TA'ANIT 13

È permesso copiare e divulgare la presente pagina a condizione che a capo pagina sia riportata la scritta: da "Chavruta" di Rav Mordechai Goldstein
13a

La Ghemara mette in discussione l'ipotesi che il profeta si riferisse alla seconda parte del giorno di digiuno:
Diciamo il contrario, che il profeta si riferì alla prima parte del giorno per collocarvi la lettura della Tora e le richieste di misericordia?
La Ghemara risponde:
Non ti salti in mente, perchè è scritto a proposito del digiuno di Ezra: E intorno a me si riunirono tutti coloro che tremavano alle parole del Dio d'Israele sull'infedeltà della Gola ecc. ed è scritto nel versetto successivo: E con il sacrificio serale sorsi dal mio digiuno, e tesi le mani ad Hashem. Questa Baraita dimostra che è l'ultima parte del digiuno ad essere dedicata alla preghiera. Possiamo anche concludere che gli affari della città venivano affrontati nella prima parte del giorno.
La Ghemara ora discute il divieto di lavarsi nel giorno di digiuno:
Disse Rafram bar Pappa a nome di Rav Chisda: In tutti i digiuni in cui in lavarsi è proibito per motivo di lutto, come per il Nove di Av, e certamente nel caso di una persona in lutto per un parente stretto, è proibito lavarsi sia con acqua calda che fredda. Tuttavia in tutti i digiuni in cui in lavarsi è proibito per motivo del godimento che esso comporta, come nel digiuno del pubblico, con acqua calda è proibito, con acqua fredda è permesso.
La Ghemara reca un sostegno per il secondo ordinamento di Rav Chisda per cui è permesso lavarsi con acqua fredda ni digiuni pubblici:
Disse Rav Idi bar Abin: Anche noi l'abbiamo appreso in una Mishna: ED ESSI CHIUDONO GLI STABILIMENTI BALNEARI, dove si usa acqua calda, quindi a casa con acqua fredda è permesso.
Abbaye respinge quanto sopra:
Gli disse Abbaye [a Rav Idi]: E se il Tanna avesse pensato che è proibito bagnarsi in acqua fredda avrebbe insegnato che si devono chiudere i fiumi perchè la gente non vi si immerga!? È evidente che dall'ordine di chiudere i bagni non si può indurre che sia proibito soltanto lavarsi con acqua calda.
La Ghemara spiega la prova di Rav Idi:
Disse Rav Sesha figlio di Rav Idi: A mio padre , questo era difficile nella Mishna: ordunque abbiamo appreso nella Mishna: È PROIBITO LAVARSI. E allora CHIUDONO I BAGNI che ci sta a fare? Non forse per insegnarci che con acqua calda è proibito, con acqua fredda è permesso?
La Ghemara reca ora un sostegno per il primo ordinamento di Rav Chisda, che proibiva al luttuante di lavarsi anche con l'acqua fredda:
Diciamo che la seguente Baraita porta aiuto [a Rav Chisda]: TUTTI COLORO CHE HANNO L'OBBLIGO DI IMMERGERSI nel mikve VI SI IMMERGONO NELLA LORO CONSUETA MANIERA SIA NEL NOVE DI AV SIA A YOM KIPPUR.
La Ghemara analizza la Baraita:
In che cosa possono loro immergersi? Se tu dici in acqua calda, ma un'immersione rituale in acqua calda ha validità? Si tratterebbe di acque attinte con un recipiente e quindi non valide per un bagno rituale! Piuttosto non ci insegna la Baraita che l'immersione è permessa in acqua fredda , e a coloro che hanno l'obbligo è permessa, e agli altri no? La proibizione di lavarsi, anche con acqua fredda, è superata soltanto dall'obbligo dell'immersione rituale. L'ordinamento di Rav Chisda viene confermato.
