La Ghemara respinge questa possibilità:
Ma non c'è un kal
vachomer il quale dimostra che Sumchos non richiede il giuramento
nel caso trattato dalla nostra Mishna? Se là nel caso in
cui il toro scornò la mucca pregna e fu trovato il feto accanto,
caso
in cui, in seguito alla divisione imposta dal Bet Din, c'è
una perdita di denaro per uno per il padrone del toro, se l'aborto
era naturale, e c'è una perdita di denaro per l'altro
per
il padrone della mucca, se l'aborto era causato, [daf
3a] e si può dire che l'equivalente
in danaro del feto appartiene tutto al tale al padrone del toro,
se l'aborto era naturale, e si può dire appartiene tutto al tale
al
padrone della mucca, se l'aborto era causato, e quindi vi è una
riscossione di denaro da uno a vantaggio di un altro, cosa che necessita
normalmente l'esibizione di una prova, ciò nonostante Sumchos
disse: Il danaro di dubbia proprietà viene diviso
senza giuramento giuramento che costituisce una certa prova in caso
di dubbio, qui nel caso trattato dalla nostra Mishna, in cui
non vi è perdita di danaro, perché si può dire che
il
mantello contestato appartiene ad entrambi e quindi non vi è
alcuna riscossione da uno a vantaggio dell'altro e nessuna necessita di
esibire prove non è tanto più logico che Sumchos non
richieda un giuramento?
La Ghemara risponde:
Puoi anche dire che la nostra Mishna si accorda con l'opinione
di Sumchos che prescrisse di dividere l'equivalente in denaro del
feto tra il padrone del toro e il padrone della mucca senza giuramento,infatti
questo
giuramento quello imposto dalla nostra Mishna è
derabbanan,
come risulta dalle parole di R'Yochanan.
Infatti disse R'Yochanan: Questo giuramento è una disposizione dei
Chachamim
affinché ciascuno non vada ed afferri il mantello del suo compagno
e dica: È mio e possa riceverne la metà. Anche Sumchos
quindi può concordare che nel caso della nostra Mishna è
richiesto un giuramento per dividere.
La Ghemara confronta la nostra Mishna
con il parere di R'Yose che tratta a daf 37a il caso di due che depositarono
due somme presso un terzo, uno depositò un mane
e l'altro due mane. Al momento del recupero dei loro depositi ciascuno
sostiene di essere il proprietario di due mane. Rabbanan decisero
che ciascuno riceva un mane e che il mane in dubbio resti
depositato fino a chiarimento. R'Yose invece sostiene che l'intera somma
resti depositata in modo che il truffatore venga punito:
Diciamo che la nostra Mishna non è in accordo con l'opinione
di R'Yose, perché se pensassimo che é in accordo
con l'opinione di R'Yose ciò non è possibile infatti
egli disse: E allora cosa perse il truffatore? Piuttosto, il tutto venga
riposto fino all'avvento di Elia. Nel caso trattato dalla nostra Mishna
R'Yose non avrebbe diviso affatto perché il truffatore non ha certo
nulla da perdere.
La Ghemara obietta:
E allora? Forse che la nostra Mishna segue l'opinione di Rabbanan?
Dal momento che Rabbanan dissero: Il rimanente cioé il terzo
mane
la cui appartenenza è in dubbio resti depositato fino all'avvento
di Elia, anche quello il mantello di cui parla la nostra Mishna è
analogo al mane rimanente, in quanto
la sua appartenenza
è in dubbio e, a quanto pare, Rabbanan non lo avrebbero diviso
e quindi la nostra Mishna non segue né l'opinione di R'Yose né
quella di Rabbanan.
La Ghemara respinge la possibilità
che la nostra Mishna non segua né l'opinione di R'Yose né
quella di Rabbanan:
Ma che ragionamento è mai questo? Se tu dicessi che la
nostra Mishna segue l'opinione di Rabbanan ciò è comprensibile,
là nel caso del deposito dei tre mane in cui certamente
quel terzo mane appartiene solo ad uno dei due - Rabbanan
dissero: Resti depositato fino all'avvento di Elia, qui nel caso della
nostra Mishna in cui si può dire che esso il mantello in
questione appartiene ad entrambi - Rabbanan dissero: Si divida sotto
giuramento. Ma se tu dicessi che la nostra Mishna segue l'opinione
di R'Yose, ora se là che certamente un mane appartiene
ad uno e un mane appartiene all'altro - R'Yose disse: Resti tutto
depositato
fino all'avvento di Elia, qui che si può dire che esso il mantello
appartiene
ad uno soltanto - non è tanto più logico che R'Yose dica:
"Resti depositato fino all'avvento di Elia" e non decida di dividerlo come
è detto nella nostra Mishna?
La Ghemara risponde:
Puoi anche dire che la nostra Mishna segue l'opinione di R'Yose,
là - c'è sicuramente un truffatore, qui - chi potrà
dire con certezza che c'è un truffatore? Potrei dire che
entrambi lo sollevarono contemporaneamente.
