La Ghemara obietta:
Ma forse così disse il Misericordioso: Nel caso in cui le
diede per comprarla un dinar che tiri giù fino
ad una peruta e poi esca in libertà, ma nel caso in
cui le diede per comprarla una peruta, il kinyan
ha lo stesso valore, tuttavia che non tiri giù nulla? [daf
12a]
La Ghemara risponde:
Non ti venga in mente una simile idea che sia possibile acquistare
un schiava ebrea per una somma che non si può gradualmente ridurre,
perché la possibiltà che il danaro dell'acquisto venga gradualmente
estinto è simile alla destinazione, la possibiltà
ci destinare la schiava in sposa per il padrone estesso o per suo figlio,
come la desitinazione, benché se vuole la destina e se vuole
non la destina, ogni qual volta che non vi è la possibilità
di destinarla l'acquisto della schiava non è sato un valido
acquisto, anche qui a proposito dell'estinzione graduale della somma
dell'acquisto ogni qual volta che non vi è la possibilità
che la somma venga gradualment estinta l'acquisto della schiava non
è sato un valido acquisto.
La Ghemara rivela quale sia la ragione
di Bet Shammai secondo R'Shimon ben Lakish:
I kiddushin della donna per Bet Shammai derivano dalla schiava
ebrea, come una schiava ebrea non si acquista per una peruta per
il motivo che abbiamo visto, anche una donna non si consacra per un
peruta.
La Ghemara solleva un'obiezione:
Se tutto il problema è che la somma sia gradualmente estinguibile,
diciamo
allora la metà di un dinar? Perché non va bene?
Anche la metà di un dinar è una somma che si può
estinguere gradualmente! E diciamo allora due perutot?
Anche
due perutot è una somma che si può estinguere gradualmente!
La Ghemara spiega:
Siccome abbiamo fatto uscire l'acquisto della schiava dalla
peruta,
abbiamo
imparato che ci vuole una somma di una certa importanza, e per questo abbiamo
stabilito il dinar come somma minima che abbia tale importanza.
La Ghemara propone una quarta ragione
per la decisione di Bet Shammai:
Rava disse: La ragione di Bet Shammai è che le figlie di
Israel non siano simili ad una cosa abbandonata che si acquista con
poco niente e per questo proposero che, derabbanan,
il loro acquisto avvenga con una somma decorosa.
La Ghemara riporta il passo successivo
della nostra Mishna da sottoporre ad esame:
E BET HILLEL DICONO: CON UNA PERUTA. Anche una sola peruta
è sufficiente a fare i kiddushin di una donna:
La Ghemara riporta il parere di R'Yosef
sul valore di una peruta:
Riteneva R'Yosef che la AMishna volesse dire: Una qualsiasi
moneta
che si chiami peruta va bene, non importa quale sia il suo
valore.
La Ghemara obietta:
Gli disse Abbaye: Ma proprio su questo la Mishna insegna:
QUANTO È UNA PERUTA? UN OTTAVO DI ISSAR ITALICO!
La Ghemara propone una spiegazione
possibile per poi respingerla:
E se anche tu dicessi, queste cose il valore di cui parla
la Mishna, è quello che aveva ai tempi di Moshe, ma qui nella
resha
della Mishna, dove viene riportato l'insegnamento di Bet Hillel, il valore
della peruta è come lo stabilisce la gente,
sia
che essa valga più sia che valga meno che ai tempi di Moshe, ciò
non può essere infatti quando venne R'Dimi
da Eretz Yisraeldisse:
R'Simai calcolò a suo tempo, quanto vale la peruta: uno ottavo
di issar italico. E quando venne Ravin da Eretz Yisraeldisse:
R'Dostai, R'Yanai e R'Oshaya calcolarono quanto vale la peruta:
un sesto di issar italico.
In questi due casi vediamo che i
Chachamim calcolarono il valore della
peruta ai loro tempi in modo
che essa avesse lo stesso valore che ai tempi di Moshe, e non come disse
R'Yosef che la peruta è semplicemente la più piccola
moneta sul mercato in quel dato posto e in quella data epoca.
