcimento in casi di furto e
smarrimento quando il proprietario è con lui? L'esonero "quando
il proprietario è con lui" è ricordato nella Tora (Esodo
22, 13) solo a proposito di uno che prese a prestito nei casi di frattura
e morte!
La Ghemara risponde:
Impariamo l'obbligo di un custode a pagamento dall'obbligo di uno
che prese a prestito - come là nel caso di uno che prese a prestito
se
il padrone è presente è esonerato dal risarcimento per
un animale che si fratturò o morì , anche qui nel
caso del custode a pagamento se il padrone è presente è
esonerato dal risarcimento per furto o smarrimento.
La Ghemara chiede:
In che modo lo deduce? Se è per analogia si può demolire
questa
analogia come la demolimmo sopra: Cosa ha in comune il fratturato
e il morto, che sono casi di ones,
e
per questo vi è un esonero se il proprietario è con lui,
con un caso di furto o smarrimento che una custodia adeguata poteva evitare.
La Ghemara risponde prospettando
una nuova spiegazione:
Ma è la Scrittura a dire: (Esodo 22, 13) E
quando uno chiederà in prestito - in cui la congiunzione
E
viene
ad aggiungere nuovi particolari al primo argomento
quello trattato
sopra del custode a pagamento, e ad insegnarci che impari il
superiore il custode a pagamento trattato nei versetti 9-12 dall'inferiore
colui
che prende a prestito trattato nei versetti 13-14.
La Ghemara ritorna al quesito sollevato
sopra:
Ma ancora, non si può imparare che uno che prese a
prestito è esonerato dal risarcire in un caso di furto o smarrimento
se il proprietario era presente da analoghe prerogative che abbiamo
imparato per un custode a pagamento perché si può arguire
contro tale analogia: Cosa c'è in un custode a pagamento
- che è esente da risarcimento in caso di frattura e morte
anche
quando il proprietario non è presente, che tu possa dire di uno
che prende a prestito che è obbligato al risarcimento
in
caso di frattura e morte quando il proprietario non è presente?
La Ghemara ricorre ad un nuovo
argomento:
Piuttosto, come sappiamo che per uno che prese a prestito, in un
caso di furto o smarrimento, se il padrone non è presente,
c'è
l'obbligo del risarcimento? Perchè la Ghemara lo ha
imparato
tramite un kal vachomer dal custode a pagamento,
ora
al riguardo si può dire: È sufficiente che provenga dal
kal
vachomer una chumra
per
il soggetto su cui si impara, cioé colui che prende a prestito,
che sia presente nel soggetto di partenza, cioé il custode a
pagamento, e non più. Quindi grazie a questo principio colui che
prende a prestito si comporterà come il custode a pagamento anche
nell'esenzione. Quindi come nel caso di furto o smarrimento a
carico di un custode a pagamento, in presenza del proprietario, egli è
esente
dalla restituzione, così pure nel caso di furto
o smarrimento a carico di uno che prese a prestito, in presenza del proprietario,
egli è esente dalla restituzione.
La Ghemara chiede:
Ciò è ammissibile per chi accetta il principio
"Dayyo
- è sufficiente . . . ", ma a chi non ammette il principio
"Dayyo
. . . " che si può dire?
La Ghemara conclude:
Ma è la Scrittura a dire: (Esodo 22, 13) E
quando uno chiederà in prestito - in cui la congiunzione
E
viene
ad aggiungere nuovi particolari al primo argomento
quello trattato
sopra del custode a pagamento, e ad insegnarci che impari il
superiore, il custode a pagamento, trattato nei versetti
9-12, dall'inferiore,
colui che prende a prestito, trattato
nei versetti 13-14, e l'inferiore
dal superiore.
La Ghemara prende in esame un nuovo
problema connesso coi precedenti:
Venne enunciato un insegnamento degli Amoraim: Nel caso di trascuratezza
in presenza del proprietario, su di essa discordarono R'Acha e Ravina.
Uno disse: Il custode è chayav,
e uno disse: Il custode è patur.
