La Ghemara spiega ora la Baraita secondo
la shita di Rabba:
Rabba la spiega a modo suo - con il segno di riconoscimento: Uno
che trova dei MANNELLI NEL DOMINIO
PUBBLICO - QUESTI APPARTENGONO A LUI - dal momento [daf
23a] che vengono calpestati, ed un segno di riconoscimento
suscettibile di essere calpestato non è un valido segno di riconoscimento.
Ma se li trova NEL DOMINIO PRIVATO - LI RACCOGLIE ED ANNUNCIA il
loro ritrovamento - dal momento che non vengono calpestati, MA se
trovò
FASCI GRANDI SIA NEL DOMINIO PUBBLICO CHE NEL DOMINIO PRIVATO
- LI RACCOGLIE ED ANNUNCIA il loro ritrovamento - perché,
siccome sono alti, non vengono calpestati.
La Ghemara spiega ora la Baraita secondo
la shita di Rava:
E Rava la spiega a modo suo - con il luogo: Uno che trova dei
MANNELLI
NEL DOMINIO PUBBLICO - QUESTI APPARTENGONO A LUI - perché i
mannelli a causa delle loro ridotte dimensioni rotolano tra i piedi
della gente e degli animali e non rimangono nel luogo in cui furono persi,
tuttavia nel dominio privato
chi li trova è tenuto ad
annunciare il loro ritrovamento - perché là non
rotolano non essendovi una folla in movimento, MA se trovò
FASCI
GRANDI SIA NEL DOMINIO PUBBLICO CHE NEL DOMINIO PRIVATO - LI RACCOGLIE
ED ANNUNCIA il loro ritrovamento - perché, siccome sono pesanti,
non rotolano ed il luogo in cui si trovano è un valido segno
di riconoscimento.
La Ghemara tenta di portare, dalla nostra
Mishna, una prova a favore di Rava che un segno di riconoscimento che può
essere calpestato è tuttavia un valido segno di riconoscimento:
Vieni a sentire una prova a favore di Rava a partire dalle parole
della nostra Mishna: PAGNOTTE DEL
FORNAIO . . . QUESTE APPARTENGONO A LUI. Ma se sono di un
padrone di casa è tenuto ad annunciare la loro perdita!
La Ghemara chiarisce:
A proposito di quelle pagnotte di
un padrone di casa - quale è la ragione per cui chi le trovaè
tenuto ad annunciare la loro perdita? Perché esse portano un
segno di riconoscimento e sono ben riconoscibili infatti
il pane
di uno è come lui stesso.
La Ghemara conclude la prova che
porta ad una confutazione di Rabba:
E dal momento che la Mishna non fa distinzione, non conta
se è dominio pubblico e non conta se è dominio privato -
chi
trova delle pagnotte casalinghe è tenuto a prenderle e ad annunciare
la
loro perdita, e allora possiamo concludere che anche un segno
di riconoscimento che può essere calpestato è un valido
segno
di riconoscimento e ciò costituisce
una confutazione per
Rabba!
La Ghemara respinge la prova:
Rabba potrebbe dirti: Là a proposito delle pagnotte ecco
il motivo per cui uno che le trova, persino nel dominio pubblico, è
tenuto ad annunciarne la perdita perché non si deve passare oltre
ai cibi che si trovano sul terreno ma sollevarli e metterli in disparte.
Sapendo che esiste questa regola i proprietari dei pani non disperano di
tornarne in possesso, tuttavia in altri casi un segno di riconoscimento
che può venir calpestato non è un valido segno di riconoscimento.
La Ghemara ribatte:
Ma nei luoghi in cui passa la folla ci sono anche degli
stranieri che non rispettano la regola di cui sopra e non faranno caso
alle pagnotte e le calpesteranno!
La Ghemara risponde:
Gli stranieri non calpesteranno le pagnotte perché temono
i sortilegi.
La Ghemara ribatte:
Ma nei luoghi in cui passa la folla ci sono anche gli
animali domestici e i cani che ovviamente non rispettano regole né
temono sortilegi!
