[da daf 15b]La Ghemara
riporta una simile questione da un altro settore della halacha:
Era difficile capire a Ilfa: Le mani, possono essere tehorot
per
metà o non possono essere tehorot per metà?
La Ghemara cerca di mettere a fuoco
il problema di Ilfa:
Come sarebbe a dire? Diciamo che ciò si realizza quando
fecero la lavanda delle mani in due da un quarto di log
di acqua, quando per la lavanda delle mani si deve usare un recipiente
che contenga al minimo un quarto di log. Ciò non può
essere! Infatti insegna la Mishna (Yadaym 1, 1 e Chullin 107, 1):
DA
UN QUARTO SI FA LA LAVANDA DELLE MANI A UNO E PERSINO A DUE.
La Ghemara propone una spiegazione
del dubbio di Ilfa per poi respingerla:
Piuttosto diremo che il dubbio di Ilfa riguarda il caso in
cui si fece la lavanda delle mani una mano alla volta, in tempi diversi,
e il dubbio di Ilfa era se le due lavande si combinano per dare alle mani
la purità rituale richiesta o no. Anche questo non può essere!
Infatti
insegna una Baraita: UNO CHE FA LA LAVANDA DI UNA MANO DA UN RECIPIENTE
E DELL'ALTRA TRAMITE IMMERSIONE - LE SUE MANI SONO TEHOROT.
La Ghemara propone un'altra spiegazione:
Piuttosto diremo che il dubbio di Ilfa riguarda il caso in
cui si fece la lavanda delle mani mezza mano alla volta, asciugandosi
tra questa metà e quella.
La Ghemara si chiede:
Dobbiamo aver dubbi su un tale din?
Eppure dissero quelli della Yeshiva di R'Yanai: Le mani non possono
essere tehorot a metà.
Quindi il dubbio di Ilfa non ha
luogo.
La Ghemara spiega:
No, il dubbio di Ilfa è rilevante e deve essere
discusso, perché c'è il caso di un liquido che bagna la
mano e la lascia bagnata, e il dubbio di Ilfa non riguadava il caso in
cui uno si asciuga tra la lavanda di mezza mano e l'altra, ma il caso in
cui uno si fa la prima lavanda di mezza mano e, mentre la mano è
ancora bagnata, fa la lavanda della seconda metà. Il dubbio di Ilfa
era se l'umidità della mano fa combinare le due mezze lavande per
dare la purità rituale richiesta o no.
La Ghemara si chiede:
E quand'anche c'è questo liquido che bagna, cosa gli
fa? Forse che esso è utile per combinare la prima alla seconda
lavanda? Ma nella Mishna si insegna (Taharot 8, 9): [fino
a qui da daf 15b] LA COLATA E IL RIGAGNOLO
ED IL LIQUIDO CHE BAGNA, NON COSTITUISCONO UN COLLEGAMENTO NON PER LA TUMA
E
NON PER LA TAHARA. Come si può
giustificare il dubbio di Ilfa?
La Ghemara spiega:
No, il dubbio di Ilfa è rilevante e deve essere
discusso, perché c'è il caso di un liquido che bagna la
mano in maniera che chi la tocca bagni un'altra cosa,
che egli tocca successivamente, e di questo la Mishna citata non ha parlato.
La Ghemara fa osservare:
Questo anche insegna una Baraita: IL LIQUIDO CHE BAGNA IN MANIERA
CHE BAGNI È UN COLLEGAMENTO. Ritorna
la domanda: Su cosa si arrabattava Ilfa, se ciò è espressamente
insegnato nella Baraita?
La Ghemara spiega:
Forse quello che insegna la Baraita su citata riguarda l'argomento
dei mikvaot piuttosto
che la lavanda delle mani e si rifersce alla shita
di R'Yehuda come insegna la Mishna (Mikvaot 7, 6): UN MIKVE
CHE HA QUARATA SEA
GIUSTE GIUSTE E VI SCESERO DUE E SI IMMERSERO, (SE TUTTI E DUE IN UNA VOLTA,
SONO TEHORIM)
SE UNO DOPO L'ALTRO, IL PRIMO È TAHOR
E IL SECONDO È TAME,
R'YEHUDA DICE: SE LE GAMBE DEL PRIMO TOCCANO L'ACQUA ANCHE IL SECONDO È
TAHOR.
