105a | DUE GIUDICI | CAPITOLO TREDICESIMO | KETUBBOT |
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Mishna [da
Daf 104b: Due giudici in grado di emanare
di
decreti
vi erano a Yerushalaym: Admon e Chanan ben Avishalom, Chanan dice due cose, Admon ne dice sette. Nel caso di uno che si recò negli stati di oltremare e sua moglie richiede gli alimenti, Chanan dice: da Daf 104b] Faccia giuramento che non ricevette nulla dal marito o che non si prese nulla dei beni del marito alla fine quando viene a riscuotere la ketubba perchè giunse la notizia della morte del marito o perchè egli torna, la divorzia e sostiene che le lasciò il denaro per il mantenimento, e non faccia giuramento all'inizio, quando viene a chiedere gli alimenti. Erano in disaccordo con lui i figli dei Grandi Sacerdoti e dicevano: Faccia giuramento all'inizio e alla fine. Disse R'Dosa ben Harkinas: La halacha è come dicono loro i figli dei Grandi Sacerdoti. Disse Rabban Yochanan ben Zakkai: Ben disse Chanan Non faccia giuramento che alla fine. |
Ghemara La Ghemara
fa vedere una contraddizione tra la nostra Mishna ed una Baraita:
Gettarono lì una contraddizione tra la nostra Mishna e la seguente Baraita: TRE GIUDICI DI APPROPRIAZIONI INDEBITE VI ERANO A YERUSHALAYM: ADMON BEN GADDAI, CHANAN L'EGIZIO E CHANAN BEN AVISHALOM È difficile qui in cui è scritto tre, nei rispetti di lì in cui è scritto due. È difficile qui in cui è scritto decreti, nei rispetti di lì in cui è scritto appropriazioni indebite! La Ghemara risolve la prima difficoltà: In realtà tre rispetto a due non è difficile, quelli che riteneva importanti il Tanna li insegnò, quelli che non riteneva importanti il Tanna non li insegnò, ma che qui è scritto decreti, nei rispetti di lì in cui è scritto appropriazioni indebite resta difficile. La Ghemara risolve la seconda difficoltà: Disse R'Nachman bar Yitzchak: Il Tanna della nostra Mishna vuol dire che i giudici ricordati usavano emettevano decreti contro le appropriazioni indebite come impariamo in una Baraita: Se un animale mangiando RECISE UN ALBERELLO APPENA PIANTATO R'YOSE DICE: GLI EMISSORI DI DECRETI CHE SONO A YERUSHALAYM DICONO: Se recise UN GERMOGLIO DI UN ANNO il padrone paga ammenda di DUE monete d'ARGENTO, DI DUE ANNI, QUATTRO monete d'ARGENTO. La Ghemara mette in luce una contraddizione con un'altra Baraita: Gettarono lì la contraddizione, TRE GIUDICI CHE EMETTEVANO DECRETI C'ERANO A YERUSHALAYM: ADMON, CHANAN E NACHUM La Ghemara chiede: Disse R'Pappa: Chi è il Tanna che insegna "Nachum"? La Ghemara risponde: È R'Natan che insegna in una Baraita: R'NATAN DICE: ANCHE NACHUM IL MEDO ERA UNO DEGLI EMISSORI DI DECRETI CHE ERANO A YERUSHALAYM, MA I CHACHAMIM NON LO RICONOBBERO. La Ghemara chiede: E di più non ve ne erano? Eppure disse R'Pinchas in nome di R'Oshaya: Trecento e novantaquattro Bate Dinim c'erano a Yerushlaym, e altrettante sinagoghe, e altrettante case di studio, e altrettanti laboratori di scribi. La Ghemara risponde: Di giudici ce n'erano molti, ma quando parliamo nella Mishna e nelle Baraitot di giudici Parliamo di quelli che emettevano decreti, e quelli erano pochi. La Ghemara parla ora delle paghe di questi giudici: Disse R'Yehuda in nome di R'Asi: I giudici che emettevano decreti a Yerushalaym, prendevano la paga annuale di novantanove mane dal prelievo dell'uffizio del Tempio, e se non