La Ghemara
risponde con le parole di R'Yehuda:
Disse R'Yehuda: Il Tanna
ha
insegnato "il toro" solo
per il suo corno e mav'e per il
suo dente, e per dimostrare che l'uno non può essere dedotto
dall'altro così disse: Il corno, che non trae godimento nel recar
danno, ed è più facile da custodire, non è
simile al dente, che trae godimento dal recar danno, ed è quindi
più difficile da custodire,
[daf 4a] e
il dente, che non ha l'intenzione di recar danno, e per questo è
più facile da custodire,
non è simile al corno, che ha
l'intenzione di recar danno, ed è quindi più difficile
da custodire.
La Ghemara
obietta:
Ma non si impara l'obbligo
del risarcimento in caso di danno causato dal corno da un kal
vachomer? Se per un danno causato da un dente, che pur non
ha intenzione di recar danno, il proprietario dell'animale è
obbligato al risarcimento, per un danno causato da un corno, che
ha sì intenzione di recar danno, il proprietario dell'animale
non
lo è tanto più? Quindi se fosse scritto solo "dente"
si protrebbe imparare da esso il "corno" per mezzo del kal vachomer!
Quindi l'insegnamento esplicito del corno è superfluo.
La Ghemara
afferma la necessità di un esplicito insegnamento del danno causato
dal corno:
L'insegnamento esplicito de "corno"
è
necessario, potresti infatti pensare che si crea una situazione simile
a quello dello schiavo e della schiava - non è forse che nel caso
dello schiavo e della schiava, benché abbiano l'intenzione di recar
danno sono ciò nonostante esenti dal risarcimento?
Lo stesso
potrebbe
avvenire
qui.
Quindi è necessario un insegnamento esplicito
che affermi l'obbligo del risarcimento nel caso di un danno provocato dal
corno.
La Ghemara
respinge la precedente argomentazione:
Disse R'Ashi: Dal caso dello
schiavo e della schiava non si possono dedurre insegnamenti generali non
vi è infatti nel caso dello schiavo o della schiava una ragione
speciale per esonerare il loro padrone dall'obbligo del risarcimento
di danni da loro causati? Si teme infatti che non lo abbia offeso, il
suo padrone, e lo schiavo
vada
per vendetta ad appiccare
il fuoco ai covoni di un altro, e costui
lo schiavo viene ad obbligare
il suo padrone a risarcire
cento
mane
ogni giorno!
Per questo il padrone è stato esentato dall'obbligo
del risarcimento in caso di danni causti dagli schiavi e non in tutti i
casi in cui ci sia un danno intenzionale.
La Ghemara
conclude:
Piuttosto, invece di così
bisogna dire: Il corno, che ha l'intenzione di recar danno, non è
simile al dente, che non ha l'intenzione di recar danno, né il dente,
che gode a far danno, è simile al corno, che non gode a far danno.
La Ghemara
obietta:
Se è vero che il Tanna della
Mishna ha insegnato "toro" per il corno e mav'e per il dente, cosa
ne è dello zoccolo? Forse che il Tanna lo ha tralasciato?
La Ghemara
porta la propria spiegazione:
Il Tanna della nostra Mishna aggiunge
E
QUANDO ABBIA FATTO DANNO con lo zoccolo, CHI NE È IL RESPONSABILE
È OBBLIGATO A PAGARE per insegnare lo zoccolo.
La Ghemara
obietta:
Ma che lo insegni esplicitamente!
Perché
mai lo zoccolo deve essere insegnato tramite un'allusione?
La Ghemara
accetta l'obiezione e offre un'altra spiegazione:
Piuttosto disse Rava: Il
Tanna della nostra Mishna ha insegnato il "toro" per il suo zoccolo
e il mav'e per il suo dente, e così ha detto: Lo zoccolo,
il cui danno è frequente, non è simile al dente il cui danno
non è frequente, né è simile il dente, che gode a
recar danno, allo zoccolo che non gode nel recar danno.
La Ghemara
obietta:
Se è vero che il Tanna della
Mishna ha insegnato "toro" per lo zoccolo e mav'e per il dente,
cosa
ne è del corno? Forse che il Tanna lo ha tralasciato?
La Ghemara
porta la propria spiegazione:
Il Tanna della nostra Mishna aggiunge
E
QUANDO ABBIA FATTO DANNO con il corno, CHI NE È IL RESPONSABILE
È OBBLIGATO A PAGARE per insegnare il corno.
La Ghemara
obietta:
Ma che lo insegni esplicitamente!
