Parte prima: Sui fondamenti della realtà
Capitolo terzo
SUL GENERE UMANO
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È permesso copiare e divulgare la presente pagina a condizione che a capo e 
a piè pagina sia riportata la scritta da "Chavruta" di Rav Mordechai Goldstein

 
due istinti
e
la libera
scelta
[1] Già ricordammo, che l'uomo è quella creatura creata per aderire a Lui, Itbarach Shemo, ed egli è posto tra la perfezione ed i difetti, ed è in sua mano la possibilità di acquistare la perfezione. Ed ovviamente bisogna che questo sia per sua scelta e per suo desiderio, che se fosse costretto nelle sue azioni a scegliere comunque la perfezione, non sarebbe chiamato veramente padrone della sua perfezione, non essendone il padrone, in quanto costretto da un altro ad acquistarla, e il padrone della sua perfezione sarebbe colui che gliela fa acquistare, e l'intenzione superiore non si compirebbe. Perciò è necessario che la cosa sia affidata alla sua scelta, che vi sia una stessa propensione per i due lati ed egli non sia costretto verso uno di essi, e che vi sia in lui la forza della scelta per scegliere con ragione e desiderio verso quel lato che egli desidera, e abbia la possibilità di acquisire quale di loro egli desidera. Perciò fu creato l'uomo con un istinto buono e un istinto cattivo, ed in suo potere è la scelta di volgere sè stesso verso il lato che egli vuole.
il corpo,
l'anima
e
la lotta
tra loro
[2] Orbene affinchè questo assetto sia debitamente completo , decretò la Suprema Sapienza che l'uomo sia composto di due opposti, e cioè, di un'anima spirituale e pura, e di un corpo fisico e opaco, ciascun dei due naturalmente tendenti verso il proprio lato, cioè il corpo verso materialità e l'anima verso spiritualità, e che tra loro vi sia guerra, in modo che se prevarrà l'anima, si eleverà lei e con lei si eleverà il corpo, e andrà quell'uomo perfezionandosi nella perfezione a lui destinata, ma se l'uomo permetterà che in lui vinca la materia, ecco che si degraderà il corpo e con esso l'anima, e sarà quell'uomo inadatto alla perfezione e da essa respinto, chas veshalom. Ma quest'uomo ha la possibilità di umiliare la sua materia di fronte al suo intelletto e alla sua anima, e conquistarsi la perfezione come ricordammo.
il periodo
dello sforzo
e il periodo
del godimento
[3] Invero, la Sua Bontà Itbarach Shemo decretò, che vi sia un limite a questo sforzo necessario all'uomo per raggiungere la perfezione, e che quando si sia completato il suo sforzo, egli raggiunga il suo grado di perfezione e gli sia concesso di goderne per l'eternità. Per questo furono a lui fissati due periodi: uno il periodo del lavoro, e uno il periodo in cui egli riceve la ricompensa.
brevità
dello sforzo
ed
eternità
del godimento
Tuttavia, la misura del bene è quella maggiore, perchè al periodo del lavoro vi è un tempo fissato, secondo quanto decretò la Sua Sapienza Itbarach Shemo essere a ciò adeguato, mentre al periodo della ricompensa non vi è fine, ma per l'eternità egli continuerà a godere della perfezione che si è conquistata.
l'alternarsi
delle diverse
condizioni
nei due
periodi
dello sforzo
e della
ricompensa
[4] Ed è ovvio che con l'avvicendarsi del periodo in cui egli viene a trovarsi, è appropriato che si avvicendino altresì la sua situazione e le altre sue esperienze, perchè per tutto il tempo che dura lo sforzo, ecco, bisogna che l'uomo si trovi in una dimensione, in cui vi siano tutti gli elementi a lui necessari in rapporto allo sforzo che egli deve compiere: è indispensabile vi sia la lotta che ricordammo tra l'intelletto e la materia, e non vi sia alcuna cosa che trattenga la materia dal dominare e dal fare il suo, nella misura ad esso appropriata, nè alcuna cosa che trattenga l'intelletto dal dominare e dal fare il suo, nella misura ad esso appropriata; e altresì non deve esservi cosa che causi alla materia di rafforzarsi più del necessario e anche non causi all'intelletto di rafforzarsi più del necessario, perchè sebbene da un lato questo sembrerebbe meglio, ecco che, secondo la vera intenzione e scopo richiesto nell'uomo, che è l'acquisizione della perfezione attraverso il suo sforzo, ciò non è bene. E nel periodo in cui egli riceve la ricompensa è appropriato per lui trovarsi in uno stato opposto a quello precedente, perchè infatti, ogni dominio della materia  in questo periodo, non farebbe altro che oscurare ed ostacolare l'anima dall'aderire al Creatore Itbarach Shemo, è perciò appropriato che in questo periodo non domini che l'anima, e la materia sia trascinata dietro a lei del tutto, in maniera che non la ostacoli affatto.
