La Ghemara continua a rivolgere domande
a R'Oshaya:
Se è vero che R'Oshaya include nella sua lista di progenitori
di arrecatori di danni, che determinano l'obbligo al risarcimento, quelli
che danno luogo a risarcimento pecuniario e non a ammende istituite come
punizione per il reato, i falsi testimoni
i quali pagano solo il danno pecuniario che volevano causare
con la loro testimonianza e non sono condannati ad alcuna ammenda, che
li insegni!
La Ghemara risponde:
Vuol dire che R'Oshaya la pensava come R'Akiva, che disse: I
falsi testimoni con pagano in base alla loro confessione, da cui
deduciamo che R'Akiva considerava il pagamento dei falsi testimoni come
un tipo di multa e non come un risarcimento, e per questo doveva insegnare
che nel caso dei falsi testimoni, il principio generale di tutte le multe,
che chi confessa è esente dalla multa, non si applica. Quindi è
chiaro il motivo per cui R'Oshaya non inscluse i falsi testimoni nella
sua lista.
La Ghemara obietta:
Se R'Oshaya la pensava come R'Akiva, che insegni anche
due
tipi di toro, insegni il toro che ha danneggiato un toro e se è
inoffensivo paga mezzo danno e insegni un toro che ha danneggiato un
uomo e, secondo R'Akiva, paga il danno intero, perché una
Mishna insegna: R'AKIVA DICE: ANCHE nel caso di UN TORO INOFFENSIVO
CHE HA FERITO UN UOMO il suo proprietario PAGA PER L'ECCEDENZA IL
DANNO INTERO, quando il termine "per eccedenza" si spiega così:
Si valuta il danno che l'uomo ha fatto al toro e il danno che il toro ha
fatto all'uomo e se quest'ultimo è superiore il proprietario del
toro paga tutta la differenza.
La Ghemara spiega:
Ma fu R'Akiva stesso in una Baraita che ruppe la forza del
suo pugno cioé la forza della precendete obiezione sollevata
in suo nome, perché la Baraita insegna: R'AKIVA DICE: PUÒ
AVVENIRE CHE PERSINO UN toro INOFFENSIVO CHE FERÌ UN UOMO
PAGHI DAgli altri beni che si trovano neLLA CASA del suo proprietario
e non solo fino al valore del toro? LA TORA INSEGNA: (Esodo 21,
31) Secondo lo stesso giudizio A LUI VERRÀ FATTO
che
noi interpretiamo DAL SUO CORPO PAGA E NON PAGA DAgli altri beni
che si trovano neLLA CASA del suo proprietario. E siccome nel caso
di un toro che ferì causando un danno superiore al valore del suo
corpo, il padrone non paga l'intero danno, neppure secondo R'Akiva, R'Oshaya
non menzionò il toro che colpisce un uomo, separatamente.
La Ghemara rivolge a R'Oshaya una
nuova obiezione:
Il violentatore di una vergine,
il
seduttore di una vergine, e il calunniatore di sua moglie, che
oltre a pagare un'ammenda sono anche costretti ad
un risarcimento
pecuniario per il deprezzamento subito dalla donna che non è
più vergine e per la vergogna, che li insegni
R'Oshaya nel
suo elenco!
La Ghemara spiega:
Che cosa vuoi? Se vuoi che R'Oshaya insegni il danno causato
dal violentatore ecc. - lo ha insegnato,
se vuoi che insegni il dolore causato dal violentatore ecc.
- lo ha insegnato, se vuoi che insegni la vergogna causata
dal violentatore ecc. - lo ha insegnato, se vuoi che insegni il
deprezzamento subito dalla donna
che non è più vergine - è proprio questo
il danno. Cosa hai ancora da dire che R'Oshaya dovrebbe
insegnare? L'ammenda di cinquanta pezzi d'argento per il violentatore
e il seduttore e cento pezzi d'argento per il calunniatore? R'Oshaya non
l'ha insegnato perché di ammende non si parla nella sua Baraita.