La Ghemara riporta una risposta alternativa:
Oppure, là nel caso dei tre mane R'Yosi ha
voluto punire il truffatore in modo che confessi, qui quale perdita ha
perché debba confessare? Quindi R'Yose potrebbe ammettere che
si proceda alla divisione.
La Ghemara respinge questa soluzione:
Vada per il caso del ritrovamento nel qual caso se il Bet Din
trattenesse il mantello ciò non avrebbe nessuna influenza sul truffatoree
quindi R'Yose potrebbe accettare la divisione, ma nel caso di una compravendita
cosa si può dire? Qui se il Bet Din decidesse di trattenere
il mantello e il danaro pagato al commerciante ciò potrebbe indurre
il truffatore a desistere dalla sua frode e R'Yose deciderebbe di trattenere
il mantello e il danaro. Quindi la nostra Mishna tornerebbe a non accordarsi
con il parere di R'Yose.
La Ghemara ritorna alla prima spiegazione:
Resta chiaro, piuttosto, quello che spiegammo all'inizio che
tutto dipende dalla presenza sicura di un truffatore o no.
La Ghemara chiede:
Sia secondo Rabbanan che secondo R'Yose, là a proposito del
"bottegaio col suo libro dei conti" in cui la Mishna insegna: Questo il
bottegaio giura e incassa dal padrone e questo il lavorante
giura
e incassa dal padrone, per quale motivo non diciamo incassiamo
noi
il
danaro dal padrone, e sia depositato presso il Bet Din
fino all'avvento
di Elia? Infatti di sicuro c'è un truffatore.
La Ghemara risponde:
Essi dicono: Là nel caso del bottegaio questo è
il motivo per cui ciascuno dei contendenti incassa dal padrone, perché
il bottegaio disse al padrone: Io ho espletato il tuo incarico e ho
pagato il tuo lavorante, cosa c'entro io con il tuo salariato
e
con le sue pretese? Anche se mi giura che non l'ho pagato
non
lo ritengo degno di fede neppure sotto giuramento, tu invece
gli hai creduto e non mi hai detto di pagarlo in presenza di testimoni
il
che gli avrebbe impedito di dire che non fu pagato.E anche il salariato
disse al padrone: Io ho eseguito il mio lavoro presso di te, cosa c'entro
io con il bottegaio? Anche se mi giura che mi ha pagato per conto tuo
non
lo ritengo degno di fede. Perciò entrambi giurano ed incassano dal
padrone.
La Ghemara prende in esame un insegnamento
di R'Chiya connesso con la nostra Mishna:
Insegnò R'Chiya: Uno dice: Un mio mane si trova
in mano tua e quello dice: Non vi è niente di tuo in mia mano. Ma
testimoni testimoniano che quello l'accusato ha presso di sé
cinquanta
zuzappartenenti
all'accusatore. Egli deve dargli cinquanta zuz e che giuri sul
resto che non gli deve altro, perché la sua ammissione non
potrà essere maggiore della testimonianza dei testimoni,
ciò
che si impara da un kal
vachomer.
La Ghemara porta la nostra Mishna
a supporto dell'insegnamento di R'Chiya:
E il Tanna lo ha insegnato: DUE TENGONO UN MANTELLO, QUESTO DICE:
L'HO TROVATO IO, ecc. Ordunque qui, siccome lo tengono entrambi
il mantello - noi siamo testimoni che quello che l'uno tiene è
suo e quello che l'altro tiene è suo, e la Mishna insegna GIURI!
In
altre parole vi è una testimonianza che ognuno dei due possiede
la metà del mantello e ciascuno dei due contendenti giura di possederne
la metà. Con questo R'Chiya dimostra che una testimonianza su una
parte obbliga al giuramento allo stesso modo di una parziale ammissione
da parte dell'accusato.
La Ghemara chiede:
Cos'è questa affermazione di R'Chiya: Perché
la sua ammissione non potrà essere maggiore della testimonianza
dei testimoni, ciò che si impara da un kal vachomer?
A
cosa serve questo kal vachomer?
La Ghemara risponde:
Il kal vachomer serve a che tu non dica: È solo in
seguito alla sua ammissione di parte dell'accusa che il Misericordioso
impose un giuramento, come è opinione di Rabba. Infatti disse Rabba:
Perché la Tora insegnò che colui l'accusato che ammette
la verità di parte dell'accusa che gli viene rivolta deve
far giuramento? Perché vi è una chazaka:
Nessuno è così sfrontato da smentire ogni obbligazione
di
fronte al suo creditore, e quello voleva smentire tutto, e non ha smentito
- perché nessuno è così sfrontato. [daf
3b] E la verità è che egli avrebbe voluto
ammettere tutto, e non ha ammesso - perché in realtà
vuol
solo liberarsi da lui dalla pressione che il creditore esercita su
di lui, e ha pensato farò così fino a che avrò
i soldi e poi lo pagherò. E per questo il Misericordioso
disse: Imponigli un giuramento affinché giunga ad ammettere tutto
quello
che deve. Tuttavia quando al posto dell'ammissione dell'accusato
vi è una testimonianza di testimoni, in cui non è dato
di ragionare così - direi che no nessun giuramento viene imposto,
per questo ci viene insegnato un kal vachomer.
