È permesso copiare e divulgare la presente pagina a condizione che a capo e a piè pagina sia riportata la scritta da "Chavruta" di Rav Mordechai Goldstein
Mishna: E QUESTI È TENUTO AD ANNUNCIARE che son stati trovati: TROVÒ DELLA FRUTTA IN UN RECIPIENTE, O UN RECIPIENTE COSÌ COM'È, DELLE MONETE IN UNA BORSA, O UNA BORSA COSÌ COM'È, MUCCHI DI FRUTTA, MUCCHI DI MONETE, [daf 25a] TRE MONETE UNA SULL'ALTRA, MANNELLI NEL DOMINIO PROVATO, E PAGNOTTE DEL PADRONE DI CASA, E CIOCCHE DI LANA PRESE DALLA BOTTEGA DELL'ARTIGIANO, BROCCHE DI VINO E BROCCHE DI OLIO - QUESTI È TENUTO AD ANNUNCIARE:
 

Gemara: La Ghemara trae un primo insegnamento dalle parlole della Mishna:
La ragione per cui chi trovò dei frutti in un recipiente o delle monete in una borsa deve annunciarne il ritrovamento è perché trovò i frutti nel recipiente e le monete nella borsa. Ma se qui è il recipiente e di fronte i frutti, qui è la borsa e di fronte le monete - allora questi - i frutti e queste - le monete appartengono a lui che li ha trovati.
La Ghemara riporta una Baraita che sembra confermare quanto abbiamo dedotto dalla nostra Mishna:
Nella nostra Mishna viene insegnato quanto insegnarono Rabbanan in questa Baraita: TROVÒ UN RECIPIENTE E DI FRONTE DEI FRUTTI, UNA BORSA E DI FRONTE DELLE MONETE -  APPARTENGONO A LUI. Ma se trovò PARTE DI ESSI NEL RECIPIENTE E PARTE DI ESSI SUL TERRENO, PARTE DI ESSE NELLA BORSA E PARTE DI ESSE SUL TERRENO - È TENUTO AD ANNUNCIARE.
La Ghemara obietta:
Puntarono ad una contraddizione in un'altra Baraita: TROVÒ UN OGGETTO CHE NON PORTA UN SEGNO ad esempio delle monete ACCANTO AD UN OGGETTO CHE PORTA UN SEGNO ad esempio una borsa - È TENUTO AD ANNUNCIARE il tutto. VENNE CHI HA IL SEGNO E PRESE IL SUO ad esempio la borsa - L'ALTRO ENTRA IN POSSESSO DELL'OGGETTO CHE NON PORTA UN SEGNO cioé le monete se il proprietario della borsa non ha detto che le monete erano nella borsa e gli appartenevano. Ciò contraddice la Baraita precedente secondo la quale, se tutte le monete si trovavano fuori dalla borsa, non vi era modo di recuperarle.
La Ghemara spiega la differenza tra le due Baraitot:
Disse R'Zvid: Non vi è qui alcuna difficoltà a riconciliare le due Baraitot. Questa la prima parla di una gerla e fuori da lei del lino nel qual caso se la gerla non presenta segni di lino si può star sicuri che non vi è alcun nesso tra loro. Questa la seconda parla di un cesto e fuori da lui dei frutti nel qual caso anche se il cesto non presenta tracce di frutti ancora è possibile che tutti i frutti siano scivolati fuori ed appartengano al padrone del cesto.
La Ghemara suggerisce una diversa spiegazione:
R'Pappa disse: Sia questa che quella si occupano di un cesto e dei frutti, ma non vi è difficoltà: Questa la seconda Baraita parla del caso in cui vi era restato qualcosa alcuni frutti nel cesto e quella parla del caso in cui non vi era restato nulla nel cesto e non vi è alcuna prova che i frutti fossero prima nel cesto.
La Ghemara suggerisce ancora due spiegazioni:
E se vuoi di': Sia questa che quella si occupano del caso in cui non era restato nulla dentro il cesto, e non vi è difficoltà: Questa la seconda Baraita parla del caso in cui l'apertura del cesto è rivolta verso i frutti, e quella parla del caso in cui l'apertura del cesto non è rivolta verso i frutti.
E se vuoi di': Sia questa che quella si occupano del caso in cui  l'apertura del cesto è rivolta verso i frutti, e non vi è difficoltà: Questa la prima Baraita parla del caso in cui il cesto è dotato di un orlo e se i frutti fossero caduti dal cesto, certo qualcuno si sarebbe fermato in corrispondenza dell'orlo, e se questo non avviene si può esser certi che i frutti non erano mai nel cesto, questa la seconda Baraita parla del caso in cui il cesto non è dotato di un orlo e se anche tutti i frutti sono fuori, nessuno può dire che non fossero stati dentro.
 

