La Ghemara risponde:
Gli serve per quanto dice la Baraita: E USCIRÀ NELL'ANNO
DELLO YOVEL - [daf 16a] RIGUARDA
lo
schiavo ebreo venduto alL'IDOLATRA CHE È IN TUO POTERE, O FORSE
RIGUARDA lo schiavo ebreo venduto alL'IDOLATRA CHE NON È
IN TUO POTERE? DIRESTI: all'idolatra che non è in tuo potere
COSA
MAI GLI PUOI FARE? DUNQUE IL VERSETTO DI ALTRI NON PARLA SE NON DELlo
schiavo ebreo venduto alL'IDOLATRA CHE È IN TUO POTERE
per
insegnarti che, benché l'idolatra sia in tuo potere, se lo schiavo
ebreo non viene riscattato con l'intera somma con cui fu venduto, resta
in suo potere fino all'anno dello Yovel.
La Ghemara riporta il secondo din
della nostra Mishna:
E CON UNO SHETAR lo schiavo ebreo
si acquista anche con uno shetar.
La Ghemara si informa:
E da dove lo impariamo?
La Ghemara risponde:
Disse Ulla: Disse il versetto: (Esodo 21, 10) Se si prenderà
un altra, la paragonò la Scrittura la schiava ebrea all'altra
donna
che il padrone prende in sposa con i kiddushin, come l'altra
donna
si
acquista con uno shtar, così anche la schiava ebrea si acquista
con uno shtar.
La Ghemara chiede:
Ammettiamolo per chi sostiene che lo shtar della schiava
ebrea lo scrive il padrone, tuttavia per chi sostiene che lo shtar della
schiava ebrea lo scrive il padre, cosa si può dire? Come si
può imparare lo shtar di un venditore (in questo caso il
padre) dallo shtar di un compratore (in questo caso il marito) ?
La Ghemara riporta la machloket
qui ricordata:
Perché fu detto: Lo shtar della schiava ebrea chi
lo scrive? R'Huna disse: Lo scrive il padrone che la acquista, R'Chisda
disse: Lo scrive il padre che la vende. Vada per R'Huna è
possibile istituire un hekkesh tra l'altra donna che il padrone
consacra e la schiava ebrea che egli acquista, tuttavia per R'Chisda,
cosa si può dire?
Dunque se dallo shtar dei kiddushin
non possiamo imparare lo shtar
della schiava ebrea, da dove lo impariamo?
La Ghemara risponde:
Disse R'Acha bar Ya'akov: Disse il versetto: (Esodo 21, 7) Non
esca come escono gli schiavi, ma viene acquistata con il kinyan
degli schiavi, e quale sarebbe? Lo shtar.
La Ghemara chiede:
E se dicessimo: Ma viene acquistata con il kinyan degli schiavi,
e quale sarebbe? La chazaka.
La Ghemara rivela l'esistenza di un
versetto che esclude la schiava ebrea dalla chazaka:
Disse il versetto che parla degli schiavi cananei (Levitico
25, 46) E lascerete costoro ai vostri figli dopo di voi, costoro
gli
schiavi cananei che si acquistano tramite chazaka - e non un
altro la schiava ebrea che non si acquista tramite chazaka.
La Ghemara chiede:
E se dicessimo: Costoro tramite shtar - e non un altro
la
schiava ebrea tramite shtar?
La Ghemara risponde:
Ma è scritto: Non esca come escono gli schiavi cioé
tramite una menomazione inflittagli dal padrone ma venga acquistata con
il kinyan degli schiavi e cioé con lo
shtar e va da
sé che l'esclusione insegnata da costoro
nei riguardi della
schiava ebrea si riferisce alla chazaka e non allo shtar.
Visto che abbiamo due fonti scritturali, una che
insegna che la schiava ebrea viene acquistata con un kinyan adatto
ad acquistare uno schiavo cananeo, ed uno che esclude per il suo acquisto
un tipo di kinyan benché esso sia valido per acquistare uno
schiavo cananeo, la Ghemara si chiede:
Cosa ti è sembrato di includere lo shtar e di
escludere la chazaka? Forse è vero il contrario?
La Ghemara risponde:
Sembra di più che si debba includere lo shtar perché
esso fa uscire la figlia di Israel dal matrimonio.
