La Ghemara
riporta un episodio di visita ad un ammalato:
R'Chelbo si sentì male,
R'Kahana uscì e proclamò:
nedarim daf 40a
R'Chelbo è ammalato,
non ci fu uno che venne,
disse loro ai Chachamim:
Non accadde una volta così?
Ad uno dei discepoli
di R'Akiva che si ammalò,
i Chachamim
non entrarono a fargli visita,
ma R'Akiva entrò sì a visitarlo,
e siccome scoparono la stanza del malato
e lavarono il pavimento dinnanzi a lui, il malato si
rianimò e cominciò a migliorare,
gli disse: Rabbi, mi hai dato la vita!
R'Akiva uscì e spiegò:
Chi non fa visita ai malati
è come se versasse il sangue.
La Ghemara continua sullo stesso argomento:
Quando venne R'Dimi da Eretz Yisrael disse:
Chi fa visita a un malato
gli causa di vivere,
e chi non fa visita
al malato
causa che egli muoia.
La Ghemara chiede:
Come sarebbe a dire "causa"?
Se dirai: Chi fa visita
al malato fa certo parte dei suoi amici e chiede su di lui
misericordia affinchè viva,
e chi invece non fa visita
al malato fa certo parte dei suoi nemici e chiede su di lui
misericordia affinchè muoia,
ti sembra ragionevole che se non gli fanno visita è segno
che lo odiano a tal punto da pregare affinchè muoia? Certo
no!
Piuttosto le parole di R'Dimi vanno così interpretate:
Chi
non fa visita
a un malato non chiede su di lui
misericordia
non perchè viva e non perchè muoia, e siccome
non ha visto la sua situazione, non è nello stato d'animo di elevare
per lui preghiere con il fervore adatto ad ottenerne la guarigione e quindi
fa parte delle cause che ne favoriscono la morte.
La Ghemara riporta il comportamento di Rava quando era
malato:
Così faceva Ravaquando
era malato: Il primo giorno
che si sentiva male diceva loro alla gente di casa sua:
Non rivelatelo alla gente,
affinchè non influisca negativamente sulla mia sorte,
da allora in poi, dal secondo giorno in avanti,
diceva loro:
Uscite ad annunciare al mercato la mia malattia,
così coloro che mi odiano ne gioiscano,
ed è scritto: (Proverbi 24, 17)
Al cadere del tuo nemico
non gioire ecc. e la loro gioia ha il potere di stornare
da me l'ira divina,
e coloro che mi amano
chiederanno misericordia su di me.
La Ghemara parla della ricompensa di chi fa visita ai
malati:
Disse Rav: Chi fa visita
al malato si salva dalla condanna
al Ghehinom, perchè è detto:
(Salmi 41, 2)
Beato chi si dà pensiero del misero
nel giorno della disgrazia il Signore lo salverà ecc.
e non vi è misero se non il malato,
perchè è detto:
(Isaia 38, 12)
Dalla miseria mi separerai,
o anche, da questo versetto:
(Samuele II 13, 4)
Perchè sei così miserabile
o figlio del re ogni mattina di più ecc. dice
la Scrittura di Amnon, malato d'amore.
e non vi è disgrazia se non il Gheninom,
perchè è detto: (Proverbi 16, 4)
Ogni cosa fece il Signore per sè
ed anche il malvagio per il gorno della disgrazia.
La Ghemara chiede:
E se fece visita ai malati quale è la sua ricompensa?
La Ghemara fa mostra di stupirsi della domanda:
Quale è la sua ricompensa? Come disse Rav:
Si salva dalla condanna al Ghehinom!
La Ghemara chiarisce:
Piuttosto la domanda è: Quale è la sua ricompensa
in questo mondo? Infatti la mitzva del far visita ai
malati è tra quelle per cui la Mishna promette una ricompensa anche
in questo mondo.
La Ghemara porta il versetto da cui si impara quale sia
la ricompensa del far visita ai malati in questo mondo:
(Salmi 41, 2) che è la continuazione del versetto citato sopra:
Il Signore lo custodirà e lo vivificherà
e avrà felicità sulla terra
e non lo abbandonerà alla volontà dei suoi nemici,
Il Signore lo custodirà dall'istinto del male, come
lui ha sollevato i malati dagli effetti dell'istinto del male,
e lo vivificherà tenendolo lontano dalle sofferenze,
come
lui ha vivificato i malati alleviandone le sofferenze,
e avrà felicità sulla terra tutti si vanteranno
di lui di conoscere un simile benefattore,
e non lo abbandonerà alla volontà dei suoi nemici,
che gli capiteranno amici come Na'aman
a cui guarirono la lebbra,
e non gli capiteranno amici
come Geroboamo
a cui divisero
il regno.