La Ghemara prende in esame il prossimo caso della Mishna:
Trovò MUCCHI DI FRUTTA, MUCCHI DI MONETE è tenuto ad annunciarne il ritrovamento.
La Ghemara deduce:
Impara da qui che il numero è un segno di riconoscimento perché quale altro segno di riconoscimento vi può essere in un mucchio di frutti o in un mucchio di monete?
La Ghemara respinge questa deduzione:
La Mishna insegna: Un mucchio di frutti e cioé che i frutti sono ammucchiati invece che sparsi e quindi non sono caduti ma sono stati messi lì dal proprietario.
La Ghemara deduce: 
Impara da qui che il luogo è un segno di riconoscimento e chi verrà a dire che ha lasciato in quel luogo un mucchio di frutti avrà diritto alla restituzione.
La Ghemara respinge questa deduzione:
Ma la Mishna insegna: Dei mucchi di frutti cioé che vi sono alcuni gruppi e torna possibile la deduzione che il numero sia il segno di riconoscimento. Dalla nostra Mishna non è possibile dimostrare né uno né l'altro.
 

La Ghemara prende in esame il prossimo caso della Mishna:
Trovò TRE MONETE UNA SULL'ALTRA.
La Ghemara chiarisce:
Disse R'Yitzchak Migdelaa: E ciò quando sono disposti come delle torri.
La Ghemara conferma quanto detto da R'Yitzchak Migdelaa con una Baraita:
Anche una Baraita insegna così: TROVÒ DELLE MONETE SPARSE - APPARTENGONO A LUI, DISPOSTE COME TORRI - È TENUTO AD ANNUNCIARE. E QUESTE SONO DISPOSTE COME TORRI - TRE MONETE UNA SULL'ALTRA.
La Ghemara svela una contraddizione nelle parole della Baraita:
Questa Baraita è di per sé difficile, dicesti: TROVÒ DELLE MONETE SPARSE - APPARTENGONO A LUI, vuol dire che se sono appoggiate da una parte su un'altra moneta - è tenuto ad annunciare. Enunciamo la sefa: DISPOSTE COME TORRI - È TENUTO AD ANNUNCIARE, vuol dire che se sono appoggiate da una parte su un'altra moneta - appartengono a lui. Ecco che la sefa contraddice la resha!
La Ghemara spiega:
Il Tanna quando non sono disposte come torri - le chiama "sparse", anche quando sono appoggiate da una parte ad una moneta e dall'altra al terreno può darsi che siano così per caduta e non perché il proprietario le ha disposte così.
La Ghemara chiarisce ancora:
Disse R'Chanina: Non insegnarono che deve annunciare il ritrovamento di tre monete se non nel caso in cui siano di tre diversi re, ma se ha trovato tre monete di un solo re - non è tenuto ad annunciare.
La Ghemara chiede: 
Come sarebbe a dire? Se son disposte come torri - persino di un solo re anche deve annunciare, e se non son disposte come torri - persino di tre re anche non deve annunciare! 
La Ghemara propone un'ammenda alle parole di R'Chanina:
Invece se è stato detto, così è stato detto: Non insegnarono che deve annunciare il ritrovamento di tre monete se non nel caso in cui siano di un solo re ma come se fossero tre re. E come sarebbe a dire? Che son disposte come torri - quella larga di sotto, quella mediana sopra quella, la piccola sopra la mediana, nel qual caso diciamo: Così certo son state poste. Ma se sono di un solo re, che son le une come le altre, anche se si trovano assieme sovrapposte - appartengono a lui che le ha trovate, infatti diciamo che così è successo e sono cadute assieme una sull'altra.
 

La Ghemara porta un parere discordante:
Ma R'Yochanan disse: Persino se ha trovato tre monete di un solo re, anche deve annunciare il loro ritrovamento.
La Ghemara obietta:
Cosa annuncia? A quanto pare annuncia il numero, ma allora perché la Mishna ha detto tre? Persino due, anche! Una volta che non è richiesta la forma a torre perché le monete sono uguali, anche due monete sovrapposte sono un segno di riconoscimento! Quindi il rinvenitore annunci che ha trovato due monete e il proprietario fornisca il segno, e cioé che le due monete erano sovrapposte.
La Ghemara spiega:
Disse Ravina: Una moneta, questo è quello che il rinvenitore annuncia e il proprietario deve dire quante erano e in che posizione erano disposte.
 