La Ghemara obietta:
Al contrario! La chazaka si deve includere, infatti acquista
i beni dello straniero che morì senza laciare eredi e i suoi
beni sono abbandonati e la chazaka ha il potere di acquisto su beni
abbandonati, cosa che non avviene per lo shtar!
La Ghemara spiega:
Nelle questioni matrimoniali ad ogni modo la chazaka non
la troviamo come atto capace di determinare un kinyan mentre
lo shtar ha potere nelle cose matrimoniali, esso infatti determina
il divorzio.
La Ghemara riporta un'altra ragione
per includere lo shtar ed escludere la chazaka:
Se vuoi di': A questo serve il versetto (Esodo 21, 10) Se
un'altra che la paragona alla donna sposata con kiddushin
e ci dice che dei due kinianim adatti ad acquistare lo schiavo cananeo,
lo shtar, con cui viene acquistata la donna, è adatto ad
acquistare la schiava ebrea e non la chazaka.
La Ghemara chiede:
E R'Huna che impara lo shtar per la schiava ebrea da
Se
si prenderà un'altra quel versetto Non esca come
escono gli schiavi come lo interpreta?
La Ghemara risponde:
Quello gli serve per imparare che la schiava ebrea non esce
tramite gli organi principali, se il padrone le avesse
causato in essi qualche menomazione, come esce invece in libertà
uno
schiavo cananeo se il padrone gli causò una menomazione. Ora
quando un versetto è servito per una interpretazione non può
essere usato anche per una deduzione e cioé Non esca come escono
gli schiavi ma venga acquistata come gli schiavi.
La Ghemara chiede:
E R'Chisda che invece deduce da esso cosa dirà? Dirà:
Se
così è che da esso si impara che la schiava ebrea non
esce tramite gli organi principali, che il versetto scriva: Non
esca come gli schiavi, cos'è come escono
gli schiavi? Impara da esso entrambi i dinim, e cioé
da Non esca come gli schiavi si impara che non esce tramite una
menomazione e da escono impara che
gli schiavi escono tramite una menomazione e lei con una menomazione non
esce ma entra in possesso del padrone con i kinyanim adatti per
gli schiavi.
La Ghemara ritorna alla nostra Mishna:
E COMPRA SÉ STESSO TRAMITE GLI ANNI perché è
scritto: (Esodo 21, 2) Sei anni serva e nel settimo ecc.
Continua la Mishna TRAMITE LO YOVEL perché è
scritto: Fino all'anno dello Yovel lavori con te.
Continua la Mishna CON IL CONGUAGLIO toglie dalla somma per
cui fu acquistato la parte corrispondente agli anni di lavoro già
prestato, paga ciò che resta ed esce in libertà. Disse
Chezkiya perché è scritto: E la riscatterà,
insegna che fa il conguaglio del suo riscatto ed esce.
La Ghemara riporta una Baraita che
enumera i modi con cui uno schiavo ebreo esce in libertà prima dei
sei anni:
Insegna una Baraita: ED ACQUISTA SÉ STESSO TRAMITE DANARO,
TRAMITE EQUIVALENTE DI DANARO E TRAMITE SHTAR.
La Ghemara obietta:
Ammesso che il danaro valga a farlo uscire in libertà
infatti
è scritto: (Levitico 25, 51) Dal danaro del suo acquisto.
L'equivalente del danaro anche, restituisca il suo riscatto disse
il Misericordioso - per includere l'equivalente al danaro che sia come
il danaro, ma quello shtar come sarebbe a dire? Diciamo che abbia
scritto lo schiavo al padrone uno shtar sul danaro del suo
acquisto, impegnandosi a pagare la stessa somma per il suo riscatto,
è
lo stesso che il danaro, perché il Tanna avrebbe dovuto enumerarlo
come un modo a sé stante di ottenere la libertà?
Piuttosto
diciamo
che si tratta di uno shtar di liberazione
in cui il padrone
scrive allo schiavo: Eccoti un uomo libero, a cosa serve uno shtar?
Gli dica alla presenza di due testimoni:
Vattene! Oppure gli dica
dinnanzi a un Bet Din: Vattene!