Perché
mai il corno deve essere insegnato tramite un'allusione?
La Ghemara
risponde:
Nella nostra Mishna si parla
in
modo esplicito di quelli tra glii arrecatori di danni
che
sono segnalati fin dall'inizio come il dente e lo zoccolo, che pagano
sempre il danno per intero, di quelli che son ingenui all'inizio,
le prime due volte che colpiscono, per cui pagano la metà del danno,
e
alla fine sono segnalati, come il corno, non si parla esplicitamente
ma si impara attraverso l'allusione sopra indicata.
La Ghemara
muove ora a Shmuel la stessa obiezione che mosse a Rav:
Perché Shmuel non disse come Rav che il mav'e
è un uomo che reca danno?
La Ghemara
risponde in nome di Shmuel:
Shmuel ti direbbe: Se tu credessi
che il mav'e è un uomo, io ti obietterei
ma
è già stato nominato nella sefa
nella continuazione della Mishna: IL TORO SEGNALATO, IL TORO CHE FA
UN DANNO NEL DOMINIO DEL DANNEGGIATO, che secondo Rabbi Tarfon implica
un risarcimento dell'intero danno come il toro segalato, E L'UOMO. Quindi
non può essere che il mav'e, nominato nella nostra Mishna,
sia un uomo.
La Ghemara
ribatte:
Ma perché l'uomo è
insegnato nella sefa? E che sia insegnato nella resha!
La Ghemara
spiega:
La nostra Mishna, cioé la
resha,
parla
dei danni causati dalle cose che lui possiede, non parla dei danni causati
dal suo corpo.
La Ghemara
chiede:
E Rav pure, che disse che
il
mav'e
è un uomo, cosa risponderà all'obiezione rivolta a Shmuel
- ma l'uomo viene insegnato nella sefa!
La Ghemara
risponde:
Rav ti direbbe: Quello viene
insegnato nella sefa per essere annoverato assieme ai segnalati.
La Ghemara
spiega altri punti della Mishna secondo Rav:
E cosa significa la proposizione IL TORO NON ASSOMIGLIA
AL
MAV'E
che
compare nella nostra Mishna? Che requisito vi è nell'uomo che non
sia nel toro e nel toro che non sia nell'uomo?
La Ghemara
spiega:
Così disse il Tanna
della Mishna: Se, come arrecatore di danno che obbliga al risarcimento,
fosse stato insegnato solo il toro non avrei imparato da esso che l'uomo
che arreca danno deve pagare il risarcimento, perché non è
simile il toro, il quale paga il riscatto se ha ucciso un uomo all'uomo
che non paga il riscatto se ha ucciso un altro uomo, ma se lo ha fatto
intenzionalmente, in presenza di testimoni, subisce la pena capitale e
se lo ha fatto senza intenzione va in esilio, e se, come arrecatore di
danno che obbliga al risarcimento, fosse stato insegnato solo l'uomo non
avrei imparato da esso che il toro che arreca danno deve pagare il risarcimento,
perché non è simile l'uomo, il quale, se ferisce un
altro uomo, è obbligato a risarcire quattro cose: il
dolore, la cura, la convalescenza e la vergogna, al toro che non deve
risarcire
quattro
cose se ha ferito un uomo.
La Ghemara
riporta, in forma polemica, la continuazione della nostra Mishna: IL
LATO COMUNE AD ESSI È CHE SON SOLITI RECAR DANNO! Forse che il toro
è solito recar danno? Di solito il toro è un animale
pacifico!
La Ghemara
spiega:
La nostra Mishna parla di un
toro segnalato come scornatore!
La Ghemara
ribatte:
E il toro segnalato è
solito recar danno?
La Ghemara
spiega:
Sì, dal momento che è
stato segnalato come scornatore, è sua abitudine scornare.
La Ghemara
ribatte:
L'uomo è solito recar
danno? Questa non sembra una prerogativa di ogni uomo!
La Ghemara
spiega:
L'uomo è solito recar danno
quando
dorme.
La Ghemara
si meraviglia:
Quando dorme è solito
recar danno? Come sarebbe a dire?
La Ghemara
spiega:
Siccome si volta e si stende
nel
sonno è sua abitudine recar danno agli oggetti circostanti.
La Ghemara
porta, sempre in tono polemico, la continuazione della nostra Mishna:
E TU DEVI AVERLI SOTTO CONTROLLO! Per quanto riguarda l'uomo
che
ha arrecato danno con il suo corpo questa espressione non è adatta,
infatti dovrebbe essere scritto il controllo del suo corpo è
sua responsabilità!