La Ghemara spiega la prima opinione:
L'autore che dice che il custode è chayav pensava:
Un versetto in questo caso la E
che aggiungeva particolari all'argomento trattato si interpreta a favore
dell'argomento precedente e non del precedente al precedente, e
allora il versetto (Esodo 22, 14) Se il suo proprietario è
lì con lui - non è scritto per esonerare il
custode gratuito dal risarcimento in caso di trascuratezza in presenza
del proprietario, e quindi egli deve risarcire in caso di trascuratezza
anche se il proprietario era presente, ed inoltre la trascuratezza non
è scritta esplicitamente a proposito del custode a pagamento
e di chi prende a prestito. Perciò, che sul custode a pagamento
e su uno che prende a prestito vi sia un obbligo in caso di trascuratezza
- ci deriva da un kal vachomer dal custode gratuito che suona
così: Se il custode gratuito che è esonerato da risarcimento
nel caso di furto o smarrimento è obbligato al risarcimento in caso
di trascuratezza, un custode a pagamento e uno che prende a prestito, che
sono obbligati in caso di furto o smarrimento, non lo sono tanto più
in caso di trascuratezza? Tuttavia che in presenza del proprietario
siano esonerati dal risarcimento anche un custode a pagamento e
uno che prende a prestito, questo no. Per quale motivo? Quando è
scritto "Se il suo proprietario è lì con lui - non paghi"
a proposito di uno che prende a prestito e di un custode a pagamento, ciò
è scritto a proposito degli obblighi esplicitamente menzionati cioé
furto, smarrimento e altri infortuni accidentali, e non a proposito della
trascuratezza che non è menzionata.
La Ghemara spiega la seconda opinione:
L'autore che dice che il custode è patur pensava:
Un versetto in questo caso la E
che aggiungeva particolari all'argomento trattato si interpreta a favore
dell'argomento precedente e del precedente al precedente, e quando
è scritto Se il suo proprietario è lì con
lui - è scritto per esonerare anche il custode
gratuito dal risarcimento in caso di trascuratezza in presenza del
proprietario, nonostate che di esso si parli solo nei versetti 6,7 e 8
che sono precedenti ai precedenti della E.
Va da sé che per questo autore sono esenti dal risarcimento in un
caso di trascuratezza anche il custode a pagamento e uno che prese a prestito,
quando il padrone sia presente.
La Ghemara muove un'obiezione al
parere che esonera in caso di trascuratezza in presenza del proprietario:
Abbiamo imparato nella nostra Mishna: UNO CHE PRESE IN PRESTITO
UNA MUCCA E PRESE A PRESTITO IL SUO PROPRIETARIO CON ESSA perché
gli facciano un lavoro, UNO CHE PRESE IN PRESTITO UNA MUCCA ED ASSOLDÒ
IL SUO PROPRIETARIO CON ESSA, PRESE A PRESTITO IL SUO PRORIETARIO O LO
ASSOLDÒ E POI PRESE A PRESTITO LA MUCCA E QUESTA in uno qualsiasi
dei casi descritti MORÌ colui che prese a prestito o assoldò
È
ESENTATO dal risarcimento della mucca. Mentre quanto a il
custode gratuito la nostra Mishna non insegna che egli è
esente da risarcimento in presenza del padrone! Quindi il caso di trascuratezza
anche in presenza del proprietario, il custode gratuito è tenuto
a risarcire!
La Ghemara aggiunge un'ulteriore
domanda:
E secondo il tuo ragionamento, il custode a pagamento forse lo ha
insegnato? Piuttosto, il Tanna della Mishna una cosa [daf
95b] quando è scritta espressamente
- l'ha insegnata, quando viene fuori da un'interpretazione - non l'ha insegnata.
La Ghemara muove un'altra obiezione
al parere che esonera in caso di trascuratezza in presenza del proprietario:
Vieni a sentire quanto insegna la seguente Baraita sulla trascuratezza
in presenza del proprietario: LA PRESE IN PRESTITO E PRESE IN PRESTITO
IL PROPRIETARIO CON ESSA, LA PRESE A NOLO E ASSOLDÒ IL PROPRIETARIO
CON ESSA, LA PRESE IN PRESTITO E E ASSOLDÒ IL PROPRIETARIO CON ESSA,
LA PRESE A NOLO E PRESE IN PRESTITO IL PROPRIETARIO CON ESSA, ANCHE SE
IL PROPRIETARIO FA UN LAVORO per quello che prese in prestito o a nolo
la mucca IN UN ALTRO POSTO E QUESTA MUORE - questi È ESENTE
da
risarcimento perché il proprietario era con lui.
La Ghemara si chiede quale sia
l'autore di questa Baraita:
Facevano supposizioni gli allievi delle Accademie talmudiche:
A
chi appartiene questa Baraita? È di R'Yehuda che disse: Quello
che prende a nolo è come un custode a pagamento. Eppure quel Tanna
della
Baraita appena riportata ha insegnato una cosa che proviene da un'interpretazione
e
non è scritta esplicitamente nella Tora, cioé l'esonero di
uno che prende a nolo nel caso in cui il proprietario sia con lui (vedi
sopra) E ciò nonostante - il custode gratuito non lo ha menzionato
e
non ha insegnato che, se il proprietario è con lui, egli è
esente da risarcimento in caso di trascuratezza. Quindi da qui impareremmo
che in caso di trascuratezza, il custode gratuito che può rendersi
colpevole solo in caso di trascuratezza, anche in presenza del proprietario,
è obbligato al risarcimento!! Ciò contraddice quanto abbiamo
imparato sopra.
