La Ghemara risponde:
L'insegnamento della Mishna non è necessario se non [daf
26a] quando l'oggetto trovato nel muro è
molto arrugginito e ciò indica che è stato lì
per un tempo così lungo da essere sicuri che i proprietari disperarono
di ritrovarlo.
La Ghemara riporta il prossimo passo
della nostra Mishna all'esame:
Trovò un oggetto IN UN MURO NUOVO, LA SUA METÀ VERSO
L'ESTERNO - È SUA, LA SUA METÀ VERSO L'INTERNO - È
DEL PADRONE DI CASA.
La Ghemara riporta al proposito l'insegnamento
di R'Ashi:
Disse R'Ashi: Quando si tratta di un coltello - andiamo
dietro
al manico, se il manico è all'esterno supponiamo che l'abbia
infilato nel muro un passante e quindi lo diamo a chi lo ha trovato, anche
se più della metà del coltello si trova nella parte interna
del muro. Quando si tratta di una borsa - andiamo dietro alle
corde, se le corde sono all'interno della casa supponiamo che il padrone
di casa l'abbia messa nel muro e la assegnamo a lui, anche se più
della metà della borsa si trova nella parte esterna del muro.
La Ghemara obietta:
Invece la nostra Mishna insegna LA SUA METÀ VERSO L'ESTERNO
- È SUA, LA SUA METÀ VERSO L'INTERNO - È DEL
PADRONE DI CASA, se è giusto quello che disse R'Ashi tutto questo
è inutile e si guardi piuttosto se il manico è
all'interno o se il manico è all'esterno, se le corde sono all'interno
o se le corde sono all'esterno.
La Ghemara spiega:
La nostra Mishna si occupa di sostanze di riempimento per
materassi o pezzi d'argento che non hanno un particolare punto da cui
vengono afferrati e quindi si fa riferimento al punto in cui sono stati
inseriti nel muro.
La Ghemara riporta una Baraita che
si occupa di cose trovate in un muro:
Insegna una Baraita: SE IL MURO ERA PIENO DI ESSI - SI DIVIDONO
gli
oggetti trovati tra il padrone di casa e il rinvenitore.
La Ghemara obietta:
Ma questo è ovvio!
La Ghemara spiega:
L'insegnamento della Baraita non serve che nel caso in cui il
muro si è inclinato da un lato. Cosa sarebbe se tu dicessi: Originariamente
furono deposti sul lato alto del foro e in seguito all'inclinarsi del muro
si
sono versati e hanno riempito tutto il foro e in tal caso debbono andare
a quello dalla cui parte si trova il lato alto del foro? Per questo il
Tanna ci fa sapere che non teniamo conto di questa possibilità
e dividiamo in parti uguali tra rinvenitore e padrone di casa.
La Ghemara riporta il seguito della
nostra Mishna:
SE ERA SOLITO DARLA IN AFFITTO AD ALTRI - PERSINO se uno trovò
l'oggetto ALL'INTERNO DELLA CASA APPARTIENE A LUI.
La Ghemara obietta:
E perché? Che si vada nell'attribuzione dell'oggetto
trovato secondo l'ultimo degli inquilini che ha preso la casa in
affitto!
La Ghemara porta una prova da una
Mishna:
Forse che non insegna la Mishna (Shekalim 7, 2): MONETE TROVATE
DI FRONTE AI COMMERCIANTI DI ANIMALI - SON SEMPRE MA'ASER,
SUL MONTE DEL TEMPIO - CHULLIN,
E A GERUSALEMME, DURANTE IL RESTO DELL'ANNO - CHULLIN, DURANTE LE
FESTE DEL PELLEGRINAGGIO - È TUTTO MA'ASER.