La Ghemara chiarisce l'obbligo di annunciare il ritrovamento di monete disposte in altre posizioni:
Pose il problema R'Yirmya: Se uno trovò delle monete disposte in forma di braccialetto, come è l'halacha? In fila, come è? Come un treppiede, com'è? Come una scala, com'è?
La Ghemara risponde:
Risolvi da questo responso uno dei quesiti, infatti disse R'Nachman in nome di Rabba bar Avua: Ogni cumulo di monete che se introduce tra loro uno stecchino può sollevarle tutte in una volta - è tenuto ad annunciare. E siccome in questa maniera è possibile sollevare una scalinata di monete, è questa forma che bisogna annunciare.
 

La Ghemara continua a chiarire le leggi della restituzione di monete poste in forme particolari:
Pose il problema R'Ashi: [daf 25b] Se uno trovò delle monete disposte in forma di braccialettocome le pietre nella casa di Kulis, come è l'halacha?
La Ghemara risponde: 
Vieni a sentire una prova da una Baraita, infatti insegna una Baraita: TROVÒ DELLE MONETE SPARSE - APPARTENGONO A LUI, DISPOSTE COME LE PIETRE DELLA CASA DI KULIS - È TENUTO AD ANNUNCIARE. E COSÌ SONO DISPOSTE LE PIETRE DELLA CASA DI KULIS: UNA DI QUA E UNA DI LÀ E UNA SOPRA AD ESSE.
 

La Ghemara illustra un altro din a proposito di chi trova delle monete:
Insegnarono Rabbanan: CHI TROVA UN SELA' AL MERCATO, E LO INCONTRÒ UN SUO AMICO E DISSE: È MIA, È NUOVA, È DI NERONE, È DEL DATO RE - NON HA DETTO NULLA. E NON È TUTTO, MA PERSINO SE IL SUO NOME FOSSE SCRITTO SU DI ESSA - NON HA DETTO NULLA, PERCHÉ NON VI SONO SEGNI DI RICONOSCIMENTO PER LE MONETE.
La Ghemara rivela la ragione di questa ultima legge:
Infatti chi l'ha trovata potrebbe dire a costui che sostiene di esserne il proprietario: Forse l'ha usata per pagare, ed è caduta da un'altra persona.
 

Mishna: TROVÒ DIETRO A UN TAVOLATO O DIETRO A UN RECINTO DEI PULCINI LEGATI, O NEI SENTIERI TRA I CAMPI - NON LI TOCCHI. TROVÒ UN OGGETTO NEI RIFIUTI, SE È RICOPERTO - NON LO TOCCHI, SE È SCOPERTO - LO PRENDA E ANNUNCI.
 

Gemara. La Ghemara spiega l'inizio della Mishna:
Per quale ragione chi trova i pulcini non deve prenderli? Perché diciamo: Quella gente li ha nascosti, e se lui li prende - i proprietari non avranno più alcun segno di riconoscimento su di loro, per questo si deve lasciarli stare fino a che verranno i loro proprietari e se li prenderanno.
La Ghemara obietta:
E perché? Che sia la legatura un segno di riconoscimento!
La Ghemara spiega:
Disse R'Abba bar Zabda in nome di Rav: La Mishna si occupa di pulcini legati per le ali, che tutti li legano così e la legatura non costituisce un segno di riconoscimento.
La Ghemara continua ad obiettare:
E che sia il luogo dove li ha trovati un segno di riconoscimento!
La Ghemara spiega:
Disse R'Ukva bar Chama: La Mishna si occupa di pulcini in grado di saltellare qua e là, per cui l'esatto punto del ritrovamento non è un segno di riconoscimento.
La Ghemara obietta:
Se si tratta di pulcini in grado di saltellare qua e là - forse son venuti dall'ambiente esterno al posto dove ora si trovano e sono permessi a chi li trova perché non portano alcun segno!
La Ghemara spiega:
Si può dire che sono venuti dall'ambiente esterno come si può dire che qualcuno li ha nascosti, e viene ad esserci il dubbio che siano stati posati lì, e disse R'Abba bar Zabda in nome di Rav: Ogni volta che c'è il dubbio che sia stato posato un oggetto in un dato posto - lechatchila non lo prenda, e se lo prese - non lo restituisca.
 

