La Ghemara riporta una nuova Baraita:
Rabbanan insegnarono in una Baraita:
C'È UNA SITUAZIONE AGGRAVANTE NEL TORO CHE NON C'È
NEL POZZO,
C'È UNA SITUAZIONE AGGRAVANTE NEL POZZO CHE NON C'È
NEL TORO.
LA SITUAZIONE AGGRAVANTE DEL TORO CHE NON C'È NEL POZZO È
CHE
- IL TORO segnalato per aver incornato tre volte, che uccida
un uomo, il proprietario PAGA IL RISCATTO,
- È TENUTO A PAGARE I TRENTA shekel DELLO SCHIAVO,
- A GIUDIZIO AVVENUTO quando il toro viene ucciso per aver ucciso
un uomo, il suo corpo È PROIBITO AL GODIMENTO,
- È SOLITO A RECAR DANNI ANDANDO IN GIRO,
COSA CHE NON AVVIENE PER IL POZZO.
LA SITUAZIONE AGGRAVANTE NEL POZZO CHE NON C'È NEL TORO È
CHE
- IL POZZO È ATTO A RECAR DANNO FIN DALL'INIZIO DELLA SUA
ESECUZIONE,
- È FIN DALL'INIZIO SEGNALATO,
COSA CHE NON AVVIENE PER IL TORO. [daf
10a]
C'È UNA SITUAZIONE AGGRAVANTE NEL TORO CHE NON C'È
NEL FUOCO,
C'È UNA SITUAZIONE AGGRAVANTE NEL FUOCO CHE NON C'È
NEL TORO.
LA SITUAZIONE AGGRAVANTE DEL TORO CHE NON C'È NEL FUOCO È
CHE
- IL TORO PAGA IL RISCATTO,
- È TENUTO A PAGARE I TRENTA DELLO SCHIAVO,
- A GIUDIZIO AVVENUTO È PROIBITO AL GODIMENTO,
- SE LO DA' IN CUSTODIA AL SORDO, ALLO STOLTO O AL MINORE, È
COLPEVOLE dei danni da esso arrecati.
COSA CHE NON AVVIENE PER IL FUOCO.
LA SITUAZIONE AGGRAVANTE NEL FUOCO CHE NON C'È NEL TORO È
CHE
- IL FUOCO È SEGNALATO FIN DAL SUO INIZIO,
COSA CHE NON AVVIENE PER IL TORO.
C'È UNA SITUAZIONE AGGRAVANTE NEL FUOCO CHE NON C'È
NEL POZZO,
C'È UNA SITUAZIONE AGGRAVANTE NEL POZZO CHE NON C'È
NEL FUOCO.
LA SITUAZIONE AGGRAVANTE NEL POZZO CHE NON C'È NEL FUOCO È
CHE
- È ATTO A RECAR DANNO FIN DALL'INIZIO DELLA SUA ESECUZIONE,
- SE LO DA' IN CUSTODIA AL SORDO, ALLO STOLTO O AL MINORE, È
COLPEVOLE dei danni da esso arrecati.
COSA CHE NON AVVIENE PER IL FUOCO.
LA SITUAZIONE AGGRAVANTE NEL FUOCO CHE NON C'È NEL POZZO È
CHE
- IL FUOCO È SOLITO A RECAR DANNI ANDANDO IN GIRO,
- È TALE DA CONSUMARE SIA COSE ADATTE AD ESSO CHE COSE NON
ADATTE AD ESSO,
COSA CHE NON AVVIENE PER IL POZZO.
La Ghemara prende in esame la resha
della Baraita e obietta:
E che il Tanna della Baraita insegni anche: C'è
una situazione aggravante nel toro che non c'è nel pozzo, ed
è che il Tanna nell'insegnare il toro ha condannato il
suo proprietario a pagare per esso il danno causato a gli oggetti,
cosa che non avviene per il pozzo in cui gli oggetti che eventualmente
vi sono caduti non vengono risarciti dal proprietario del pozzo, secondo
l'insegnamento di Rabbanan.