La Ghemara illustra il meccanismo
secondo il quale la Mishna di Shekalim conferma l'obiezione sollevata dalla
Ghemara alla nostra Mishna:
E disse R'Shemaya bar Ze'era: Per quale motivo la Mishna insegna
che durante le feste tutte le monete son consideratema'aser
sheni? Forse son cadute prima delle feste e sono monete
chullin
come
quelle trovate sul Monte del Tempio e a Gerusalemme durante il resto dell'anno!
Il motivo è perché i mercati di Gerusalemme son soliti
spazzarli ogni giorno e se vi sono monete vengono raccolte via via,
ed ora che c'è la festa son tutte del
ma'aser sheni.
Vuol
dire che diciamo: Le precedenti via via se ne andarono furono raccolte
dagli spazzini, e queste che si trovano ora sono altre
che
caddero nell'ultimo tempo. Anche qui
a proposito del ritrovamento
di oggetti in una casa in affitto, ognuno
degli oggetti via via
se ne è andato raccolto dagli inquilini che lasciavano la casa,
e
questo che fu trovato ora è un ultimo oggetto appartenente
all'ultimo inquilino. Perchè allora la nostra Mishna dice che chi
lo trova può prenderlo per sé?
La Ghemara spiega:
Disse Resh Lakish in nome di Bar Kappara: La nostra Mishna si
occupa di un caso in cui il padrone di quella casa la adibì
a pensione per tre Israel. In tal caso un oggetto abbandonato appartiene
a chi lo trova perché ognuno degli Israel che lo avesse perduto
dispera di ritrovarlo perché non sa a quale degli altri due Israel
chiederlo.
La Ghemara mette in dubbio
questa spiegazione:
Impara da qui che l'halacha
segue l'opinione di R'Shimon ben Elazar persino quando vi è una
maggioranza di Israel, ma se così è perché a daf
24a la Ghemara non dimostrò dalla nostra Mishna che l'halacha
segue R'Shimon ben Elazar anche in presenza di una maggioranza di Israel?
La Ghemara riinterpreta la Mishna:
Piuttosto, disse R'Menashia bar Ya'akov: La nostra Mishna si
occupa di un caso in cui il padrone di quella casa la adibì
a pensione per tre idolatri i quali erano gli ultimi inquilini. Ora
l'oggetto trovato era andato perduto a uno di loro, nei riguardi dei quali
non vi è la mitzvadella
restituzione dell'oggetto smarrito.
La Ghemara ritorna all'interpretazione
della nostra Mishna da parte di Bar Kappara:
R'Nachman disse in nome di Rabba bar Avua: Anche se tu dirai che
il padrone di quella casa la adibì a pensione per tre Israel,
per quale motivo l'oggetto smarrito apparterrebbe a chi lo trova? Perché
quello
da cui cadde dispera di tornarne in possesso. Egli dice tra sé
e sé: Vediamo, nessun altro era con me all'infuori di quei due,
ho chiesto più di una volta in loro presenza di restituirmelo, e
non me l'hanno restituito, e ora me lo restituiranno? Certo che no!
Se
la loro intenzione fosse di restituirmelo - me lo avrebbero restituito,
e il fatto che non me l'hanno restituito indica che hanno intenzione di
rubarmelo.
La Ghemara riporta un altro
responso di R'Nachman basato sullo stesso ragionamento:
E R'Nachman andava secondo il proprio ragionamento, infatti disse
R'Nachman: Se uno vide un sela'[daf
26b] che cadde da una di due persone - è
tenuto a restuire. Quale è il motivo? Quello a cui cadde non dispera
di
tornarne in possesso. Dice tra sé e sé: Vediamo,
nessun altro era con me all'infuori di quello, lo prenderò per
il bavero e gli dirò: Sei tu che l'hai preso! Se sono in
tre non è tenuto a restituire. Quale è il motivo? Quello
a cui cadde certo dispera di tornarne in possesso. Dice tra sé
e sé: Vediamo, c'erano due persone con me, se me la prendo
con
questo
- mi direbbe: Non l'ho preso io, e se me la
prendo
con
questo
- mi direbbe: Non l'ho preso io.
