La Ghemara riporta una serie di
dinim
relativi a sacrifici, quando tra i sacrificanti vi sono rapporti simili
a quelli della nostra Mishna:
Disse R'Yirmiya: A volte succede che sono entrambi nell'obbligo
di portare un chattat,
[daf
36a] a volte succede che sono entrambi nell'obbligo
di portare un asham,
a volte succede che quello che prese a nolo è nell'obbligo
di portare un chattat, e quello che prese in prestito è
nell'obbligo di portare un asham, a volte succede che
quello che prese a nolo è nell'obbligo di portare un asham,
e quello che prese in prestito è nell'obbligo di portare
un chattat.
La Ghemara chiede:
Ma come può ciò avvenire? Infatti la falsa
negazione
di dover del denaro - determina l'obbligo di portare un asham,
mentre
un'espressione
verbale falsa - determina l'obbligo di portare un
chattat.
La Ghemara porta un esempio per ciascuno
dei quattro casi:
Primo caso: A volte succede che sono entrambi nell'obbligo
di portare un chattat - come ad esempio quando la mucca di
cui si parla morì di morte naturale, e entrambi i custodi,
quello che la prese a nolo e quello che la prese in prestito giurano il
falso e dicono che morì per causa di forza maggiore come
nel caso in cui dei briganti armati attaccarono il mandriano ed uccisero
la mucca. Quello che la prese a nolo visto che sia così
se
la mucca morì di morte naturale che così se la mucca
fu uccisa dai briganti è paturdal
dovere di risarcire la mucca - è nell'obbligo di portare
un chattat, quello che la prese in prestito visto
che
sia così se la mucca morì di morte naturale che così
se
la mucca fu uccisa dai briganti è chayavdi
risarcire la mucca - è nell'obbligo di portare un
chattat.
Siccome
il falso giuramento non determina un cambiamento della loro situazione
quanto ad obblighi pecuniari, esso resta soltanto una falsa allocuzione
che crea l'obbligo di un chattat.
La Ghemara riporta un esempio per
il secondo caso:
A volte succede che sono entrambi nell'obbligo di portare
un asham - come ad esempio quando la mucca di cui si parla
fu
rubata, e entrambi i custodi, quello che la prese a nolo e quello che
la prese in prestito giurano il falso e dicono che morì di lavoro,
che entrambi negano di dover del denaro, infatti sono entrambi
chayavimdi
risarcire la mucca e tramite il falso giuramento si renderebbero
pturim.
Siccome
il falso giuramento determina un cambiamento della loro situazione quanto
ad obblighi pecuniari, vi è l'obbligo di un chattat.
La Ghemara riporta un esempio per
il terzo caso:
A volte succede che quello che prese a nolo è nell'obbligo
di portare un chattat, e quello che prese in prestito è
nell'obbligo di portare un asham - come ad esempio quando
la
mucca di cui si parla morì di morte naturale, e entrambi
i custodi giurano il falso e dicono che morì di lavoro. Quello
che la prese a nolo visto che sia così se la mucca
morì di morte naturale che così se la mucca morì
di lavoro è patur dal dovere di risarcire la mucca
- è nell'obbligo di portare un chattat, quello
che la prese in prestito che è chayav di risarcire
la mucca quando morì di morte naturale, e che si libererebbe
da
tale obbligo quando fosse morta di lavoro - è nell'obbligo
di portare un asham.
La Ghemara riporta un esempio per il
terzo caso:
A volte succede che quello che prese a nolo è nell'obbligo
di portare un asham, e quello che prese in prestito è
nell'obbligo di portare un chattat - come ad esempio quando
la
mucca di cui si parla fu rubata, e entrambi i custodi giurano
il falso e dicono che morì di morte naturale. Quello che la
prese a nolo il quale è chayav in caso di furto e perdita,
e si libererebbe
da tale obbligo quando fosse morta di morte naturale
- è nell'obbligo di portare un asham. Quello che prese
in prestito visto che sia così se la mucca fu rubata
o andò persa che così se la mucca morì di morte
naturale è chayavdi risarcire la mucca - è
nell'obbligo di portare un
chattat.