La Ghemara spiega:
Quella Baraita che stiamo esaminando di chi è? Di
R'Yehuda il quale condanna al pagamento in caso di danni a oggetti
caduti in un pozzo.
La Ghemara respinge la spiegazione:
Se Baraita che stiamo esaminando è di R'Yehuda, prendiamo
in coinsiderazione la sefa:
LA SITUAZIONE AGGRAVANTE NEL FUOCO CHE NON C'È NEL POZZO
È CHE
- IL FUOCO È SOLITO A RECAR DANNI ANDANDO IN GIRO,
- È TALE DA CONSUMARE SIA COSE ADATTE AD ESSO CHE COSE NON
ADATTE AD ESSO,
COSA CHE NON AVVIENE PER IL POZZO.
COSE ADATTE AD ESSO cosa sarebbero? Legna che si è soliti
mettere nel fuoco. COSE NON ADATTE AD ESSO cosa sarebbero? Oggetti che
non si è soliti mettere nel fuoco. Ora la Baraita conclude: COSA
CHE NON AVVIENE PER IL POZZO quindi per la Baraita gli oggetti danneggiati
dal pozzo non vengono risarciti. Se tu dici che la Baraita è
di R'Yehuda, non può essere infatti tu hai detto che R'Yehuda
condannava al pagamento in caso di danni a oggetti caduti in
un pozzo!
La Ghemara ritorna sui suoi passi:
Piuttosto diciamo che resta fermo che la Baraita in questione
è
di Rabbanan e non di R'Yehuda, e il Tanna ha tralasciato
di insegnare questa situazione aggravante del toro che, a differenza
del pozzo, viene condannato al risarcimento dei danni arrecati agli oggetti.
La Ghemara muove la domanda di prammatica
in questo caso:
Cosa ancora ha tralasciato che questo ha tralasciato? Non
si considera possibile che il Tanna abbia tralasciato una sola cosa, e
quindi per accettare che abbia tralasciato una cosa bisogna dimostrare
che ne abbia tralasciata un'altra.
La Ghemara risponde:
Ha tralasciato di insegnare che se un toro danneggia un oggetto
celato, come un toro che avesse colpito un sacco contenente oggetti
e li avesse rotti, il proprietario del toro deve pagare il danno.
La Ghemara propone un'altra soluzione:
E se vuoi di': Resta fermo che la Baraita è opera di
R'Yehuda,
solo che quando la Baraita accenna a COSE NON ADATTE AD ESSO non
è per alludere a oggetti danneggiati dal fuoco,
ma per alludere
a
un fuoco che si propagò sul suo campo arato e ne annerì
le pietre.
La Ghemara porta un'altra obiezione
del tipo della precedente:
Sollevò R'Ashi un'obiezione al riguardo della resha
della Baraita: Che il Tanna della Baraita insegni anche:
C'è
una situazione aggravante nel toro che non c'è nel pozzo, ed
è che il Tanna nell'insegnare il toro ha condannato il
suo proprietario a pagare per esso il danno causato dal suo toro
a un toro che divenne inadatto ai sacrifizi, venne riscattato e
divenne profano, ma ciò nonostante non può essere dato in
pasto ai cani, cosa che non avviene per il pozzo in cui un toro
divenuto inadatto ai sacrifizi che vi fosse caduto e fosse morto, non deve
essere risarcito dal proprietario del pozzo.
La Ghemara domanda:
Se ancora ancora hai detto che la Baraita in discussione è
opera di Rabbanan la risposta è che già che il
Tanna ha tralasciato questo il danno arrecato agli oggetti e agli
oggetti celati ha tralasciato anche questo il danno arrecato al
toro che divenne inadatto ai sacrifizi, ma se tu dicessi che la
Baraita è opera di R'Yehuda, ci dobbiamo chiedere Cosa
ancora
ha
tralasciato che questo ha tralasciato?
La Ghemara risponde:
Ha tralasciato il danno arrecato da un toro che calpesta
sistematicamente il suo campo arato. Tale danno non esiste evidentemente
a carico del pozzo, e siccome il Tanna della Baraita ha tralasciato tale
danno, si può dire che ha tralasciato anche il danno arrecato al
toro che divenne inadatto ai sacrifizi.