due mondi
questo mondo
e
il mondo
a venire
Perciò furono creati due mondi, questo mondo e il mondo a venire. Questo mondo - il suo posto e le sue leggi, quelle adatte all'uomo per tutto il tempo del suo sforzo, e il mondo a venire - il suo posto e le sue leggi, quelle adatte a lui nel tempo in cui egli riceve la ricompensa.
il peccato
del primo uomo
e la 
diversità
di prima
e dopo
il peccato
[5] E tra le cose che bisogna ancora sapere, è che il genere umano, nella sua situazione primordiale non era come noi lo vediamo e lo distinguiamo ora, perchè veramente un grande cambiamento c'è stato in lui, e ciò per effetto del peccato del primo uomo, per cui l'uomo e il mondo cambiarono da come essi erano all'inizio. E a onor del vero i particolari di tale cambiamento e le loro conseguenze sono molti, e ne parleremo ancora all'interno, besiata dishemaya, ma ne risulta che il discorso sul genere umano e la distinzione dei suoi predicati, è duplice, perchè si parlerà di lui e dei suoi predicati nella sua dimensione prima del peccato, e si parlerà di lui e dei suoi predicati nella sua dimensione dopo il peccato, come ancora chiariremo con l'aiuto di Dio.
il primo uomo
prima del 
peccato
[6] Ecco che il primo uomo al tempo della sua creazione era veramente nello stesso stato che abbiamo ricordato fin qui, e cioè egli era composto dalle due parti opposte che dicemmo - che sono l'anima e il corpo, e nella realtà vi erano due ambiti - il bene e il male, e lui stava in equilibrio tra essi, per aderire a quello di essi che avesse voluto, ed ecco che sarebbe stato a lui adeguato scegliere il bene, e far prevalere la sua anima sul suo corpo, e la sua intelligenza sulla materia, e allora si sarebbe subito perfezionato, e si sarebbe riposato nella perfezione per l'eternità.
l'anima
trasforma 
il corpo
e lo prepara
al godimento
spirituale
[7] Bisogna che tu sappia, che se anche noi non percepiamo nel corpo altra azione dell'anima - all'infuori della vitalità e del pensiero, ecco, in verità c'è tra le sue prerogative la capacità di raffinare il corpo vero e proprio e la sua materia e di provocare la sua elevazione gradino dopo gradino, finchè sia in grado di accompagnarsi ad essa nel godimento della perfezione. E a dire il vero a ciò sarebbe giunto il primo uomo se non avesse peccato, perchè in tal caso la sua anima avrebbe raffinato progressivamente il suo corpo, finchè si fosse raffinato nella misura richiesta  e avesse preso posto nell'eterno godimento.
il lavoro
dell'uomo
dopo
il peccato
[8] Ma siccome il primo uomo peccò le cose subirono un drastico cambiamento. Tale cambiamento consiste nel fatto che, ecco, all'inizio vi erano nella realtà determinati difetti, nella misura necessaria a porre l'uomo nella situazione di equilibrio che ricordammo, e tali che egli avesse modo di guadagnarsi la perfezione con la fatica delle sue mani. Tuttavia a causa del suo peccato si aggiunsero e si moltiplicarono i difetti nell'uomo stesso e in tutta la creazione, e la riparazione si fece più difficile di quanto non lo fosse prima; ossia, ecco che all'inizio gli era agevole liberarsi dal difetto in lui connaturato ed acquistare la perfezione; perchè la Suprema Sapienza aveva ordinato le cose in maniera buona e diritta, e siccome non vi era altra causa del male e del difetto che erano in lui, se non che così era impresso nella sua natura, ecco, che nella misura che egli voltava le spalle al male e si volgeva al bene, egli otteneva immediatamente di emanciparsi dal difetto e di acquistare la perfezione; tuttavia col suo peccato, essendosi per sua causa celata la perfezione più di quanto lo fosse prima, e essendosi moltiplicati i difetti, e con l'essere lui a causare il male a sè stesso, ecco che non gli sarebbe stato più così facile tornare ad emanciparsi dal difetto e ad acquistare la perfezione, come lo era stato al tempo che non era lui la causa del proprio difetto ma che così era stato creato alla sua origine, come già ricordai e tanto più, che, per forza di cose, ora lo sforzo necessario da parte sua per raggiungere la perfezione sarà doppio, perchè bisognerà dapprima che l'uomo e il mondo ritornino allo stato che erano all'inizio, prima del peccato, e successivamente che egli si elevi da quello stato allo stato di perfezione a cui l'uomo era degno di elevarsi.