La Ghemara pone un limite alla
risposta di R'Nachman:
Disse Rava: Quello che hai detto che se sono tre non è tenuto
a restiutire - non lo dissero se non quando non vi è nell'oggetto
un
valore equivalente a una pruta per ciascuno cioé tre
prutot.
Ma
se vi è nell'oggetto un valore
equivalente a una pruta
per ciascuno cioé tre prutot -
è tenuto a restuire.
Quale è il motivo? Potremmo dire che sono soci
in quell'oggetto
e non disperano di tornarne in possesso, infatti si fidano uno dell'altro
e che lo tenga uno o l'altro è indifferente. Se tuttavia l'oggetto
non valesse tre prutot non vi sarebbe il requisito base per la mitzva
della restituzione per nessuno dei tre e se appartenesse solo a due, quello
che lo ha perso non saprebbe da chi esigerlo. In ogni caso non ci sarebbe
l'obbligo della restituzione.
La Ghemara porta una seconda
versione delle parole di Rava:
C'è chi dice che disse Rava: Anche se che non vi è
nell'oggetto
che
un valore
equivalente a due prutot è tenuto a restuire.
Quale è il motivo? Potremmo dire che sono soci in quell'oggetto,
e uno di loro tre ha condonato la sua parte ai suoi compari.
Risulta che due dei soci hanno l'equivalente di una pruta in
quell'oggetto, e quindi c'è la mitzva della restituzione
ed inoltre siccome si fidano l'uno dell'altro, quello a cui è andato
perso non dispera di recuperarlo. L'oggetto o meglio la moneta è
giunta nelle mani del rinvenitore prima che il proprietario abbia disperato
di recuperarla e vi è il valore che giustifica la
mitzva.
La Ghemara riporta alcuni insegnamenti
di Rava a proposito della restituzione di un oggetto smarrito:
E disse Rava: Vide cadere un sela', se lo prese prima
dell'abbandono da parte del proprietario allo scopo di appropriarsene
indebitamente - trasgredisce a tutte le proibizioni espresse nei versetti:
alla
proibizione espressa nel versetto (Levitico 19, 13)non appropriarti
indebitamente infatti lo prende quando ancora appartiene al proprietario
e
alla proibizione espressa nel versetto (Deuteronomio 22, 1) prontamente
restituisci infatti elude la restituzione e alla proibizione
espressa nel versetto (Deuteronomio 22, 3) non potrai soprassedere
infatti
soprassiede alla restituzione.
E anche se lo restituisse il sela'
trovato dopo l'abbandono
da parte del proprietario - è
come se gli facesse un regalo, ma la trasgressione che ha fatto - ha fatto.
La Ghemara riporta un altro insegnamento
di Rava su uno che vide cadere un sela':
Se lo prese prima dell'abbandono per restituirlo, e dopo l'abbandono
pensò di appropriarsene indebitamente - trasgredisce alla proibizione
espressa nel versetto (Deuteronomio 22, 1) prontamente restituisci.
Infatti
egli era tenuto all'adempimento della mitzva della restituzione
e l'ha elusa.
La Ghemara riporta un terzo insegnamento
di Rava su uno che vide cadere un sela':
Se attese fino all'abbandono del proprietario e poi lo prese
- non trasgredisce se non alla proibizione espressa nel versetto (Deuteronomio
22, 3) non potrai soprassedere solamente infatti soprassiede
all'obbligo di raccogliere il sela' per procedere all'annuncio del
ritrovamento in vista della restituzione.
La Ghemara riporta un ulteriore
insegnamento di Rava su un argomento simile ai precedenti:
Disse Rava: C'era uno che vide cadere al suo compare un zuz
nella sabbia, lo trovò e lo prese - non è tenuto a restituirlo.