La Ghemara spiega la Baraita
secondo il punto di vista di chi esonera in caso di trascuratezza quando
il proprietario è con lui:
E allora a chi appartiene questa Baraita? È di R'Meyr
che disse: Quello che prende a nolo è come un custode gratuito.
E il Tanna insegnava che il custode gratuito è esente da risarcimento
in caso di trascuratezza se il proprietario è con lui e lo stesso
vale per il custode a pagamento.
La Ghemara riporta un'altra spiegazione:
Se vuoi di': La Baraita è stata insegnata secondo R'Yehuda
e se mi chiederai perché il Tanna non ha insegnato che persino il
custode gratuito è esonerato dal risarcimento in caso di trascuratezza
se il proprietario è con lui, ti risponderò secondo il
capovolgimento di Rabba bar Avuha (vedi
sopra) che insegnava: COLUI CHE PRENDE IN AFFITTO COME PAGA? R'MEYR
DICE: COME UN CUSTODE A PAGAMENTO, R'YEHUDA DICE: COME UN CUSTODE GRATUITO.
La Ghemara porta un insegnamento
che definisce i limiti dell'esenzione "il proprietario è con lui":
Disse R'Hamnuna: Ad ogni modo egli quello che la prese in prestito
è obbligato al risarcimento fino a quando il proprietario
non ara per lui con quella mucca, fino a quando non si
porta dietro l'asino per quello che lo prese a prestito.
La Ghemara aggiunge un ulteriore
din:
E anche quello che prende a prestito è obbligato al risarcimento
fino
a quando il proprietario non si trava con lui dal momento del prestito
fino al momento in cui si azzoppa o muore.
La Ghemara conclude a partire
dalla sefa di R'Hamnuna:
Quindi R'Hamnuna era dell'opinione che l'esenzione contenuta
nelle parole (Esodo 22, 14) Se il suo proprietario è lì
con lui - si riferisce a qualsiasi cosa scritta nel versetto
precedente E quando uno chiederà in prestito al suo compagno
un animale e questo si fratturò o morì, quindi sia al
momento del prestito che al momento dell'infortunio.
La Ghemara solleva un'obiezione
alla resha di R'Hamnuna a partire dalla Baraita citata sopra:
Obiettò Rava a partire dalla Baraita citata sopra: LA
PRESE IN PRESTITO E PRESE IN PRESTITO IL PROPRIETARIO CON ESSA, LA PRESE
A NOLO E ASSOLDÒ IL PROPRIETARIO CON ESSA, LA PRESE IN PRESTITO
E E ASSOLDÒ IL PROPRIETARIO CON ESSA, LA PRESE A NOLO E PRESE IN
PRESTITO IL PROPRIETARIO CON ESSA, ANCHE SE IL PROPRIETARIO FA UN LAVORO
per
quello che prese in prestito o a nolo la mucca IN UN ALTRO POSTO E QUESTA
MUORE - questi È ESENTE
da risarcimento perché
il proprietario era con lui.
La Ghemara chiede:
Perché no che la Baraita insegni che il proprietario
possa essere occupato in un altro lavoro che egli fa per quello
che prese a prestito la sua mucca e ciò dia luogo all'esenzione
e non come disse R'Hamnuna?
La Ghemara spiega in accordo
con R'Hamnuna:
No, la Baraita insegna che il proprietario è occupato
nello
stesso lavoro svolto dal suo animale, e cosa vuol dire
la Baraita
con le parole UN ALTRO POSTO? Che il proprietario
precedeva la
mucca e le dissodava il terreno davanti e la Baraita ci insegna
che questo è ancora considerato lo stesso lavoro.
La Ghemara muove un'obiezione
a questa spiegazione:
Ma dal fatto che la sefa parla del caso in cui il proprietario
lavora con essa con quella mucca che l'altro prese a prestito la
resha
deve trattare del caso in cui il proprietario è impegnato in
un altro lavoro infatti la sefa della Baraita
insegna:LA
PRESE IN PRESTITO E POI PRESE IN PRESTITO IL SUO PROPRIETARIO, LA PRESE
A NOLO E POI ASSOLDÒ IL SUO PROPRIETARIO, ANCHE SE IL PROPRIETARIO
ARA CON ESSA per quello che prese in prestito o a nolo la mucca E
QUESTA MUORE - questi È OBBLIGATO
al risarcimento!!
La Ghemara spiega secondo il
parere di R'Hamnuna:
Dissero gli studiosi della Yeshiva: Possiamo dire che la
resha
e la sefa parlano del caso in cui il proprietario è impegnato
nella
stesso lavoro, solo che la resha ci insegna qualcosa in più
e la sefa ci insegna qualcosa in più. La
resha
ci insegna qualcosa in più - che benché il proprietario
non
sta
lavorando con essa ma è impegnato
in un altro lavoro,
siccome il proprietario era presente al momento del prestito -
quello
che prese a prestito
è esente dal risarcimento in caso di
infortunio. E la
sefa ci insegna qualcosa in più - che
benché il proprietario sta lavorando
con essa, siccome
il proprietario non era presente al momento del prestito - quello che
prese a prestito
è obbligato al risarcimento in caso di infortunio.
