[da Daf 4b:
La Ghemara racconta di R'Yosef:
Ogni volta che R'Yosef arrivava a questo versetto, piangeva,
perchè
è scritto: E c'è chi perisce senza processo.Disse:
C'è forse chi se ne va prima del suo tempo? Si! È
simile al caso di Rav Bibi bar Abbaye, a cui l'Angelo della Morte faceva
frequentemente visita.
La Ghemara racconta:
Una volta [l'Angelo della Morte] disse al suo messo: Vai e prendimi
Miriam, colei che intreccia i capelli alle donne. Tuttavia, il messo
andò e portò invece Miriam, colei che si prende cura
dei bambini. Gli disse [l'Angelo della Morte al suo messo]: Io, Miriam,
colei che intreccia i capelli alle donne ti dissi di prendere! Gli
disse [il messo all'Angelo della Morte]: Se è così la porto
indietro. Gli disse [l'Angelo della Morte al messo]: Siccome l'hai già
portata, che sia annoverata tra i morti.
La Ghemara racconta che Rav Bibi, udita la storia, chiese
all'Angelo della Morte:
Ma se non era giunto il suo tempo di morire, come ce l'hai
fatta a prenderla?
La Ghemara riporta la risposta dell'Angelo:
L'Angelo rispose: Lei teneva in mano un attizzatoio, e lo
stava
introducendo in una stufa --
fino a qui
da Daf 3b] e puliva la stufa. Lei tirò
fuori l'attizzatoio dalla stufa e accidentalmente lo posò
sulla sua gamba. Si bruciò, il suo mazal ne risultò danneggiato
e così l'ho presa. Gli disse Rav Bibi bar Abbaye [all'Angelo
della Morte]: Hai avuto il permesso di agire in questa maniera? Gli disse
[l'Angelo della Morte]: Non è scritto: E c'è chi perisce
senza processo? Gli disse [Rav Bibi all'Angelo della Morte]: Ma è
scritto altrove: Una generazione va e una generazione viene,
che
implica che ad ogni generazione spetta il suo tempo prima che possa essere
sostituita! [l'Angelo] disse: Io le prendo [queste anime] con me, finchè
hanno completato la generazione, e solo allora io le porto a Duma.
Gli disse [Rav Bibi all'Angelo della Morte]:
Ma alla fin
fine che cosa fai con gli anni che quelle personenon hanno compiutosulla
terra? [l'Angelo] disse: Se c'è un giovane studioso della Tora
che è facile al perdono, io li aggiungo a lui, e lui è
il rimpiazzo di quello che è morto.
La Ghemara racconta di R'Yochanan:
Ogni volta che R'Yochanan arrivava a questo versetto, piangeva,
perchè
è scritto: e tu mi incitasti contro di lui per distruggerlo
senza motivo. Egli disse: Uno schiavo il cui padrone, quando
lo
incitano, si incita ed agisce contro lo schiavo, c'è per
lui un rimedio? Ogni volta che R'Yochanan arrivava a questo versetto,piangeva,
perchè
è scritto: Ecco, Egli non può aver alcuna fiducia nemmeno
nei Suoi santi. Egli disse: Se dei Suoi santi non può
avere alcuna fiducia, allora in chi può aver fiducia?
La Ghemara racconta un episodio nel quale viene svelato
il recondito significato di quei versetti:
Un giorno [R'Yochanan] se ne andava in viaggio. Egli vide
un certo uomo che stava raccogliendo fichi. Egli lasciava quelli che erano
maturi e coglieva quelli che non erano maturi. Gli disse [R'Yochanan]:
Non sono questi, i maturi, migliori? Gli disse: Io ho bisogno di
questi fichi come provviste per il viaggio. Questi dureranno per
la durata del viaggio e questi non dureranno per la durata del viaggio.
Disse [R'Yochanan]: Questo è il significato di quanto
è scritto: Ecco, Egli non può aver alcuna fiducia nemmeno
nei suoi santi.
La Ghemara tenta di respingere questa spiegazione:
Ma è proprio così? Ma c'era un certo studente
che stava nei dintorni di R'Alexandri e morì in giovane età.
E [R'Alexandri] disse di lui: Se questo studente rabbinico
avesse voluto seguire un sentiero più retto, sarebbe vissuto!
Ma se l'interpretazione di R'Yochanan è corretta,
forse questo studente era uno di quelli dei quali è detto:
Ecco,
Egli non può aver alcuna fiducia nemmeno nei Suoi santi,
e
per questo era morto giovane!
La Ghemara risponde:
Quello studente era uno che si ribellava ai suoi maestri.