La Ghemara risponde:
La Mishna colloca il suo ammaestramento in un luogo in cui non son
comuni gli animali domestici e i cani.
Comunque sia Rabba può respingere la prova a favore di Rava.
La Ghemara tenta di dimostrare, a
partire dalla nostra Mishna, che la machloket
tra Rabba e Rava è una machloket
tra Tannaim:
Diciamo che forse la diatriba tra Rabba e Rava su un segno che
può essere calpestato è come quella che sussiste tra
i
Tannaim della nostra Mishna infatti così essa conclude:
R'YEHUDA
DICE: OGNI OGGETTO IN CUI VI SIA UN CAMBIAMENTO rispetto all'aspetto
ordinario UNO che lo trova
È OBBLIGATO AD ANNUNCIARE di
averlo trovato per poterlo restituire.
COME SAREBBE? Se TROVÒ
UNA TORTA di fichi secchi E IN ESSA
vi è UN COCCIO,
UNA PAGNOTTA E IN ESSA vi sono
DELLE MONETE
è tenuto
ad annunciare il loro rinvenimento. Da cui deduci che il Tanna Kamma
sosteneva che sia la torta di fichi secchi con il coccio che la pagnotta
con le monete appartengono a lui al rinvenitore.
La Ghemara enuncia due presupposti
alla base di questa machloket tra Tannaim:
Gli Amoraim che tentavano di dimostrare che la machloket tra
Rabba e Rava era una machloket Tannaim sostenevano che per
tutti
quanti sia per Tanna Kamma che per R'Yehuda un segno di riconoscimento
che si produce da sé per caso, come il coccio nei fichi e le
monete nel pane - è sempre possibile che sia
un segno
e che si può passar oltre ai cibi.
La Ghemara illustra allora come
la machloket tra Rabba e Rava potrebbe essere una machloket
Tannaim:
Perché non dire che essi Tanna Kamma e R'Yehuda
della nostra Mishna divergono su un segno di riconoscimento che
può venir calpestato? Uno studioso Tanna Kamma pensava: Non
è un valido segno di riconoscimento e per questo chi
trova una torta di fichi con dentro un coccio può tenersela e
uno studioso R'Yehuda pensava: È un valido segno di
riconoscimento e per questo chi trova tale torta deve annunciarne il
ritrovamento.
La Ghemara respinge tale spiegazione
della Mishna perchè essa produrrebbe una contraddizione nell'insegnamento
del Tanna Kamma:
Disse R'Zevid in nome di Rava: Se tu ritieni che fosse opinione
del Tanna Kamma che un segno di riconoscimento che può venir calpestato
non è un valido segno di riconoscimento e inoltre che
si
può passar oltre ai cibi - se uno trovò delle pagnotte
di un padrone di casa nel dominio pubblico, nel qual caso noi deducemmo
dall'insegnamento del Tanna Kamma che chi le trova deve annunciarne il
ritrovamento, perché deve annunciare il loro ritrovamento?
Se è vero che il carattere di famiglia delle pagnotte viene cancellato
rotolando tra i piedi dei passanti e nessuno le raccoglie, certo è
che il proprietario dispera di riceverle indietro e chi le trova può
prenderle!
La Ghemara illustra il modo in
cui Rava vede la machloket tra i Tannaim della nostra Mishna:
Piuttosto disse R'Zevid in nome di Rava: Tutti concordano che un
segno di riconoscimento che può venir calpestato è sempre
un
valido
segno
di riconoscimento e che si può passar oltre ai cibi. E qui
nella
nostra Mishna sono divisi su un segno di riconoscimento che si produce
da sé. Infatti il Tanna Kamma pensava: Un segno di riconoscimento
che si produce da sé - non è un
valido
segno e
per questo chi trova la torta di fichi con il coccio può tenersela
perché il coccio ci è caduto per caso, mentre R'Yehuda
pensava: È un valido segno di riconoscimento certo il
padrone della torta ce lo ha messo e per questo non dispera di ritrovare
la sua torta.
