La Ghemara porta una prova che l'obbligo del prelievo della decima non si applica in caso di dubbio:
Abbaye porta una prova: Come insegna una Mishna (Bechorot 58b): SALTÒ IN MEZZO A LORO UNO DEI CONTATI - SON TUTTI PTURIN. E se tu pensi che un animale dubbio è soggetto alla decima, che prelevi pure la decima perché ad ogni modo, se l'animale prelevato come decima è obbligato alla decima perché il gruppo in cui fu contato non comprende l'animale già designato che saltò dentro fa bene a designare tale animale come la decima, e se l'animale prelevato come decima non è obbligato alla decima perché il gruppo in cui fu contato comprende l'animale già designato che saltò dentro  - ogni animale in quel gruppo è comunque esentato dalla decima essendosi già trovato in un gruppo adatto al prelievo della decima. Perché Rava disse: Un gruppo adatto al prelievo della decima esonera dal prelievo della decima. [daf7a]
Cosa devi invece concludere? Perché la Mishna di Bechorot esonera dal prelievo della decima tutto il gregge quando si mescolò ad esso un animale già desisgnato ad essere ma'aser? Perché a proposito dell'obbligo al prelievo del ma'aser il Misericordioso disse: Il decimo certo è adatto ad essere designato ma'asere non il decimo dubbio. 
La Ghemara conclude:
Così anche qui a proposito dei primogeniti dubbi il Misericordioso disse: Il decimo certo è adatto ad essere designato ma'asere non il decimo dubbio e quindi se la Mishna di Bechorot citata da R'Channania a daf 6b insegna che i primogeniti dubbi entrano nella stalla per il prelievo del ma'aser vuol dire che per quanto riguarda il ma'aser essi non risultano dubbi perché si considerano di proprietà dell'Israel e ciò conferma l'opinione di Rabba che un Kohen non è autorizzato ad appropiarsi di un primogenito dubbio e se lo fa gli viene tolto di mano.
 

La Ghemara chiarisce un punto relativo alla Mishna citata da R'Channania:
Disse R'Acha da Difti a Ravina: Cosa si intende per animali DUBBI? Se tu dici che il termine si riferisce a primogeniti dubbi, sorge il seguente problema: A proposito dell'animale che viene prescelto per essere ma'aser il Misericordioso disse: (Levitico 27, 32) Sarà santo come effetto di tale designazione a ma'aser e non quando è già santo prima di tale designazione come avviene per i primogeniti che sono santi dalla nascita. Invece il caso dubbio a cui si riferisce la Mishna è l'animale che è stato prescelto come riscatto per un primogenito d'asino dubbio il quale non è già santo, perché neppure il riscatto del primogenito d'asino certo lo è, e quindi acquista la sua santità con la designazione a ma'aser e ciò è in accordo con un insegnamento di R'Nachman. Infatti disse R'Nachman in nome di Rabba bar Avua: Un Israel che ha nella sua fattoria dieci primogeniti d'asino dubbi egli può metter da parte per loro come riscatto di ognuno dieci agnelli, preleva su di essi il ma'aser e allora quegli agnelli sono suoi ed il Kohen deve portare la prova che qualcuno di quegli asini era veramente primogenito se vuole riceverne il riscatto.
 

La Ghemara riporta una discussione su quel bagno conteso tra due e poi consacrato da uno:
Cosa ne è di quel bagno? É consacrato o no? Vieni a sentire la seguente prova: Disse infatti R'Chiya bar Avin: Fu presentato un caso del genere a R'Chisda, e R'Chisda lo presentò a R'Huna, e questi lo risolse in base a quanto disse R'Nachman: Ogni proprietà che uno non può ottenere attraverso il verdetto dei giudici, cioé mediante un processo giudiziario, se egli la consacrò, non è consacrata. Quindi nel caso del bagno, in cui ciascuno dei due contendenti era sprovvisto di prove tali da fargliene ottenere il possesso tramite un procedimento giurdiziario, esso non è consacrato.
La Ghemara obietta:
Se tuttavia potesse ottenerlo attraverso un procedimento giudiziario, se lo consacrasse sarebbe consacrato, benché egli non lo abbia ancora fatto uscire dal possesso dell'altro? Eppure R'Yochanan disse: Uno che rubò un oggetto e i padroni non si rassegnarono ad averlo perso, entrambi sia il ladro che i padroni non possono consacrarlo, questo il ladro perché non è suo, e questo il padrone perché non è in suo possesso. Da quanto dice R'Yochanan, la possibilità di ottenere con un processo giudiziario, come quella del padrone rispetto al ladro,  non conferisce la capacità di consacrare! 
La Ghemara risponde:
Cosa pensavi che ci stiamo occupando di un bagno portatile cioé di una vasca da bagno? È di un bagno fisso che ci stiamo occupando cioé di una piscina, che se la può ottenere con un processo giudiziario resta sempre in suo possesso cioé in possesso del suo vero padrone e se la consacra è consacrata.
 