La Ghemara respinge questa possibilità:
Quanto a un danno arrecato da un toro che calpesta sistematicamente
il suo campo arato, questa non è una cosa tralasciata, infatti la
Baraita insegna a proposito del toro CHE È SOLITO A RECAR
DANNI ANDANDO IN GIRO e questo elemento aggravante comprende anche
il calpestare il campo arato.
La Ghemara prende in esame un altra
proposizione della nostra Mishna:
SE HO RESO POSSIBILE PARTE DEL SUO DANNO.
La Ghemara riportano una Baraita:
Rabbanan insegnarono in una Baraita: SE HO RESO POSSIBILE
PARTE DEL SUO DANNO - MI SONO RESO RESPONSABILE DEL PAGAMENTO DEL SUO DANNO
COME SE AVESSI RESO POSSIBILE TUTTO IL DANNO. COME? UNO CHE SCAVA UN POZZO
DI NOVE tefachim E VIENE UN ALTRO E LO PORTA A DIECI - L'ULTIMO
È COLEVOLE.
La Ghemara aggiunge:
E non secondo Rebbi, come insegna la Baraita: UNO CHE SCAVA UN POZZO
DI NOVE tefachim E VIENE UN ALTRO E LO PORTA A DIECI - L'ULTIMO
È COLEVOLE. REBBI DICE: SECONDO L'ULTIMO IN CASO DI MORTE, SECONDO
TUTTI DUE IN CASO DI DANNO.
La Ghemara conclude:
R'Pappa disse: La Baraita si riferisce a un caso di morte,
e il verdetto di colpevolezza per l'ultimo è all'unanimità.
La Ghemara riporta un'altra
versione della conclusione:
E ci son quelli che dicono: Diciamo che la Baraita non sia
secondo Rebbi. Disse R'Pappa: La Baraita si riferisce a un caso
di morte, e il verdetto di colpevolezza per l'ultimo è all'unanimità.
La Ghemara riporta un'obiezione:
Sollevò R'Zera un'obiezione al riguardo della spiegazione
fornita dalla Baraita: E altri esempi non ci sono? Eppure c'è
il
caso di uno che consegnò il proprio toro a cinque persone
perché
lo custodissero, ma uno di loro tralasciò di occuparsene e il
toro fece un danno - il verdetto è che lui solo è
colpevole di tutto il danno.
La Ghemara respinge l'obiezione
con il seguente ragionamento:
Come si presenta il caso? Diciamo che senza di lui non era dato
di custodirlo, era un toro tale che solo cinque uomini possono custodirlo,
è
ovvio che è lui che ha causato il danno da solo tralasciando
il proprio contributo alla custodia del toro e gli altri non hanno nessuna
colpa perché erano presenti, ma in quattro il toro non era custodibile.
Se
invece senza di lui era ugualmente custodibile, cosa ha fatto di male?
In tal caso non ha alcuna colpa, ma tutta la colpa cade su quelli che erano
presenti e non hanno custodito. Quindi questo caso non ha nulla a che fare
con quello del pozzo di nove portato a dieci.
La Ghemara riporta un'altra obiezione:
Sollevò R'Sheshet un'obiezione al riguardo della spiegazione
fornita dalla Baraita: E altri esempi non ci sono? Eppure c'è
il
caso di uno che aggiunge fasci di rami secchi al fuoco acceso da
un altro fino a far prender fuoco la siepe del vicino. In questo caso la
causa del danno è il fuoco e le poche fascine aggiunte non hanno
fatto altro che avvicinarlo di poco alla siepe.
La Ghemara respinge l'obiezione
con il seguente ragionamento:
Come si presenta il caso? [daf 10b]
Se senza di lui il fuoco non si era propagato fino ad arrivare
alla siepe, è ovvio che solo lui è colpevole, perché
senza il suo contributo il fuoco non sarebbe mai arrivato alla siepe e
non avrebbe fatto alcun danno ad essa, ma se si sarebbe propagato anche
senza
di lui, cosa ha fatto di male se ha aggiunto delle fascine? È
chiaro che non vi è una partecipazione del tipo del pozzo di nove
portato a dieci.