La Ghemara illustra il modo in cui
Rabba vede la machloket tra i Tannaim della nostra Mishna:
E Rabba potrebbe dirti: Tutti concordano che un segno di riconoscimento
che può venir calpestato non è un valido segno di
riconoscimento e che non si deve passar oltre ai cibi. E qui
nella
nostra Mishna sono divisi su un segno di riconoscimento che si produce
da sé. Il Tanna Kamma pensava: Non è un valido
segno
e
per questo chi trova la torta di fichi con il coccio può tenersela
perché il coccio ci è caduto per caso, mentre R'Yehuda
pensava: È un valido segno di riconoscimento e per questo
è tenuto ad annunciarne il ritrovamento.
La Ghemara riporta una diversa
versione della diatriba:
Ci son di quelli che dicono: Gli Amoraim che tentavano di dimostrare
che la machloket tra Rabba e Rava era una machloket Tannaim
sostenevano
che per
tutti quanti sia per Tanna Kamma che per R'Yehuda
un segno di riconoscimento che si produce da sé
per caso, come
il coccio nei fichi e le monete nel pane - è
sempre possibile
che sia
un segno e che un segno di riconoscimento che può venir
calpestato non èun valido segno. Perché non dire
che essi Tanna Kamma e R'Yehuda della nostra Mishna divergonosul
passare oltre ai cibi? Infatti uno studioso Tanna Kamma pensava:
È possibile passar oltre ai cibi e per questo chi trova una
torta di fichi con dentro un coccio può tenersela perché
il segno del coccio può essere calpestato dai passanti e il proprietario
dispera dal poter recupere la torta e uno studioso R'Yehuda pensava:
Non si deve passar oltre ai cibi e per questo chi trova tale
torta con dentro il coccio, che ora non è un segno che viene calpestato,
deve prenderla e annunciarne il ritrovamento.
La Ghemara respinge anche ora
tale spiegazione della Mishna perchè essa produrrebbe una contraddizione
nell'insegnamento del Tanna Kamma:
Disse R'Zevid in nome di Rava: Se tu ritieni che fosse opinione
del Tanna Kamma che un segno di riconoscimento che può venir calpestato
non è un valido segno di riconoscimento e inoltre che
si
può passar oltre ai cibi - se uno trovò delle pagnotte
di un padrone di casa nel dominio pubblico, nel qual caso noi deducemmo
dall'insegnamento del Tanna Kamma che chi le trova deve annunciarne il
ritrovamento, perché deve annunciare il loro ritrovamento?
Se è vero che il carattere di famiglia delle pagnotte viene cancellato
rotolando tra i piedi dei passanti e nessuno le raccoglie, certo è
che il proprietario dispera di riceverle indietro e chi le trova può
prenderle!
La Ghemara illustra il modo
in cui Rava vede la machloket tra i Tannaim della nostra Mishna
[da qui in avanti la seconda versione della discussione è identica
alla prima]:
Piuttosto disse R'Zevid in nome di Rava: Tutti concordano che un
segno di riconoscimento che può venir calpestato è sempre
un
valido
segno
di riconoscimento e che si può passar oltre ai cibi. E qui
nella
nostra Mishna sono divisi su un segno di riconoscimento che si produce
da sé. Infatti il Tanna Kamma pensava: Un segno di riconoscimento
che si produce da sé - non [daf 23b]
è un
valido segno e per questo chi trova la torta di
fichi con il coccio può tenersela perché il coccio ci è
caduto per caso, mentre R'Yehuda pensava: È un valido
segno
di riconoscimento certo il padrone della torta ce lo ha messo e per
questo non dispera di ritrovare la sua torta.
La Ghemara illustra anche qui il modo
in cui Rabba vede la machloket tra i Tannaim della nostra Mishna:
E Rabba potrebbe dirti: Tutti concordano che un segno di riconoscimento
che può venir calpestato non è un valido segno di
riconoscimento e che non si deve passar oltre ai cibi. E qui
nella
nostra Mishna sono divisi su un segno di riconoscimento che si produce
da sé. Il Tanna Kamma pensava: Un segno di riconoscimento che si
produce da sé non è un valido
segno e per questo
chi trova la torta di fichi con il coccio può tenersela perché
il coccio ci è caduto per caso, mentre R'Yehuda pensava: È
un valido segno di riconoscimento e per questo è tenuto
ad annunciarne il ritrovamento.