La Ghemara riporta il prossimo passo della nostra Mishna:
TROVÒ UN OGGETTO NEI RIFIUTI, SE È RICOPERTO - NON LO TOCCHI, SE È SCOPERTO - LO PRENDA E ANNUNCI.
La Ghemara indica una Baraita che contraddice le parole della Mishna:
E gli gettarono addosso una Baraita contraddicente: TROVÒ UN OGGETTO SEPOLTO NEI RIFIUTI - LO PRENDA E ANNUNCI, PERCHÉ È TIPICO DEI RIFIUTI ESSERE RIMOSSI.
La Ghemara risolve la contraddizione:
Disse R'Zvid: Non è difficile risolvere la contraddizione tra quest'ultima Baraita e la nostra Mishna: Questa la Mishna si occupa di uno che trovò nei rifiuti brocche e bicchieri, questa la Baraita si occupa di uno che trovò nei rifiuti coltelli e forchette. Brocche e bicchieri che sono oggetti cospicui e, se sono sepolti nei rifiuti, è probabile che qualcuno ce l'ha messi - non li tocchi, mentre invece coltelli e forchette che sono oggetti incospicui e, se si trovano nei rifiuti, è probabile che ci siano caduti per caso - li raccolga e annunci il loro ritrovamento.
La Ghemara riporta un'altra soluzione della contraddizione:
Ma R'Pappa disse: Sia questa la Mishna che quella la Baraita si occupano di brocche e bicchieri, ma non è difficile risolvere la contraddizione: Qui nella Baraita gli oggetti son sepolti in rifiuti che vanno rimossi e per questo il primo che li trova ha l'obbligo di annunciarne lo smarrimento e restituirli ai proprietari, qui nella Mishna gli oggetti son sepolti in rifiuti che non vanno rimossi e l'oggetto resta lì il tempo sufficiente ai proprietari per venirlo a prendere, nel caso, possibile, che essi stessi ve lo abbiano posto. 
La Ghemara obietta:
Se la Baraita parla di rifiuti che vanno rimossi allora siamo di fronte ad una perdita intenzionale! Se uno ha messo delle brocche e dei bicchieri nei rifiuti che vengono di volta in volta rimossi, vuol dire che se ne vuole sbarazzare!
La Ghemara corregge la spiegazione precedentemente fornita:
Piuttosto diciamo che si tratta di rifiuti che non vanno normalmente rimossi, ma cambiò idea e decise di rimuoverli. In questo caso, se qualcuno nascose degli oggetti tra quei detriti, era perché pensava che non sarebbero stati rimossi per un tempo abbastanza lungo per venire a riprenderseli, ora che quello decise improvvisamente di spostare i detriti, deve annunciare gli oggetti che vi trova, per permettere ai proprietari di recuperarli.
La Ghemara solleva un'obiezione a R'Zvid:
Questa spiegazione della Baraita, per cui si tratta di rifiuti che non vengono normalmente rimossi, va bene per R'Pappa - infatti è per questo che la Baraita insegna: PERCHÉ È TIPICO DEI RIFIUTI ESSERE prima o poi RIMOSSI. Ma per R'Zvid secondo il quale la Baraita parla di coltelli e forchette che vanno a finire nei rifiuti senza intenzione dei proprietari cosa vuol dire PERCHÉ È TIPICO DEI RIFIUTI ESSERE RIMOSSI? In ogni caso, che i rifiuti vadano rimossi o no, oggetti piccoli che vi caddero contro l'intenzione dei proprietari vanno raccolti e restituiti!
La Ghemara rilegge la Baraita nella maniera che va bene anche a R'Zvid:
La Baraita parla di rifiuti che non vanno rimossi e ammette che oggetti grandi, se vi vengono trovati, non si debbono toccare. Oggetti piccoli, tuttavia, vanno raccolti e restituiti perché è tipico dei rifiuti che vi vadano a finire oggetti piccoli e non si presume che vi siano stati messi di proposito.
 

Mishna: TROVÒ un oggetto TRA LE MACERIE O IN UN VECCHIO MURO - APPARTENGONO A LUI. TROVÒ un oggetto IN UN MURO NUOVO, LA SUA METÀ VERSO L'ESTERNO -  È SUA, LA SUA METÀ VERSO L'INTERNO - È DEL PADRONE DI CASA. SE ERA SOLITO DARLA IN AFFITTO AD ALTRI - PERSINO se uno trovò l'oggetto ALL'INTERNO DELLA CASA APPARTIENE A LUI.
 

Ghemara. La Ghemara riporta una Baraita che chiarisce il significato del primo insegnamento della Mishna:
Insegnò una Baraita a proposito di oggettI trovato in una rovina o in un vecchio muro: PERCHÉ il rinvenitore PUÒ DIRE: APPARTENGONO DEGLI EMOREI.
La Ghemara chiede:
Solo gli Emorei nascondono oggetti nei muri, Israel non nascondono?
La Ghemara risponde:
Non è necessario l'insegnamento della Mishna se non nel caso

È permesso copiare e divulgare la presente pagina a condizione che a capo e a piè pagina sia riportata la scritta da "Chavruta" di Rav Mordechai Goldstein