morte e
nuova vita
per l'uomo
e per 
il mondo
[9] E oltre a tutto ciò, la Qualità della Giustizia Sua, Itbarach Shemo, decretò che nè l'uomo nè il mondo possano d'ora in poi giungere alla perfezione - fintanto che si trovano nella forma che si rovinò, cioè la forma che essi hanno ora, nella quale il male si è moltiplicato, ma sia loro necessario l'essere costretti a passare attraverso una fase di distruzione, cioè la morte per l'uomo, e l'annientamento per tutti gli altri esseri che si guastarono con lui; e [ancora decretò che] non possa l'anima raffinare il corpo, se non dopo esserne prima uscita e dopo che il corpo muoia e venga distrutto, e solo allora torni a costruirsi un edificio nuovo, e l'anima vi entri e lo raffini; e lo stesso [decretò] per tutto il mondo, che venga distrutto nella forma attuale, e che torni ed entri in funzione in un'altra forma, adatta alla perfezione. Perciò fu decretato che l'uomo muoia e torni a vivere, ed è questo l'argomento della Resurrezione dei Morti; e che il mondo venga distrutto e venga poi rinnovato, ed è questo l'argomento di cui parlarono i nostri Saggi di venerata memoria: "Sei mila anni esiste il mondo, per mille è in stato di distruzione, e alla fine di mille anni il Santo, Benedetto Egli sia, torna a rinnovare il Suo mondo" (Sanhedrin 97).
la ricompensa
in un tempo
e in un mondo
rinnovati
[10] Ed ecco che secondo questo principio, il tempo vero della ricompensa - il tempo in cui si riceve la ricompensa che ricordammo sopra - e il suo luogo, sono dopo la risurrezione, in un mondo che si sarà rinnovato, e l'uomo vi godrà con il suo corpo e la sua anima, perchè l'anima sarà in grado di raffinare il corpo e a renderlo atto a godere di quel bene.
l'anima
e i suoi
diversi gradi
di splendore
Tuttavia gli individui vi verranno esaminati, e vi sarà una differenziazionie dei loro gradi e livelli, a misura di quanto si dettero da fare nel mondo dello sforzo e secondo quanto si sforzarono di raggiungere la perfezione, perchè in proporzione a ciò l'anima da sola aumenterà di splendore - e brillerà nel corpo e lo raffinerà, ed entrambi acquisteranno onore e grandezza, e saranno degni di avvicinarsi al Signore, Benedetto Egli sia, e di illuminarsi della luce del Suo Volto e di godere del vero bene.
l'uomo 
nel periodo
tra la morte
e
la nuova vita
[11] Ordunque, essendo l'uomo condannato a morire, come ricordammo, e derivandone che questo essere composto deve scomporsi per un certo periodo per  tornar poi a ricomporsi, ecco che, nel periodo di questa separazione - è doveroso vi sia un luogo per le due parti separate adatto a quanto è richiesto per questa separazione. Ed ecco che il corpo bisogna che ritorni alla suo origine e si separino le parti che lo compongono e venga meno la sua forma, e siccome proveniva dalla terra - alla terra ritorni, e questo è quanto Egli disse, Itbarach Shemo, ad Adam: "Perchè tu sei terra e alla terra ritornerai". Però l'anima che ha meritato con le sue azioni, non ha altro che aspettare finchè si compia nel corpo quello che deve compiersi, cioè la dissoluzione e l'annullamento all'inizio, e la permanenza nella polvere per tutto il tempo che bisognerà, e successivamente di nuovo la ricostruzione, quando lei tornerà ad entrarvi. E ovviamente bisogna che vi sia per lei un luogo tra un periodo e l'altro, ed invero a questo scopo fu apprestato il mondo delle anime, nel quale entrino le anime meritorie dopo la loro uscita dal corpo e vi soggiornino in un luogo di riposo, per tutto il tempo che si avvicendano sul corpo tutti i decreti che è doveroso che su di esso si avvicendino.
il godimento
delle anime
Ed ecco, per tutto quel tempo quelle anime soggiorneranno in grandezza e godimento, simile a quello che verrà loro elargito poi nel tempo dell'autentica ricompensa che sopra ricordammo. Perchè anche  nel mondo delle anime l'elevatezza verrà misurata secondo le azioni compiute, secondo le quali verrà altresì misurata la ricompensa poi, a suo tempo. Tuttavia la vera perfezione destinata a coloro che la meritano, non la raggiungeranno nè il corpo nè l'anima, se non nel loro riunirsi dopo la risurrezione.