volevano, gli si aggiunge. La Ghemara chiede: Non volevano? È di malvagi che ci stiamo occupando? La Ghemara spiega: Piuttosto nel caso in cui tale stipendio non era sufficiente, anche se si rifiutavano di accettare un aumento, gli si aggiunge. La Ghemara racconta: Il giudice Karna usava prendere una moneta dal vincente e una moneta dal perdente, e allestiva loro il giudizio. La Ghemara chiede: Come mai faceva così? Infatti è scritto: (Esodo 23,8) E il dono di chi vuole corromperti non prendere La Ghemara propone una risposta per poi fare un'ulteriore domanda: E se tu dirai, questo è detto a proposito di uno che non prende da entrambi i contendenti, ma solo da uno affinchè non giunga a stravolgere il verdetto in suo favore, ma Karna, siccome prendeva da entrambi non giungeva a stravolgere il verdetto, e quindi la proibizione del versetto non lo riguardava, ti chiederò: e quando anche non giungesse a stravolgere il verdetto, è forse permesso prendere denaro dai contendenti che vengono a farsi giudicare? Infatti impariamo in una Baraita: E IL DONO DI CHI VUOLE CORROMPERTI NON PRENDERE COSA VIENE AD INSEGNARTI? SE AD INSEGNARE DI NON DICHIARARE INNOCENTE IL COLPEVOLE E A NON DICHIARARE COLPEVOLE L'INNOCENTE, OR QUESTO FU GIÀ DETTO: (Deuteronomio 16,20) NON STRAVOLGERE IL GIUDIZIO PIUTTOSTO PERSINO PER DICHIARARE INNOCENTE L'INNOCENTE E PER DICHIARARE COLPEVOLE IL COLPEVOLE, LA TORA HA DETTO: E IL DONO DI CHI VUOLE CORROMPERTI NON PRENDERE. La Ghemara propone un'altra spiegazione: Tutto ciò è stato detto nel caso in cui il giudice prese come dono di corruzione, Karna è in forma di ricompensa che egli prendeva. La Ghemara chiede: E in forma di ricompensa forse che è permesso? Ma ecco che ci insegna una Mishna: CHI SI FA PAGARE PER GIUDICARE I SUOI VERDETTI SONO NULLI. La Ghemara spiega: Tutto ciò è stato detto nel caso in cui il giudice prende una ricompensa per il giudizio, Karna una ricompensa per la perdita di tempo lavorativo usava prendere. La Ghemara chiede: E una ricompensa per la perdita di tempo lavorativo forse che è permessa? Ma ecco che ci insegna una Baraita: BRUTTO È PER IL GIUDICE PRENDERE UN PAGAMENTO PER GIUDICARE La Ghemara chiarisce: Come sarebbe a dire? Diciamo che si tratti di una ricompensa per il giudizio, il suo verdetto è forse un verdetto valido? Ma ecco che ci insegna una Baraita: CHI SI FA PAGARE PER GIUDICARE I SUOI VERDETTI SONO NULLI, Piuttosto diciamo che si tratta di una ricompensa per la perdita di tempo lavorativo, e si insegna nella Baraita: BRUTTO È PER IL GIUDICE. La Ghemara spiega: Tutto ciò è stato detto nel caso di una ricompensa per la perdita di tempo lavorativo non dimostrabile, Karna per una perdita di tempo lavorativo dimostrabile prendeva una ricompensa, perchè egli controllava nelle cantine del vino che il vino non andasse in aceto, e per questo gli davano un zuz, e quindi, se doveva giudicare, la sua perdita era dimostrabile. Come quello che si narra di R'Huna, il quale, quando gli si presentava dinnanzi un processo, diceva ai contendenti: Portatemi un uomo che attinga l'acqua per l'irrigazione del mio campo al posto mio, e vi allestirò il giudizio. La Ghemara apre una parentesi di considerazioni sugli effetti della corruzione: Disse R'Abbahu: Vieni a vedere quanto sono accecati gli occhi di coloro che accettano doni di corruttela, un uomo ha male agli occhi