Ketubbot - Na'ara Shenitpatteta - 44
44a NA'ARA SHENITPATTETA CAPITOLO QUARTO KETUBBOT

 
È permesso copiare e divulgare la presente pagina a condizione che a capo e a piè pagina sia riportata la scritta da "Chavruta" di Rav Mordechai Goldstein

 
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Mishna La ghioret che si convertì assieme alla figlia e costei traviò da fidanzata quando era na'ara, or costei è condannata al chenek, e non vi è per lei nè l'obbligo di farla morire sulla soglia della casa paterna nè ammenda di cento sela'se accusata ingiustamente con  falsi testimoni.
Se il suo concepimento fu senza la santità di Israel e la sua nascita nella santità di Israel cioè la madre si convertì quando l'aveva in grembo, or costei è condannata alla sekila e non vi è per lei nè l'obbligo di farla morire sulla soglia della casa paterna nè ammenda di cento sela' se accusata ingiustamente con  falsi testimoni.
Se il suo concepimento fu nella santità di Israel e la sua nascita nella santità di Israel or costei è come una figlia di Israel sotto ogni riguardo, è condannata alla sekila sulla soglia della casa paterna e riscuote un'ammenda di cento sela' se accusata ingiustamente con  falsi testimoni.
Se ha il padre ma non ha la soglia della casa paterna, o ha la soglia della casa paterna ma non ha il padre, or costei è comunque condannata alla sekila, perchè non fu detto: (Deuteronomio, 23) "soglia di casa paterna" se non per mitzvacioè lechatchilacosì va fatto, ma se non è possibile la pena di morte viene eseguita alle porte della città.
Mishna 44a
44b
Ghemara La Ghemara chiede:
Da dove sono a noi note queste cose che se il suo concepimento fu senza la santitàdi Israel e la sua nascita nella santità di Israel è condannata alla sekila,nel caso in cui traviò da fidanzata?
La Ghemara risponde:
Disse Resh Lakish: Questo din ci è noto da quanto disse il versetto: "e gli uomini della sua città la lapideranno con pietre e morrà è evidente che la lapideranno per farla morire, cosa aggiunge l'espressione "e morrà"? Tale espressione superflua viene ad includere nel din di sekila la na'ara il cui concepimento fu senza la santitàdi Israel e la cui nascita fu nella santitàdi Israel.
La Ghemara obietta:
Se è così, che il versetto la include, che il diffamatore venga anche fustigato se si scopre che mentì e anche paghi i cento sela' come tutti i diffamatori! Ma non così insegna la Mishna!
La Ghemara spiega:
Disse il versetto: "e morrà", da cui impariamo che venne inclusa per quanto concerne la morte e non per quanto concerne il kenas.
La Ghemara obietta:
E di' piuttosto che il versetto viene ad includere solo la figlia della ghioret il cui concepimento e la cui nascita furono entrambi nella santità?
La Ghemara spiega:
Quella è una Israelit di prima qualità e non serve alcun versetto per insegnare che ha il din di sekila se traviò da fidanzata.
La Ghemara ancora obietta:
E di' piuttosto che il versetto viene ad includere anche la figlia della ghioret di cui nè concepimento nè nascita furono nella santità?
La Ghemara controbatte:
E allora l'espressione "in Israel" a cosa ci serve?
La Ghemara riporta l'insegnamento di un 'Amora circa il diffamatore:
Disse R'Yose bar Chanina: Il diffamatore dell'orfana è paturdall'obbligo di pagare i cento sela', perchè è detto: (Deuteronomio 22, 19) "e lo puniranno di cento monete d'argento e le daranno al padre della na'ara". Da cui impariamo che è esclusa costei, che non ha padre.
La Ghemara obietta:
Obiettò in base ad una Baraita R'Yose bar Avin, e c'è chi dice R'Yose bar Zevida: "SE DECISAMENTE IL PADRE SI RIFIUTA di dargliela, versi argento pari alla dote delle vergini" dalla superflua sottolineatura, decisamente che nel testo originale è una iterazione, impariamo AD INCLUDERE L'ORFANA NELl'obbligo da parte del seduttore di pagare un KENAS, PAROLE DI R'YOSE HAGHELILI, e come impariamo ciò per il seduttore e il violentatore che nonostante il versetto al padre della na'ara non viene esclusa l'orfana, così possiamo imparere anche per il diffamatore che, nonostante il versetto al padre della na'ara, non viene esclusa l'orfana.
La Ghemara respinge l'obiezione:
Egli obiettò (R'Yose bar Avin, e c'è chi dice R'Yose bar Zevida) ed egli fornì la spiegazione: Nella Baraita si parla di uno che venne con lei quando il padre era vivo, e successivamente ella restò orfana, da cui impariamo che solo in questo particolare caso il seduttore deve pagare all'orfana, in quanto al momento del fatto il padre era in vita, ma nel caso in cui il padre era già morto all'epoca del fatto, vale la regola di R'Yose bar Chanina.

