11a | HAKOL CHAYAVIN | CAPITOLO PRIMO | CHAGHIGA |
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Ghemara | [da Daf 10b:
La Ghemara propone un'altra spiegazione: Piuttosto, disse Rav Ashi: L'espressione della Mishna non serve altro che per quel caso che imparammo nella seguente Mishna: Se EGLI PRESE UNA PIETRA O UNA TRAVE DAL TESORO DEL TEMPIO, EGLI NON È COLPEVOLE DI ME'ILA. Ma se EGLI successivamente LE DIEDE AL SUO COMPARE, EGLI È COLPEVOLE DI ME'ILA E IL SUO COMPARE NON È COLPEVOLE DI ME'ILA. Ora, vediamo. Egli l'ha presa [la pietra o la trave] in tutti due i casi, che differenza fa se egli l'ha presa per sè o se l'ha presa il suo compare? Siccome questo ordinamento non è comprensibile, questa è la ragione per cui la Mishna descrive le leggi della me'ila come "simili a montagne appese a un pelo". La Ghemara respinge questa spiegazione: Ma quale difficoltà c'è? Forse la cosa è come Shmuel la spiegò. Perchè Shmuel disse: Qui in questa Mishna -- fino a qui da Daf 10b] ci stiamo occupando di un tesoriere del Tempio al quale tali materiali da costruzione sono stati affidati, e che dovunque giacciano, giacciono in suo possesso. Se il tesoriere li usa per sè essi non sono usciti dal Tesoro del Tempio, cosa che avviene invece quando li usa un altro. La Ghemara concede questo punto ma continua a cercare nella Mishna proposta da Rav Ashi una spiegazione al nostro quesito: Piuttosto, la spiegazione che cerchiamo si può ricavare dall'ultima parte della Mishna: Se, invece di dar via quella pietra o quella trave, [IL TESORIERE] LA INSERÌ NELLA COSTRUZIONE DELLA SUA CASA, EGLI NON COMMISE ME'ILA FINCHÈ NON ABITÒ SOTTO il tetto DI ESSA [della costruzione in cui fu inserito il materiale in questione] PER IL VALOREDI UNA PERUTA.Ora, vediamo. Nell'inserire tale materiale nella costruzione egli lo ha modificato, che differenza fa per me se egli vi ha abitato o non vi ha abitato? Egli comunque ha compiuto un'appropriazione illecita! La logica di questa distinzione mishnica è qualcosa di molto tenue, e questa è la ragione per cui la Mishna descrive le leggi della me'ila come "simili a montagne appese a un pelo". La Ghemara respinge questa spiegazione: Ma quale difficoltà c'è? Forse la cosa è come Rav la spiegò. Perchè Rav disse: La Mishna dice che questo è il caso in cui egli la posò [la pietra] sull'imboccatura di un camino per chiuderla, ma non la fissò nella struttura della casa. Perciò, se vi abita, cioè se abita sotto quella pietra o quella trave, allora sì che commette me'ila, in quanto ricava beneficio da un oggetto consacrato, ma se non vi abita allora no, non commette me'ila. La Ghemara conclude: Piuttosto, resti sempre come la spiegò Rava: l'aspetto che fa assomigliare le leggi della me'ila a "montagne appese a un pelo" è quell'ordinamento che se il mandante si rese conto che il danaro dato al suo incaricato era consacrato allora l'incaricato si rende colpevole di me'ila. E quanto alla tua obiezione che questo ordinamento è completamente logico, perchè è come nel normale caso di uno che inavvertitamente spostò delle monete consacrate dall'ambito sacro nell'ambito profano, c'è egualmente una importante distinzione tra i due casi: Perchè là, dove uno inavvertitamente spostò delle monete consacrate, egli era per lo meno al corrente del fatto che c'erano in suo possesso monete consacrate, ed avrebbe dovuto fare più attenzione a quali monete usava, e per non averlo fatto, è colpevole. Ma qui, forse che l'incaricato sapeva qualcosa su quelle monete che il mandatario gli aveva affidato? E ciononostante egli si rende colpevole di me'ila!E questa è la ragione per cui la Mishna descrive le leggi della me'ila come "simili a montagne appese a un pelo". La Ghemara riporta il passo seguente della Mishna:
La Ghemara riporta il passo seguente della Mishna:
La Ghemara riporta il passo seguente della Mishna:
La Ghemara riporta il passo seguente della Mishna:
La Ghemara riporta il passo seguente della Mishna:
La Ghemara riporta il passo seguente della Mishna:
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11b |
per leggi come la proibizione di coabitazione con sua figlia, che nacque
dalla donna che egli violentò, cosa che non è scritta
esplicitamente
nella Tora. Perchè disse Rava: Mi disse Rav Yzchak bar Avdimi: È
derivato attraverso una ghezera shava che usa le parole "henna"
"henna" che al padre è proibito avere rapporti sessuali con
la figlia della donna da lui violentata, ed è derivato attraverso
una ghezera shava che usa le parole "zimma" "zimma" che la
pena per la trasgressione è la morte per bruciatura. Anche se questa
derivazione si basa sulle Scritture, è tutt'altro che esplicita,
e perciò la Mishna parla delle leggi che regolano le
'arayot
come
non aventi più che "un supporto scritturale."
La Ghemara riporta il passo conclusivo della Mishna:
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HADRAN 'ALACH HAKOL
CHAYAVIN
TORNEREMO DA TE, HAKOL CHAYAVIN |
11b | EIN DORSHIN | CAPITOLO SECONDO | CHAGHIGA |
CAPITOLO SECONDO |
Mishna | L'ultima Mishna del capitolo precedente fece accenno alle unioni proibite.
La seguente Mishna prende lo spunto da questo argomento per trattare delle
limitazioni allo studio nei riguardi di particolari argomenti:
Non possiamo dar lezione sulle leggi delle unioni proibite in tre persone, nè sul Ma'ase Bereshit in due, nè sul Ma'ase Merkava in una persona, a meno che [quella persona] non sia uno studioso e uno che comprende in modo autonomo. La Mishna mette in guardia circa campi di ricerca non appropriati e irriverenza verso Dio: Chiunque indaghi sui seguenti quattro argomenti, meglio sarebbe stato per lui se non fosse venuto al mondo: Cosa c'è sopra e cosa c'è sotto, cosa c'è prima e cosa c'è dopo. E chiunque non ha a cuore l'onore del suo Creatore, meglio sarebbe stato per lui se non fosse venuto al mondo. |
Ghemara | La Ghemara esamina la prima parte della Mishna:
Dicesti all'inizio della Mishna: NÈ possiamo dar lezione sul Ma'ase MERKAVA neppure IN UNA sola PERSONA.Ora è chiaro che se una persona è in grado da sola di esporre il Ma'ase Merkava, deve essere uno studioso di gran levatura, E tuttavia successivamente dicesti: A MENO CHE [QUELLA PERSONA] NON SIA UNO STUDIOSO E CAPACE DI ARRIVARE ALLA COMPRENSIONE DA SOLO. Questo studioso può, quindi, esporre il Ma'ase Merkava da solo, ma chiunque sappia farlo è per definizione un grande studioso, per chi è allora la proibizione espressa all'inizio della Mishna? Per uno che non è in grado di esporre il Ma'ase Merkava da solo. Ma perchè proibirgli una cosa che non è capace di fare? La Ghemara spiega: Così [la Mishna] intendeva dire: Non possiamo dar lezione sulle leggi delle unioni proibite a tre altre persone, nè sul Ma'ase Bereshit a due, nè sul Ma'ase Merkava ad uno, a meno che [quella persona] non sia uno studioso e uno che comprende in modo autonomo. La Ghemara riporta il primo passo della Mishna:
La Ghemara riporta il passo seguente della Mishna:
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