dà soldi al medico, può darsi guarisca può darsi non guarisca, e quelli prendono l'equivalente di una moneta e accecano i loro occhi, come è detto: (Esodo 23,8) perchè il dono di corruttela accecherà i veggenti. La Ghemara riporta una Baraita: Insegnarono Rabbanan in una Baraita: PERCHÈ IL DONO DI CORRUTTELA ACCECHERÀ GLI OCCHI DEI SAGGI TANTO PIÙ QUELLI DEGLI STOLTI, E RENDERÀ FALSE LE PAROLE DEI GIUSTI TANTO PIÙ QUELLE DEI MALVAGI. La Ghemara si meraviglia: Forse che stolti e malvagi saranno gli addetti a giudicare? La Ghemara spiega: Piuttosto questo si intendeva dire: PERCHÈ IL DONO DI CORRUTTELA ACCECHERÀ GLI OCCHI DEI SAGGI, persino se egli è un grande sapiente ma accetta doni di corruttela, non se ne va da questo mondo senza accecamento del cuore, e alla fine perde la comprensione e diviene stolto. E RENDERÀ FALSE LE PAROLE DEI GIUSTI daf 105b persino un perfetto giusto ma accetta doni di corruttela, non se ne va da questo mondo senza che sia impazzito. La Ghemara racconta: Quando venne R'Dimi da Eretz Yisrael a Bavel disse: Interpretò R'Nachman bar Kohen, cos'è quello che è detto: (Proverbi 29) il re nel giudizio reggerà la terra e l'uomo delle offerte la distruggerà? Se il giudice è simile al re che non ha bisogno di nulla reggerà la terra, ma se è simile al Kohen che fa il giro delle aie per raccogliere le offerte la distruggerà. Disse Rava bar R'Shila: Il giudice che prende oggetti a prestito è inadatto a giudicare. E non parlarono che di colui che non ha da dare in prestito, ma se ha da dare in prestito, non abbiamo nulla da ridire. La Ghemara si meraviglia: Davvero? Ma allora Rava che prendeva cose in prestito da quelli della famiglia di Marion, anche se essi non prendevano in prestito da lui! La Ghemara spiega: Là dar loro importanza era ciò che voleva. La Ghemara chiede: Disse Rava: Quale è la ragione del dono di corruttela come esso agisce? Dal momento che egli accetta un dono di corruttela da lui, da uno dei contendenti, diventa per lui, per il giudice, una persona conosciuta e lo sente parte di sè come il suo corpo, e non vi è persona che riconosca la colpa in sè stesso. La Ghemara scopre un accenno a questo processo nella stessa parole ebraica per "bustarella": Che cos'è il dono di corruttela (ebraico shochad)? She hu chad - che è uno con il corruttore. La Ghemara enuncia altre regole per evitare la corruzione dei giudici: Disse R'Pappa: Che uno non sia il giudice di colui che egli ama, nè di colui che egli odia, perchè di colui che ama non vede la colpa, di colui che odia non vede l'innocenza. La Ghemara enuncia alcuni principi sui sentimenti popolari nei riguardi dei giudici: Disse Abbaye: Lo studioso che gli abitanti della città amano, non è perchè sia migliore di altri, ma perchè non li ammonisce sulle cose del cielo, il rispetto dei precetti della Tora. Disse ancora Abbaye: All'inizio dicevo: Gli abitanti di Mechoza mi amano tutti. Quando divenni loro giudice, dicevo: Ci son di quelli che mi odiano e di quelli che mi amano. Quando osservai che colui che condanno oggi assolvo domani, dicevo: Se li amo tutti mi amano, se li odio tutti mi odiano, e la cosa è solo un sentimento personale. La Ghemara amplia il discorso sulla corruzione dei giudici: Insegnarono Rabbanan: (Esodo 23,8) E il dono di chi vuole corromperti non prendere non occorre dire che il versetto proibisce la