La Ghemara riporta un'opinione che dissente dall'opinione di R'Yose bar Chanina:
Rava disse: Il diffamatore dell'orfana è chayav. Da dove lo impariamo? Dalla Baraita che insegnò Ami: è detto: (Deuteronomio 22, 19) "e lo puniranno di cento monete d'argento e le daranno al padre della na'ara perchè diffamò UNA VERGINE DI ISRAEL" da cui impariamo che il kenas viene pagato dal diffamatore di una vergine di Israel E NON dal diffamatore DELLA VERGINE DEI GHERIM. SE TU DICI CHE IN UN CASO SIMILE IN ISRAEL È GIUDICATO CHAYAV, SI CAPISCE CHE È NECESSARIO UN VERSETTO PER ESCLUDERE I GHERIM, MA SE TU DICI CHE IN UN CASO SIMILE IN ISRAEL È GIUDICATO PATUR, ORA SE IN ISRAEL È PATUR QUANTO AI GHERIM C'È DA CHIEDERSELO?

La Ghemara riporta un altro insegnamento a proposito del diffamatore:
Disse Resh Lakish: Il diffamatore della minorenne è patur, perchè è detto:  (Deuteronomio 22, 19) "e lo puniranno di cento monete d'argento e le daranno al padre della na'ara". La scrittura scrive na'ara con scrittura piena e non con scrittura difettiva senza la "he" finale come in genere appare nella scrittura. Da ciò impariamo ad escludere la minorenne dalla possibilità di venir diffamata.
La Ghemara obietta: 
R'Acha bar Abba attaccò il ragionamento di Resh Lakish: Tutto perchè è scritto "hana'ara" con scrittura piena, tuttavia se non fosse così avrei creduto che persino la minorenne ha la possibilità di venir diffamata e rendere il diffamatore chayav di un kenas. Tuttavia ciò è difficile da affermare infatti è scritto: (Deuteronomio 22, 20 - 21) "Ma se questa cosa fosse vera, e non si riscontrasse l'imene nella na'ara, faranno uscire la na'ara sulla soglia della casa paterna e la lapideranno", quando la minorenne non è suscettibile di punizioni, quindi è chiaro che il versetto parla della na'ara e non della minorenne, e perchè dovremmo interpretare che la Scrittura parla di una na'ara dal fatto che usa la scrittura piena?
La Ghemara propone un altra interpretazione per le parole di Resh Lakish:
Piuttosto, così vanno spiegate le parole di Resh Lakish: Qui nel versetto e le daranno al padre della na'ara in cui senza dubbio si parla di una na'ara suscettibile di punizioni, e non di una minorenne, la Tora scrive na'ara con scrittura piena. E da qui comprendiamo: ma in ogni altro luogo, in cui è detto na'ara con scrittura difettiva senza la "he" si intende persino la minorenne.

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