La Ghemara mette alla prova il principio
secondo il quale chi è sospetto di scorrettezza in fatto di danaro
lo è anche in fatto di giuramento:
Ma come la metti con quello che disse R'Nachman: Benché
uno che neghi del tutto di essere debitore di una somma non sia tenuto
deoraita
a giurare, noi, derabbanan,
gli
facciamo fare un giuramento di incoraggiamento in modo che, se è
il caso, egli emetta una piena confessione. Ma se lo sospettiamo di disonestà
diciamo:
Dal momento che è sospetto quanto al danaro, sia sospetto anche
quanto al giuramento!
E ancora un caso: Ma come la metti con quello che
insegnò in una Baraita R'Chiya: ENTRAMBI GIURANO ED INCASSANO DAL
PADRONE, diciamo: Dal momento che è sospetto quanto al danaro, sia
sospetto anche quanto al giuramento!
E ancora un caso: Ma come la metti con quello che
disse R'Sheshet: Lo obblighiamo a fare tre giuramenti: "Giuro che non sono
stato negligente nel custidire il deposito affidatomi", "Giuro che
non me ne sono impossessato", "Giuro che non è in mio possesso".
Diciamo: Dal momento che è sospetto quanto al danaro, sia sospetto
anche quanto al giuramento!
La Ghemara conclude:
Dobbiamo invece concludere: Non diciamo: Dal momento che
è sospetto quanto al danaro, sia sospetto anche quanto al giuramento.
Quindi
non vi è alcun ostacolo ad imporre un giuramento ad uno che è
sospetto di scorrettezze in materia di danaro e torna valida la spiegazione
di R'Yochanan circa il giuramento imposto dalla nostra Mishna.
La Ghemara propone una ragione diversa
da quella di R'Yochanan circa il giuramento imposto dalla nostra Mishna:
Ma Abbaye disse: Il motivo per cui la nostra Mishna impone un
giuramento è perché temiamo che uno dei litiganti
abbia
un vecchio prestito insoluto nei suoi riguardi dell'altro e
quindi giustamente gli afferri il mantello sapendo di non aver altro modo
di recuperare quel danaro.
La Ghemara obietta:
Se così fosse, che lo prenda quel mezzo mantello senza
giuramento!
La Ghemara spiega:
Piuttosto: Noi temiamo che abbia un "probabile" vecchio prestito
insoluto nei suoi riguardi. Siccome siamo in dubbio sulla stessa
esistenza di tale prestito egli deve confermarla sotto giuramento.
La Ghemara chiede:
Ma non diciamo colui che incassa danaro su cui egli stesso è
indubbio,
giurerà anche pur essendo in dubbio?
La Ghemara risponde:
Disse R'Sheshet il figlio di R'Idi: La gente si astiene da un giuramento
sul dubbio, ma non si astiene da prendere danaro in dubbio. Per
quale ragione? Del danaro si può ritornare, da un giuramento
non si può ritornare.
La Ghemara esamina dei casi connessi
con quello della nostra Mishna:
Si chiedeva R'Zera: Nel caso in cui se lo prese uno strappandolo
dalle mani dell'altro dinnanzi a noi, quale è il din?
Lo lasciamo a quello che se l'ha preso o glielo togliamo per dividerlo
tra i due?
La Ghemara chiede:
Come sarebbe? Se quello a cui il mantello fu strappato di mano
tace
vuol
dire che egli acconsente che il mantello appartenga
all'altro,
e se grida e protesta che il mantello è suo, cosa
altro
dovrebbe
fare? In che cosa il caso introdotto da R'Zera si distingue da quello
basilare della nostra Mishna?
La Ghemara risponde:
No, è necessario discutere il problema di R'Zera, nel
caso in cui tacque all'inizio e poi gridò. Quale è il
din?
Dal
momento che tacque acconsentì che il mantello è
dell'altro,
o forse siccome ora grida - diventa chiaro che tacque all'inizio perché
pensava: Rabbanan lo hanno visto con i loro occhi che lui me l'ha strappato
di mano e non occorre che io protesti!?
La Ghemara tenta di risolvere il
problema:
Disse R'Nachman, vieni a sentire una prova da una Baraita: DI
COSA SI STA PARLANDO? DEL CASO IN CUI ENTRAMBI LO TENGONO STRETTO, SE PERÒ
IL MANTELLO USCÌ DALLA MANO DI UNO DI ESSI - COLUI CHE TOGLIE ALL'ALTRO
DEVE PORTARE LA PROVA.
La Ghemara mostra ora come da tale
Baraita si possa ricavare una risposta per R'Zera:
Come sarebbe il caso di cui tratta la Baraita? Se diremo
che
la Baraita va intesa come essa esplicitamente insegna
cioé
che il mantello uscì già dalle mani del proprietario e quello
entrò al Bet Din con il mantello in mano - è ovvio! L'altro
deve portare le prove che il mantello appartiene a lui e la Baraita non
insegna niente di nuovo. Piuttosto bisogna dire
che entrambi
tenevano il mantello quando entrarono al Bet Din e allora uno dei
due se lo prese strappandolo all'altro in nostra presenza, che
è proprio il caso di R'Zera e la Baraita dice: Colui che vuole toglierlo
all'altro deve portare la prova.