La Ghemara rigetta la prova:
Disse Rav Chana bar Ketina: Non ci serve, la Baraita , che per permettere l'mmersione rituale il Nove di Av e Yom Kippur nelle acque termali di Tiberiade, che pur essendo calde son considerate ritualmente valide, ma il divieto di lavarsi nei giorni di lutto non viene infranto dal lavarsi con acqua fredda.
La Ghemara tenta di adattare la prova:
Se è così diciamo la conclusione della Baraita: DISSE R'CHANINA, IL RAPPRESENTANTE DEL KOHEN HAGADOL: VAL BENE LA CASA DEL NOSTRO DIO CHE PER ESSA VADA A MONE UN'IMMERSIONE RITUALE UNA VOLTA ALL'ANNO. R' Chanina così proibiva la tevila nel Nove di Av, data in cui si piange la distruzione del Tempio.E se tu dici che lavarsi in acqua fredda è permesso anche durante un periodo di lutto, che si lavi [ossia s'immerga] in acqua fredda! avrebbe dovuto dire R'Chanina e non proibire la tevila anche agli aventi un obbligo e anche in acqua fredda! Da ciò esce confermato l'ordinamento di Rav Chisda, che proibisce di lavarsi con acqua fredda alle persone in lutto.
La Ghemara respinge ancora la prova:
Disse Rav Pappa: La Baraita parla di un luogo dove non è disponibile un mikve di acqua fredda ma solo di acqua calda. Tanna Kamma permetteva l'immersione agli aventi obbligo, e R'Chanina lo proibiva a tutti indistintamente per rispetto al Tempio. Tuttavia entrambi permettevano l'acqua fredda anche in situazione di lutto. La proibizione totale di R'Chanina era dovuta al fatto che, nel frangente della Baraita, erano disponibili solo polle di acqua calda adatte per l'immersione rituale.
La Ghemara attacca Rav Chisda da una Baraita:
Vieni a sentire la confutazione di Rav Chisda: QUANDO DISSERO IL LAVORO È PROIBITO nel giorno di digiuno pubblico NON LO DISSERO CHE DI GIORNO, MA DI NOTTE il lavoro È PERMESSO. E QUANDO DISSERO CHE È PROIBITO CALZARE SCARPE, NON LO DISSERO CHE IN CITTÀ, MA IN VIAGGIO È PERMESSO. EBBENE COME si fa?Quando SI METTE IN VIAGGIO CALZA LE SCARPE, quando ENTRA IN CITTÀLE TOGLIE.
La Baraita continua:
E QUANDO DISSERO CHE È PROIBITO LAVARSI, NON DISSERO CHE TUTTO IL CORPO, MA FACCIA MANI E PIEDI È PERMESSO. E LO STESSO TU TROVI NELLO SCOMUNICATO E NEL LUTTUANTE.
La Ghemara analizza la Baraita:
Perchè mai tutte queste regole non dovrebbero riguardare la persona in lutto? E quindi permettergli di lavarsi faccia, mani e piedi? E di cosa ci stiamo occupando? Diciamo che le limitazioni della Baraita riguardavano l'acqua calda, quando mai permisero di lavarsi faccia, mani e piedi in acqua calda? Ma disse Rav Sheshet: Alla persona in lutto è proibito mettere un dito nell'acqua calda! Ma non è piuttosto del laversi in acqua fredda parla la Baraita permettendo faccia,mani e piedi con acqua fredda in ogni caso?
La Ghemara respinge questa confutazione:
No Le limitazioni della Baraita riguardavano sempre l'acqua calda. E quanto alla parte della Baraita E LO STESSO TU TROVI NELLO SCOMUNICATO E NEL LUTTUANTE.che è difficile per te da riconciliare con quanto disse Rav Sheshet, la Baraita si riferisce alle rimanenti proibizioni in essa elencate, ma non al lavarsi.La proibizione di lavarsi come appare nella Baraita riguarda un digiuno pubblico, in cui l'acqua calda è permessa per faccia,mani e piedi, e l'acqua fredda per l'intero corpo. Così la Baraita pienamente concorda con l'ordinamento di Rav Chisda per il digiuno pubblico. Per quanto concerne il lutto resta il divieto di Rav Shshet sull'acqua calda , proibita del tutto.