La Ghemara
rivolge una simile obiezione anche a Shmuel:
E secondo il tuo modo di vedere,
che
non interpreti il mav'e come un uomo, comunque quello che insegnò
Karna in una Baraita: QUATTRO I PROGENITORI DI QUELLI
CHE RECANO DANNO E L'UOMO È UNO DI ESSI e conclude E TU DEVI
AVERLI SOTTO CONTROLLO! Per quanto riguarda l'uomo
che ha arrecato
danno con il suo corpo questa espressione non è adatta, infatti
dovrebbe essere scritto il controllo del suo corpo è sua responsabilità!
La Ghemara
spiega:
Piuttosto dobbiamo dire come
disse R'Abbahu al Tanna Karna della Baraita: Insegna piuttosto
nella tua Baraita: L'uomo - il controllo del suo corpo
è sua responsabilità! [daf 4b]
Anche
qui, nella nostra Mishna, insegna: L'uomo
- il controllo del suo corpo è sua responsabilità!
La Ghemara
torna ad occuparsi di cosa sia il mav'e:
Obietta R'Mari: E se dicessimo
che il mav'e è l'acqua che
uno versò nel dominio pubblico e un altro ne ricevette un danno,
come
è scritto: (Isaia 64,1) Come quando brucia il fuoco le
foglie secche l'acqua farà bollire (tav'e),
il fuoco.
La Ghemara
obietta:
Forse che è scritto l'acqua
bollì? Farà bollire il fuoco è scritto!
Il
soggetto di tav'e è in realtà il fuoco e non l'acqua!
La Ghemara
tenta un'altra spiegazione:
Obietta R'Zvid: E se dicessimo
che il mav'e è il fuoco che
uno accese nel dominio pubblico e un altro ne ricevette un danno, perché
quando è scritto tav'e - è nei riguardi del fuoco
che esso è scritto!
La Ghemara
muove un'obiezione a partire dalla nostra Mishna:
Se così è, cosa
vuol dire la Mishna quando nomina di fila IL MAV'E
E IL PROPAGARSI DEL FUOCO? Perché nominare il fuoco due volte
di seguito?
La Ghemara
propone una spiegazione per respingerla:
E se tu dicessi che quando
la Mishna nomina il propagarsi del fuoco dopo il mav'e ne dà
una spiegazione cioé il secondo termine spiega il primo, ciò
non può essere perché se così è, quattro
sono
i progenitori di quelli che recano danno? Sono tre! Infatti il propagarsi
del fuoco è solo la spiegazione di mav'e.
La Ghemara
propone una spiegazione della precedente difficoltà per respingerla:
E se tu dicessi che la Mishna
insegna
il toro che ha in sé due progenitori, come il dente e lo zoccolo,
e quindi il conto torna, ciò non è possibile perché
se
così è, che senso ha quello che la Mishna dice a proposito
del toro e del mav'e NÉ QUESTO E QUELLO, CHE HANNO
IN SÉ UNO SPIRITO VITALE? Che spirito vitale c'è nel fuoco?
La Ghemara
obietta ancora:
E ancora se tu dici che il
mav'e
è il fuoco, cosa vuol dire la nostra Mishna quando successivamente
dice NÉ QUESTO il mav'e E QUELLO il toro, CHE HANNO
IN SÉ UNO SPIRITO VITALE, ASSOMIGLIANO AL PROPAGARSI DEL FUOCO,
CHE
NON HA IN SÉ UNO SPIRITO VITALE? Non è detto tra l'altro
che il mav'e non assomiglia al fuoco e se assomiglia al fuoco non
ha uno spirito vitale?
La Ghemara
propone ora altre opinioni sul computo dei progenitori di quelli che recano
danno:
Insegnava R'Oshaya: Tredici sono
i progenitori di coloro che recano danno:
1 il
custode gratuito che causò
un danno per trascuratezza e deve pagare,
2
colui che prende a prestito che
deve risarcire persino se si verifica un danno per causa di forza maggiore,
3
lo stipendiato che deve pagare
se l'oggetto affidatogli in custodia viene rubato o va perso, o viene danneggiato
per sua incuria,
4
e colui che prende a nolo che
deve pagare se l'oggetto preso a nolo viene rubato o va perso, o viene
danneggiato per sua incuria,
5
il danno che uno deve pagare
quando causò una menomazione a un altro,
6
il dolore che uno deve pagare
quando causò un dolore ad un altro,
7
la cura che uno deve pagare
perché l'altro guarisca dall'infermità causatagli,
8
l'immobilità che uno
deve pagare all'altro perché non ha potuto lavorare,
9
e la vergogna che uno deve
pagare all'altro per la vergogna della menomazione,
e i quattro della Mishna - e
son tredici.