La Ghemara respinge questa obiezione:
Gli disse R'Yosef ad Abbaye: Se così è che
la peruta ha un valore fisso non inferiore a un ottavo di issar,
quello
che ci insegna la Baraita: VA A CALCOLARE QUANTE PERUTOT CI SONO
IN DUE SELA'IM? PIÙ DI DUEMILA, ora nemmeno due mila
non sono le perutot di un ottavo di issar che entrano
in due sela'im, e come il Tanna le chiama più di
duemila?
La Ghemara propone una spiegazione:
Disse loro un anziano: Io così leggo la Baraita: Vicino ai
duemila.
La Ghemara obietta ancora:
Alla fin fine le perutot di un ottavo di issar
che entrano in due sela'im sono soltanto mille cinquecento
e trentasei! Non sono per niente vicine a duemila!
La Ghemara spiega:
Una volta usciti dalla metà cioé mille le chiama
vicino a duemila.
La Ghemara ritorna sulla machloket
tra R'Dimi e Ravin:
A proposito della machloket tra R'Dimi e Ravin: Quando
venne R'Dimi
da Eretz Yisrael disse: R'Simai calcolò
a suo tempo, quanto vale la peruta: uno ottavo di issar italico.
E quando venne Ravin da Eretz Yisrael disse: R'Dostai, R'Yanai
e R'Oshaya calcolarono quanto vale la peruta: un sesto di issar
italico.
La Ghemara chiede:
Disse Abbaye a R'Dimi: Diciamo che tu e Ravin dissentite come quei
Tannaim di cui parla la Baraita: LA PERUTA CHE DISSERO I CHACHAMIM
- UN OTTAVO DELL'ISSAR ITALICO, SEI ME'A D'ARGENTO - UN DINAR,
UN ME'A - DUE PUNDAKIONIN, UN PUNDAKION - DUE ISSARIN,
UN ISSAR - DUE MUSMISIM, UN MUSMES - DUE KONTRONKIN,
UN KUNTRANK - DUE PERUTOT, RISULTA LA PERUTA - UN
OTTAVO DELL'ISSAR ITALICO, RABBAN SHIMON BEN GAMLIEL DICE: TRE HADRASIN
PER
UN ME'A, DUE HANETZIN PER UN HADRIS, DUE SHMININ
PER UN LEHANTZ, DUE PERUTOT PER UN SHAMIN, RISULTA
LA PERUTA - UN SESTO DELL'ISSAR ITALICO. Diciamo che Sua
Signoria disse come Tanna Kamma, e Ravin disse come Rabban Shimon ben Gamliel?
La Ghemara risponde:
Gli disse R'Dimi ad Abbaye: Sia io che Ravin seguiamo l'opinione
del Tanna Kamma, e non è difficile da spiegare: Quello che
dissi secondo R'Simai che la peruta è un ottavo dell'issarè
quando l'issar era alto, e quello che disse Rabin secondo dei
Chachamim posteriori che la peruta è un sesto dell'issarè
quando l'issar era basso e secondo entrambi non vi è
cambiamento nel valore della peruta in rapporto al dinar.
Questo
che
disse R'Simai quando l'issar è alto, è a ventiquattro
per un zuz (cioé un dinar),
e questo che
dissero R'Dostai e colleghi quando l'issar è basso, è
a trentatre per un zuz.
La Ghemara riporta un responso
di Amoraim connesso all'insegnamento della nostra Mishna:
Disse Shmuel: Se uno la consacrò le fece i kiddushincon
un dattero, persino se un kur di datteri è a un dinar
- è mekuddeshet, abbiamo infatti
il sospetto che un
dattero valga l'equivalente di una peruta in Media dove non
si trovano e son molto cari.
La Ghemara obietta:
Eppure impariamo nella nostra Mishna, BET HILLEL DICONO: PER UNA
PERUTA
O PER L'EQUIVALENTE DI UNA PERUTA! Per ogni cosa che ha un qualche
valore economico possiamo sospettare che in qualche luogo valga come una
peruta
e quindi che senso ha che i Chachamim stabilirono il valore di una peruta.
Qualsiasi cosa commerciabile va bene per fare i kiddushin!
La Ghemara spiega:
Non vi è una vera difficoltà: Quello che
dissero Bet Hillel riguardano i kiddushin certi, quello che
disse Shmuel riguarda il sospetto di kiddushin che determina
l'obbligo, nel caso in cui la donna ricevette i kiddushin da un
secondo, di venir divorziata dal primo.