La Ghemara mette alla prova l'ordinamento di Rav Chisda sul lutto:
Vieni a sentire la conclusione halachica. perchè disse R'Abba il Kohen a nome di R'Yose il Kohen: Ci fu un caso e morirono i figli di R'Iose figlio di R'Chanina, e [R'Yose] si lavò con acqua fredda per tutti i sette giorni del lutto, in contrasto con l'ordinamento di Rav Chisda.
La Ghemara respinge la prova:
Là, era un caso in cui si seguirono due periodi di lutto uno dopo l'altro. perchè fu insegnato in una Baraita: QUANDO I SUOI PERIODI DI LUTTO SI SUSSEGUONO L'UN L'ALTRO, SE LA SUA CAPIGLIATURA DIVIENE TROPPO VOLUMINOSA PUÒ SFOLTIRLA COL RASOIO, ED EGLI LAVA LA SUA VESTE NELL'ACQUA. Quindi l'episodio di R'Yose non confuta la posizione di Rav Chanina.
La Ghemara spiega meglio l'ultimo ordinamento della Baraita:
Disse Rav Chisda: COL RASOIO ma non con le forbici. NELL'ACQUA ma non con soda nè con sabbia, come si usava.
L'opinione di Rava:
Disse Rava: Una persona in lutto può lavarsi anche tutto il corpo con acqua fredda durante tutti i sette giorni di lutto, così come è per la carne e il vino.
Attacco all'ordinamento di Rava da una Baraita:
Essi obiettarono da una Baraita:

13b

UNA "BOGHERET" (ragazza che ha superato i dodici anni e mezzo) NON LE È PERMESSO DI RENDERSI IMPRESENTABILE NEI GIORNI DEL LUTTO DI SUO PADRE, si da rimanere attraente ad eventuali pretendenti. Da cui si deduce: Però una na'ara, che non ha tanta urgenza di trovar marito, le è permesso rendersi impresentabile durante il lutto.
La Ghemara scende nei particolari:
che cosa è permesso alla bogheret? Non è il lavarsi? E con che? Se tu dici con acqua calda, UNA "BOGHERET" NON LE È PERMESSO!, non è possibile che le venga permessa l'acqua calda! Infatti disse Rav Chisda: Ad una persona in lutto non è permesso mettere un dito nell'acqua calda! Ma non è forse con l'acqua fredda che le è permesso di lavarsi in quanto bogheret e ciò implica che a tutti gli altri è proibito e non come disse Rava.
La Ghemara risponde:
No! La Baraita si riferisce a dipingere gli occhi e a intrecciare i capelli. Queste sono le attività normalmente proibite ai luttuanti e permesse alla bogheret. E ciò non interferisce con quanto detto da Rava.
La Ghemara offre ora un supporto all'ordinamento di Rava:
Diciamo che viene in aiuto [a Rava]: perchè disse R'Abba il Kohen a nome di R'Yose il Kohen: Ci fu un caso e morirono i figli di R'Iose figlio di R'Chanina, e [R'Yose] si lavò con acqua fredda per tutti i sette giorni del lutto. Dunque R'Yose si comportò secondo il parere di Rava.
La Ghemara respinge la prova:
Dissero: Là, era un caso in cui si susseguironodue periodi di lutto uno dopo l'altro. perchè fu insegnato in una Baraita: QUANDO I SUOI PERIODI DI LUTTO SI SUSSEGUONO L'UN L'ALTRO, SE LA SUA CAPIGLIATURA DIVIENE TROPPO VOLUMINOSA PUÒ SFOLTIRLA COL RASOIO, ED EGLI LAVA LA SUA VESTE NELL'ACQUA. Questo nello speciale caso di R'Yose, ma normalmente nel lutto è proibito lavarsi anche con l'acqua fredda. L'episodio non fornisce quindi un sostegno per Rava.