ascesa 
dell'anima
nel
mondo delle
anime
[12] Tuttavia il mondo delle anime, oltre ad essere un posto per esse, dove risiedere per tutto il tempo che sono in attesa del corpo, ecco, esso reca altresì in sè una grande utilità per le anime stesse e dopo di loro per il corpo, per quello che sarà loro utile poi, nel tempo della risurrezione. E questo, perchè dopo che fu emanato il decreto che l'uomo non avrebbe raggiunto la perfezione se non dopo la morte, ancorchè se ne sia reso degno dal lato delle sue azioni quando era ancora vivo - che senza di questo non la
raggiungerebbe mai, perchè non vi è altro tempo per l'acquisto della perfezione se non in questo mondo prima della morte, come ricordammo - fa parte ancora delle conseguenze di questo decreto che l'anima, per tutto il tempo che si trova nel corpo in questo mondo, a cui il male è connesso in maniera tale che non è possibile separarsene del tutto, sia anch'essa oscura ed opaca. E benchè attraverso le buone azioni che l'uomo compie lei acquisti da sola perfezione e pregio, ciò non può rivelarsi, e lei non può risplendere dello splendore del quale dovrebbe risplendere, in proporzione al pregio che lei possiede realmente, invece tutto resta racchiuso al suo interno fino al tempo in cui le verrà dato di rivelarsi. E in verità l'ostacolo non è da parte dell'anima, ma solo da parte del corpo, come ricordammo, ed in ciò lui stesso perde, perchè non riceverà per tutto quel tempo il raffinamento che avrebbe potuto ricevere, come ricordammo. Ovviamente anche l'anima perde, perchè è racchiusa in sè stessa e non può diffondere il suo splendore, e inoltre non può compiere il suo compito specifico che è quello di perfezionare il corpo; che se lei potesse compierlo, perfezionerebbe con ciò sè stessa di un perfezionamento grandissimo dal lato della qualita del compito stesso, perchè il compito della perfezione è l'essere benefico e pefezionatore dell'altro, e ancora, che questo compito è a lei confacente secondo la sua natura e la sua intima legge, che per questo è stata creata, e ogni creatura si perfeziona quando fa quello che stabilì per lei il Creatore, Itbarach Shemo, che lei faccia - e si allontana dalla perfezione per tutto il tempo che non lo fa.
Ora, quando l'anima esce dal corpo e va nel mondo delle anime, ecco che lì si espande e risplende del proprio splendore, secondo quanto è a lei confacente in rapporto alle sue azioni, e con ciò che lei acquista là tutto il tempo che vi risiede, riacquista la forza che aveva perduto quando era nel corpo, e si prepara vieppiù a ciò che dovrà fare al momento della resurrezione, di modo che quando ritornerà nel corpo a suo tempo sarà in grado di compiervi quell'azione che le confà, e cioè quel raffinamento di cui parlammo.
la riduzione
della forza 
dell'anima
al suo entrare
nel corpo
[13] E con ciò bisogna che tu sappia, che anche ora, nell'entrare dell'anima nel corpo transitorio, benchè non abbia ancora acquistato perfezione con le sue azioni, ecco che dal lato del suo pregio e del suo intrinseco splendore sarebbe stato appropriato che lei desse un grande raffinamento alla materia, fino a farla uscire dall'ambito del genere umano; tuttavia il decreto di Lui, Itbarach Shemo, la trattiene, e fa ritirare la sua forza e riduce il suo splendore al fine che ciò non derivi da lei; ma stia lì chiusa in sè stessa, nella esatta misura richiesta dall'intenzione superiore, e agisca nel corpo nella stessa sequenza e nella stessa misura desiderati dalla Spienza di Lui, Itbarach Shemo. Ed ecco che, secondo le buone azioni che lei comincia a compiere, avrebbe dovuto espandersi e risplendere come dicemmo, e allora da lei deriverebbe il raffinamento per il corpo. Tuttavia, a causa del decreto che illustrammo sopra, ciò non le è possibile se non quando si trova nel mondo delle anime.
il ritorno
trionfale
dell'anima
nel corpo
Ma al suo ritorno nel corpo, dopo la risurrezione, [l'anima] non verrà ridotta nè la sua forza verrà contenuta, ma entrerà [nel corpo] con tutto il suo splendore e con tutta la sua forza, e allora subito raffinerà quel corpo di un gran raffinamento, e non gli sarà necessario crescere a poco a poco, come ora debbono fare i bambini, invece all'istante in lui brillerà, e subito vi indurrà grande finezza. Tuttavia ciò non impedirà al corpo e all'anima assieme di ascendere livello dopo livello, ma così stan le cose: non appena l'anima sarà venuta nel corpo, quell'uomo diverrà prezioso e sublime, e il suo corpo riceverà immediatamente la primitiva finezza, e vi si eleverà al di sopra di quanto lo era in tutta la sua prima vita - e tale sublimazione sarà in rapporto a tutte le buone azioni che egli già compì - e lo porrà al livello a lui adatto tra coloro che meritarono di godere della perfezione, e successivamente si eleveranno tutti e due [corpo ed anima] di elevazioni adatte a chi si trova nel loro livello.

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