TA'ANIT 10

È permesso copiare e divulgare la presente pagina a condizione che a capo pagina sia riportata la scritta: da "Chavruta" di Rav Mordechai Goldstein
Mishna
10a

Il terzo giorno di Marcheshvan chiediamo le piogge. Rabban Gamliel dice: il settimo giorno dello stesso mese, quindici giorni dopo la Festa (Sukkot - Shemini 'Azeret), in modo che l'ultimo di Israel arrivi al fiume Eufrate prima che cominci a piovere.

Ghemara
10b

Disse R'Elazar: L'halacha (il giusto modo di agire per adempiere ai precetti della Tora) concorda con Rabban Gamliel.
Fu insegnato in una Baraita: CHANANYA DICE: E NELLA DIASPORA non si chiede la pioggia FINO A SESSANTA giorni NELLA STAGIONE, l'equinozio d'autunno. Disse Rav Huna bar Chiya in nome di Shmuel: L'halacha concorda con Chananya. 
La Ghemara mette alla prova questa affermazione a nome di Shmuel:
Davvero? Ma se chiesero a lui, a Shmuel, che viveva a Babilonia, da quando ricordiamo uten tal umatar e disse loro: Da quando essi portano legna alla casa di Tavot, il cacciatore di uccelli? Cosa che, a quanto pare, non avveniva sessanta giorni dopo l'equuinozio.
La Ghemara fornisce una risposta ipotetica:
Forse questo e quello sono un unica misura di tempo, e la raccolta della legna si fa proprio sessanta giorni dopo l'equinozio autunnale.
La Ghemara indaga sullo status del sesto giorno:
Fu loro chiesto: Il sesto giorno è considerato come prima dei sessanta giorni, così che in esso non si richiede la pioggia? O è considerato cadere dopo i sessanta giorni, e allora vi si chiede la pioggia?
La Ghemara conferma la rilevanza della domanda:
"Ta shma" vieni a sentire" la prova che la diatriba esiste: Rav disse: Il sesto giorno è considerato come dopo i sessanta, e si chiede la pioggia. E Shmuel disse: Il sesto giorno è considerato come prima dei sessanta, e non si chiede la pioggia.
La Ghemara suggerisce un trucco mnemonico per ricordare la diatriba:
Disse Rav Nachman bar Yzchak: E il tuo repere mnemonico può essere: "'Yla'e ba'u maya", gli abitanti dei luoghi alti hanno bisogno d'acqua, "Tata'e lo ba'u maya", gli abitanti dei luoghi bassi non hanno bisogno d'acqua.
La Ghemara conclude:
Disse Rav Pappa: L'halacha è: Il sesto giorno è come dopo i sessanta, e in quel giorno noi preghiamo per la pioggia.