Tavola riassuntiva:
|
PASSARE OLTRE AI CIBI |
SEGNO CHE VIENE DA SÉ |
SEGNO CHE SI PUÒ CALPESTARE |
PRIMA SPIEGAZIONE |
È PERMESSO |
È UN SEGNO |
MACHLOKET |
RAVA |
PUÒ ESSERE SIA PERMESSO |
MACHLOKET |
È UN SEGNO |
RABBA |
È PROIBITO |
MACHLOKET |
NON È UN SEGNO |
ALTRI CHE DICONO |
MACHLOKET |
È UN SEGNO |
NON È UN SEGNO |
La Ghemara stabilisce una regola
generale per quanto concerne gli smarrimenti:
Disse R'Zevid in nome di Rava: Regola degli smarrimenti: Dal
momento che il proprietario dell'oggetto smarrito ha detto: Povero
me per il denaro che ho perso - dispera nei riguardi di esso di poterloritrovare
e chi lo trova può appropriarsene.
La Ghemara stabilisce la regola
per quanto concerne il segno di riconoscimento costituito dal luogo dello
smarrimento e un segno che può venir calpestato:
Disse R'Zevid in nome di Rava: Questa è l'halacha
- mannelli nel dominio pubblico - appartengono a lui che li ha trovati,
nel
dominio privato, se si trovano lì perché caduti -
appartengono a lui che li ha trovati, se si trovano lì
perché
deposti da qualcuno - li prende e annuncia il loro rinvenimento.
Sia
questo che quello quando è una cosa su cui non c'è alcun
segno di riconoscimento, tuttavia quando è una cosa che reca un
segno di riconoscimento - non importa se si trova nel dominio pubblico
e non importa se si trova nel dominio privato, sia perché caduto
sia perché deposto - chi lo trova è tenuto ad annunciare
il
ritrovamento in modo che chi viene con un opportuno segno di riconoscimento
possa recuperare l'oggetto smarrito. [daf 23b]
La Ghemara prende in esame un altro
passo della nostra Mishna:
E uno che trova FILE
DI PESCI . . . appartengono a lui, siccome non hanno alcun segno di
riconoscimento.
La Ghemara domanda:
Perché mai appartengono a lui? Che il nodo sia un
segno di riconoscimento e chi le trovò debba annunciare il ritrovamento!
La Ghemara risponde:
Nella Mishna si parla di file di pesci legate con il nodo dei pescatori
con il quale tutti i pescatori legano le file di pesci.
La Ghemara domanda ancora:
E che sia il numero dei pesci nella fila un segno di riconoscimento!
La Ghemara risponde:
Nella Mishna si parla di file di numero di pesci uguale
a quello solito, come è uso dei pescatori.
La Ghemara ha comunque ammesso
che il numero possa essere un segno di riconoscimento e ora si interroga
sull'origine di tale ammissione:
Posero il quesito a R'Sheshet: [Il numero] può essere un
segno o non può essere un segno? Rispose loro R'Sheshet: Potete
impararlo da quanto insegnò la Baraita: TROVÒ OGGETTI D'ARGENTO
O DI RAME, FRAMMENTI DI PIOMBO O ALTRI OGGETTI METALLICI - NON È
TENUTO A RESTITUIRLI, FINO A CHE chi ne vanta la proprietà NON
DIA UN SEGNO O FINO A CHE NE FORNISCA IL PESO.
La Ghemara conclude:
E dal momento che il peso è un segno - anche la misura e
il numero sono dei segni di riconoscimento.
La Ghemara prende in esame un altro
passo della nostra Mishna:
E uno che trova PEZZI
DI CARNE ecc. appartengono a lui.
La Ghemara domanda:
Perché mai appartengono a lui? Che il peso sia un
segno di riconoscimento e chi le trovò debba annunciare il ritrovamento!
La Ghemara risponde:
Nella Mishna si parla di pezzi di carne di peso uguale a quello
solito, come è uso dei macellai.