La Ghemara spiega meglio l'ultimo ordinamento della Baraita:
Disse Rav Chisda: COL RASOIO ma non con le forbici. NELL'ACQUA ma non con soda nè con sabbia, nè con ahal (una sostanza vegetale usata nel bucato, forse Aloe) come si usava.
La Ghemara cita una differente versione dell'ordinamento di Rava e degli attacchi ad esso:
Ci son quelli che dicono: Disse Rava: Ad un luttuante è proibito lavarsi con acqua fredda per tutti i sette giorni del lutto.
La Ghemara chiede:
In che cosa ciò è diverso da mangiare carne e bere vino, cose permesse nel lutto?
La Ghemara risponde:
Là egli lo fa (mangia carne e beve vino)per alleviare la sua angoscia. La stessa utilità non è evidente nel lavarsi.
La Ghemara cerca di rafforzare l'opinione di Rava:
Diciamo che la seguente Baraita gli viene in soccorso: UNA "BOGHERET" (ragazza che ha superato i dodici anni e mezzo) NON LE È PERMESSO DI RENDERSI IMPRESENTABILE nei giorni di lutto, da cui si deduce: Però una na'ara, le è permesso rendersi impresentabile durante il lutto.
La Ghemara, come fece sopra, concede che la Baraita alluda alla proibizione di lavarsi. Nei particolari:
Con che? Se tu dici con acqua calda, UNA "BOGHERET" NON LE È PERMESSO!, non è possibile che le venga permessa l'acqua calda! Infatti disse Rav Chisda: Ad una persona in lutto non è permesso mettere un dito nell'acqua calda! Ma non è forse con l'acqua fredda che le è permesso di lavarsi in quanto bogheret e ciò implica che a tutti gli altri è proibito, come disse Rava in questa seconda versione.
La Ghemara respinge la prova:
No! La Baraita si riferisce a dipingere gli occhi e a intrecciare i capelli. Queste sono le attività normalmente proibite ai luttuanti e permesse alla bogheret. E ciò non corrobora l'ordinamento di Rava che parla del lavarsi.
La Ghemara commenta :
Disse Rav Chisda: Vale a dire che il luttuante è proibito di fare il bucato tutti i sette giorni di lutto.
La Ghemara conclude l'argomento del lavarsi nel periodo di lutto:
E l'halacha è: Una persona in lutto ha la proibizione di lavarsi l'intero corpo sia con acqua calda che fredda per tutti i sette giorni di lutto. Ma faccia,mani e piedi, con acqua calda è proibito, con acqua fredda è permesso. Ma ungersi, seppure in piccolissima misura, è proibito, ma per rimuovere qualche sozzura, è permesso.
La Ghemara passa alla collocazione della formula 'Anenu nella preghiera dei giorni di digiuno:
La preghiera del digiuno, 'Anenu, dove la ricordiamo?Rav Yehuda portò Rav Yizchak, suo figlio, in una passeggiata e gli spiegò: Il singolo che prese su di sè un digiuno, prega la preghiera del digiuno,'Anenu. E dove , nello Shemona 'Esre, la dice? Tra "Goel" e "Rofe" (tra la settima e l'ottava benedizione.
Rav Yizchak discute l'insegnamento di suo padre:
Rav Yizchak attaccò [questo ordinamento]: Ma che un singolo possa stabilire una beracha per conto suo? Piuttosto, disse Rav Yizchak che l' 'Anenu sia recitato in "Shomea tefilla". E così disse Rav Sheshet che 'Anenu si recita nella beracha "Shomea Tefilla".