corruzione col denaro, ma persino la corruzione con le parole è anche proibita, e ciò lo impariamo dal fatto che non è scritto in modo specifico: Il dono materiale di chi vuole corromperti non prendere. La Ghemara chiede: Come sarebbe a dire "corruzione con le parole"? La Ghemara risponde con alcuni racconti di tentativi di corruzione senza denaro: Come quello che accadde a Shmuel quando attraversava un guado, venne quell'uomo e gli dette una mano per aiutarlo a passare e in segno di riguardo, Gli disse Shmuel: Perchè lo hai fatto? Gli disse: Ho da presentermi ad un giudizio dinnanzi a te. Gli disse: Non sono più adatto a giudicarti. Un secondo racconto: Ameimar era assiso e giudicava, una piuma volò sulla sua testa, venne quell'uomo a toglierla, Gli disse Ameimar: Perchè lo hai fatto? Gli disse: Ho da presentermi ad un giudizio dinnanzi a te. Gli disse: Non sono più adatto a giudicarti. Un terzo racconto: Mar 'Ukva una volta sputò davanti a sè, venne quell'uomo a ricoprire lo sputo, Gli disse Ameimar: Perchè lo hai fatto? Gli disse: Ho da presentermi ad un giudizio dinnanzi a te. Gli disse: Non sono più adatto a giudicarti. Un quarto racconto: R'Yishmael bar Yose il suo mezzadro era solito portargli ogli vigilia del Sabato una cesta di frutta, una volta gliela portò di giovedì, gli disse R'Yishmael bar Yose: Cosa c'è di speciale oggi? Gli disse: Ho da presentermi ad un giudizio dinnanzi a te oggi, e ho detto, di passaggio porto il solito cesto a sua Eccellenza. R'Yishmael bar Yose non accettò da lui il cesto, e inoltre gli disse: Non sono più adatto a giudicarti. Poi fece insediare una coppia di altri giudici che lo giudicassero. Quando poi se ne andava di ritorno dal Bet Din, R'Yishmael bar Yose diceva tra sè e sè: Se vuole il mio mezzadro può argomentare così, se vuole può argomentare così, disse quando si accorse dei suoi pensieri: Si perda l'anima di coloro che accettano doni di corruttela, se io che non accettai quel cesto di frutta, e se avessi accettato avrei accettato del mio, così son stato già influenzato nel mio giudizio, coloro che veramente accettano doni di corruttela quanto più saranno da ciò influenzati. Un quinto racconto: R'Yishmael bar Elisha che era Kohen, quell'uomo gli portò le primizie della tosatura delle pecore, Gli disse: Da dove sei? Gli disse : Dal dato posto. Gli disse R'Yishmael bar Elisha: E da laggiù fino a qui non c'era un Kohen a cui darle? Gli disse quell'uomo: Ho da presentermi ad un giudizio dinnanzi a te oggi, e ho detto, di passaggio porto le primizie della tosatura a sua Eccellenza. R'Yishmael bar Elisha gli disse: Non sono più adatto a giudicarti. e inoltre non accettò da lui le primizie. Poi fece insediare una coppia di altri giudici che lo giudicassero. Quando poi se ne andava di ritorno dal Bet Din, R'Yishmael bar Elisha diceva tra sè e sè: Se vuole quell'uomo può argomentare così, se vuole può argomentare così, disse quando si accorse dei suoi pensieri: Si perda l'anima di coloro che accettano doni di corruttela, se io che non accettai quelle primizie, e se avessi accettato avrei accettato del mio, di ciò che mi spetta come Kohen, così son stato già influenzato nel mio giudizio, coloro che veramente accettano doni di corruttela quanto più saranno da ciò influenzati. Un sesto racconto:
(Re II, 4, 42)
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