La Ghemara domanda ancora:
E che sia il taglio stesso dei pezzi di carne un segno di
riconoscimento, o dal collo o dalla coscia! Non lo imparammo da una Baraita:
TROVÒ PEZZI DI PESCE O UN PESCE MORSICATO - È TENUTO AD ANNUNCIARE
il
loro ritrovamento - ANFORE DI VINO O DI OLIO O DI GRANO O DI FICHI O
DI OLIVE - APPARTENGONO A LUI.
La Ghemara respinge l'idea
che il taglio sia un segno di riconoscimento:
Di cosa ci stiamo occupando qui? Del caso in cui vi è un
segno nella forma del taglio. Come nel caso di Rabba bar R'Huna
che le faceva sui pesci alla moglie un taglio a tre punte.
La Ghemara porta una conferma
di quanto detto dalla Baraita stessa:
Ed è anche esatto ricavare questa spiegazione dalla Baraita,
infatti
essa insegna che il taglio per essere un segno di riconoscimento deve
essere simile al pesce morsicato in cui il segno sta nella morsicatura
che è un segno particolare, così ogni taglio per essere un
segno deve avere una forma particolare. Impara da qui
il significato
della Baraita.
La Ghemara riporta la sefa
della Baraita appena citata:
ANFORE DI VINO O DI OLIO O DI GRANO O DI FICHI O DI OLIVE - APPARTENGONO
A LUI.
La Ghemara rivela una contraddizione
da una Mishna a daf 25a:
Eppure la Mishna insegna: Uno che trovò RECIPIENTI
DI VINO O RECIPIENTI DI OLIO È TENUTO AD ANNUNCIARE il loro
ritrovamento!
La Ghemara spiega:
Disse R'Zera in nome di Rav: La Mishna parla di un recipiente
sigillato con l'argilla e quindi dotato di un segno di riconoscimento.
La Ghemara obietta:
Da cui deduciamo che la Baraita si occupa del ritrovamento di
un recipiente aperto, ma se la Braita si occupa di un recipiente
aperto, allora è una perdita intenzionale! Se ha lasciato
il recipiente di vino aperto è come se l'avesse abbandonato e quindi
è logico che chi lo trova può appropriarsene, perché
la Baraita dovrebbe insegnarlo?
La Ghemara spiega:
Disse R'Hoshaya: La Baraita si occupa di uno che ha appoggiato
il tappo sulla bocca del recipiente senza tuttavia sigillarlo con l'argilla.
Siccome è proprio l'argilla a costituire il segno di riconoscimento,
tale recipiente ne è ora privo.
La Ghemara porta un'altra spiegazione
della contraddizione tra Baraita e Mishna:
Disse Abbaye: Anche se dirai che sia questo la Mishna che
questo la Baraita si occupano entrambe di un recipiente sigillato,
non è difficile risolvere la contraddizione tra Baraita e Mishna:
Qui nella Mishna ci riferiamo alla stagione prima che furono
aperte le cantine per la vendita del vino ai negozianti, allora le
anfore non sono sigillate e se una è sigillata questo costituisce
un segno di riconoscimento, qui nella Baraita ci riferiamo alla
stagione dopo che furono aperte le cantine per la vendita del vino
ai negozianti, allora molte anfore sono sigillate e se una è sigillata
questo non costituisce un segno di riconoscimento.
La Ghemara riporta un episodio
in cui Abbaye decisa l'halacha in base al criterio sopra enunciato:
Come quando R'Ya'akov bar Abba trovò un'anfora di vino dopo
che erano state aperte le cantine, andò dinnazi ad Abbaye per
sentire se doveva annunciare il ritrovamento o no, Abbaye gli disse:
Va e tienila per te.
La Ghemara apre una discussione
a proposito della Baraita sopra citata:
Pose il quesito R'Bibi a R'Nachman: Il luogo è un segno o
non è un segno?