La Ghemara tratta ora di una variante del caso della nostra Mishna:
R'Tachlifa che veniva da occidente cioé da Eretz Yisrael insegnava questa Baraita in presenza di R'Abbahu: DUE che entrano al Bet Din ABBARBICATI AD UN MANTELLO - QUESTO PRENDE FINO A DOVE ARRIVA LA SUA MANO E QUESTO PRENDE FINO A DOVE ARRIVA LA SUA MANO E IL RESTO SI DIVIDE IN PARTI UGUALI. R'Abbahu gli fece cenno a R'Tachlifa: Ma solo prestando giuramento!
La Ghemara chiede:
E invece la nostra Mishna, che insegna soltanto che debbono dividere tra loro, e non insegna che questo prende fino a dove arriva la sua mano, a che condizioni si applica? Anche nella nostra Mishna è detto che entrambi tengono il mantello con le mani!
La Ghemara risponde:
Disse R'Pappa: La nostra Mishna tratta del caso in cui essi tengono il mantello per le frange che sono un accessorio del mantello, per cui c'è la presa del mantello ma non la presa di una zona determinata del suo tessuto.
 

La Ghemara impara dalla Baraita che ciascuno dei litiganti ha quello che tiene in mano:
Disse R'Mesharshia: Impara da essa dalla Baraita insegnata da R'Tachlifa che questo fazzoletto che si usa per il kinyan chalipin dal momento che ne ha afferrato un pezzo equivalente a una superficie di tre per tre dita - recitiamo su di lui il versetto: (Ruth 4, 7) E lo diede al suo compagno, perché il pezzo che ha in mano è come se fosse separato dal resto del fazzoletto e il kinyan è entrato in vigore.
La Ghemara chiede:
Ed in che cosa differisce questo caso da quello di R'Chisda? Infatti disse R'Chisda: Il ghet è in mano di lei e la correggia che tiene chiuso il rotolo è in mano di lui, se dando uno strattone alla correggia egli può tirarlo via a lei e portarlo a sé - lei non è ancora divorziata, e se no - è divorziata. Se il rotolo è in mano alla donna dovrebbe anche qui considerarsi consegnato anche se lui tiene la correggia!
La Ghemara spiega:
nel caso del ghet ci vuole tra lui e lei una completa recisione e finché quello tiene saldamente la correggia non c'è. Qui perché entri in vigore il kinyan chalipin ci vuole una consegna, e questa c'è dal momento in cui egli tiene un lembo del fazzoletto di tre per tre dita.
 

La Ghemara tratta un altro caso di due litiganti che entrano nel tribunale tenedosi ad un mantello:
Disse Rava: Persino se il mantello fosse stato intessuto con filo dorato, si deve dividerlo.
La Ghemara protesta:
È ovvio! Che importanza può avere il materiale di cui è fatto il mantello? Perché Rava deve insegnare che anche in questo caso si deve dividere?
La Ghemara risponde:
No non è così ovvio nel caso in cui c'è una striscia di oro nel mezzo del mantello.
La Ghemara continua a protestare:
Anche così è ovvio che il mantello va diviso in due!
La Ghemara risponde:
No non è così ovvio nel caso in cui la striscia d'oro è più vicina rispetto ad uno dei due litiganti. Cosa sarebbe se tu dicessi che uno quello più vicino alla striscia d'oro possa dire all'altro: Devi dividere così secondo una linea parallela alla striscia d'oro e quindi la striscia viene a me. Rava quindi ci insegna che l'altro può dirgli: Perché mai dovresti dividere così? Dividi invece così secondo una linea perpendicolare alla striscia d'oro e così questa resta divisa in parti uguali.
 