Quanto al dubbio di Ilfa, esso è dunque
rilevante, tuttavia la Ghemara lo lascia irrisolto.
La Ghemara riporta un altro caso
di combinazione di criteri halachici diversi:
Rabbanan decretarono una tuma a coloro
che si bagnavano o venivano in contatto con acque attinte, che non conferiscono
tahara,
per scoraggiare l'uso di esse al posto del mikve.
Disse R'Yirmiya, ordunque dissero nella Mishna (Zavim 5, 12):
UNO
CHE ENTRA CON IL SUO CAPO E LA MAGGIOR PARTE DEL SUO CORPO IN ACQUE ATTINTE,
E UNO TAHOR A CUI CADDERO SUL CAPO E SULLA MAGGIOR PARTE DEL CORPO
TRE LUGGHIN
DI ACQUA ATTINTA È
TAME. Era difficile
a R'Yirmiya: Nel caso in cui uno venne
in contatto con acque attinte per metà del suo corpo per entrata,
per esservi entrato, e per metà del suo corpo per caduta,
per essergli cadute addosso, quale è
il suo din?
La Ghemara conclude:
Resti il problema senza soluzione.
La Ghemara riporta un altro caso
di combinazione di criteri halachici diversi:
Uno che ebbe una fuoruscita di seme - ba'al keri - fu escluso
dallo studio della Tora e dalla preghiera per un decreto di Ezra, successivamente
abrogato, e, finché questo decreto restò in vigore, doveva
immergersi in un mikve che poteva essere anche di acque attinte.
Se era malato bastava che si versasse addosso da un recipiente nove kabbim
di
acqua attinta. Ciò gli permetteva di tornare allo studio e alla
preghiera, pur non conferendogli la tahara necessaria, per esempio,
per mangiare la teruma.
Disse R'Pappa, ordunque
dissero: Un ba'al keri malato su cui versarono nove kabbim
di acqua è tahor per lo studio e per la preghiera. Era
difficile a R'Pappa: Nel caso in cui si purificò per metà
del suo corpo per immersione in un mikve di acque attinte
e
per metà del suo corpo perché gli versarono addosso
da un recipiente nove kabbim
di acqua attinta, quale
è il suo
din?
La Ghemara conclude:
Resti il problema senza soluzione.
La Ghemara riporta un altro passo
della nostra Mishna:
UNO DICE DINNANZI A ME FU SCRITTO E UNO DICE DINNANZI A ME FU
FIRMATO,
PASUL.
La Ghemara stabilisce il caso a
cui si riferisce il responso della nostra Mishna:
Disse R'Shmuel bar Yehuda in nome di R'Yochanan:
Non insegnarono
questo responso della nostra Mishna se non quando
il ghet non esce dalle mani di entrambi, cioé che non
erano entrambi
shlichim
del marito ma uno solo, tuttavia un ghet che esce dalle mani
di entrambi cioé che ciascuno dei due era shaliach del
marito,
[daf 16b]
è
kasher.
La Ghemara trae una conclusione:
Quindi R'Yochanan riteneva che due shlichim che
portarono un ghet da un paese d'oltremare in Eretz Yisrael,
non
sono tenuti a dire: Dinnanzi a noi fu scritto e dinnanzi a noi fu firmato.
Infatti
la disposizione di Rabbanan che lo shaliach deve dire: Dinnanzi
a me . . ., viene a correggere la situazione in cui non vi siano testimoni
del divorzio e il marito possa ad un certo punto venir a contestarlo. In
questo caso i testimoni ci sono e quindi il decreto di Rabbanan è
superfluo.
La Ghemara applica quanto detto
alla continuazione della nostra Mishna:
Gli disse Abbaye a R'Shmuel
bar Yehuda: Allora da qui la
sefa
che dice: DUE DICONO DINNANZI A NOI FU SCRITTO E UNO DICE DINNANZI A ME
FU FIRMATO, PASUL,
MA R'YEHUDA DICHIARA KASHER, la ragione
per cui il Tanna Kamma
dichiara il ghet pasul è perché il ghet
non esce dalle mani di entrambi, cioé che non erano entrambi
shlichim
del marito ma uno solo, tuttavia se il
ghet che esce dalle mani
di entrambi cioé che ciascuno dei due era
shaliach
del
marito, anche Rabbanan lo dichiarano
kasher
?