La Ghemara si chiede quale sia il
chiddush
contenuto nell'insegnamento di R'Yirmiya appena riportato:
Che cosa ci insegna?
La Ghemara spiega:
L'insegnamento di R'Yirmiya viene a smentire l'insegnamento
di R'Ami che disse: Ogni giuramento che sono i giudici ad esigerlo -
se
uno vi giura il falso non si rende chayav di portare un sacrificio
di chattat come chi fa un giuramento che consiste nell'emissione
di
una
falsa espressione verbale, perché è detto:
(Levitico
5, 4) O una persona quando giura esprimendo a parole - quando
giura - cioé da sola e non per richiesta dei giudici.
Quindi
R'Yirmiya
ci
fa sapere che non è come
insegnò
R'Ami
ma quando
uno giura il falso senza che vi sia una variazione pecuniaria, egli deve
portare un
chattat sia che siano stati i giudici ad esigere il giuramento
sia che egli lo abbia fatto da solo.
La Ghemara prende in esame un nuovo
problema:
Fu detto: Quanto al caso di un custode che consegnò
il
pegno ad un altro custode senza il permesso del proprietario,
e il pegno fu rubato o andò perso in altra maniera, discordarono
gli studiosi: Rav disse: Il primo custode è paturdal
risarcimento in tutti i casi in cui sarebbe stato patur se fosse
stato lui a custodire il pegno. R'Yochanan disse: Il primo custode
è
chayavdi
risarcire il proprietario del pegno, anche nei casi in cui sarebbe stato
patur
se il pegno lo avesso custodito lui.
La Ghemara chiarisce il fondamento
della machloket:
Disse Abbaye: Secondo l'opinione di Rav non solo quando un custode
gratuito consegnò il pegno ad un custode a pagamento, migliorandone
la custodia, ma persino quando un custode a pagamento consegnò il
pegno ad un custode gratuito, peggiorandone la custodia - il primo
custode è patur dal risarcimento. Per quale motivo?
Perché in fin dei conti lo ha consegnato ad una persona responsabile.
La Ghemara porta l'opinione di R'Yochanan:
E continuò Abbaye: E secondo l'opinione di R'Yochanan non
solo quando un custode a pagamento consegnò il pegno ad un
custode gratuito, peggiorandone la custodia, ma persino quando un custode
gratuito consegnò il pegno ad un custode a pagamento,
migliorandone la custodia - il primo custode è chayavdi
risarcire. Perché il proprietario del pegno avrebbe potuto
dirgli: Non intendo che il mio pegno vada nelle mani di un altro.
La Ghemara indaga sull'origine dell'opinione
di Rav:
Disse R'Chisda: Quella che viene riferita come l'opinione di
Rav non fu detta espressamente da Rav, ma fu dedotta da una
decisione di Rav nel caso di quei giardinieri che ogni giorno depositavano
le loro vanghe presso una data vecchia. Un giorno le depositarono presso
uno di loro, il quale durante la giornata venne a sapere di una
festa di nozze che si celebrava in quei paraggi e uscì per
prendervi parte e andò ad depositare le vanghe presso
la solita vecchia. Fin che andò e tornò le loro vanghe furono
rubate. Venne alla presenza di Rav e questi lo esentò dal risarcimento
delle vanghe. Uno degli studenti che assisteva alla decisione
di Rav pensò che egli avesse così deciso in quanto
era
dell'opinione che un custode che consegnò un pegno
ad
un altro custode è patur.
La Ghemara conclude:
Aggiunse R'Chisda: Ma non è così. Lì era
diverso, perché ogni giorno essi stessi quei giardinieri egualmente
le depositavano le loro vanghe presso quella vecchia e non avrebbero
potuto dire al loro compagno che non acconsentivano che egli le lasciasse
presso di lei.