La Ghemara passa a trattare il  caso di due che litigano sul possesso di un documento:
Rabbanan insegnarono in una Baraita: DUE SONO AGGRAPPATI AD UNO SHTAR, IL MALVE DICE: È MIO, MI È CADUTO E L'HO RITROVATO. E IL LOVE DICE: ERA TUO, MA TE L'HO PAGATO. LO SHTAR DEVE ESSERE CONVALIDATO QUANTO ALLE SUE FIRME, PAROLE DI REBBI. RABBAN SHIMON BEN GAMLIEL DICE: DIVIDANO IN PARTI UGUALI. SE CADDE IN MANO AD UN GIUDICE NON POTRANNO PIÙ FARLO USCIRE. R'YOSE DICE: ESSO MANTIENE IL SUO STATUS. 
La Ghemara riporta il parere di Rebbi e mette alla prova le sue implicazioni:
Disse un maestro (Rebbi): LO SHTAR DEVE ESSERE CONVALIDATO QUANTO ALLE SUE FIRME. E ciò implica che il malve lo incassa cioé la somma che vi è scritta per intero? Ma Rebbi non sostiene nella nostra Mishna: DUE TENGONO ecc. che l'oggetto conteso si divide in parti uguali? 
La Ghemara respinge l'obiezione a Rebbi ed interpreta diversamente il suo insegnamento:
Disse Rava in nome di R'Nachman: Se il documento è convalidato - tutti concordano che si divide in parti uguali, dove invece dissentono è quando il documento non è convalidato.
La Ghemara espone le diverse posizioni:
Rebbi era dell'opinione: Persino se il love ammette che scrisse quello shtar, il malve deve convalidarlo e se lo convalida - divide la somma ivi riportata in parti uguali, e se non lo convalida - non divide nulla e non può incassare niente.
La Ghemara prende in esame la posizione di Rebbi:
Quale è la ragione? Quel documento non certificato è solo un coccio. Chi è che ne fa un valido documento? Il love, quando ne ammette l'autenticità, ma egli sostiene che ha pagato!
La Ghemara esamina la posizione di Rabban Shimon ben Gamliel:
E Rabban Shimon ben Gamliel era dell'opinione: Se il love ammette di aver scritto quello shtar non c'è bisogno di certificarlo, e anche se non lo certifica - dividano in parti uguali.
 

La Ghemara cita la seconda parte della Baraita:
SE CADDE IN MANO AD UN GIUDICE NON POTRANNO PIÙ FARLO USCIRE. [daf 7b]
La Ghemara chiede:
Che differenza c'è se cadde in mano di un giudice o se cadde in mano a qualcun altro?
La Ghemara  risponde reinterpretando l'insegnamento della Baraita:
Disse Rava: Questo è quello che disse il Tanna della Baraita: Ma se un altro una terza persona diversa dal love e dal malve trovò un documento che era già caduto in mano ad un giudice, e come sarebbe questo documento già in precedenza caduto in mano ad un giudice? Si tratta di un documento su cui il giudice scrisse un henpek, e se fu trovato da una terza persona, gli interessati - il love e il malve - non potranno mai più farlo uscire dalle mani del suo rinvenitore.
La Ghemara spiega il motivo per cui il Tanna della Baraita sottolinea che il documento fu già certificato:
E non occorre insegnare che se un giudice non vi scrisse l'henpek uno che trova un documento di debito non deve darlo al creditore perché si può pensare che uno che voleva prendere del danaro a prestito scrisse tale documento al fine di prendere un prestito ma poi non lo prese. Ma persino se un giudice vi scrisse l'henpek, e con ciò il documento è convalidato - uno che trova un tale documento di debito non deve restituirlo al creditore perché temiamo che il pagamento sia già avvenuto e che, in un secondo tempo, il documento sia andato perso al debitore.
 