La Ghemara
solleva una questione:
E perché il Tanna della
nostra Mishna non li insegna? Si capisce che non li insegna secondo
Shmuel, egli infatti è dell'opinione che la Mishna dei danni
causati dalla sua proprietà parla, dei danni causati dal suo corpo
non parla, ma secondo Rav che è dell'opinione che la Mishna
parli anche dei danni causati dal suo corpo,
che li insegni!
La Ghemara
risponde:
Il Tanna della nostra Mishna insegna
secondo
Rav l'uomo e tutte le cose che riguardano l'uomo.
La Ghemara
rivolge un'obiezione a R'Oshaya:
Anche a R'Oshaya rivolgiamo l'obiezione: Ma R'Oshaya
ha
già insegnato "l'uomo" perché aggiunge i quattro
custodi e i cinque obblighi di chi provoca una menomazione? Sono anch'essi
compresi nell'uomo!
La
Ghemara
spiega:
R'Oshaya insegna due tipi di
uomo che provoca danno, insegna un uomo che danneggia un uomo, e
insegna un uomo che danneggia un toro.
La
Ghemara
obietta:
Se così è, anche
quando
insegna il toro insegni due tipi di toro, insegni un toro che danneggia
un toro e insegni un toro che danneggia un uomo!
La Ghemara
respinge l'obiezione:
Che obiezione è mai questa?
Si capisce che vi sia una distinzione nel caso di un uomo perché
un
uomo che danneggia un toro paga il danno, mentre un uomo che danneggia
un uomo paga quattro cose. Ma quanto al toro, che differenza c'è
tra un toro che danneggia un toro e un toro che danneggia un uomo? Entrambi
pagano per il danno.
La Ghemara
obietta:
E allora il custode gratuito,
colui che prende a prestito, lo stipendiato e colui che prende a nolo che
sono casi di un uomo che danneggia un toro e R'Oshaya
li insegna
nella sua Baraita! Dovrebbero essere compresi nel mav'e!
La Ghemara
spiega:
R'Oshaya insegna un danno provocato
con le mani quando insegna il mav'e, e insegna un danno che
si verifica da solo quando insegna i quattro custodi che non danneggiano
direttamente ma attraverso il loro modo di custodire.
La Ghemara
riporta un'altra Baraita sui progenitori di coloro che causano danno:
Insegnava R'Chiya: Ventiquattro
sono i progenitori di coloro che recano danno:
1
il doppio pagamento che paga
il ladro,
2
il pagamento del quadruplo o del quintuplo che
paga il ladro che ha scannato o venduto una pecora o un bue,
3
il ladro che confessa,
4
il predone che ruba alla
luce del giorno,
5
i falsi testimoni pagano
il danno che volevano causare con la loro testimonianza,
6
il violentatore di una vergine,
7
il seduttore di una vergine,
8
il calunniatore di sua moglie,
9
uno che rende impura la teruma
del suo compagno,
10
uno che mescola della teruma
nel chullin del
suo compagno, rendendola invendibile agli Israel,
11
uno che fa una libagione
agli idoli con il vino del suo compagno, rendendo questo vino proibito,
e quei tredici di R'Oshaya,
e sono ventiquattro.
La Ghemara
obietta:
E perché R'Oshaya non
li insegna?
La Ghemara
spiega:
R'Oshaya del risarcimento di
danni pecuniari parla, di multe aggiunte dalla Tora al risarcimento
del danno non parla.
La Ghemara
obietta:
Il ladro e il predone che son
risarcimenti di danni, che li insegni!
La Ghemara
spiega:
Ma insegna il custode gratuito
e colui che prende a prestito che se dichiarano di esser stati derubati
e poi l'oggetto in custodia si trova in loro possesso sono come ladri o
predoni. Quindi R'Oshaya è coerente al suo sitema.
La
Ghemara obietta:
E anche R'Chiya, perché
insegna separatamente il ladro e il predone? Ma ha già insegnato
il custode gratuito e colui che prende a prestito!
La
Ghemara spiega:
R'Chiya insegna una proprietà
che è giunta in loro possesso in forma lecita come nel caso
dei custodi che solo successivamente si trasformano in ladri, e insegna
una proprietà che è giunta in loro possesso in forma illecita
come nel caso di ladri e predoni. |