La Ghemara riporta un episodio connesso
con l'insegnamento di Shmuel:
C'era una volta un uomo che consacrò una donna con
un fascio di fiocchi di cotone, sedeva R'Shimi bar Chiya dinnanzi a Rav
e lo stava esaminando per stabilirne il valore, se vi fosse l'equivalente
di una peruta, - sì è mekuddeshet, se
no - no.
La Ghemara chiede:
E se non vi è l'equivalente di una peruta - no? Eppure
disse Shmuel: Siamo in dubbio e almeno un sospetto di kiddushin
ci dovrebbe essere!
La Ghemara spiega:
Non vi è una vera difficoltà: Quello su
cui era in dubbio R'Shimi riguarda i kiddushin certi, quello
che
disse Shmuel riguarda il sospetto di kiddushin che determina
l'obbligo di darle il ghet.
La Ghemara esamina un secondo
episodio:
C'era una volta un uomo che consacrò una donna con
una pietra azzurra, e venne un secondo e la consacrò con una
peruta,
sedeva
R'Chisda e la stava esaminando quella pietra azzurra usata dal primo
per stabilirne il valore, se vi fosse l'equivalente di una
peruta,
- sì è mekuddeshet al primo,
se no - no, è
mekuddeshet
al secondo.
La Ghemara chiede:
E se non vi è l'equivalente di una peruta - no? Eppure
disse Shmuel: Siamo in dubbio e almeno un sospetto di kiddushin
ci dovrebbe essere!
La Ghemara conclude:
R'Chisda non condivideva l'opinione di Shmuel e pensava che
non si deve sospettare che l'oggetto abbia un valore equivalente a una
peruta
in un altro luogo, per questo stava lì a valutare la pietra per
decidere se quella donna fosse mekuddeshet al primo o al secondo.
La Ghemara il racconto continua:
Gli disse sua madre la madre del primo: Ma quel giorno in
cui mio figlio la consacrò la pietra valeva l'equivalente
di una peruta! Le rispose R'Chisda: Non è in tuo potere
con
la tua testimonianza di proibirla al secondo come moglie
di tuo figlio, non è questo caso simile a quello di Yehudit,
la moglie di R'Chiya, che si trovava nel travaglio del parto, e gli disse
a
R'Chiya suo marito: Mi raccontò mia madre: Tuo padre ricevette
per te i kiddushin da un altro uomo quando eri piccola ed
ora sono a te proibita come moglie di un altro! Le rispose R'Chiya:
Non
è in potere di tua madre con una testimonianza di questo tipo,
di
proibirti a me.
La Ghemara muove un'obiezione
al responso di R'Chisda:
Dissero Rabbanan a R'Chisda: Perché hai deciso così?
Eppure
dissero
che c'erano testimoni a Idit, così si chiamava un luogo remoto,
che
sapevano che in quel giorno in cui l'uomo consacrò la donna
con quella pietra azzurra essa valeva l'equivalente di una
peruta!
La Ghemara respinge l'attacco:
Ora ad ogni modo questi testimoni non sono qui dinnanzi!
Non è come quello che disse R'Chanina? Perché disse R'Chanina
a
proposito di una donna che venne a dire che era caduta prigioniera ma nessuno
l'aveva violentata e successivamente usci una diceria che oltremare vi
erano testimoni che era stata presa prigioniera, nel qual caso non è
degna di fede se dice di non essere stata violentata: I suoi testimoni
si
dice che sono dall'altra parte del mondo e lei verrà proibita
al
Kohen come un'altra donna a carico della quale c'é una vera e propria
testimonianza che fu presa prigioniera?
La Ghemara riporta la shita
di Abbaye e Rava che si oppone a quella di R'Chisda:
Abbaye e Rava non erano dell'opinione di R'Chisda e respingevano
la prova da lui addotta, perché se andarono lekulla
nel caso di una voce su una prigioniera perché lei si rende
miserabile agli occhi del suo rapitore in maniera che non la desideri,
andremo
lekulla
nel caso di una donna sposata? Certamente no, e basterà la diceria
che ci sono testimoni che in quel posto la pietra valeva una peruta
per obbligare quell'uomo a darle il
ghet per permetterla al secondo.