La Ghemara muove un'obiezione
alla posizione di R'Yochanan:
Era assiso R'Ami e insegnava questo insegnamento di R'Yochanan,
R'Abba
bar Mammal attaccò R'Ami a partire dalla nostra Mishna:
UNO CHE PRESE A NOLO UNA MUCCA DA UN SUO AMICO E LA DIEDE IN PRESTITO AD
UN ALTRO E QUESTA MORÌ DI MORTE NATURALE - CHI LA PRESE A NOLO GIURA
CHE È MORTA DI MORTE NATURALE E QUELLO CHE LA PRESE IN PRESTITO
LA PAGHI A QUELLO CHE LA PRESE A NOLO e se fosse così come disse
R'Yochanan che gli dica il proprietario della mucca a quello a cui
la dette a nolo: Non intendo che il mio pegno vada nelle mani di un
altro, e pretenda da lui il risarcimento! Perché allora la nostra
Mishna ha detto che quello che prese la mucca a nolo basta che giuri ed
è patur?
La Ghemara spiega:
Gli disse R'Ami: Qui di cosa ci stiamo occupando? Del caso
in cui gli diede (il proprietario il permesso) di dare in prestito quella
mucca.
La Ghemara obietta:
Se è così, quello che prese a prestito la mucca
dovrebbe
pagare al proprietario e non a quello che la prese a nolo, come invece
insegna la nostra Mishna!
La Ghemara spiega:
La nostra Mishna tratta del caso in cui il proprietario della
mucca gli disse a quello che la prese a nolo: Puoi prestarla a
tua discrezione. Per questo il proprietario non può dire al
primo custode: Non intendevo che la mia mucca andasse nelle mani di un
altro, e se la mucca muore per un incidente nelle mani di uno che la prese
in prestito, questi deve vedersela solo con il primo custode.
La Ghemara mette a confronto l'insegnamento
di R'Yochanan con quanto detto nella Mishna:
Rami bar Chama rispose a chi riportava l'insegnamento di R'Yochanan
con la seguente Mishna (Baba Metzy'a 42, 1): UNO CHE DEPOSITÒ
DELLE MONETE PRESSO UN SUO AMICO, se questi LE LEGÒ E SE
LE GETTÒ DIETRO ALLE SPALLE, o LE CONSEGNÒ A SUO FIGLIO
O A SUA FIGLIA MINORI, E CHIUSE IN MANIERA IMPROPRIA - È CHAYAV,
PERCHÉ NON LE CUSTODÌ COME SONO SOLITI FARE I CUSTODI. Il
motivo per cui il custode è ritenuto colpevole è perché
il
figlio o la figlia a cui ha affidato quel denaro sono minori, ma se
fossero maggiorenni - egli sarebbe patur. E perché?
Se
prendiamo in considerazione l'insegnamento di R'Yochanan potremmo dirgli:
Non intendo che il mio pegno vada nelle mani di un altro.
La Ghemara spiega:
Disse Rava: Ognuno che deposita un oggetto presso qualcuno perché
lo custodisca [daf 36b] lo deposita con
l'intenzione che il custode lo possa affidare alla custodia
di sua
moglie e dei suoi figli.
La Ghemara porta un sostegno a quest'ultima
spiegazione:
Dicono gli studiosi di Nehardea: Si può anche dedurlo da
ciò che la Mishna dice: O CHE LE CONSEGNÒ A SUO FIGLIO O
A SUA FIGLIA MINORI - È CHAYAV, ma se le avesse consegnate
a
suo figlio o a sua figlia maggiorenni - sarebbe patur. Da cui deduco
che se le avesse consegnate ad altri che non sono suo figlio
o sua figlia, non importa se maggiorenni o minorenni - sarebbe
chayav.