La Ghemara riporta un'altra obiezione:
Sollevò R'Pappa un'obiezione al riguardo della spiegazione
fornita dalla Baraita: E altri esempi non ci sono? Eppure c'è
il caso insegnato nella Baraita: CINQUE SEDEVANO SU UNA PANCA E NON LA
RUPPERO, MA VENNE UNO E VI SEDETTE E LA RUPPE - L'ULTIMO È COLPEVOLE.
E disse R'Pappa: Metti che fosse uno come Pappa bar Abba che
era un tipo pesante.
La Ghemara esamina il caso:
Come si presenta il caso? Diciamo che senza di lui la panca
non
si sarebbe rotta, era una panca fatta per sostenere solo quattro persone,
è
ovvio che è lui che ha causato il danno da solo. Nel caso del
pozzo di nove portato a dieci, evidentemente la partecipazione del primo
scavatore, quello che scavò nove spanne, non è controvertibile.
Qui invece i primi quattro non avevano alcun effetto negativo sulla panca.
Se
invece senza di lui si sarebbe ugualmente rotta, cosa ha fatto di male?
In tal caso non ha alcuna colpa, ma tutta la colpa cade sugli altri. Quindi
questo caso non ha nulla a che fare con quello del pozzo di nove portato
a dieci.
La Ghemara chiede:
Alla fin fine come si spiega la Baraita della panca che condanna
l'ultimo che vi si è seduto? Vista l'analisi fatta dalla Ghemara
sopra, perché l'ultimo è stato condannato?
La Ghemara spiega:
La Baraita non deve essere insegnata che nel caso in cui senza di
lui dell'ultimo che vi si sedette si sarebbe rotta in due ore, ma
ora che si è seduto lui si è rotta in un'ora, nel
qual caso gli potrebbero dire quelli che sedevano primna di lui: Se
non c'eri tu, stavamo seduti ancora un po' e ci alzavamo e la panca
non si sarebbe mai rotta. Per questo è tutta colpa dell'ultimo se
la panca si è rotta e i primi non hanno cominciato a romperla, e
quindi questo caso non assomiglia a quello del pozzo di nove portato a
deici, in cui il primo fece gran parte del lavoro.
La Ghemara respinge questa
spiegazione:
Ma che lu gli dica agli altri quattro che sedevano prima di
lui: Se non c'eravate voi e vi foste alzati prima che io mi sedessi,
com
me solo non si sarebbe rotta. Quindi anche voi siete colpevoli
e non come ha deciso la Baraita!
La Ghemara propone un'altra
spiegazione:
La Baraita non deve essere insegnata che nel caso in cui quando
quello il quinto si appoggiò a loro agli altri seduti
sulla panca si spezzò.
La Ghemara obietta:
Ciò è ovvio! Che bisogno ha il Tanna di insegnarlo?
La Ghemara spiega:
Cosa sarebbe se tu dicessi che la sua forza non è lo stesso
del suo corpo e quindi visto che fu la sua forza assieme al corpo degli
altri a causare il danno, gli altri sono colpevoli e lui no? Per questo
il
Tanna ci insegna che la sua forza è lo stesso del suo corpo,
e dovunque il suo corpo romperebbe anche la sua forza romperebbe.
La Ghemara riporta un'obiezione:
E altri esempi che con una piccola partecipazione a un danno
si è colpevoli di tutto il danno non ci sono? Eppure c'è
il caso insegnato nella Baraita: LO BASTONARONO DIECI UOMINI CON DIECI
BASTONI, SIA TUTTI ASSIEME SIA UNO DOPO L'ALTRO, E QUELLO MORÌ -
TUTTI SONO ESENTI. R'YEHUDA BEN BETERA DICE: QUANDO lo bastonarono
UNO DOPO L'ALTRO - L'ULTIMO È COLPEVOLE, IN QUANTO AVVICINÒ
LA SUA MORTE.
La Ghemara risponde:
Il Tanna della Baraita non menzionò questo caso perché
non
ha parlato di casi di omicidio ma solo di danni.
