Alla cara memoria e l'ilui nishmato dell'indimenticabile
Presidente, Dottor
reb Mario Stock z"l che per lunghi anni guidò con infinita dedizione e mano fermissima la ripresa della Santa Comunità di Trieste, che risorgeva dalle ceneri degli orribili eventi chel'avevano colpita T.N.Z.B.H. |
Daf 26 |
BENE HA'IR |
CAPITOLO QUARTO |
MEGHILLA |
È permesso copiare e divulgare la presente pagina a condizione che a capo pagina sia riportata la scritta: da "Chavruta" di Rav Mordechai Goldstein |
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CAPITOLO QUARTO |
26a | |
Mishna | [da Daf 25b:
Gli abitanti di una città che vendettero la piazza della città acquistano col ricavato una sinagoga. Vendettero una sinagoga, acquistano una teva. Vendettero una teva, acquistano dei drappi per ornare e ricoprire la Tora. Vendettero dei drappi,] acquistino libri delle Scritture. Vendettero libri, acquistano un Sefer Tora. Ma se vendettero un Sefer Tora, non acquisino libri delle Scritture con il ricavato. Se vendettero libri, non acquistino drappi. Se vendettero drappi, non acquistino una teva. Se vendettero una teva, non acquistino una sinagoga. Se vendettero una sinagoga, non acquistino la piazza. E lo stesso vale per le somme rimanenti. |
Ghemara | La Ghemara discute la prima affermazione della Mishna,
che è un'affermazione "anonima":
GLI ABITANTI DI UNA CITTÀ CHE VENDETTERO LA PIAZZA DELLA CITTÀ, possono comperare con il ricavato solo una sinagoga. Dall'affermazione della Mishna si deduce che la piazza della città ha un certo grado di santità. Su questo punto la Ghemara riporta una presa di posizione: Disse Rabba bar bar Chana in nome di R'Yochanan: Questo ordinamento che attribuisce alla piazza della città un certo livello di santità, son parole di R'Menachem bar Yose, setumtaa, "autore di affermazioni anonime". Ma i Chachamim dicono: La piazza della città non ha alcuna kedusha, santità. Quindi col ricavato dalla sua vendita si può comperare qualsiasi cosa. La Ghemara valuta la natura della disputa tra R'Menachem e i Chachamim. La Ghemara chiede: Quanto a R'Menachem bar Yose - quale è la sua ragione per attribuire un grado di kedusha alla piazza della città? La Ghemara risponde: La piazza ha della kedusha perchè il popolo vi prega nei digiuni e nelle maamadot. La Ghemara chiede: E Rabbanan? Perchè essi negano ogni kedusha alla piazza della città'? La Ghemara risponde: Quello di usaro come luogo di preghiera nei digiuni e nelle maamadotè del tutto occasionale, e non basta, secondo Rabbanan, a conferire kedusha alla piazza della città. La Ghemara riporta il passo successivo della Mishna: Se vendettero UNA SINAGOGA, ACQUISTANO UNA TEVA. La Ghemara fa notare: Disse R'Shmuel bar Nachmani in nome di R'Yonatan: Quel che è detto nella Mishna, non lo insegnarono che riguardo a una sinagoga di villaggio, ma una sinagoga di città, alla quale convergono dal di fuori, i cittadini non possono venderla, perchè essa è un bene pubblico, e non particolare degli abitanti di quella città. La Ghemara cita un'eccezione alla regola sopra enunciata: Disse Rav Ashi: Quanto a questa sinagoga della città di Mechasya, benchè vi convergono dal di fuori, siccome vengono allo scopo di incontrare me, se voglio posso venderla. La Ghemara attacca l'opinione di R'Shmuel bar Nachmani: ESSI ATTACCARONO l'opinione di R'Shmuel da una Baraita: DISSE R'YEHUDA: ACCADDE NELLA SINAGOGA DEI RAFFINATORI DI RAME A GERUSALEMME, CHE LA VENDETTERO A R'ELIEZER, ED EGLI LA USÒ PER TUTTE LE SUE NECESSITÀ. Quindi anche una sinagoga urbana può essere venduta e perde ogni kedusha. La Ghemara porta un sostegno all'opinione di E'Shmuel: Quella era una piccola sinagoga ed essi stessi, i