La Ghemara mette alla prova Rav Yizchak (e Rav Sheshet):
L'attacco viene da una Baraita: NON C'E differenza TRA SINGOLO E PUBBLICO nella preghiera nei digiuni SE NON CHE QUESTO il singolo PREGA DICIOTTO, con 'Anenu inserita in "Shomea Tefilla" E QUESTO il pubblico PREGA DICIANNOVE, con 'Anenu recitato separatamente tra "Goel" e "Rofe".
La Ghemara definisce ora due termini "chiave" nella Baraita:
Cosè "iachid", sindolo, e cos'&edsa "zibbur", pubblico? Se tu dici che "singolo" (iachid) è proprio un singolo, che fa un digiuno privato, e "pubblico" (zibbur) è l'emissario del pubblico (shaliach zibbur), che guida la preghiera nei digiuni, sono le berachot diciannove? Son ventiquattro! Quindi il termine "pubblico" usato nella Baraita non si addice allo shaliach zibbur!
La Ghemara conclude che i termini si riferiscono a due tipi di digiuni:
Piuttosto, non è questo ciò che ha detto la Baraita?:Non c'egrave; nessuna differenza tra un singolo che ha preso su di sè un digiuno privato e un singolo che ha preso su di sè un digiuno pubblico cioè un digiuno privato soggetto alle prescrizioni di un digiuno pubblico, eccetto che questo prega diciotto e questo prega diciannove??
La Ghemara arriva all'attacco vero e proprio a Rav Yizchak:
Impara da ciò: Un singolo può stabilire una beracha per conto suo, come nel caso appena esaminato che ha accettato su di sè un digiuno soggetto alle prescrizioni di un digiuno pubblico!Ma Rav Yizchak escluse ciò categoricamente!!
La Ghemara resiste a questo attacco:
No! Il termine "pubblico" non va inteso nel senso di un singolo che ha preso su di sè un digiuno pubblico. Per sempre ti dirò, è l'emissario del pubblico.E se ti resta difficile da capire l'espressione: l'emissario del pubblico prega ventiquattro, non ci vuol molto a spiegarlo, La Baraita parla dei primi tre digiuni pubblici, dove non ci sono ventiquattro berachot. La Baraita ci informa che nella prima serie di digiuni l'emissario della comunità recita soltanto diciannove berachot. Quindi la Baraita non porta nessuna prova che un singolo recita 'Anenu come beracha indipendente, piuttosto concorda con la posizione di Rav Yizchak.
La Ghemara solleva un'obiezione a questa interpretazione:
E le ventiquattro berachot non sono recitate nella prima serie di digiuni? Ma la Baraita insegnò:"Non c'egrave; distinzione tra" nella seguente maniera: NON C'È NULLA che distingua TRA I PRIMI TRE digiuni E I TRE digiuni DI MEZZO ECCETTO CHE IN QUESTI primi È PERMESSO SVOLGERE LAVORI E IN QUESTI di mezzo È PROIBITO SVOLGERE LAVORI. La Ghemara perciò conclude: Ma riguardo le ventiquattro berachot recitate dall'emissario della comunità questi e quelli sono uguali. Come le ventiquattro son recitate nella seconda serie così sono recitate nella prima.Non è quindi corretto dire che il termine "pubblico" si riferisce al "shaliach zibbur" e che la Baraita insegna che egli recita diciannove berachot nella prima serie di digiuni.
La Ghemara risponde:
La Baraita ha insegnato e ha poi lasciato indietro altri insegnamenti , per esempio che le ventiquattro berachot non sono recitate nella prima serie di digiuni.
La Ghemara si domanda:
Che cosa fu tralasciato ancora dalla lista delle distinzioni tra le due serie di digiuni, che questa distinzione riguardante le diciannove berachot fu tralasciata? La Baraita in genere non tralascia un solo argomento importante! E inoltre, la Baraita insegnò: "Non c'è nulla tra", che è un esclusione di ogni altra distinzione!
La Ghemara rifiuta tale conclusione:
Ma il Tanna discusse le proibizioni, non discusse le preghiere

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