5a HAKOL CHAYAVIN CAPITOLO PRIMO CHAGHIGA

 
 
 
È permesso copiare e divulgare la presente pagina a condizione che a capo pagina sia riportata la scritta da "Chavruta" di Rav Mordechai Goldstein

 
 
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[da Daf 4b:
La Ghemara racconta di R'Yosef:
Ogni volta che R'Yosef arrivava a questo versetto, piangeva, perchè è scritto: E c'è chi perisce senza processo.Disse: C'è forse chi se ne va prima del suo tempo? Si! È simile al caso di Rav Bibi bar Abbaye, a cui l'Angelo della Morte faceva frequentemente visita.
La Ghemara racconta:
Una volta [l'Angelo della Morte] disse al suo messo: Vai e prendimi Miriam, colei che intreccia i capelli alle donne. Tuttavia, il messo andò e portò invece Miriam, colei che si prende cura dei bambini. Gli disse [l'Angelo della Morte al suo messo]: Io, Miriam, colei che intreccia i capelli alle donne ti dissi di prendere! Gli disse [il messo all'Angelo della Morte]: Se è così la porto indietro. Gli disse [l'Angelo della Morte al messo]: Siccome l'hai già portata, che sia annoverata tra i morti.
La Ghemara racconta che Rav Bibi, udita la storia, chiese all'Angelo della Morte:
Ma se non era giunto il suo tempo di morire, come ce l'hai fatta a prenderla? 
La Ghemara riporta la risposta dell'Angelo:
L'Angelo rispose: Lei teneva in mano un attizzatoio, e lo stava introducendo in una stufa -- fino a qui da Daf 3b] e puliva la stufa. Lei tirò fuori l'attizzatoio dalla stufa e accidentalmente lo posò sulla sua gamba. Si bruciò, il suo mazal ne risultò danneggiato e così l'ho presa. Gli disse Rav Bibi bar Abbaye [all'Angelo della Morte]: Hai avuto il permesso di agire in questa maniera? Gli disse [l'Angelo della Morte]: Non è scritto: E c'è chi perisce senza processo? Gli disse [Rav Bibi all'Angelo della Morte]: Ma è scritto altrove: Una generazione va e una generazione viene, che implica che ad ogni generazione spetta il suo tempo prima che possa essere sostituita! [l'Angelo] disse: Io le prendo [queste anime] con me, finchè hanno completato la generazione, e solo allora io le porto a Duma. Gli disse [Rav Bibi all'Angelo della Morte]: Ma alla fin fine che cosa fai con gli anni che quelle personenon hanno compiutosulla terra? [l'Angelo] disse: Se c'è un giovane studioso della Tora che è facile al perdono, io li aggiungo a lui, e lui  è il rimpiazzo di quello che è morto.