Perché se fosse così che egli può consegnarle
anche ad un estraneo purché sia maggiorenne che la Mishna scriva
semplicemente "minori", impara da qui che il custode è patur
solo se ha consegnato le monete ai "figli" maggiorenni, ma se le ha consegnate
ad altri è chayav.
La Ghemara esamina un'altra opinione
riguardo a un custode che affindò ad un altro custode:
Disse Rava: È halacha che un custode che affidò
ad un altro custode è chayav. Non solo quando un custode
a pagamento consegnò il pegno ad un custode gratuito, peggiorandone
la custodia, ma persino quando un custode gratuito consegnò il
pegno ad un custode a pagamento, migliorandone la custodia
-
il
primo custode è chayavdi risarcire il proprietario
dell'oggetto dato in custodia. Quale è il motivo? Perché
il
proprietario potrebbe dirgli al custode che consegnò ad un
altro custode: Tu sei per me degno di fede quando presti giuramento
che
non sei stato negligente nella custodia dell'oggetto affidato,
quello
non è per me degno di fede quando presta lo stesso
giuramento.
Ora,
siccome la perdita o la distruzione dell'oggetto dato in custodia è
avvenuta quando esso si trovava presso il secondo custode, il primo è
sempre obbligato al risarcimento e non può venirne esonerato tramite
giuramento, come se l'oggetto fosse stato in mano sua.
La Ghemara riporta un'altra machloket
che è correlata con la precedente:
Fu detto: Nel caso in cui il custode fu con lei negligente
e la mucca esce e va a pascolare da sola nella palude, e
alla
fine morì di morte naturale. Abbaye disse in nome di Rabba: Il
custode è chayav, Rava disse in nome di Rabba: Il
custode è patur.
La Ghemara espone il ragionamento
di Abbaye:
Abbaye disse in nome di Rabba: Il custode è
chayav,
ogni giudice che non giudica questo caso così non è considerato
un
giudice. Non occorre dirlo, che, secondo l'opinione che in caso di iniziale
negligenza che finisce con un onesil custode è
chayav,
egli è chayav. Ma persino secondo l'opinione che in simili
casi di iniziale negligenza che finisce con onesè patur,
in questo caso della mucca che scappò nella palude è
chayav.
Quale è il motivo? Perché possiamo dire: L'aria
malsana
della palude l'ha uccisa.
La Ghemara espone il ragionamento
di Rava:
Rava disse in nome di Rabba: Il custode è patur,
ogni giudice che non giudica questo caso così non è considerato
un
giudice. Non occorre dirlo, che, secondo l'opinione che in caso di iniziale
negligenza che finisce con un onesil
custode è patur, egli è patur. Ma persino
secondo l'opinione che in simili casi di iniziale negligenza che finisce
con ones è chayav, in questo caso della mucca
che scappò nella palude è patur. Quale è
il motivo? Perché possiamo dire: Se l'angelo della morte
doveva
farla morire che differenza c'è fra qui nella stalla del
custode o lì nella palude?
La Ghemara rivela un limite
dell'opinione di Abbaye:
Tuttavia Abbaye ammette che se la mucca dopo essere stata nella
palude tornò alla casa del proprietario e lì morì,
il
custode è patur dall'obbligo di risarcire il proprietario.
Quale
è il motivo? Alla fin fine è tornata, e non si può
dire: L'aria della palude l'ha uccisa.
La Ghemara rivela un limite
dell'opinione di Rava:
Tuttavia Rava ammette che nel caso in cui un ladro la rubò
la
mucca nella palude e quella morì di morte naturale nella
casa del ladro il custode è chayav di risarcire
il proprietario.Quale è il motivo? Che anche se l'angelo della
morte l'avesse risparmiata - si troverebbe comunque nella casa del
ladro e sarebbe persa per il proprietario.
La Ghemara riporta un'obiezione
di Abbaye a Rava:
Disse Abbaye a Rava: Secondo te che dicesti: "Per l'angelo
della morte che differenza c'è fra qui o lì?"