La Ghemara ribatte:
Gli disse R'Shmuel bar Yehuda ad Abbaye: Certo!
La Ghemara obietta:
E quando il ghet non esce dalle mani di entrambi cioé
che uno solo è shaliach del marito, su che cosa dissentono
il
Tanna Kamma e R'Yehuda, in altre parole come può R'Yehuda dichiarare
kasher
un simile ghet dove lo shaliach non ha detto: Dinnanzi a
me fu scritto e dinnanzi a me fu firmato?
La Ghemara spiega:
Si sta parlando del caso in cui lo shaliach è quello
che testimonia sulla firma. In questo caso il ghet porta la testimonianza
dello shaliach sulla firma, a cui Rabbanan credettero come a due,
ed una testimonianza completa sulla scrittura. Quindi, anche per Tanna
Kamma il ghet sarebbe kasher solo che uno studioso Tanna
Kamma riteneva che dobbiamo decretare che il ghet è
pasulaffinché
non giungano a confondere la convalida del ghet
con la convalida
di generici documenti di compravendita e deducano erroneamente che
anche quelli siano validi con un solo testimone
della firma, e
uno studioso R'Yehuda riteneva che non dobbiamo decretare
perché
la presenza dei due testimoni della scrittura fa capire a tutti che si
tratta di un ghet e non di una compravendita.
La Ghemara riporta una versione
alternativa del dibattito tra R'Shmuel bar Yehuda e Abbaye:
Ci son quelli che riportano una diversa versione: Disse R'Shmuel
bar Yehuda in nome di R'Yochanan: Persino un ghet che esce dalle
mani di entrambi è pasul.
La Ghemara trae una conclusione:
Quindi R'Yochanan riteneva che due shlichim che
portarono un ghet da un paese d'oltremare in Eretz Yisrael,
sono tenuti a dire: Dinnanzi a noi fu scritto e dinnanzi a noi fu firmato.
La Ghemara applica quanto
detto alla continuazione della nostra Mishna:
Gli disse Abbaye a R'Shmuel bar Yehuda: Allora da qui la
sefa
che dice: DUE DICONO DINNANZI A NOI FU SCRITTO E UNO DICE DINNANZI A ME
FU FIRMATO, PASUL, MA R'YEHUDA DICHIARA KASHER, persino se
il ghet esce dalle mani di entrambi, cioé che erano entrambi
shlichim
del marito, Rabbanan
Tanna Kamma lo
dichiarano
pasul?
La Ghemara ribatte:
Gli disse R'Shmuel bar Yehuda ad Abbaye: Certo!
La Ghemara obietta:
Ma se così è in cosa dissentono? Come fa R'Yehuda
a dichiarare kasher il ghet quando nessuno degli shlichim
ha detto: Dinnanzi a me fu scritto e dinnanzi a me fu firmato?
La Ghemara risponde:
Essi dissentono sulla ragione per cui Rabbanan prescrissero che lo
shaliach
che porta un ghet da un paese d'oltremare deve dire: Dinnanzi a
me fu scritto e dinnanzi a me fu firmato, uno studioso Tanna Kamma
riteneva:Perché
quelli
di chutz laaretznon
sono esperti e non sanno che un ghet va compilato
lishmah,
ed uno studioso R'Yehuda riteneva: Perché non ci sono in
Eretz Yisrael testimoni di chutz laaretz per convalidarlo.
La Ghemara obietta:
E se dicessimo che Rabba e Rava che dissentirono all'inizio
del Trattato in questa maniera, riecheggiono una machloket tra
Tannaim?
La Ghemara respinge questa ipotesi:
No! Rava spiega la machloket tra Tanna Kamma e R'Yehuda
nella nostra Mishna come nella prima versione,
mentre Rabba ti direbbe: Tutti gli studiosi richiedono che il ghet
sia compilato lishmah, e qui di che cosa ci stiamo occupando?