La Ghemara racconta di R'Yochanan:
Ogni volta che R'Yochanan arrivava a questo versetto, piangeva, perchè è scritto: e tu mi incitasti contro di lui per distruggerlo senza motivo. Egli disse: Uno schiavo il cui padrone, quando lo incitano, si incita ed agisce contro lo schiavo, c'è per lui un rimedio? Ogni volta che R'Yochanan arrivava a questo versetto,piangeva, perchè è scritto: Ecco, Egli non può aver alcuna fiducia nemmeno nei Suoi santi. Egli disse: Se dei Suoi santi non può avere alcuna fiducia, allora in chi può aver fiducia?
La Ghemara racconta un episodio nel quale viene svelato il recondito significato di quei versetti:
Un giorno [R'Yochanan] se ne andava in viaggio. Egli vide un certo uomo che stava raccogliendo fichi. Egli lasciava quelli che erano maturi e coglieva quelli che non erano maturi. Gli disse [R'Yochanan]: Non sono questi, i maturi, migliori? Gli disse: Io ho bisogno di questi fichi come provviste per il viaggio. Questi dureranno per la durata del viaggio e questi non dureranno per la durata del viaggio. Disse [R'Yochanan]: Questo è il significato di quanto è scritto: Ecco, Egli non può aver alcuna fiducia nemmeno nei suoi santi.
La Ghemara tenta di respingere questa spiegazione:
Ma è proprio così? Ma c'era un certo studente che stava nei dintorni di R'Alexandri e morì in giovane età. E [R'Alexandri] disse di lui: Se questo studente rabbinico avesse voluto seguire un sentiero più retto, sarebbe vissuto! Ma se l'interpretazione di R'Yochanan è corretta, forse questo studente era uno di quelli dei quali è detto: Ecco, Egli non può aver alcuna fiducia nemmeno nei Suoi santi, e per questo era morto giovane!
La Ghemara risponde:
Quello studente era uno che si ribellava ai suoi maestri.
La Ghemara racconta ancora di R'Yochanan:
Ogni volta che R'Yochanan arrivava a questo versetto, piangeva, perchè è scritto: Ed Io mi avvicinerò a voi per il giudizio e sarò testimone sollecito contro gli stregoni, e contro gli adulteri, e contro gli spergiuri, e contro coloro che defraudano la paga del salariato, della vedova e dell'orfano, e coloro che distorcono (il giudizio) del proselita, ed essi non Mi temono. Egli disse: Uno schiavo a cui il padrone avvicina per giudicarlo, ed è sollecito nel testimoniare contro di lui, vi è per lui rimedio? Ed a proposito di questo versetto disse ancora R'Yochanan ben Zakkai: Guai a noi, che la Tora ci pesa le [trasgressioni] leggere come se fossero [trasgressioni] gravi.
La Ghemara riporta l'interpretazione di Resh Lakish:
Disse Resh Lakish: Chiunque distorce il giudizio del proselita è come se distorcesse il giudizio del cielo. Perchè è detto nel su citato versetto: e coloro che distorcono (il giudizio)del proselita. Questa parola è interpretata come se fosse scritto: ed uno che distorce Me.
La Ghemara riporta un altra interpretazione del versetto in questione:
Disse R'Chanina bar Pappa: Chiunque fa qualcosa di proibito e poi se ne pente, gli perdonano immediatamente. Perchè è detto nel su citato versetto: ed essi non Mi temono. Questo implica: Se essi Mi temono, gli perdonano immediatamente.
La Ghemara racconta ancora di R'Yochanan:
Ogni volta che R'Yochanan arrivava a questo versetto, piangeva, perchè è scritto: Perchè ogni azione che l'uomo fa, Dio porterà a giudizio, anche tutte le cose nascoste, siano esse buone o cattive. Egli diceva: Uno schiavo a cui il padrone soppesa gli errori involontari come equivalenti a volontarie trasgressioni,  vi è per lui rimedio?
La Ghemara chiede:
Cosa si vuol significare con le parole del versetto: anche tutte le cose nascoste?
La Ghemara risponde:
Disse Rav: Questo si riferisce a uno che uccide in pidocchio alla presenza di un suo amico, e [l'amico] ne è disgustato. E Shemuel disse: Questo si riferisce a uno che sputa alla presenza di un suo amico, e [l'amico] ne è disgustato.
La Ghemara spiega la fine del versetto:
Cosa si vuol significare con le parole del versetto: siano esse buone o cattive? Forse che Dio punisce per le azioni buone? Essi dissero nella accademia di R'Yannai: Questo si riferisce a uno che da l'elemosina al povero in pubblico, come quello che accadde a R'Yannai: Egli vide un certo uomo che dava un zuz a un povero in pubblico. Gli disse [R'Yannai]: Meglio che tu non gli davi nulla, di ora che gli hai dato e gli hai causato vergogna. Da ciò impariamo che uno può essere giudicato anche per aver fatto una buona azione.
La Ghemara offre un altro esempio di una buona azione mal fatta:
Nella accademia di R'Shila dissero: Questo si riferisce a uno che dà  l'elemosina a una donna in un posto appartato, perchè questo la porta ad essere sospettata. Rava disse: Questo si riferisce a uno che manda carne non tagliata (cioè da cui non sono state tagliate via le parti proibite) a sua moglie alla vigilia dello Shabbat.
La Ghemara chiede:
Ma Rava mandava carne non tagliata a suo moglie alla vigilia dello Shabbat! 
La Ghemara risponde:
La figlia di Rav Chisda (che era la moglie di Rava) è un'altra cosa, perchè gli era noto [a Rava] che lei era esperta in queste cose e si sarebbe subito resa conto del trattamento che quella carne doveva ancora subire per essere kasher.
La Ghemara racconta ancora di R'Yochanan:
Ogni volta che R'Yochanan arrivava a questo versetto, piangeva, perchè è scritto: E sarà quando gli capiteranno molti mali e disgrazie ecc. Egli diceva: Uno schiavo su cui il padrone porta mali e disgrazie, vi è per lui rimedio?
La Ghemara chiede:
Cosa si vuol significare con le parole del versetto: "mali" e "disgrazie"? Disse Rav: Mali che diventano vicini gli uni agli altri, come ad esempio, la puntura di una vespa e di uno scorpione. E Shemuel disse: Questo si riferisce a uno che trova denaro al povero solo quando egli è ormai nel bisogno più urgente. Disse Rava: Questo è il significato di quanto dice la gente: Un zuz per il cibo non si trova, per impiccarsi si trova.