La Ghemara cita l'opinione dissenziente di R'Yose e ne dà spiegazione:
R'YOSE DICE: ESSO il documento di credito MANTIENE IL SUO STATUS di un valido documento e non temiamo che il pagamento sia già avvenuto perché l'esistenza del documento dimostra che il debito non fu pagato.
La Ghemara mette alla prova l'insegnamento di R'Yose:
E tu vorresti dire che R'Yose non teme che il pagamento sia già avvenuto? Eppure una Baraita insegna: SE UNO CHE TROVÒ LO SHTARDI UNA KETUBBA AL MERCATO, QUANDO IL MARITO AMMETTE che la ketubba non è ancora stata pagata - DEVE RESTITUIRLO ALLA MOGLIE, MA SE IL MARITO NON AMMETTE - NON DEVE RESTITUIRLO NÉ A QUESTO NÉ A QUELLA. R'YOSE DICE: SE È ANCORA SOTTO SUO MARITO - DEVE RESTITUIRLO ALLA MOGLIE, SE È RIMASTA VEDOVA O SI È DIVORZIATA - NON DEVE RESTITUIRLO NÉ A QUESTO NÉ A QUELLA perché temiamo che la ketubba sia stata già pagata. Questo è in contraddizione con quanto attribuito a R'Yose nella prima Baraita.
La Ghemara risponde:
Capovolgi le affermazioni di R'Yose e Rabbanan nella prima Baraita e leggila così: SE CADDE IN MANO AD UN GIUDICE NON POTRANNO PIÙ FARLO USCIRE - PAROLE DI R'YOSE, E I CHACHAMIM DICONO: ESSO MANTIENE IL SUO STATUS. In questa maniera entrambe le Baraitot asseriscono che R'Yose teme l'avvenuto pagamento.
La Ghemara mette alla prova questa risposta:
Se così è viene ad esserci una difficoltà tra Rabbanan della prima Baraita che affermerebbero che il documento mantiene il suo valore e Rabbanan della seconda Baraita cioé il Tanna Kamma che proibisce a chi trova un documento di credito di restituirlo al creditore. 
La Ghemara ristruttura la seconda Baraita nel tentativo di salvare la sua risposta:
La Baraita dello shtar ketubba cioé la seconda Baraita è tutta di R'Yose, è lacunosa e così insegna: Se il marito non ammette - il rinvenitore della ketubba non deve restituirla né a questo né a quella. Di cosa si sta parlando? Del caso in cui restò vedova o si divorziò, ma se è tuttora sotto suo marito - deve restituirla alla moglie, perché R'Yose dice: Se è tuttora sotto suo marito - deve restituirla alla moglie, se  restò vedova o si divorziò - non deve restituirla né a questo né a quella. Siccome la Baraita, in questa versione, non parla affatto di Rabbanan ovviamente non vi è alcuna contraddizione.
 

La Ghemara propone un'altra soluzione che non richieda il capovolgimento delle affermazioni di R'Yose e di Rabbanan nella prima Baraita:
R'Pappa disse: Giammai non capovolgere le affermazioni di R'Yose e di Rabbanan nella prima Baraita, e R'Yose può continuare a pensare che se un documento viene ritrovato non temiamo che sia già stato pagato, piuttosto nella seconda Baraita R'Yose parlò in risposta alle parole di Rabbanan e disse: Secondo me - persino se restò vedova o si divorziò non temiamo un precedente pagamento della ketubba, piuttosto secondo quello che voi pensate - concedetemi almeno che, quando è ancora sotto suo marito, il rinvenitore della ketubba debba restituirla alla moglie, perché lei come donna normalmente sposata non è una a cui si debba pagare la ketubba. Ma Rabbanan gli risposero: Di' che forse il marito ha depositato nelle mani della moglie dei fagottini di preziosi come pagamento della ketubba come potrebbe essere nel caso in cui vuole risparmiarle la noia di riscuotere la ketubba dagli eredi in caso di morte. In tal caso se il marito si oppone alla restituzione della ketubba smarrita, colui che l'ha rinvenuta deve tenersela.
 

La Ghemara propone un'altra soluzione per la contraddizione che sorge nell'insegnamento di Rabbanan nelle due Baraitot in seguito allo scambio di attribuzione degli insegnamenti della prima Baraita:
Ravina disse: Continua sempre a capovolgere le affermazioni della prima Baraita e i Chachamim continueranno a non preoccuparsi di un precedente pagamento e la contraddizione che ne deriva non è difficile da spiegare perché la ragione di Rabbanan qui nella seconda Baraita, in cui prescrivono al rinvenitore della ketubba di tenerla per sé, non è perché essi temono che la ketubba sia già stata pagata, ma è perché si teme che ci siano due ketubbot scritte dal marito, una quella originale che andò persa e una quella che il marito scrisse per rimpiazzarla. Il marito in questo caso può opporsi a che la ketubba persa venga restituita alla moglie perché costei potrebbe defraudarlo riscuotendo due ketubbot.
La Ghemara chiede:
E R'Yose? Perché egli permette al rinvenitore di restituire la ketubba alla moglie?
La Ghemara risponde:
R'Yose non teme l'eventualità che ci siano due ketubbot.
 