La Ghemara respinge questa prova:
No, di cosa ci stiamo qui occupando? Di un caso in cui si presentarono
a noi tenendolo entrambi, e dicemmo loro: Andate e dividetelo in parti
eguali tra voi. Ed essi andarono fuori, e poi tornarono che uno di loro
lo teneva. Quello che lo teneva disse: Ha ammesso che appartiene
a me, e quello dice: Gliel'ho affittato per danaro ma esso appartiene
a me. La Baraita decide che il mantello appartiene a quello che lo tiene
perché
gli diciamo: Fino ad ora hai sospettato che egli fosse un ladro, e adesso
glielo hai affittato senza testimoni?
La Ghemara propone una seconda
spiegazione:
E se vuoi dì: Si tratta del caso insegnato nella Baraita,
che si presentarono a noi quando uno dei due lo teneva quel mantello
e l'altro vi si attaccava cercando di strapparglielo. La Baraita insegna
che il mantello si considera proprietà di quello che lo tiene. E
ciò persino secondo Sumchos, che disse: Il danaro di dubbia proprietà
si divide senza giuramento - perché Sumchos ammette che l'atto
di aggrapparsi al mantello non è nulla che abbia valore
legale circa il possesso del mantello.
La Ghemara passa ad analizzare
un caso connesso:
Se ti sembra bene dire che nel caso in cui essi entrarono quando
uno di loro aveva il mantello in mano e l'altro lo afferrò
in nostra presenza noi glielo togliamo di mano e lo diamo a quello
che lo teneva - allora devi anche dire che se uno dei due lo consacrò
al
Tesoro del Tempio non è consacrato. L'afferrare e il consacrare
dovrebbero avere lo stesso effetto.
Ma se ti sembra bene dire che se l'altro
lo afferrò in nostra presenza noi non glielo togliamo di mano
- se uno dei due litiganti lo consacrò senza averlo afferrato,
quale è il din? La consacrazione ha valore o no?
La Ghemara espone i lati della questione:
Siccome un maestro insegnò in Kiddushin 28b: LA SUA
DICHIARAZIONE VERSO L'ALTO È COME LA SUA CONSEGNA VERSO L'HEDIOT
- egli quello che ha consacrato il mantello senza afferrarlo è
come uno che lo afferrò, o forse qui, ad ogni buon conto, non l'ha
afferrato, ed è scritto (Levitico 27, 14): Ed un uomo
che consacrò la sua casa per essere sacra ecc. come la casa
è in suo possesso e ciò dà validità alla
consacrazione - così ogni cosa che è in suo possesso egli
può consacrare, per escludere questo il mantello che
egli non ha afferrato che non è in suo possesso ed egli non
può consacrare.
La Ghemara tenta di risolvere
il precedente quesito:
Vieni a sentire la seguente prova: C'era quel tale [daf
6b] bagno che due si contendevano, quello
diceva: È mio, e quello diceva: È mio. Si alzò uno
di essi e lo consacrò. Da allora
si astennero da esso dall'usarlo
per prendervi un bagno R'Channania e R'Oshaya e tutti i Chachamim perché,
a quanto pare, temevano che la consacrazione avesse avuto valore. E
R'Oshaya disse a Rabba: Quando andrai a presentarti a R'Chisda a Kafre,
domandaglielo
se in questo caso il bagno è consacrato. Quando
arrivò a Sura
sulla via per Kafre gli disse R'Hamnuna: Il
caso sul quale sei in dubbio è insegnato in una Mishna (Taharot
4, 12):
UN DUBBIO NEI PRIMOGENITI, SIA QUANTO AL PRIMOGENITO DELL'UOMO
CHE QUANTO AL PRIMOGENITO DELL'ANIMALE, SIA TAHOR
SIA TAME - QUELLO
CHE TIRA FUORI DAL SUO COMPAGNO DEVE ESIBIRE LA PROVA. Quando il primogenito
è nelle mani dell'Israel è il Kohen che deve addurre la prova
che questo è un primogenito e quindi gli appartiene. Ma una volta
che il Kohen lo avesse afferrato allora sarebbe l'Israel a dover portare
la prova che quello non è un primogenito.
E una Baraita insegna su questo che disse
la Mishna: SON PROIBITI questi animali sospettati di essere primogeniti
QUANTO
ALLA TOSATURA E QUANTO AL LAVORO perché potrebbero essere consacrati.