Della
situazione dopo che ebbero studiato, e gli studiosi dissentono
sull'opportunità o no di decretare in previsione che la situazione
torni a rovinarsi e quelli di chutz laaretz dimentichino che
un ghet va compilato lishmah. Uno studioso Tanna Kamma
pensava:
Si deve decretare che lo shaliach dica: Dinnanzi a me . . .,
anche quando furono due a portare il ghet, e uno studioso R'Yehuda
pensava:
Non si deve decretare che lo shaliach dica: Dinnanzi a me .
. ., quando sono due a portare il ghet.
La Ghemara obietta:
Secondo la seconda versione, nella Mishna si parla di due shlichim
e R'Yehuda non richiede che essi dicano: Dinnanzi a me . . . , se è
così che R'Yehuda dissenta da Tanna Kamma anche nella
resha
cioé
anche nel caso precedente portato dalla Mishna: Uno dice: Dinnanzi a me
fu scritto e uno dice: Dinnanzi a me fu firmato. Ma la Mishna qui non riporta
machloket
come
se anche R'Yehuda dichiarasse in tal caso il ghet pasul!
La Ghemara risponde:
Infatti venne detto a suo proposito della nostra Mishna dagli
Amoraim: Disse Ulla: Era dissenziente R'Yehuda anche nella precedente
nella
proposizione della nostra Mishna che dice: Uno dice: Dinnanzi a me fu scritto
e uno dice: Dinnanzi a me fu firmato. R'Yehuda dichiarava
kasher
un ghet anche se solo uno testimoniò aulla scrittura
e un sulla firma.
La Ghemara obietta:
Fece notare R'Oshaya a Ulla una contraddizione tra quanto da
lui detto e quello che si deduce dalla Baraita: R'YEHUDA DICHIARA KASHER
- IN QUESTO MA NON IN QUESTO, perché non dire che essa viene
ad
escludere il caso in cui UNO DICE: DINNANZI A ME FU SCRITTO E UNO
DICE: DINNANZI A ME FU FIRMATO?
La Ghemara respinge l'obiezione
di R'Oshaya:
No! La Baraita viene ad escludere il primo caso della
nostra Mishna che parla di uno shaliach che portò un ghet
da
un paese d'oltremare e disse: DINNANZI A ME FU FIRMATO MA NON DINNANZI
A ME FU SCRITTO, infatti potrebbe venirti in mente di dire, siccome
R'Yehuda non decretò in previsione che la situazione torni a rovinarsi,
anche in previsione che giungano a confondere la convalida di un ghet
con la convalida di shtarot di altro genere
di vendita, di
donazione o di prestito mediante un solo testimone
R'Yehuda non
decretò, perciò ecco che viene a dirci che così
non è, e anche R'Yehuda decreta che il ghet portato da uno
shaliach che testimonia solo sulla firma sia pasul in considerazione
di quello che potrebbe imparare la gente nei riguardi di altri documenti.
La Ghemara porta una dimostrazione
che Tanna Kamma e R'Yehuda erano di opinioni contrastanti nel caso in cui
furono due shlichim a portare il ghet:
Fu detto altresì dagli Amoraim: Disse R'Yehuda: Due
che portarono un ghet da un paese d'oltremare e uno disse: Dinnanzi
a me fu scritto e uno disse: Dinnanzi a me fu firmato, ecco che siamo
giunti alla machloket
tra R'Yehuda e Rabbanan cioé Tanna Kamma, dove Tanna Kamma dichiara
pasul e R'Yehuda dichiara kasher, quindi Tanna Kamma sostiene
che due che portarono un ghet da un paese d'oltremare devono dire:
Dinnanzi a me fu scritto e dinnanzi a me fu firmato.
La Ghemara riferisce un episodio
relativo all'argomento trattato:
Rabba bar Bar Chana si sentì male, entrarono da lui R'Yehuda
e Rabba ad informarsi della sua salute. Nel corso della visita gli
chiesero: Due che portarono un ghet da un paese d'oltremare, è
necessario che dicano: Dinnanzi a noi fu scritto e dinnanzi a noi fu firmato
o non è necessario?
La Ghemara riferisce la risposta
di Rabba bar Bar Chana:
Disse loro: Non è necessario che essi lo dicano. Quale
è
il din se diranno: Dinnanzi a noi il marito
la divorziò?
Forse che non sono degni di fede? Nel mentre che stava così
parlando venne quel tale
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