La Ghemara riporta degli insegnamenti che si ricavano
dalla vicenda di Geroboamo:
R'SHIMON BEN ELAZAR
DICE:
SE TI DIRANNO
I GIOVANI: "COSTRUISCI",
E I VECCHI "DEMOLISCI",
ASCOLTA I VECCHI
E NON ASCOLTARE I GIOVANI,
PERCHÈ LA COSTRUZIONE DEI GIOVANI È DISTRUZIONE
E LA DISTRUZIONE DEI VECCHI È COSTRUZIONE,
ED UN ESEMPIO DELLA COSA:
(RE I 12)
GEROBOAMO FIGLIO DI SALOMONE.
La Ghemara elenca una serie di principi per un'efficace
visita ai malati:
Disse R'Shisha
il figlio di R'Idi:
Che uno non visiti il malato
non nelle prime tre ore
e non nelle ultime tre ore
del giorno,
in modo che il visitatore non si distragga
dal chiedere misericordia per il malato,
infatti nelle prime tre ore
il malato generalmente si sente sollevato e non sembra tanto
malato da necessitare le preghiere accorate dei suoi conoscenti, mentre
nelle
ultime tre ore del giorno, generalmente
la sua malattia si aggrava e può sembrare che non ci
sia più speranza e siano inutili le preghiere.
La Ghemara parla ora del particolare rapporto tra il
malato e Dio:
Disse Ravin in nome di Rav:
Da dove impariamo che il Santo, Benedetto Egli sia,
nutre il malato?
Perchè è detto: (Salmi 41, 3)
Il Signore lo alimenterà sul letto del dolore ecc.
La Ghemara riporta un'altra interpretazione dello stesso
versetto:
E disse ancora Ravin in nome di Rav:
Da dove impariamo che la Divina Presenza aleggia
al di sopra del capezzale del malato?
Perchè è detto: (Salmi 41, 3)
Il Signore lo alimenterà sul letto del dolore ecc.
La Ghemara cita una Baraita a conferma dell'interpretazione
di Rav:
Anche una Baraita insegna così:
CHI ENTRA PER FAR VISITA
AL MALATO,
NON SIEDA
NÈ SUL LETTO
NÈ SU UNA PANCA
NÈ SU UNA SEDIA,
MA SI AMMANTI E SIEDA
SUL TERRENO,
PERCHÈ LA DIVINA PRESENZA
ALEGGIA AL DI SOPRA
DEL CAPEZZALE DEL MALATO,
PERCHÈ È DETTO:
IL SIGNORE LO ALIMENTERÀ
SUL LETTO DEL DOLORE ecc.
La Ghemara riporta un'altro insegnamento di Ravin in nome
di Rav su un altro argomento:
E disse ancora Ravin in nome di Rav:
Se la pioggia cade all'Occidente Eretz Yisrael
ne è testimone una piena dell'Eufrate,
e ciò è in contrasto con Shmuel,
perchè Shmuel disse:
Il fiume si alimenta dalle rocce, dalle sorgenti e non dalle
piogge.
E ciò è una contraddizione di Shmuel
con Shmuel stesso,
perchè Shmuel disse:
Le acque non purificano
quando scorrono
nedarim daf 40b
fuorchè l'Eifrate, nei giorni
di Tishri soltanto, che non è una stagione di piogge nè
dello scioglimento delle nevi, e non c'è il sospetto che il contributo
delle piogge superi quello delle sorgenti, allora il fiiume sgorga solo
dalle sue sorgenti e purifica anche in scorrimento. Comunque tale halacha
concorda con l'opinione di Rav circa l'origine delle acque dell'Eufrate.
La Ghemara riporta un sostegno a quest'ultima halachadi
Shmuel da un episodio con suo padre:
Il padre di Shmuel fece
dei bagni rituali per le sue figlie
nei giorni di Nissan e non permise loro di purificarsi nel fiume
per il sospetto che vi predominimo le acque piovane, e distendeva le
stuoie per l'immersione nel fiume nei giorni di Tishre, in cui il
fiume è adatto all'immersione rituale perchè sgorga tutto
dalle sorgenti.
La Ghemara riporta altri insegnamenti interpretativi
di versetti:
Disse R'Ami in nome di Rav,
Cos'è che è scritto:
(Ezechiele 12, 3)
E tu figlio di un uomo
fatti strumenti da deportazione?
Questi sono una lampada e un bacile |
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