La Ghemara ritorna al caso dei due litiganti attorno ad uno stesso documento di credito, Rebbi decide che il creditore non incassa nulla e Rabban Shimon ben Gamliel ordina la divisione, qui vengono presentate due interpretazioni della decisione di Rabban Shimon ben Gamliel :
Disse R'Elazar: La divisione in parti uguali ordinata da Rabban Shimon avviene quando tutti e due i litiganti afferrano il tofesdove è scritta la formulazione di prammatica del documento o che tutti e due afferrano il toref dove è scritta la parte essenziale del documento: data, nome dei contraenti e ammontare del prestito. Ma se uno afferra il tofes e uno afferra il toref - questo riceve il tofes e quello riceve il toref. Ma R'Yochanan dice: Comunque si divide in parti egluali, persino quando uno afferra il tofes e uno afferra il toref.
La Ghemara mette alla prova R'Yochanan alla luce di una Baraita:
Eppure una Baraita insegna: QUESTO PRENDE FINO A DOVE ARRIVA LA SUA MANO! Vedi la Baraita insegnata da R'Tachlifa a daf 7a. La Baraita sembra dar ragione esplicitamente a R'Elazar.
La Ghemara respinge l'attacco a R'Yochanan limitando il suo insegnamento ad un caso particolare:
No, è necessario che R'Yochanan insegni la divisione in parti uguali, nel caso in cui il toref si trova nel mezzo del documento e nessuno dei due litiganti lo tiene. Nel caso della Baraita, in cui ciascun litigante afferra una sezione diversa del documento anche R'Yochanan ammette che ciascuno riceva quello che afferra.
La Ghemara obietta:
Se così è, a che pro dirlo? Se nessuno dei due tiene la parte fondamentale del documento è logico che lo si debba dividere!
La Ghemara spiega:
No, è necessario che tale caso venga insegnato quando il toref è più vicino ad uno dei due litiganti. Cosa sarebbe se tu dicessi che uno quello più vicino al toref possa dire all'altro: Devi dividere così secondo una linea parallela alle righe del testo e quindi il toref viene a me. R'Yochanan quindi ci insegna che l'altro può dirgli: Perché mai dovresti dividere così? Dividi invece così secondo una linea perpendicolare alle righe del testo e così il toref  resta diviso in parti uguali.
 

La Ghemara prende in esame l'insegnamento di R'Elazar:
Disse R'Acha da Difti a Ravina: Secondo R'Elazar, che disse: Questo riceve il tofes e quello riceve il toref, cosa ci guadagno se al love gli danno un pezzo del documento? Forse perché gli serve per chiuderci l'imboccatura di un suo vasetto?
La Ghemara riporta la risposta di Ravina a R'Acha:
Gli disse: Il documento viene diviso secondo il valore delle sue parti. Perché il litigante che tiene il torefcosì potrebbe dire: Un documento che contiene la data quanto vale? E se non ha la data quanto vale? Con un documento datato si può incassare da beni asserviti al prestito cioé che furono venduti successivamente alla data del prestito, mentre l'altro il possessore del documento non datato non può incassare da beni asserviti al prestito, perciò colui che tiene il tofes gli porti a quello che tiene il toref  la differenza tra l'uno e l'altro.
La Ghemara fa notare un'applicazione di tale concetto:
Ed anche la prescrizione di Rabban Shimon ben Gamliel: Dividano in parti uguali nel caso in cui essi tengono la stessa parte del documento, vuol dire che essi dividano secondo il valore.
La Ghemara cita la nostra Mishna a sostegno di quanto detto:
Perché se non dirai così, nel caso trattato nella nostra Mishna in cui due tengono un mantello anche là il significato è che essi lo devono dividere materialmente tagliandolo a metà? Ma così facendo lo rovinerebbero! È ovvio che essi lo dividono secondo il valore e questa è anche l'intenzione di Rabban Shimon ben Gamliel.
La Ghemara respinge questa prova:
Questo non rappresenta una difficoltà.