La Ghemara respinge questa
spiegazione:
Cosa è mai questo? Se ancora ancora avessi detto che
la resha parla del caso in cui il proprietario è impegnato
in
un altro lavoro completamente diverso da quello della mucca e la
sefaparla
del caso in cui il proprietario e la mucca sono impegnati nella stesso
lavoro - ecco l'insegnamento in più, se invece hai detto la resha
e la sefa parlano del caso in cui il proprietario è impegnato
nella
stesso lavoro - quale è l'insegnamento in più? Questo e quello
sono
impegnati nella stesso lavoro
in cui è impegnata la mucca
e è ovvio che non si deve distinguere tra i due casi!! Quindi non
resta che spiegare il termine della Baraita UN ALTRO POSTO come un
altro lavoro completamente diverso da quello della mucca, e ciò
in contraddizione con quanto affermato nella
resha
di R'Hamnuna.
La Ghemara muove ora un'obiezione
alla sefa di R'Hamnuna:
E ancora è difficile per la sefa di R'Hamnuna
quando insegna una Baraita: DAL SIGNIFICATO DI QUANTO È DETTO
SE
IL SUO PROPRIETARIO È LÌ CON LUI - NON PAGHI, FORSE CHE
NON SO CHE SE IL SUO PROPRIETRIO NON È CON LUI DEVE PAGARE? E ALLORA
PERCHÉ LA TORA DICE SE IL SUO PROPRIETARIO NON È LÌ
CON LUI ? PER DIRTI: SE ERA CON LUI AL MOMENTO DEL PRESTITO - NON C'È
BISOGNO CHE SIA CON LUI NEL MOMENTO IN CUI SI FRATTURÒ O MORÌ,
SE ERA CON LUI NEL MOMENTO IN CUI SI FRATTURÒ O MORÌ - BISOGNA
CHE SIA CON LUI AL MOMENTO DEL PRESTITO. E questo contraddice quanto
affermato da R'Hamnuna, che richiede la presenza del padrone anche al momento
dell'infortunio.
La Ghemara porta una seconda
Baraita: Un altra Baraita insegna: DAL SIGNIFICATO DI QUANTO È
DETTO
SE IL SUO PROPRIETARIO NON È LÌ CON LUI - PAGHI,
FORSE CHE NON SO CHE SE IL SUO PROPRIETRIO È CON LUI NON DEVE PAGARE?
E ALLORA PERCHÉ LA TORA DICE SE IL SUO PROPRIETARIO È
LÌ CON LUI ? PER DIRTI: DAL MOMENTO CHE È USCITA DAL
POSSESSO DEL PRESTATORE ed è venuta in possesso del prestatario
PER UN DATO LASSO DI TEMPO IN PRESENZA DEL PADRONE E poi, tempo dopo,
È
MORTA - È ESENTE dall'obbligo del risarcimento. La Baraita afferma
che basta la presenza del padrone al momento del prestito per esentare
il prestatario dall'obbligo al risarcimento in caso di infortunio.
La Ghemara conclude:
La confutazione delle parole di R'Hamnuna è una confutazione
definitiva.
La Ghemara si rifà alla
disputa tra R'Yashia e R'Yonatan a daf 94b - 95a e la riporta a proposito
del versetto appena interpretato nelle due Baraitot:
Abbaye la pensava come R'Yashia e interpretava il versetto come
R'Yashia. Rava la pensava come R'Yonatan e interpretava il versetto come
R'Yonatan.
La Ghemara espone:
Abbaye la pensava come R'Yashia e interpretava il versetto
come R'Yashia: Se il suo proprietario non è lì con lui,
deve pagare, e possiamo dire: il motivo per
cui deve pagare è perché il padrone era assente
in entrambi i momenti, sia al momento del prestito che al momento dell'infortunio,
ma
se era presente in uno dei due momenti ed era assente in uno, è
esente dal pagamento. Ma è anche scritto
Se il
suo proprietario è lì con lui - non paghi, epossiamo
analogamente dire: il motivo per cui non deve pagare è
perché il padrone era presente in entrambi i momenti,
sia al momento del prestito che al momento dell'infortunio,
ma se era
presente in uno dei due momenti ed era assente in uno, è
obbligato al pagamento. La contraddizione tra le due deduzioni viene
ad insegnarti: Se era con lui al momento del prestito - non c'è
bisogno che sia con lui al momento della frattura e della morte, se era
con lui al momento della frattura e della morte - biasogna che sia con
lui al momento del prestito. |