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5b
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La Ghemara riporta un altro passo della nostra Mishna:
QUALE È IL MINORE che è esente dall'obbligo della comparizione? CHIUNQUE NON SIA IN GRADO DI STARE A CAVALCIONI SULLE SPALLE DI SUO PADRE e salire da Yerushalaym al Monte del Tempio. Parole di Bet Shammai. Ma Bet Hillel dicono: Chiunque non sia in grado di tenere la mano di suo padre e salire da Yerushalaym al Monte del Tempio a piedi, quand'anche sia capace di stare a cavalcioni  sulle spalle di suo padre.
La Ghemara fa notare una difficoltà che emerge dalla Mishna:
Obiettò a ciò R'Zera:

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La Ghemara riporta un episodio:
R'Illa stava salendo le scale della casa di Rabba bar Shila. Sentì un bambino che stava leggendo il seguente versetto: Ecco che Egli dà forma alle montagne e crea il vento e dice all'uomo quali furono le sue parole. Disse R'Illa: Uno schiavo al quale il padrone ricorda tutto quello che egli ha detto, vi è forse per lui un rimedio?
La Ghemara chiede:
Che cosa significa quali furono le sue parole
La Ghemara risponde:
Disse Rav: Persino la conversazione superflua tra marito e moglie viene ricordata all'uomo al momento della morte.
La Ghemara chiede:
Davvero? E allora Rav Kahana che una volta stava nascosto sotto il letto di Rav per imparare dal maestro il modo di comportarsi nell'atto coniugale, e sentì come Rav prima conversò con sua moglie e poi rise con lei e solo allora si dedicò ai suoi doveri coniugali. Meravigliato di un tale comportamento nel sua austero maestro, esclamò Rav Kahana da sotto il letto: Simile è la bocca di Rav a quella di uno che non ha mai gustato cibo, cioè il suo comportamento assomiglia a quello di un giovane alla sua prima esperienza amorosa! Gli disse Rav affettuosamente: Kahana, esci! Non sta bene che tu te ne stia lì! Vediamo tuttavia che Rav parlò e rise con sua moglie prima del rapporto coniugale!
La Ghemara risponde:
Non sussiste alcuna difficoltà. Qui, prima del rapporto coniugale, a uno non vien tenuto conto della conversazione superflua perchè egli deve rendersi a lei gradito. Quello che venne detto sopra si riferisce a quando non deve rendersi a lei gradito. 

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