La Ghemara spiega:
Disse Rava: Ciò vuol dire che il corpo dello schiavo ebreo
è acquisito dal padrone per sei anni, e anche se il
padrone ha condonato la sua perdita, la sua perdita non è condonata
perché
si può rinunciare ad una somma ma non si può annullare un
kinyan
e per far questo ci vuole uno shtar.
La Ghemara riporta la
continuazione della nostra Mishna:
HA PIÙ DI LUI LA SCHIAVA EBREA che acquista sé
stessa tramite i segni della pubertà.
La Ghemara prende in esame
un altro tipo ipotetico di uscita dalla schiavitù che non è
scritto nella nostra Mishna:
Disse Resh Lakish: Una schiava ebrea acquista sé stessa in
occasione della morte del padre liberandosi dalla potestà
del padrone, in forza di un kal
vachomer : Se i segni della pubertà, che non fanno uscire
dalla potestà del padre, fanno uscire dalla potestà del padrone,
la morte che fa uscire dalla potestà del padre, non è logico
che faccia uscire dalla potestà del padrone?
La Ghemara obietta:
Obiettò R'Oshaya dalla nostra Mishna: HA PIÙ DI LUI
LA SCHIAVA EBREA CHE ACQUISTA SÉ STESSA TRAMITE I SEGNI DELLA PUBERTÀ
e se fosse vero che anche la morte del padre la mette in libertà
che
la Mishna insegni anche la morte del padre!
La Ghemara risponde:
Il Tanna insegnò nella Mishna alcuni modi con cui la
schiava ebrea esce in libertà e lasciò da parte altri
modi e questa non è una valida argomentazione contro Resh Lakish.
La Ghemara ribatte:
Che cosa che altro din ha tralasciato ancora
perché tralasciasse assieme quello il din che
esce alla morte del padre?
La Ghemara risponde:
Tralasciò la morte del padrone in occasione della quale
la schiava ebrea esce in libertà senza dover servire il figlio e
in ciò è superiore allo schiavo ebreo che deve servire il
figlio alla morte del padrone, anche se non serve gli altri eredi. Assieme
a questo tralasciò anche la morte del padre.
La Ghemara respinge questa spiegazione:
Se è per via della morte del padrone, non si può dire
che lo abbia tralasciato, perché siccome si presenta anche nell'uomo
infatti
la schiavo nirtza' alla morte del padrone esce in libertà
e non deve servire il figlio né altri eredi, non lo ha insegnato
nella Mishna.
La Ghemara torna ad obiettare
a Resh Lakish:
E che lo insegni nella Mishna, allora!
La Ghemara ribatte:
Il Tanna, una cosa che ha limite la insegna, una cosa che non ha
limite non la insegna. Infatti il conguaglio e lo Yovel hanno un limite
netto, a quanto ammonta il conguaglio e quando sarà la fine dei
sei anni o l'arrivo dello Yovel. Quando morirà il padre nessuno
lo sa e quindi il Tanna non lo insegna.
La Ghemara obietta:
E allora i segni della pubertà che non hanno limite e
ci son bambini che li hanno prima e bambini che li hanno dopo e il
Tanna li insegna!
La Ghemara spiega:
Disse R'Safra: I segni della pubertà non hanno in
effetti un limite superiore, ma hanno limite [daf
16b] inferiore perché se essi
compaiono prima del tempo stabilito non sono considerati come segni, come
insegna la Baraita:UN BAMBINO DI NOVE ANNI CHE RECÒ DUE PELI PUBICI
- È UNA VERRUCA, DAI NOVE ANNI E UN GIORNO FINO AI DODICI ANNI E
UN GIORNO SE SONO ANCORA LÌ - È UNA VERRUCA, R'YOSE
BAR YEHUDA DICE: È UN SEGNO DELLA PUBERTÀ. SE HA TREDICI
ANNI E UN GIORNO - TUTTI CONCORDANO CHE È UN SEGNO DELLA PUBERTÀ.