La Ghemara rivolge a R'Oshaya una
nuova obiezione:
Colui che rende impura la
teruma
del suo compagno, colui che mescola della teruma nel chullin
del suo compagno, rendendola invendibile agli Israel, colui che fa una
libagione agli idoli con il vino del suo compagno, rendendo
questo vino proibito, che sono costretti ad un risarcimento pecuniario
per
il deprezzamento causato, che li insegni R'Oshaya nel suo elenco!
La Ghemara spiega:
Che cosa vuoi? Se tu sei dell'opinione che un danno che non
si vede come quello causato nei casi su menzionati, è considerato
un danno - R'Oshaya non deve insegnarlo separatamente, infatti ha
già
insegnato
il danno, se tu sei dell'opinione che un danno che non si vede non
è considerato un danno - è un'ammenda, e
R'Oshaya non
l'ha insegnato perché di ammende non si parla
nella sua Baraita.
La Ghemara spiega perché R'Chiya
abbia incluso i tre casi di danno sopra riportati:
Diciamo che R'Chiya era dell'opinione che un danno che non si vede
non è considerato un danno, perché se si considerasse un
danno, i casi sopra riportati non potrebbero apparire separatamente
nella lista di R'Chiya infatti ha già insegnato il danno
nella
lista dei tredici di R'Oshaya che egli include nella sua lista di ventiquattro!
La Ghemara spiega perché nonostate
quanto detto sopra R'Chiya insegna separatamente i tre casi precedenti:
R'Chiya insegna danni visibili e insegna separatamente danni
che non sono visibili.
La Ghemara rivolge una domanda a
R'Chiya:
Si può capire il Tanna della nostra Mishna, nomina il numero
quattro
progenitori e non più per escludere i casi nominati da R'Oshaya,
e R'Oshaya nomina il numero tredici e non più per escludere
i casi nominati da R'Chiya, ma il numero nominato da R'Chiya cosa esclude?
La Ghemara risponde:
R'Chiya nomina il numero - ventiquattro e non più - per escludere
il delatore e colui tra i sacerdoti del Tempio che confonde l'intenzione
di un sacrificio per esempio sacrifica come sacrificio volontario un
sacrificio di espiazione in modo che il sacrificio è invalido e
l'offerente resta obbligato a portare un altro sacrificio.
La Ghemara reagisce:
E che li insegni! Perché li esclude?
La Ghemara si chiede:
Si può capire per quanto riguarda colui che
confonde l'intenzione di un sacrificio, R'Chiya non lo nomina perché
non si parla di questioni sacrificali nel suo elenco, ma perquanto
riguarda il delatore, per che motivo non lo insegna? In fondo è
un nomale causatore di danno con la sua delazione ed è tenuto al
risarcimento e dovrebbe venir nominato da R'Chiya!
La Ghemara spiega:
È un'altra cosa per il delatore, perché nel suo
caso si tratta di un danno causato col parlare, e di un danno
causato col parlare non si parla nella Baraita di R'Chiya.
La Ghemara obietta:
E il caso del calunniatore, che è un danno causato
col parlare e R'Chiya lo insegna!
La Ghemara spiega:
Quello è un parlare che implica un'azione, infatti è
solo dopo il primo rapporto coniugale che lui dice di lei che non l'ha
trovata vergine, per questo R'Chiya lo nomina.
La Ghemara obietta:
E allora i falsi testimoni? È un danno causato col parlare
che non implica un'azione, e nonostate ciò R'Chiya lo insegna?
La Ghemara spiega:
Là nel caso dei falsi testimoni benché non
sia implicata alcuna azione, il Misericordioso l'ha chiamata la falsa
testimonianza un' azione, perché è scritto: (Deuteromio
19, 19) E farete a lui ciò che aveva tramato di fare al suo
fratello.
La Ghemara chiede:
Si capisce nei riguardi del Tanna della nostra Mishna, insegnò
progenitori - in quanto vi sono derivati, ma quanto a R'Chiya e R'Oshaya
- anche essi insegneno progenitori in quanto vi sono dei derivati?
I loro derivati quali sarebbero? Quali sarebbero i derivati del ladro
o dei falsi testimoni?
La Ghemara spiega:
Disse R'Abbahu: In verità non hanno derivati ma sono
considerati tutti come progenitori, in quanto coloro che recano
danno devono pagare dal meglio dei loro campi.