La Ghemara porta un'altra versione
della risposta della Ghemara portata sopra:
E se vuoi di': Il Tanna della Baraita non menzionò questo
caso perché non ha parlato di casi controversi.
La Ghemara obietta:
No!? Eppure la Ghemara a proposito della Baraita del pozzo di
nove portato a dieci dice: E non secondo Rebbi! Quindi anche quello
è un caso controverso!
La Ghemara risponde:
Quando si conclude non come Rebbi ma come Rabbanan il caso è
citabile e non è considerato controverso, quando si conclude
come
R'Yehuda ben Betera e non come Rabbanan non è citabile.
La Ghemara prende in esame
un altro passo della nostra Mishna:
MI SONO RESO RESPONSABILE DEL PAGAMENTO DEL SUO DANNO. Il Tanna
della nostra Mishna non insegna: Mi son reso responsabile del suo danno
che
avrebbe il significato che debbo pagare il prezzo di un toro vivo e la
carogna è mia, ma mi son reso responsabile del pagamento
del suo danno che significa che devo pagare il danno, cioé la
differenza di valore tra la carogna e il toro da vivo e la carogna resta
al danneggiato.
La Ghemara riporta una Baraita
che conferma la conclusione appena tratta:
L'abbiamo già imparato quando Rabbanan insegnarono in una
Baraita: IL PAGAMENTO DEL DANNO - INSEGNA CHE IL PROPRIETARIO SI OCCUPANO
DELLA CAROGNA.
La Ghemara chiede quale sia
la fonte scritturale della decisione halachica presa sopra:
Da dove deriva l'insegnamento che il padrone si occupa della
carogna? Disse R'Ami che il versetto insegna: (Levitico 24, 18)
Chi
colpisce a morte un animale domestico lo paghi, non leggere "lo paghi"
in
ebraico yeshallemenna, ma "lo completi" in ebraico
yashlimenna.
Cioé il danneggiatore paghi la differenza di valore tra l'animale
morto e quello vivo e la carogna resta al proprietario.
La Ghemara riporta una seconda
fonte scritturale per il medesimo din:
R'Kahana disse si impara da qui: (Esodo 22, 12) Se
l'animale
fu
sbranato che il custode porti un testimone che fu sbranato,
non pagherà. Il versetto originale parla di un testimone,
in ebraico 'ed e l'interpretazione halachica legge 'ad che
vuol dire "fino a" - e così legge: Fino allo sbranato paghi,
cioé
paghi la differenza tra l'animale vivo e quello sbranato,
lo sbranato
stesso non paghi cioé la carogna resta al proprietario.
La Ghemara riporta una terza
fonte scritturale:
Chezkya disse si impara da qui: (Esodo 21, 36) A proposito
di un toro che ha danneggiato un altro toro: Paghi un toro al posto
di un toro e il morto sarà per lui - cioé
per
il danneggiato.
La Ghemara conferma quando affermato
sopra:
E così insegnava il Tanna della casa di Cheskya: È
scritto: Paghi un toro al posto di un toro E IL MORTO SARÀ
PER LUI -
cioé PER IL DANNEGGIATO. TU DICI: PER
IL DANNEGGIATO, O NON È ALTRO CHE PER IL DANNEGGIATORE? LO DICESTI:
NON PUÒ ESSERE COSÌ!
La Ghemara chiede:
Cosa vuol dire: NON PUÒ ESSERE COSÌ!
La Ghemara risponde:
Disse Abbaye: Se tu ritenessi che la carogna andasse al danneggiatore,
che il Misericordioso scriva: Un toro al posto di un toro e taccia,
il
seguito del versetto e il morto sarà per lui ache mi serve?
Impara da qui che la carogna va al danneggiato.
La Ghemara spiega la necessità
delle diverse sorgenti scritturali:
Ed è necessario riportare le varie sorgenti perché
se il Misericordioso avesse scritto solo (Levitico 24, 18)
Chi
colpisce a morte un animale domestico lo paghi, potrei pensare
che il proprietario si occupa della carogna solo perché non è
cosa comune che una persona uccida l'animale del suo prossimo, invece
nel
caso dell'animale sbranato che è cosa comune che un animale
domestico venga sbranato da una fiera, diciamo che no il proprietario
non deve occuparsi della carogna, perciò è necessario
insegnare
il versetto (Esodo 22, 12) Se
l'animale
fu sbranato
per insegnare
che anche in questo caso è il proprietario che deve occuparsi della
carogna.