La Ghemara continua a muovere
obiezioni all'insegnamento di R'Lakish secondo cui la schiava ebrea esce
in libertà alla morte di suo padre:
R'Sheshet sollevò un'obiezione a partire da una Baraita:
R'SHIMON DICE: A QUATTRO SI DÀ LA BUONUSCITA, TRE TRA GLI UOMINI
E TRE TRA LE DONNE, E NON PUOI DIRE CHE CE NE SONO QUATTRO IN UNO DEI DUE,
PERCHÉ NON VALGONO I SEGNI DI PUBERTÀ PER L'UOMO E NON VI
È
RETZY'A
NELLA DONNA. E se così fosse che
la
schiava ebrea esce in libertà alla morte di suo padre, R'Shimon
insegni
anche la morte del padre tra le uscite con bonifico della schiava ebrea
e dica che ci sono cinque casi di buonuscita, di cui quattro per la donna.
La Ghemara respinge tre possibili
confutazioni della sua obiezione:
E se dirai: Anche qui il Tanna ha insegnato e ha tralasciato alcuni
dinim,
ciò non può essere, infatti ha insegnato
esplicitamente
QUATTRO
che
vuol dire quattro e non più.
E se dirai: Il Tanna, una cosa che ha limite la insegna, una cosa
che non ha limite non la insegna. Ti risponderò: E allora
i segni della pubertà che non hanno limite e il Tanna li
insegna!?
E se dirai: Anche qui si può spietare come R'Safra
che
i segni della pubertà hanno un limite inferiore, ti risponderò:
C'è
la morte del padrone che non ha limite cioé nessuno sa quando
avverrà eppure il Tanna la insegna! Infatti
R'Shimon insegna il nirtza' che esce alla morte del padrone tra
i quattro che escono con la buonuscita. Ecco che il Tanna enumera anche
uscite che non hanno limite! E se la schiava ebrea esce alla morte di suo
padre, perché R'Shimon non l'ha insegnato?
La Ghemara respinge il modo
in cui R'Sheshet interpreta le parole di R'Shimon:
Anche la morte del padrone non l'ha insegnata R'Shimon quindi
è corretto dire che il Tanna enumerò solo uscite che hanno
un limite definito, cioé che si sa quando avverranno e perciò
non enumerò la morte del padre, anche se la schiava ebrea esce in
libertà in sua occasione.
La Ghemara chiede:
E allora se la morte del padrone non è compresa tra le
uscite con buonuscita quelle QUATTRO che dice la Baraita
quali
sarebbero? Infatti sembrano restare solo tre uscite: a) lo schiavo
e la schiava che escono alla fine dei sei anni, b) lo schiavo e la schiava
che escono allo Yovel, c) la schiava che esce al comparire dei segni della
pubertà!
La Ghemara spiega:
R'Shimon si riferisce alle seguenti uscite: a) lo schiavo e la schiava
che escono alla fine dei sei anni, b) lo schiavo e la schiava che
escono allo Yovel che sopraggiunge entro i sei anni dalla vendita,
c) lo Yovel della retzy'a cioé lo Yovel che fa uscire
il nirtza', che cade dopo la retzy'a, d) e la schiava
ebrea che esce con i segni della pubertà.
La Ghemara porta un sostegno a
questa spiegazione:
E così pure sembra giusto da quello che insegna la sefa
della Baraita: E NON PUOI DIRE CHE CE NE SONO QUATTRO IN UNO DEI DUE,
PERCHÉ NON VALGONO I SEGNI DI PUBERTÀ PER L'UOMO E NON VI
È
RETZY'A
NELLA DONNA. E se così fosse che
R'Shimon enumera la morte del padrone (e le due uscite dello Yovel valgono
per una) per quanto riguarda la donna ce ne sono comunque quattro di
uscite con buonuscita, perché anche se non vi è per lei uscita
alla morte del padrone dopo la
retzy'a, vi è per lei uscita
alla morte del padrone senza
retzy'a, perché lei esce alla
morte del padrone durante i sei anni! Impara da ciò che R'Shimon
non enumera affatto la morte del padrone tra le uscite con buonuscita.
La Ghemara continua a muovere
obiezioni all'insegnamento di R'Lakish secondo cui la schiava ebrea esce
in libertà alla morte di suo padre:
Obiettò R'Amram a partire dal Tanna Kamma della
Baraita di R'Shimon: E QUESTI SONO COLORO A CUI SI DÀ LA BUONUSCITA:
CHI ESCE CON GLI ANNI, O ALLO YOVEL O ALLA MORTE DEL PADRONE. E
LA SCHIAVA EBREA CON I SEGNI DELLA PUBERTÀ. E
se così fosse che
la schiava
ebrea esce in libertà alla morte di suo padre, che il Tanna Kamma
insegni
anche la morte del padre tra le uscite con bonifico!