La Ghemara domanda:
Quale è il motivo per cui tutti pagano dal meglio dei
loro campi?
La Ghemara spiega:
Il fatto che tutti pagano dal meglio dei loro campi deriva tramite
una ghezera shava
dalle seguenti espressioni "al posto di" "consegna" "pagherà"
"denaro" cioé queste espressioni appaiono nella Tora a proposito
dei progenitori di coloro che arrecano danno dei quali sappiamo che pagano
del meglio dei loro terreni, e da essi impariamo, tramite la ghezera
shava sugli altri ventiquattro arrecatori di danni.
La Ghemara riporta un
altro passo della nostra Mishna:
IL TORO NON ASSOMIGLIA AL MAV'E, cosa intende dire la
nostra Mishna con questa espressione?
La Ghemara spiega:
Disse R'Zvid a nome di Rava, così disse il Tanna della
nostra Mishna: Che il Misericordioso ne scriva uno di questi progenitori
e
si impari l'altro da lui per analogia? A questo punto il Tanna si
ricredette e disse: Che non si impari l'uno dall'altro. Sopra abbiamo
imparato (daf 4a) che ognuno dei progenitori ha un suo aspetto aggravante
che non potrebbe essere imparato dall'altro.
La Ghemara riporta un altro passo
della nostra Mishna:
NÉ QUESTO E QUELLO, CHE HANNO IN SÉ UNO SPIRITO VITALE,cosa
intende dire la nostra Mishna con questa espressione?
La Ghemara spiega:
Disse R'Mesharshia in nome di Rava: così disse il Tanna
della nostra Mishna: [daf 5b] Che il Misericordioso
ne scriva due di questi progenitori cioé il toro e il mav'e
e
si impari l'altro il fuoco da essi per analogia? A questo punto
il Tanna si ricredette e disse: Che non si impari l'uno dall'altro infatti
toro e mav'e hanno in comune lo spirito vitale, mentre il fuoco
non ha in sé lo spirito vitale.
La Ghemara riporta una diversa
possibilità di studio dei quattro progenitori:
Disse Rava: E tutti loro i progenitori di cui parla la Mishna
quando
gli getti il pozzo in mezzo, tutti li puoi imparare dal lato
che è
comune ad uno qualsisi di essi - il dente, lo zoccolo o il fuoco - e il
pozzo - ad eccezione del corno, perché si può argomentare
contro: Cosa centrano tutti con il corno, che all'inizio è ingenuo,
e solo dopo tre volte che ha scornato è segnalato,
quando essi
son tutti segnalati fin dall'inizio.
La Ghemara va ancora più
in là:
E per quello che disse: Tanto più il corno è adatto
perché
si impari da lui assieme al pozzo perché ha l'intenzione di recar
danno - anche il corno viene ad insegnare assieme al pozzo su tutti
gli altri progenitori.
La Ghemara accetta il ragionamento
e chiede:
Ma allora, per insegnare cosa li scrisse il Misericordioso nella
Tora se puoi impararli tutti da uno di loro e il pozzo?
La Ghemara spiega:
Per insegnarne le particolare regole di ciascuno:
il corno - per distinguere tra ingenuo che risarcisce la metà
del danno e segnalato che risarcisce il danno intero. Il dente
e lo zoccolo - per esentarli nel dominio pubblico. il pozzo - per esentarvi
il danno recato a gli oggetti
che vi cadono dentro.
La Ghemara aggiunge:
E secondo R'Yehuda che obbliga a risarcire i danni di oggetti
caduti
nel pozzo - il pozzo viene insegnato per esentarvi
il
danno causato a un uomo che vi cadde dentro.
La Ghemara continua:
L'uomo - per obbligarlo alle quattro cose che deve risarcire
nel caso di un danno fisico causato a un altro uomo - il dolore, la convalescenza,
l'immobilità e la vergogna. Il fuoco - per esentarvi il danno
causato a un oggetto ricoperto.
La Ghemara aggiunge:
E secondo R'Yehuda che obbliga a risarcire i danni di oggetti
ricoperti e danneggiati dal fuoco, per insegnare cosa? |