La Ghemara racconta ancora di R'Yochanan:
Ogni volta che R'Yochanan arrivava a questo versetto, piangeva,
perchè
è scritto: Ed Io mi avvicinerò a voi per il giudizio
e sarò testimone sollecito contro gli stregoni, e contro gli adulteri,
e contro gli spergiuri, e contro coloro che defraudano la paga del salariato,
della
vedova e dell'orfano, e coloro che distorcono (il giudizio) del proselita,
ed essi non Mi temono. Egli disse: Uno schiavo a cui il padrone
avvicina per giudicarlo, ed è sollecito nel testimoniare contro
di lui, vi è per lui rimedio? Ed a proposito di questo versetto
disse
ancora
R'Yochanan ben Zakkai: Guai a noi, che la Tora ci pesa le [trasgressioni]
leggere
come se fossero [trasgressioni]
gravi.
La Ghemara riporta l'interpretazione di Resh Lakish:
Disse Resh Lakish: Chiunque distorce il giudizio del proselita è
come se distorcesse il giudizio del cielo. Perchè è detto
nel su citato versetto: e coloro che distorcono (il giudizio)del
proselita. Questa parola è interpretata come se fosse
scritto: ed uno che distorce Me.
La Ghemara riporta un altra interpretazione del versetto
in questione:
Disse R'Chanina bar Pappa: Chiunque fa qualcosa di proibito
e
poi se ne pente, gli perdonano immediatamente. Perchè è
detto nel su citato versetto: ed essi non Mi temono.
Questo implica: Se essi Mi temono, gli perdonano immediatamente.
La Ghemara racconta ancora di R'Yochanan:
Ogni volta che R'Yochanan arrivava a questo versetto, piangeva,
perchè
è scritto: Perchè ogni azione che l'uomo fa, Dio porterà
a giudizio, anche tutte le cose nascoste, siano esse buone o cattive.
Egli diceva: Uno schiavo a cui il padrone soppesa gli errori involontari
come equivalenti a volontarie trasgressioni, vi è per
lui rimedio?
La Ghemara chiede:
Cosa si vuol significare con le parole del versetto: anche
tutte le cose nascoste?
La Ghemara risponde:
Disse Rav: Questo si riferisce a uno che uccide in pidocchio
alla presenza di un suo amico, e [l'amico] ne è disgustato. E Shemuel
disse: Questo si riferisce a uno che sputa alla presenza di un suo
amico, e [l'amico] ne è disgustato.
La Ghemara spiega la fine del versetto:
Cosa si vuol significare con le parole del versetto: siano
esse buone o cattive? Forse che Dio punisce per le azioni buone?
Essi dissero nella accademia di R'Yannai: Questo si riferisce
a uno che da l'elemosina al povero in pubblico, come quello che accadde
a R'Yannai: Egli vide un certo uomo che dava un zuz a un povero
in pubblico. Gli disse [R'Yannai]: Meglio che tu non gli davi nulla,
di ora che gli hai dato e gli hai causato vergogna. Da ciò impariamo
che uno può essere giudicato anche per aver fatto una buona azione.
La Ghemara offre un altro esempio di una buona azione
mal fatta:
Nella accademia di R'Shila dissero: Questo si riferisce
a uno che dà l'elemosina a una donna in un posto appartato,
perchè questo la porta ad essere sospettata. Rava disse: Questo
si riferisce a uno che manda carne non tagliata (cioè da
cui non sono state tagliate via le parti proibite) a sua moglie alla
vigilia dello Shabbat.
La Ghemara chiede:
Ma Rava mandava carne non tagliata a suo moglie alla vigilia
dello Shabbat!
La Ghemara risponde:
La figlia di Rav Chisda (che era la moglie di Rava) è
un'altra cosa, perchè gli era noto [a Rava] che lei
era esperta in queste cose e si sarebbe subito resa conto del trattamento
che quella carne doveva ancora subire per essere kasher.
La Ghemara racconta ancora di R'Yochanan:
Ogni volta che R'Yochanan arrivava a questo versetto, piangeva,
perchè
è scritto: E sarà quando gli capiteranno molti mali e disgrazie
ecc. Egli diceva: Uno schiavo su cui il padrone porta mali e disgrazie,
vi è per lui rimedio?
La Ghemara chiede:
Cosa si vuol significare con le parole del versetto: "mali"
e "disgrazie"? Disse Rav: Mali che diventano vicini gli uni agli
altri, come ad esempio, la puntura di una vespa e di uno
scorpione. E Shemuel disse: Questo si riferisce a uno che trova
denaro al povero solo quando egli è ormai nel bisogno
più
urgente. Disse Rava: Questo è il significato di quanto dice
la gente: Un zuz per il cibo non si trova, per impiccarsi si trova.
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