La Ghemara fa presente che
non è possibile respingere l'obiezione di R'Amram:
E se dirai: Anche qui il Tanna ha insegnato e ha tralasciato alcuni
dinim,
ciò non può essere, infatti ha insegnato
esplicitamente
QUESTI
che
vuol dire questi e non altri.
E se dirai: Il Tanna, una cosa che ha limite la insegna, una cosa
che non ha limite non la insegna. Ti risponderò: E allora
i segni della pubertà che non hanno limite e il Tanna li
insegna!?
E se dirai: Anche qui si può spietare come R'Safra
che
i segni della pubertà hanno un limite inferiore, ti risponderò:
C'è
la morte del padrone che non ha limite cioé nessuno sa quando
avverrà eppure il Tanna la insegna esplicitamente!
E se la schiava ebrea esce alla morte di suo padre, perché il Tanna
non l'ha insegnato?
La Ghemara in mancanza di una
spiegazione conclude:
Vi è la confutazione di Resh Lakish, vi è la confutazione
e
concludiamo che la schiava ebrea non esce alla morte di suo padre!
La Ghemara obietta ancora:
Ma Resh Lakish portò un kal vachomer in suo favore
e come è possibile che il Tanna non vi accondiscenda?
La Ghemara spiega:
Il kal vachomer è confutato perché si può
obiettare: Come partendo dai segni della pubertà, per cui
il corpo della schiava è cambiato rispetto all'epoca
in cui fu venduta, insegnarai sulla morte del padre in occasione della
quale il corpo della schiava non cambiato rispetto all'epoca
in cui fu venduta e lo stesso corpo che fu venduto dovrebbe ora essere
liberato.
La Ghemara si chiede se c'è
una Baraita dell'opinione di Resh Lakish:
Insegnò una Baraita: LA BUONUSCITA DELLO SCHIAVO EBREO VA
A LUI, E LA BUONUSCITA DELLA SCHIAVA EBREA VA A LEI, e insegnò un
altra Baraita: LA BUONUSCITA DELLA SCHIAVA EBREA E CIÒ CHE LEI TROVA
VANNO AL PADRE DI LEI, ED AL PADRONE NON SPETTA CHE LA RICOMPENSA PER IL
TEMPO DA LEI PERDUTO SOLTANTO.
La Ghemara tenta di risolvere
la contraddizione tra le due Baraitot ricorrendo al din di Resh
Lakish:
Perché non dire che quella la schiava di cui parla
la seconda Baraita uscì all'apparire dei segni della pubertà,
e
rientra sotto la potestà del padre, e quella la schiava di
cui parla la prima Baraita uscì con la morte del padre e
per questo la buonuscita resta a lei? Secondo questa spiegazione la prima
Baraita va secondo Resh Lakish.
La Ghemara respinge questa
spiegazione:
No, sia questa che quella si occupano di una che uscì
all'apparire dei segni della pubertà, e non è difficile spiegare
perché una dice che la buonuscita resta a lei e una che spetta a
suo padre: questa parla del caso in cui il padre c'è
è
in vita, questa parla del caso in cui il padre non c'è
è
già morto. In questa maniera non vi è Tanna che sia dell'opinione
di Resh Lakish.
La Ghemara esamina la prima
Baraita delle due sopra riportate:
Si capisce perché il Tanna deve insegnare LA BUONUSCITA
DELLA SCHIAVA EBREA VA A LEI - per escludere i fratelli, come insegna la
Baraita: (Levitico 25, 46) E LASCERETE COSTORO AI VOSTRI FIGLI
DOPO DI VOI, COSTORO AI VOSTRI FIGLI, E NON LE VOSTRE FIGLIE
AI VOSTRI FIGLI, da qui impariamo che non si lascia in eredità
a suo figlio qualcosa che spetta alla figlia, invece ciò che
il Tanna dice LA BUONUSCITA DELLO SCHIAVO EBREO VA A LUI, è ovvio,
e se non va a lui allora a chi?