La Ghemara commenta:
Si guardarono dal quella famiglia a Sura, e Rabbanan la tennero
lontano e non si imparentarono con loro per paura che ci fosse qualche
mamzer,
e
non perché pensassero come Shmuel che si deve temere che quella
pietra valga in qualche posto l'equivalente di una perutama perché
condividevano l'opinione di Abbaye e Rava che basta una diceria che
ci sono testimoni che lei è moglie del primo per proibirla al secondo.
La Ghemara narra un altro episodio
connesso con l'insegnamento di Shmuel:
C'era una volta un uomo che consacrò una donna con
un rametto di mirto che non valeva una peruta al mercato.
Mandò R'Acha bar Huna un quesito dinnanzi a R'Yosef:
In un simile caso cos'è? È mekuddeshet o no?
La Ghemara risponde:
Gli mandò a dire in risposta: Fallo fustigare secondo
Rav, e rendi obbligatorio il ghet
come Shmuel.
La Ghemara elenca i casi del
tipo del nostro in cui Rav ordinava la fustigazione:
Perché Rav puniva con fustigazione: Perché fa i kiddushin
al mercato, perché fa i kiddushin tramite bia,
perché fa i kiddushin senza averne parlato prima, perché
annulla un ghet già consegnato allo shaliach
col pericolo che tale ghet annullato giunga egualmente nelle mani
della donna e lei lo usi per sposare un altro, perché consegnò
una dichiarazione su un ghet in cui dichiara che il ghet
gli fu estorto, tuttavia sussiste la possibiltà che la donna si
sposi con un altro in base a tele ghet e i figli saranno mamzerim,
perché
affligge con percosse gli shelichim del Bet Din che lo
invitano ad apparire, perché è in vigore su di lui una
scomunica da trenta giorni e lui si rifiuta di compiere quello che
gli è imposto dal Bet Din, perché un genero abita nella
casa della suocero.
La Ghemara chiede:
Perché abita sì che viene fustigato, perché
vi passò no? Eppure avvenne che quel genero passò sulla porta
della casa di suo suocero, e R'Sheshet lo fece fustigare?
La Ghemara risponde:
Quanto a quello, sua suocera era già sospetta nei
suoi riguardi.
La Ghemara riporta un'altra versione
delle punizioni inferte da Rav:
Quelli di Nehaedea dicevano: In tutti quei casi Rav non faceva fustigare,
se non nel caso in cui uno fa i kiddushin tramite bia senza
averne parlato prima. E ci sono quelli che dicono: E persino se ne avevano
parlato prima egualmente lui lo faceva punire, per malcostume.
La Ghemara esamina un altro
caso:
C'era un uomo che fece i kiddushin a una donna con
una stuoia di mirto. Dopo i kiddushin gli dissero: Ma non
vale una peruta! Disse loro: Che sia a me consacrata in base ai
quattro zuzim che sono dentro la stuoia! La donna ascoltò
quanto veniva detto tenne la stuoia con i zuzim e tacque.
La Ghemara riporta il responso
di Rava al proposito:
Disse Rava: Si tratta di un silenzio dopo la consegna delle monete,
ed ogni silenzio dopo la consegna delle monete non è niente cioé
non serve a niente e la donna non è mekuddeshet.
La Ghemara porta una prova a
favore della tesi di Rava:
Disse Rava: Da dove l'ho imparato? Da quanto dice una Baraita: LE
DISSE INCASSA QUESTO SEL'A COME PEGNO, E TORNÒ A DIRLE: CONSACRATI
A ME PER ESSO, NEL MOMENTO DELLA CONSEGNA DELLE MONETE - È MEKUDDESHET,
DOPO LA CONSEGNA DELLE MONETE - SE LO VOLEVA - È MEKUDDESHET,
SE NON LO VOLEVA - NON È MEKUDDESHET.
La Ghemara spiega la prova:
Cosa vuol dire "lo voleva" e cosa vuol dire "non lo voleva"? Se
dirai che "lo voleva" vuol dire che disse: Sì, "non
lo voleva" vuol dire che disse: No, capirò da questo che
la resha |