Quale è il motivo? Quello da cui è caduto dispera di
tornarne in possesso, e colui che lo ha trovato può tenerselo benché
veda che quello che lo ha perso porta un setaccio e setaccia la
sabbia - infatti il suo operato non contraddice il fatto che disperi di
trovare la "sua" moneta, piuttosto dice a sé stesso: Come quel
zuz
è caduto a me - così è caduto a un'altra persona,
e setacciando la sabbia forse troverò qualcosa.
Mishna: TROVÒ
degli
oggetto senza segni di riconoscimento NEL NEGOZIO - APPARTENGONO
A LUI, TRA IL BANCO E IL NEGOZIANTE - APPARTENGONO AL NEGOZIANTE.
Trovò
delle monete DINNANZI AL CAMBIAVALUTE - APPARTENGONO A LUI che le
ha trovate, TRA LO SCRANNO E IL CAMBIAVALUTE - APPARTENGONO AL CAMBIAVALUTE.
CHI PRENDE FRUTTI DAL SUO COMPARE O SE INVIÒ FRUTTI AL SUO COMPARE,
E TROVÒ TRA ESSI DELLE MONETE - APPARTENGONO A LUI. SE ERANO LEGATE
ASSIEME - PRENDE E ANNUNCIA.
Ghemara. La Ghemara
riporta un altro insegnamento a proposito di un cambiavalute:
Disse R'Elazar: Persino se trovò le monete posate
sopra il banco del cambiavalute, siccome là vengono posate monete
sia dal cambiavalute che dai clienti, non si sa a chi restituirle, e sono
di chi le ha trovate.
La Ghemara obietta da una deduzione
dalle parole della Mishna:
La Mishna insegna: DINNANZI AL CAMBIAVALUTE - APPARTENGONO A LUI,
ma da qui deduco che se sono sopra il banco - sono del cambiavalute.
La Ghemara continua ad analizzare
le parole della Mishna:
Enuncia la sefa: TRA LO SCRANNO E IL CAMBIAVALUTE - APPARTENGONO
AL CAMBIAVALUTE, ma da qui deduco che se sono sopra il banco - sono
sue! Cioé di chi le ha trovate e c'è una contraddizione
tra resha e sefa!
La Ghemara conclude:
Da qui, però, non c'è da imparare a chi appartengono
le monete trovate sul banco del cambiavalute.
La Ghemara si chiede:
E R'Elazar, questo che le monete trovate sul banco del cambiavalute
appartengono a chi le trova da dove gli viene?
La Ghemara propone due possibilità.
La prima:
Disse Rava: La Mishna risultava difficile a R'Elazar se l'intenzione
era di insegnare che le monete trovate sul banco appartengono al cambiavalute.
Infatti, cosa gli pare al Tanna di insegnare TRA LO SCRANNO E
IL CAMBIAVALUTE - APPARTENGONO AL CAMBIAVALUTE? Che insegni invece
"sul banco appartengono al cambiavalute" e tanto più quelle
che si trovano tra lo scranno e il cambiavalute sono del cambiavalute.
Da questo che il Tanna non insegnò "sul banco" deduco che le monete
trovate sul banco appartengono a chi le trova.
La Ghemara propone la seconda
possibilità:
Oppure: Se l'intenzione era di insegnare che le monete trovate
sul banco appartengono al cambiavalute, sarebbe convenuto al Tanna insegnare
all'inizio: Trovò sui banchi cioé nel locale del cambio,
come insegnò nella resha: Trovò nel negozio, -
sono sue mentre se le trovò sul banco sono del cambiavalute.
Ma se non fece così impara da questo: Persino se sono
posate sopra il banco - appartengono a lui che le ha trovate.
La Ghemara cita un altro passo
della nostra Mishna:
CHI PRENDE FRUTTI DAL SUO COMPARE ecc.
La Ghemara limita l'insegnamento
della Mishna:
Disse Resh Lakish in nome di R'Yannai: Non insegnarono che il
compratore può prendere le monete trovate tra i frutti per sé
se non |