Ora qui la Mishna di Taharot disse:
Se lo afferrò il Kohen - non glielo togliamo di mano, perché
vi si insegna: QUELLO CHE TIRA FUORI DAL SUO COMPAGNO DEVE ESIBIRE LA PROVA,
così quando anche non lo avesse afferrato - SON
PROIBITI QUANTO ALLA TOSATURA E QUANTO AL LAVORO. Impariamo da qui
che quando un oggetto, di cui uno si è appropriato, non può
essergli tolto dal Bet Din, la sua consacrazione vale anche quando esso
non è in possesso del consacrante. Da qui che anche quel bagno era
consacrato.
La Ghemara respinge la prova di
R'Hamnuna:
Gli disse Rabba: Della santità del primogenito parlasti per
addurre la tua prova? La tua prova non ha valore ed io ti dico: Resta
fermo che se lo avesse afferrato il Kohen glielo togliamo di mano, e ciò
nonostante i sospetti primogeniti sono proibiti quanto alla
tosatura e al lavoro - perché è diverso per una santità
che viene da sola da una santità che viene per un atto umano
di consacrazione. Un primogenito non è quindi paragonabile, quanto
a santità, ad un oggetto che acquista tale santità per una
dichiarazione fatta da un uomo la quale dipende dal grado di possesso che
egli ha su quell'oggetto.
La Ghemara cita un supporto per
la posizione di Rabba che se un Kohen dovesse impossessarsi di un primogenito
dubbio il Bet Din glielo toglie di mano:
Gli disse R'Channania a Rabba: Un insegnamento della Mishna viene
in tuo aiuto, (Bechorot 9a): I CASI DUBBI cioé gli agnelli
scelti come riscatto di primogeniti di asini dubbi ENTRANO NELLA STALLA
PER IL PRELIEVO DELLA DECIMA. E se tu pensassi che se lo afferrò
il Kohen il primogenito dubbio non glielo togliamo di mano, perché
tali agnelli entrano nella stalla per il prelievo della decima?
Può venir fuori che se uno dei riscatti dei primogeniti dubbi
viene scelto come decima costui
il padrone del gregge esenta
i suoi beni dall'obbligo della decima con il danaro del Kohen con
quell'animale che se il Kohen avesse afferrato sarebbe stato suo! Quindi,
come disse Rabba, un Kohen non è autorizzato ad impadronirsi di
un sospetto primogenito.
La Ghemara respinge il supporto alla
posizione di Rabba:
Gli disse Abbaye a R'Channania: Se è per quella Mishna
di Bechorot essa non verrà in soccorso al maestro [Rabba].
In nessun caso risulterà che costui esenta i suoi beni dalla decima
con il denaro del Kohen perché di cosa ci stiamo occupando qui?
Del caso in cui il padrone del gregge non ha che nove animali
e questo che è il riscatto di un primogenito dubbio, in cui,
comunque sia, se egli è obbligato alla decima perché
anche l'animale sospetto è suo e non del Kohen - fa bene a prelevare
la decima, e se non è obbligato perché quel decimo animale
appartiene al Kohen - nove animali non son soggetti al prelievo
della decima
ed è per questo che la Mishna di Bechorot dice
che un decimo agnello che è il riscatto di un primogenito dubbio
può entrare nella stalla con altri nove per il prelievo della decima.
La Ghemara torna sui suoi passi:
Si ricredette Abbaye e disse: Non vi è niente di vero in
quello che ho detto. Se infatti un Kohen fosse autorizzato ad impossessarsi
di un animale sospetto di essere primogenito, equivarrebbe a dire che esso
non appartiene in maniera certa al padrone, quindi non sarebbe obbligato
alla decima in maniera certa. La Mishna quindi non avrebbe insegnato che
uno deve prelevare la decima da tali animali perché vige
il principio che un animale sul quale si è in dubbio quanto
al prelievo della decima non è soggetto alla decima, quindi
dall'insegnamento della Mishna citata da R'Chanina - e cioé che
si debbono includere nel prelievo della decima animali che sono riscatti
di primogeniti dubbi - è evidente che il Kohen non è autorizzato
ad impadronirsi di un sospetto primogenito e tali primogeniti dubbi sono
considerati appartenenti all'Israel.
La Ghemara porta una prova che
l'obbligo del prelievo della decima non si applica in caso di dubbio:
Abbaye porta una prova: Come insegna una Mishna (Bechorot 58b):
SALTÒ
IN MEZZO A LORO UNO DEI CONTATI - SON TUTTI PTURIN.
E se tu pensi che un animale dubbio è soggetto alla decima,
che prelevi pure la decima perché ad ogni modo, se l'animale
prelevato come decima è obbligato alla decima perché
il gruppo in cui fu contato non comprende l'animale già designato
che saltò dentro fa bene a designare tale animale come la
decima, e se l'animale prelevato come decima non è obbligato
alla
decima perché il gruppo in cui fu contato comprende l'animale
già designato che saltò dentro - ogni animale
in quel gruppo è comunque
esentato dalla decima essendosi
già trovato in un gruppo adatto al prelievo della decima.
Perché Rava disse: Un gruppo adatto al prelievo della decima
esonera dal prelievo della decima. |