La Ghemara risponde:
Disse R'Yosef: Un iud la più piccola lettera dell'alfabeto
ebraico, poco più grande di un punto, che è divenuto grande
come una città io vedo qui! Il Tanna doveva insegnarci solo
il din della schiava ebrea e poi si è dilungato ad insegnarci
una cosa ovvia!
La Ghemara porta un'altra spiegazione:
Abbaye disse: Così disse R'Sheshet: Questa Baraita di
chi è? È Tutai come insegna la Baraita: TUTAI DICE: (Deuteronomio
15, 14) Dà A LUI una buonuscita - a
lui E NON AL SUO DEBITORE.
La Ghemara torna ad occuparsi
di una Baraita citata sopra:
A proposito della Baraita citata sopra: E QUESTI SONO COLORO
A CUI SI DÀ LA BUONUSCITA: CHI ESCE CON GLI ANNI, O ALLO YOVEL
O ALLA MORTE DEL PADRONE. E LA SCHIAVA EBREA CON I SEGNI DELLA PUBERTÀ
INVECE IL FUGGITIVO E COLUI CHE ESCE COL CONGUAGLIO - NON GLI SI DÀ
LA BUONUSCITA, R'MEYR DICE: AL FUGGITIVO NON SI DÀ LA BUONUSCITA
MA A COLUI CHE ESCE COL CONGUAGLIO SI DÀ LA BUONUSCITA, R'SHIMON
DICE: A QUATTRO SI DÀ LA BUONUSCITA, TRE TRA GLI UOMINI E TRE TRA
LE DONNE, E NON PUOI DIRE CHE CE NE SONO QUATTRO IN UNO DEI DUE, PERCHÉ
NON VALGONO I SEGNI DI PUBERTÀ PER L'UOMO E NON VI
È
RETZY'A
NELLA DONNA.
La Ghemara porta le fonti per
i vari dinim ricordati nella Baraita:
Da dove impariamo tali dinim? Da quello che dissero
Rabbanan in una Baraita: PUÒ ESSERE CHE NON SI DEBBA DARE
LA BUONUSCITA SE NON A CHI ESCE DOPO SEI ANNI, DA DOVE CHE VI INCLUDIAMO
CHI ESCE CON LO YOVEL, CON LA MORTE DEL PADRONE E LA SCHIAVA EBREA
CON I SEGNI DELLA PUBERTÀ? LA TORA DICE: (Deuteronomio 15, 10-14)
.
. . e nel settimo anno LO MANDERAI VIA libero da te. E QUANDO
LO MANDERAI VIA da te . . . Dalla ripetizione lo manderai via
. . . e quando lo manderai via impariamo che si deve dare la buonuscita
anche negli altri tipi di liberazione.
PUÒ ESSERE CHE IO INCLUDO IL FUGGITIVO E QUELLO CHE ESCE
COL CONGUAGLIO? LA TORA DICE: E QUANDO LO MANDERAI VIA LIBERO DA TE
- COLUI LA CUI LIBERAZIONE VIENE DA TE, ESCE IL FUGGITIVO E QUELLO
CHE ESCE COL CONGUAGLIO LA CUI LIBERAZIONE NON VIENE DA TE ma
di sua iniziativa dello schiavo, quelli non ricevono la buonuscita.
R'MEYR DICE: IL FUGGITIVO NON RICEVE LA BUONUSCITA PERCHÉ
CIÒ NON VIENE DA TE, MA QUELLO CHE ESCE COL CONGUAGLIO LA
SUA LIBERAZIONE VIENE DA TE e si deve dargli la buonuscita.
La Ghemara esamina il caso
del fuggitivo:
Il fuggitivo deve solo completare il suo servizio e una
volta completato è come un altro schiavo ebreo che quando esce riceve
la buonuscita. Perché la Baraita dice che non riceve la buonuscita?
La Ghemara riporta una
fonte circa l'obbligo del fuggitivo di completare il proprio servizio:
Infatti insegna una Baraita: DA DOVE CHE IL FUGGITIVO È TENUTO
A COMPLETARE? LA TORA DICE: (Esodo 21, 2) SEI ANNI SERVA da
qui che deve completare i sei anni di servizio. |