Ketubbot - Na'ara Shenitpatteta - 46
46b NA'ARA SHENITPATTETA CAPITOLO QUARTO KETUBBOT

 
È permesso copiare e divulgare la presente pagina a condizione che a capo e a piè pagina sia riportata la scritta da "Chavruta" di Rav Mordechai Goldstein

 
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Mishna Il padre ha diritto su sua figlia finchè è minorenne o na'araal momento dei suoi kiddushin : sul denaro che è lui a ricevere, sul documento che al pari viene consegnato a lui, sulla biaalla quale è lui a consegnarla a scopo di kiddushin.
Inoltre ha diritto finchè la figlia è minorenne o na'ara a ciò che lei trova, all'opera delle sue mani, all'annullamento dei suoi voti, e riceve il suo ghetse si divorziò prima di essere bogheret, ma non mangia durante la vita di lei dell'usufrutto dei suoi beni personali.
Quando si sposa, lo supera il marito in quanto mangia durante la vita di lei dell'usufrutto dei suoi beni personali, ma è obbligato a procurargli gli alimenti, a riscattarla se cade prigioniera, a seppellirla.
R'Yehuda dice: Persino il più povero in tutto Israel, non prenda meno di due suonatori di flauti e di una lamentatrice per il funerale della moglie.
Mishna 46b
Ghemara La Ghemara chiede:
Che il padre ha diritto al denaro dei kiddushin quando lei si fidanza con denaro, da dove ci viene?
La Ghemara risponde: 
Disse R'Yehuda: a proposito dell'ancella ebrea che diviene na'ara durante il periodo di schiavitudine, disse la Scrittura: "Uscirà gratuitamente, senza danaro", l'espressione "senza danaro" è superflua e viene ad insegnare senza denaro per questo padrone dal quale lei esce allo spuntare dei segni che è divenuta na'ara, ma con denaro per quell'altro padrone, e chi è costui? Suo padre. Da cui impariamo che i kiddushin con cui la figlia esce dalla sovranità paterna, vengono fatti con un versamento di denaro al padre.
La Ghemara chiede:
E di' che il denaro spetta a lei? Infatti l'espressione "senza danaro" viene ad insegnare senza denaro per questo padrone, ma con denaro a qualcun altro e non specifica veramente a chi tale denaro deve andare.
La Ghemara risponde: 
Ora è il padre di lei a ricevere i suoi kiddushin, come è scritto: "mia figlia ho dato a questo uomo" in altre parole è il padre a darla in sposa, sarà lei a ricevere il denaro e non il padre che ha operato il fidanzamento?
La Ghemara controbatte:
Ma di' che questo vale per la minorenne, che non ha "mano", la facoltà di concedersi in sposa, ma quanto a la na'ara, che ha "mano", la facoltà di concedersi in sposa, sia lei a fare i kiddushin e sia lei a riscuotere il denaro! Da dove sappiamo che anche quando è na'ara è il padre a fare i kiddushin e a prendere i soldi?
La Ghemara propone una fonte diversa:
Disse il versetto: (Numeri 30, 17) "Durante il periodo che è na'ara - la casa di suo padre" che noi così interpretiamo: ogni guadagno del il periodo che è na'arava a suo padre compreso il denaro dei kiddushin.
La Ghemara obietta:
Ma allora come la mettiamo con quanto disse R'Huna in nome di Rav: Da dove deriva che l'opera della figlia appartiene al padre? Perchè è detto: "E allorchè un uomo vendesse la figlia come ancella". Da cui impariamo: Come per l'ancella l'opera delle sue mani appartiene al suo padrone, così per la figlia l'opera delle sue mani appartiene a suo padre. Tutto questo insegnamente a che mi serve? Fallo uscire da "Durante il periodo che è na'ara - la casa di suo padre"! Dobbiamo dire invece che quel versetto, "Durante il periodo che è na'ara - la casa di suo padre",è stato scritto per insegnarci che l'annullamento dei suoi voti spetta al padre. Quindi abbiamo bisogno di un altro versetto per insegnarci che il denaro dei kiddushin va al padre.
La Ghemara vaglia una serie di altre possibilità:
E se dirai: Impariamo da essa, dall'annullamento dei suoi voti, come esso spetta al padre così pure il denaro dei kiddushin, tuttavia un risarcimento pecuniario da un divieto non impariamo.
E se dirai: Impariamo dal kenas, come esso va al padre della na'ara che fu sedotta o violentata anche il denaro dei kiddushin va al padre, tuttavia risarcimento pecuniario da kenas non impariamo, perchè il risarcimento si riferisce al danno, mentre il kenas è una punizione uguale per tutti coloro che rientrano in una data categoria.
E se dirai: Impariamo dalla vergogna e dalla svalutazione i cui relativi pagamenti vanno al padre, son diversi vergogna e svalutazione, in cui il padre ha comunque parte, dai kiddushin in cui il padre non ha parte.
La Ghemara ritorna alla prima fonte:
Piuttosto, è invero possibile derivare dal versetto "Uscirà gratuitamente, senza danaro" che il padre ha diritto al denaro dei kiddushin, e quanto all'obiezione: come imparare a chi va il denaro dei kiddushinè ragionevole dire che quando il Misericordioso esclude un'uscita, in occasione della quale non vi è denaro, cioè l'uscita dal padrone, egli esclude un uscita simile a quella e cioè l'uscita dalla sovranità paterna, che è simile all'uscita dal padrone, e dice appunto che l'uscita dal padre è distinta dall'uscita dal padrone, perchè in questa non vi è denaro mentre in quella sì. Da qui impariamo che nel fidanzamento, in cui la na'ara esce dalla sovranità paterna, il denaro dei kiddushin va al padre.
La Ghemara obietta:
Tuttavia questa uscita non è simile a quell'uscita! Là, riguardo al padrone, se ne esce dal suo potere completamente, mentre se consideriamo l'uscita dalla potestà del padre, ancora manca della consegna alla chuppa, e fino a quel tempo lei rimane sotto la patria potestà.
La Ghemara ribatte:
Perlomeno dall'annullamento dei voti lei esce dalla sua potestà, perchè fu insegnato nella Mishna: Quanto a UNA NA'ARA FIDANZATA SUO PADRE E SUO MARITO ANNULLANO I SUOI VOTI.
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