raffinatori di rame, l'avevano eretta. La Ghemara attacca ancora l'opinione di R'Shmuel bar Nachmani: ESSI ATTACCARONO l'opinione di R'Shmuel da una Baraita: Nel presentare le leggi riguardanti la lebbra delle case, la Tora dice che tali leggi vigono soltanto IN UNA CASA DELLA TERRA DELLA VOSTRA EREDITÀ, quindi una casa nelLA VOSTRA EREDITÀ DIVIENE IMPURA DELLE PIAGHE della lebbra, MA una casa a GERUSALEMME NON DIVIENE IMPURA DELLE PIAGHE della lebbra. La Ghemara riporta la continuazione della Baraita con l'opinione di R'Yehuda: DISSE R'YEHUDA: NON HO SENTITO che tale eccezione valesse SE NON per IL LUOGO DEL MIKDASH SOLTANTO. Quanto a sinagoghe e case di studio, essi sì che diventano impuri! La Ghemara ora rivela quale sia la difficoltà che deriva all'insegnamento di R'Shmuel da quanto detto nella Baraita: E perchè le sinagoghe di Gerusalemme dovrebbero essere soggette all'impurità? Ebbene sono sinagoghe di città, e secondo R'Shmuel patrimonio pubblico, non suscettibile di impurità! Ciò contraddice quanto disse R'Yehuda. La Ghemara porta un sostegno a R'Shmuel: Recita altrimenti il detto di R'Yehuda: NON HO SENTITO che tale eccezione valesse SE NON per UN LUOGO MEKUDDASH SOLTANTO, quindi non solo l'area del Tempio ma anche i posti consacrati dalla preghiera e dallo studio della Tora non sono suscettibili di impurità. Cade la contraddizione con R'Shmuel. La Ghemara si rivolge ora alla disputa tra il Tanna Kamma della Baraita e R'Yehuda: Su cosa dissentono? Tanna Kamma ritiene che Gerusalemme non fu divisa tra le tribù, mentre R'Yehuda ritiene che Gerusalemme fu divisa tra le tribù. La Ghemara dimostra esserci un sostego nelle Baraitot per entrambe le opinioni: R'Yehuda e Tanna Kamma disputano della disputa dei seguenti Tannaim: Perchè fu insegnato in una Baraita: QUALI parti del complesso del Tempio ERANO NELLA PARTE DI YEHUDA? IL MONTE DEL TEMPIO, LE CAMERE E I CORTILI. E QUALI parti del complesso del Tempio ERANO NELLA PARTE DI BINYAMIN? L'ATRIO E IL SANTUARIO E LA CAMERA DEL SANTO DEI SANTI. E UNA STRISCIA ESCE DALLA PARTE DI YEHUDA ED ENTRA NELLA PARTE DI BINYAMIN E IN ESSA ERA COSTRUITO L'ALTARE. E BINYAMIN IL GIUSTO SI RATTRISTAVA SU DI ESSA OGNI GIORNO PER INCLUDERLA nel suo territorio, COME È DETTO: EGLI SU DI ESSO AGONIZZA TUTTO IL GIORNO. PERCIÒ MERITÒ BINYAMIN DI OSPITARE LA SHECHINA. Dalla Baraita si apprende che persino l'area del Tempio fu divisa tra le tribù, come ritiene R'Yehuda. La Ghemara cita ora una Baraita di opinione opposta: Ma questo Tanna ritiene che Gerusalemme non fu divisa tra le tribù. Perchè fu insegnato in una Baraita: NON SI AFFITTANO CASE A GERUSALEMME, PERCHÈ le case NON SONO LORO, non appartengono esclusivamente ai loro proprietari ma appartengono anche al pubblico. R'ELIEZER BAR ZADOK DICE: PERSINO I LETTI, NO, non si possono afittare.PERCIÒ GLI ALLOGGIATORI PRENDEVANO VIA CON LA FORZA LE PELLI DEI SACRIFICI dei pellegrini. Chiaramente, nè il Tanna Kamma della Baraita nè R'Eliezer bar Zadok ritenevano che Gerusalemme fosse stata divisa tra le tribù. La Ghemara trae un insegnamento etico da questa Baraita: Disse Abbaye: Impara da essa [Baraita]: È buona norma per una persona che parte lasciare nel luogo dove è stato ospitato un anfora o la pelle di un animale. La Ghemara riporta una modifica all'ordinamento della Mishna: Disse Rava: Le regole di vendita di cui parla la Mishna non furono insegnate che nel caso in cui i sette notabili della città non vendettero alla presenza dei cittadini. Ma se i sette notabili della città vendettero alla presenza dei cittadini, se il ricavato viene usato persino 26b per fare una bevuta di birra, va bene.
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