Mishna La Mishna inizia qui a discutere sulla procedura dei digiuni instaurati in assenza di pioggia: Sopraggiunse il diciasette di Marcheshvan e la pioggia non è caduta, incominciarono i singoli a digiunare tre digiuni. Possono mangiare e bere dopo il sopraggiungere della notte (alla vigilia del giorno di digiuno) ed è permesso loro (nel giorno del digiuno) di intrapprendere lavori, di lavarsi, di ungersi, di calzare scarpe di pelle, di avere rapporti coniugali. Sopraggiunse il capomese di Kislev e non scesero le piogge, il bet din decreta tre digiuni sulla comunità. Possono mangiare e bere dopo il sopraggiungere della notte (alla vigilia del giorno di digiuno) ed è permesso loro (nel giorno del digiuno) di intrapprendere lavori, di lavarsi, di ungersi, di calzare scarpe di pelle, di avere rapporti coniugali.
Ghemara La Ghemara chiarisce un termine apparso nella Mishna:
Chi sono gli "individui"? Disse Rav Huna: Rabbanan.
Un altra asserzione di Rav Huna:
E disse Rav Huna: Gli "individui" digiunano tre digiuni, "sheni vachamishi vesheni", lunedì, giovedì e lunedì.
La Ghemara chiede:
Che cosa ci sta insegnando [Rav Huna]?Abbiamo imparato in una Mishna: NON DECRETIAMO SULLA COMUNITÀ UN DIGIUNO CHE COMINCIA IL GIOVEDÌ, PER NON CAUSARE UN RIALZO NEI PREZZI. MA I PRIMI TRE DIGIUNI comunitari devono essere di LUNEDÌ, GIOVEDÌ E LUNEDÌ. Che cosa aggiunge dunque Rav Huna?
La Ghemara spiega come l'asserzione di Rav Huna sia necessaria:
Cosa potresti dire? Qello che dice la Mishna, che non si comincia al giovedì, vale per la comunità ma non per il singolo. [Rav Huna] perciò ci informa che anche per il singolo vale la stessa regola, benchè non valga per lui il motivo del rialzo dei prezzi.
La Ghemara cita una Baraita a supporto dell'ordinamento di Rav Huna:
Anche una Baraita insegna così: QUANDO GLI INDIVIDUI COMINCIANO A DIGIUNARE, ESSI DIGIUNANO LUNEDÌ, GIOVEDÌ E LUNEDÌ.
La Baraita anche insegna:
ED ESSI INTERROMPONO NEI CAPOMESE E NELLE FESTE ELENCATE NELLA MEGHILLAT TA'ANIT.
La Ghemara perfeziona la definizione di "individui" ai fini dei digiuni per la pioggia:
Rabbanan insegnarono in una Baraita: UNO NON DICA IO SONO UNO STUDENTE NON SON DEGNO DI RITENERMI UN "INDIVIDUO" che digiuna per la pioggia ancor prima della comunità. PIUTTOSTO TUTTI GLI STUDENTI DEI SAGGI SONO "INDIVIDUI" e devono digiunare. CHI È UN "INDIVIDUO" E CHI È UNO "STUDENTE"? "INDIVIDUO" È CHI PUÒ ESSERE NOMINATO LEADER DELLA COMUNITÀ, è in grado di rispondere a domande halachiche in ogni argomento. "STUDENTE" CHI INTERPELLATO SULLA MATERIA CHE STA STUDIANDO, RISPONDE, E PERSINO NEL TRATTATO DI KALLA. Tuttavia uno studente a livello più basso non deve digiunare.
La Ghemara cita un'altra Baraita sull'argomento:
Rabbanan insegnarono in una Baraita: NON CHIUNQUE VUOLE FAR DI SÈ UN "INDIVIDUO" lo può FARE, o uno "STUDENTE" lo può FARE, PAROLE DI R'MEIR. R'YOSE DICE: Lo FA ED È RICORDATO NEL BENE, PERCHÈ NON È PER LUI un motivo DI PRESTIGIO, MA GLI È DI SOFFERENZA.
La Ghemara cita un'altra Baraita con un simile concetto:
Fu insegnato in un'altra Baraita: NON CHIUNQUE VUOLE FAR DI SÈ UN "INDIVIDUO" lo può FARE, o uno "STUDENTE" lo può FARE, PAROLE DI R'SHIMON BEN ELAZAR. RABBAN SHIMON BEN GAMLIEL DICE: RIGUARDO A CHE COSA SON DETTE QUESTE PAROLE? IN UNA QUESTIONE DI PRESTIGIO, MA IN UNA COSA CHE CAUSA DISAGIO Lo FA ED È RICORDATO NEL BENE, PERCHÈ NON È PER LUI un motivo DI PRESTIGIO, MA GLI È DI SOFFERENZA. Può quindi digiunare come uno studente ma non vestirsi come uno studente.
Un altra Baraita:
Rabbanan insegnarono in una Baraita: CHI STAVA DIGIUNANDO PER UNA DISGRAZIA E QUESTA È PASSATA prima che egli abbia terminato il digiuno, O SU UN MALATO E QUESTO È GUARITO prima che egli abbia terminato il digiuno, EGLI CONTINUA A DIGIUNARE FINO A COMPLETAMENTO del digiuno che aveva fatto voto di fare.
La Baraita continua:
CHI VA DA UN POSTO DOVE NON SI DIGIUNA A UN POSTO DOVE SI DIGIUNA, ORA EGLI DIGIUNA CON LORO. DA UN POSTO DOVE SI DIGIUNA A UN POSTO DOVE NON SI DIGIUNA EGLI CONTINUA A DIGIUNARE FINO A COMPLETAMENTO. DIMENTICÒ nel caso in cui andò da un posto in cui non si digiuna a un posto in cui si digiuna MANGIÒ E BEVVE, NON SI FACCIA VEDERE DI FRONTE AL PUBBLICO che digiuna, E NON SI TRATTI CON LARGHEZZA, al pensiero che avendo ormai interrotto il digiuno può mangiare a piacimento. PERCHÈ È DETTO: E DISSE Y'AKOV AI SUOI FIGLI: "PERCHÈ VI FATE VEDERE?" DISSE YA'AKOV AI SUOI FIGLI: NON FATEVI VEDERE QUANDO SIETE SAZI, NON DI FRONTE A ESAV E NON DI FRONTE A ISHMAEL CHE NON ABBIANO INVIDIA DI VOI. Anche se la famiglia di Ya'akov aveva molto grano, Ya'akov ordinò ai suoi figli di scendere in Egitto a comperare grano, in modo che i vicini poveri non li invidiassero.
La Ghemara parla di un altro ammonimento ricevuto dai figli di Ya'akov:
NON AGITATEVI LUNGO LA VIA. DISSE R'ELAZAR: DISSE YOSEF AI SUOI FRATELLI: NON OCCUPATEVI DI ARGOMENTI DI HALACHA durante il viaggio, SÌ DA NON PROVOCARE LA VIA CONTRO DI VOI, distraendovi perdereste la via.
La Ghemara mette in discussione tale interpretazione:
Davvero? Ma non disse R'Il'ai bar Berechya: Due "talmidei chachamim" che se ne vanno per strada e non ci sono tra loro discorsi di Tora, si meritano di essere bruciati. Perchè è stato detto: Ed è che essi se ne andavano parlando, ed ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco e si misero tra loro separandoli. Dall'apparente superflua menzione ai loro discorsi, R'Il'ay impara: La ragione è che c'era un discorso di Tora tra loro, non ci fosse stato un discorso di Tora tra loro, si sarebbero meritati di venir bruciati. Ciò è in conflitto con l'interpretazione di R'Elazar dell'ammonimento di Yosef ai suoi fratelli: Non occupatevi di Tora lungo la strada!
La Ghemara risponde:
Nessuna difficoltà. una cosa è recitare e ripetere, che è cosa doverosa. Altra cosa è l'approfondimento, e questo sconsigliò Yosef ai suoi fratelli.
La Ghemara offre una spiegazione diversa dell'ammonimento di Yosef ai suoi fratelli:
In una Baraita fu insegnato: NON CAMMINATE A LARGHI PASSI, E FATE ENTRARE IL SOLE NELLA CITTÀ, entrate in città prima del tramonto.
La Ghemara illustra i vantaggi dell'insegnamento della Baraita:
Non camminate a larghi passi, perchè disse un maestro: Un largo passo sottrae uno su cinquecento della luce degli occhi di una persona, fate entrare il sole nella città, secondo l'insegnamento di Rav Yehuda in nome di Rav: Perchè disse Rav Yehuda in nome di Rav: Ognora esca l'uomo sulla via in una situazione di "ki tov", ciò è bene, ed entri in città in "ki tov", perchè è detto: Alla luce del mattino gli uomini furono fatti andare. Yosef trattenne i fratelli fino allo spuntar del giorno.
La Ghemara aggiunge consigli sul viaggio:
Disse Rav Yehuda in nome di R'Chiya: Chi se ne va sulla via, non mangi più che negli anni di carestia. Per qual motivo? Qui spiegano per via dell'intestino. All'Ovest[in Terra d'Israel] dicono: Per via del cibo, che non scarseggi nel corso del viaggio.
La Ghemara chiede:
Qual'è la differenza tra le due spiegazioni? La differenza tra loro c'èquando uno siede in una nave, e deve preoccuparsi solo che il cibo gli basti per tutto il viaggio. Oppure quando uno viaggia dall'ostello di un paese all'ostello di un altro paese, che allora la preoccupazione è piuttosto per l'intestino.
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