84a | CHI SCRIVE A SUA MOGLIE | CAPITOLO NONO | KETUBBOT |
È permesso copiare e divulgare la presente pagina a condizione che a capo e a piè pagina sia riportata la scritta da "Chavruta" di Rav Mordechai Goldstein |
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Mishna | Colui che morì,
e lasciò dietro a sè una moglie, un creditore ed eredi, ed aveva un pegno in deposito presso qualcuno o un prestito in mano di altri, R'Tarfon dice: venga dato al più debole tra essi, R'Akiva dice: Non si ha misericordia nel giudizio, piuttosto venga dato agli eredi, perchè tutti gli altri, son tenuti al giuramento, se vogliono riscuotere dai beni degli orfani, mentre gli eredi non son tenuti a tale giuramento. Se morì, e lasciò dietro a sè una moglie, un creditore ed eredi, e lasciò frutti staccati dalla terra, chi di loro arriva prima e se li prende, son suoi. Se ne prese la donna per più della sua ketubba, o il creditore per più del suo credito, quanto all'eccesso R'Tarfon dice: venga dato al più debole tra essi, R'Akiva dice: Non si ha misericordia nel giudizio, piuttosto l'eccesso venga dato agli eredi, perchè tutti son tenuti al giuramento, mentre gli eredi non son tenuti a tale giuramento. |
Ghemara | . . . . . . |
La Ghemara cita un passo della nostra Mishna:
LASCIÒ FRUTTI STACCATI dalla terra, chi di loro arriva prima e se li prende, son suoi. Se ne prese la donna per più della sua ketubba, o il creditore per più del suo credito, di questo "in più" che si fa? Machloket tra R'Tarfon e R'Akiva. La Ghemara chiede: Ma a R'Akiva che gliene importa di questo "in più"? Secondo la sua shitatutti gli altri frutti appartengono anch'essi agli eredi e non cambia nulla se la moglie o il creditore se ne sono imposessati. Li dovranno restituire! La Ghemara risponde: Proprio così! Ma siccome R'Tarfon parlò dell' "in più", parlò anche lui, R'Akiva, dell' "in più". |
84b |
La Ghemara chiede:
Ma secondo la shita di R'Akiva, la presa di possesso di un bene del debitore da parte di un creditore non ha alcuna validità? La Ghemara risponde: Disse Rava in nome di R'Nachman: Secondo la shita di R'Akiva, la presa di possesso di un bene del debitore da parte di un creditore ha validità, ma ciò avviene solo quando il creditore si imposessò del bene del debitore quando costui era ancora in vita, è per questo che nel nostro caso la presa di possesso da parte della vedova o del creditore non ha valore, e tutti i beni del defunto appartengono al momento della sua morte agli eredi, e se qualcuno ne prende possesso deve restituirli. |
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