La Ghemara si informa:
E quale sarebbe il kal vachomer a cui accenna R'Chiya?
Se
la sua bocca che non può obbligarlo a versare danaro, lo obbliga
però
al
giuramento quando egli ammette di essere debitore di parte della somma
che gli viene contestata, i testimoni che lo obbligano a versare danaro
quando testimoniano che egli deve una data somma non è logico
che lo obblighino al giuramento?
La Ghemara mette in dubbio
la base del kal vachomer:
E la sua bocca non lo obbliga a versare danaro? Eppure vige
il principio l'ammissione dell'accusato vale come cento testimoni!
La Ghemara risponde:
Di quale il danaro si parla qui? Di una multa e il kal
vachomer suona così: Se la sua bocca che non può obbligarlo
ad una multa, lo obbliga
però al giuramento quando egli
ammette di essere debitore di parte della somma che gli viene contestata,
i
testimoni che lo obbligano ad una mutla, non è logico che lo obblighino
al giuramento quando testimoniano su parte della somma che egli afferma
di non dovere?
La Ghemara mette alla prova
il kal vachomer:
Cosa può dire la sua bocca - che può obbligarlo
ad un korban
sui testimoni che non possono obbligarlo ad un korban quando
la sua versione dei fatti contraddice quella dei testimoni? Nei riguardi
del korban la sua ammissione è più forte della testimonianza,
quindi dall'ammissione non si può derivare che la testimonianza
è più forte.
La Ghemara risponde:
Non è difficile, R'Chiya la pensa come R'Meyr il quale disse:
I testimoni possono obbligarlo ad un korban grazie ad un kal
vachomer. Infatti insegna una Mishna (Keritot 11b): DUE GLI
DISSERO: MANGIASTI CHELEV
E LUI DICE: NON LO MANGIAI, R'MEYR OBBLIGA ad un korban E
I CHACHAMIM ESENTANO. DISSE R'MEYR: SE DUE LO CONDUSSERO ALLA MORTE che
è certo una pena GRAVE, NON LO CONDURRANNO AD UN KORBANche
è al confronto una pena LIEVE? GLI DISSERO: COSA SAREBBE SE LUI
VOLESSE DIRE: L'HO FATTO APPOSTA - SAREBBE PATURquindi
anche quando dice che non l'ha fatto è patur.
Per quanto ci riguarda R'Chiya condivide l'opinione di R'Meyr che una
testimonianza è più forte dell'ammissione dell'accusato anche
nei riguardi dell'obbligo di portare un korban e quindi il kal
vachomer di R'Chiya viene riconfermato.
La Ghemara solleva un'altra obiezione
al kal vachomer di R'Chiya:
Ma cosa potrai provare dall'ammissione della sua bocca che
può obbligarlo ad un asham?
Una
testimonianza è quindi più debole dell'ammissione dell'accusato,
almeno da questo punto di vista!
La Ghemara risponde:
Un asham è sempre un korban.
La Ghemara rinnova il suo attacco:
Ma cosa potrai provare dall'ammissione della sua bocca che
può obbligarlo a pagare un quinto in più quando
egli ammette di aver giurato il falso? Se invece dei testimoni testimoniano
che lui ha giurato il falso non viene condannato ad un quinto in più,
quindi è chiaro che la testimonianza è più debole
dell'ammissione da parte dell'accusato.
La Ghemara risponde:
Questo non è difficile, R'Chiya la pensa come R'Meyr, come
R'Meyr obbliga al korban in base ad una testimonianza
grazie ad un kal vachomer - lo obbliga al quinto in più
in base ad una testimonianza grazie allo stesso kal vachomer.
La Ghemara solleva un'altra
obiezione al kal vachomer di R'Chiya:
Ma cosa potrai provare dall'ammissione della sua bocca che
non è soggetta a smentita e falsificazione, sui testimoni che sono
soggetti a smentita e falsificazione? La forza dell'ammissione è
superiore a quella della testimonianza, come puoi fondare il kal vachomer?
La Ghemara accetta quest'ultima
obiezione e passa ad un diverso modo di dimostrare la validità dell'insegnamento
di R'Chiya:
Invece, l'insegnamento di R'Chiya viene provato da un kal
vachomer che prende le mosse da un unico testimone. Se un unico
testimone che non lo può obbligare a versare danaro - lo obbliga
al giuramento, due testimoni che lo possono obbligare a versare danaro
- non è logico che lo obbligano al giuramento?
La Ghemara muove un'obiezione
al fondamento del kal vachomer:
Cosa puoi dimostrare da un unico testimone - dove l'accusato
su quello che il testimone unico testimonia deve giurare? |