La Ghemara esamina un altro
lato:
E se il Misericordioso ci avesse insegnato solo il versetto
a proposito dello sbranato, che il custode è esentato dall'occuparsi
della carogna perché è senza volere che lui ha causato
che l'animale venisse sbranato, ma uno che colpisce a morte un
animale di suo pugno - diremmo che no che il proprietario non deve
occuparsi della carogna ma chi è responsabile dell'accaduto, perciò
è necessario anche il versetto (Levitico 24, 18)
Chi colpisce
a morte, che ci insegni che anche in questo caso è il proprietario
che deve occuparsi della carogna.
La Ghemara esamina un altro
lato:
E se il Misericordioso ci avesse insegnato solo quei
due versetti, potrei pensare che il proprietario si prende cura della
carogna
qui nel caso di uno che ha colpito a morte l'animale del
suo vicino perché non è cosa solita che uno ammazzi
il toro di un altro e qui nel caso di un toro che fu sbranato perché
il guardiano non lo custodì come si deve perché è
avvenuto senza intenzione del guardiano, tuttavia nel caso di
un toro che colpì a morte un altro toro, per cui è scritto
e
il morto sarà per lui, siccome è cosa solita e
intenzionale perché il toro ha l'intenzione di uccidere,
diciamo
che no, che è il padrone del toro aggressore che deve occuparsi
della carogna. Per questo abbiamo bisogno del versetto e il morto sarà
per lui che ci insegna che anche in questo caso è il proprietario
ad occuparsi della carogna.
La Ghemara esamina un ultimo
lato:
E se il Misericordioso ci avesse insegnato solo E
il morto sarà per lui, potrei pensare che in questo caso
è il proprietario ad occuparsi della carogna, perché è
il denaro cioé il toro che è proprietà del danneggiatore
a
fare il danno, ma qui negli altri casi presi in esame siccome di
persona ha arrecato danno - diciamo che no, che è il padrone
del toro aggressore che deve occuparsi della carogna. Perciò
sono
necessari gli altri due versetti a insegnarci che anche in questi casi
è il proprietario ad occuparsi della carogna.
La Ghemara un nuovo ragionamento:
Disse R'Kahan a Rav: Ma è solo perché
il Misericordioso scrisse E il morto sarà per lui che
noi sappiamo che la carogna va al danneggiato, infatti senza di ciò,
avrei detto che la carogna va al danneggiatore.
La Ghemara attacca questa interpretazione:
Ora se lui stesso il danneggiatore avesse alcuni animali
sbranati potrebbe darglieli al danneggiato come pagamento del danno
arrecato perché lo studioso il Tanna della Baraita disse:
Un
versetto di Esodo 21, 34 che parla del risarcimento dice: Il denaro
EGLI
DOVRÀ RESTITUIRE al proprietario -
PER INCLUDERE
L'EQUIVALENTE DEL DENARO E PERSINO LA PULA! Ora se il danneggiatore
restituisce al danneggiato il suo cioé l'animale sbranato
del danneggiato stesso ciò è un problema tale da richiedere
un versetto per insegnare il contrario? Sembra cosa del tutto legittima
che il danneggiatore dia la carogna al danneggiato e perché ci vorrebbe
un versetto per dirlo?
La Ghemara risponde:
In effetti è così e il versetto che insegna che la carogna
va al danneggiato non serve che al calo della carogna e cioè
che il calo di valore della carogna dal momento della morte fino al momento
del verdetto del tribunale è a carico del danneggiato.
La Ghemara tenta di rifarsi a
una machloket
di Tannaim:
Diciamo che il calo della carogna è una diatriba tra Tannaim
perché una Baraita insegna: (Esodo 22, 12) SE l'animale
FU
SBRANATO che il custode PORTI UN TESTIMONE |