- quello che obiettò R'Abba bar Mammal a partire dalla nostra Mishna
a R'Ami, e gli venne risposto che il responso della Mishna è
valido nel caso in cui i proprietario gli permisero di dare la mucca
in
prestito, diciamogli invece: "Per l'angelo della morteche differenza
c'è fra qui o lì?" Ora, siccome non risposero
così, deduci che questa risposta è priva di valore e nel
caso in cui la mucca scappò per negligenza del custode e poi morì
nella palude di morte naturale, il custode è tenuto a risarcirla
ai proprietari.
La Ghemara risponde:
Gli disse Rava ad Abbaye: Per voi, che spiegate che il
motivo per cui secondoR'Yochanan un custode che consegnò ad un altro
custode è chayav nel caso di ones, è perché
il proprietario può dirgli: Non intendo che il mio pegno vada
nelle mani di un altro - è possibile obiettare dalla nostra Mishna
come
obiettò R'Abba bar Mammal e rispondere come rispose R'Ami. In tal
caso la vostra obiezione: Diciamogli invece: "Per l'angelo della morte
che differenza c'è ..." ha senso. Per me che dico che il
motivo per cui secondoR'Yochanan un custode che consegnò ad un altro
custode è chayav nel caso di ones, è perché
il proprietario può dirgli: Tu sei per me degno di fede quando
presti giuramento che non sei stato negligente nella custodia dell'oggetto
affidato, quello non è per me degno di fede quando presta lo
stesso giuramento - non è assolutamente possibile obiettare come
obiettò R'Abba bar Mammal e rispondere come rispose R'Ami.
La Ghemara porta un'obiezione
all'opinione di Abbaye:
Obiettò Rami bar Chama da una Mishna nel seguito 93b:
LA
FECE SALIRE IN CIMA AI DIRUPI E CADDE - QUESTO NON È ONES
E il custode È CHAYAV da cui si deduce: Se invece
non cadde ma morì di morte naturale - questo è sì
ones
e il custode è patur. E perché? Diciamogli:
L'aria del monte l'ha uccisa, oppure: La fatica della montagna l'ha uccisa!
La Ghemara spiega:
Di cosa ci stiamo occupando qui? Che il custode la fece salire
ai pascoli buoni e grassi come usano i mandriani e non si può
dire che fu negligente in ciò.
La Ghemara ribatte:
Se è così, anche se cadde non vi è negligenza,
e allora perché la Mishna citata lo condanna?
La Ghemara spiega:
La Mishna lo condanna perché avrebbe dovuto tenerla per
la cavezza in modo che non si avvicinasse ai precipizi e non la tenne
e
in ciò sta la sua negligenza.
La Ghemara obietta ancora:
Se è così, citiamo la resha: SE SALÌ
da
sola IN CIMA AI DIRUPI E CADDE - QUESTO È ONES.
Come
può la Mishna dire questo? Ora sappiamo che doveva tenerla!
Siccome
la negligenza non sta nel portarla sui dirupi ma nel non tenerla, che differenza
fa se vi salì da sola? Anche in questo caso c'è negligenza
e non ones!
La Ghemara spiega:
No, bisogna che la Mishna dica così in un caso in
cui la mucca prese il sopravvento su di lui e salì sui
dirupi, prese il sopravvento su di lui e discese e così facendo
cadde. In tal caso non vi è negligenza e il custode è patur.
La Ghemara porta un altro passo
della nostra Mishna:
DISSE R'YOSE: COME AVVIENE CHE QUELLO FA AFFARI CON LA MUCCA del
suo amico? ecc.
La Ghemara decide:
Disse R'Yehuda in nome di Shmuel: L'halacha è secondo R'Yose.
La Ghemara solleva un dubbio:
Disse R'Shmuel bar Yehuda a R'Yehuda: Ci hai detto in nome di Shmuel:
R'Yose dissentiva dalla shita di Rabbanan |