La Ghemara risponde:
Gli rispose: Puoi impararlo da quanto insegnò la Baraita:
Se uno TROVÒ ANFORE DI VINO O DI OLIO O DI GRANO O
DI FICHI O DI OLIVE - APPARTENGONO A LUI. E se tu pensassi che il luogo
è un segno, che colui che le trovò annunci il luogo
e chi verrà a dire che proprio in quel luogo ha smarrito delle
anfore di vino ecc. le riceverà di ritorno. Se la Baraita dice che
appartengono a lui vuol dire che il luogo non è un segno.
La Ghemara repinge la prova:
Disse R'Zevid: Qui nella Baraita di cosa ci stiamo occupando?
Di anfore che furono trovate sulla sponda del fiume dove le
anfore vengono depositate da coloro che le vanno a prelevare dalle navi.
Un simile luogo non è certo un segno, perché molti vi dimenticano
ogni sorta di mercanzia. Tuttavia normalmente un luogo è un sengo
di riconoscimento.
La Ghemara aggiunge un responso
a proposito della sponda del fiume:
Disse R'Mari: Per quale ragione Rabbanan dissero che la sponda del
fiume non è un segno? Perché noi gli diciamo a quello
che viene a reclamare un'anfora smarrita sulla sponda del fiume: Come
è successo a te di perdere un'anfora sulla sponda del fiume,
così è successo anche al tuo compagno.
La Ghemara riporta un'altra
versione del responso di R'Mari:
C'è chi dice che così disse R'Mari: Per quale
ragione Rabbanan dissero che persino se uno ha indicato il luogo
sulla sponda del fiume dove ha smarrito l'anfora non è un segno?
Perché noi gli diciamo a quello che viene a reclamare un'anfora
smarrita in un dato luogo sulla sponda del fiume: Come è capitato
a te di dimenticare un'anfora in quel posto sulla sponda del
fiume, così è capitato anche al tuo compagno di dimenticare
un'anfora in quello stesso posto sulla sponda del fiume.
La Ghemara porta il racconto
di un caso connesso con la precedente discussione:
Un tale trovò della pece in un tino, si presentò a
Rav per sapere se poteva tenersela. Gli disse Rav: Va e tienla
per te. Rav si accorse che quello era indeciso e per incoraggiarlo
gli disse: Va e danne un pezzo anche a mio figlio Chiya.
La Ghemara si chiede:
Possiamo dire che Rav era dell'opinione che il luogo non è
un segno?
La Ghemara respinge questa ipotesi:
Disse R'Abba: Fu per via dell'abbandono dei proprietari che essi
vi misero mano, infatti Rav osservò che su quella pece
vi era cresciuta l'erba che testimoniava che non era stata toccata
da molto tempo.
La Ghemara prende in esame un
altro passo della nostra Mishna:
RABBI SHIMON BEN ELIEZER DICE:
ecc. Ogni vaso di enporia
non è obbligato ad annunciare il suo rinvenimento.
La Ghemara chiede:
Cosa è enporia? Disse R'Yehuda in nome di Shmuel:
Oggetti nuovi di cui non si è saziato l'occhio cioé che
i proprietari non sono ancora abituati a vedere e non son quindi capaci
di riconoscere.
La Ghemara obietta:
Come sarebbe a dire? Se vi è un segno - se l'occhio non si
è saziato cosa importa? Se non vi è un segno - se l'occhio
si è saziato cosa importa?
La Ghemara spiega:
Si tratta sempre di quando non c'è un segno, e la differenza
vien fuori quando si restituisce un oggetto ad uno studioso della Tora
sulla base del riconoscimento visivo. Se l'occhio s'è saziato
cioé lo studioso si è abituato a vederlo - quell'oggetto
gli è presente come suo, glielo restituiamo. Se l'occhio
non si è saziato - non gli è presente e non glielo restituiamo.
La Ghemara chiarisce l'affidabilità
degli studiosi della Tora quanto alla restituzione degli oggetti smarriti:
Perché disse R'Yehuda in nome di Shmuel: In queste tre cose
son soliti Rabbanan di cambiare le proprie parole e non dire la pura
verità: Quando viene interpellato sulla sua conoscenza di
un Trattato, quando gli chiedono domande personali sulla riproduzione, |