La Ghemara risponde:
È la sefa in questo caso la continuazione della
nostra Mishna ad averne bisogno infatti così continua la
nostra Mishna: [daf 15a] Il
risarcimento del danno viene fatto in base alla testimonianza di UOMINI
LIBERI, CORRELIGIONARI, in cui il termine UOMINI LIBERI serve
per
escludere gli schiavi, CORRELIGIONARI per escludere gli idolatri.
La Ghemara dimostra la necessità
di usare i due termini:
E sono necessari entrambi i termini perché se la
Mishna ci avesse fatto sentire solo il termine schiavo, avrei
detto che viene ritenuta invalida la sua testimonianza perché
non ha lignaggio, ma lo staniero che ha lignaggio, avrei detto che no che
la sua testimonianza non viene respinta e se la Mishna ci avesse
fatto sentire solo il termine straniero, avrei detto che viene
ritenuta invalida la sua testimonianza perché non ha parte nei
precetti, ma lo schiavo che ha parte nei precetti, avrei detto che no che
la sua testimonianza non viene respinta, perciò sono necessari
entrambi
i termini.
La Ghemara prende in esame un'altro
passo della nostra Mishna:
E LE DONNE NELL'AMBITO DEL DANNO. Da dove impariamo che anche
le donne hanno parte nel risarcimento dei danni?
La Ghemara fornisce una prima fonte
scritturale:
Disse R'Yehuda in nome di Rav e così insegnava uno dei
Tannaim dell'Accademia di R'Yishmael, disse un versetto (Numeri
5, 6) Un uomo o una donna quando faranno uno di tutti i peccati,
la Scrittura ha equiparato la donna all'uomo per quanto concerne tutti
le punizioni (punizioni corporali e sacrifici) della Tora.
La Ghemara fornisce una seconda
fonte scritturale:
Uno dei Tannaim dell'Accademia di R'Elazar insegnava: disse
un versetto (Esodo 21, 1) E questi sono gli statuti che esporrai
dinnanzi a loro, la Scrittura ha equiparato la donna all'uomo per quanto
concerne tutte le leggi pecuniarie della Tora.
La Ghemara fornisce una terza fonte
scritturale:
Uno dei Tannaim dell'Accademia di Chezkia e R'Yosi Haglili
insegnavano, disse un versetto (Esodo 21, 29) E causò
la morte di un uomo o una donna, la Scrittura ha equiparato la donna
all'uomo per quanto concerne tutte le morti della Tora.
La Ghemara dimostra la necessità
di tutte e tre le fonti scritturali:
E sono necessarie tutte e tre le fonti scritturali perché
se ci insegnassero solo la prima, in cui la Scrittura equiparò
la donna all'uomo per quanto concerne le punizioni, direi che è
solo
là,
dove
si parla del falso giuramento sul deposito di uno straniero, che il
Misericordioso ha misericordia di lei equiparandola all'uomo, in
modo che ella abbia modo di espiare. Ma quando si tratta di
leggi
pecuniarie
potrei pensare che solo un uomo che è abituato alla contrattazione,
sì, se danneggia deve risarcire, ma una donna che non
è abituato alla contrattazione, no.
Così ci serve
la seconda fonte scritturale per insegnarci che anche quando si tratta
di leggi pecuniarie la donna è equiparata all'uomo. E se ci insegnassero
solo
a proposito delle leggi pecuniarie, potrei pensare che là
la donna è equiparata all'uomo in modo che le sia possibile vivere
perchè
senza tale equiparazione tutti la deruberebbero,
ma
quando si tratta
di espiazione, un uomo che ha parte nei precetti,sì, una donna
che non ha parte nei precetti legati al culto come gli uomini,
no.
Per
questo il versetto deve insegnarci che la donna è equiparata all'uomo
anche nelle punizioni. E se ci insegnassero quei due il versetto
che parla delle punizioni e quello che parla delle leggi pecuniarie, potrei
pensare che là vi è equiparazione
per via dell'espiazione
e là in modo che possa vivere, ma per quanto concerne un'uccisione
diremmo
che solo se il suo bue ha ucciso
uno uomo - che ha parte nei precetti,
allora
deve pagare il riscatto
agli eredi perché gli ha reso
impossibile il compimento dei precetti, ma quando il suo bue ha ucciso
una
donna che non ha parte nell'osservanza dei precetti come un uomo, allora
no.
E se ci insegnassero
che l'equiparazione tra la donna e l'uomo c'è
solo riguardo al riscatto in caso di uccisione, potrei pensare che
questo è
per via che vi è perdita della vita umana, ma
quanto agli altri due argomenti, le punizioni e le leggi pecuniarie,
dove
non vi è perdita della vita umana, direi che no che non vi è
equiparazione. Per questo tutti e tre i versetti
sono necessari.
La Ghemara prende in esame un nuovo
passo della nostra Mishna:
E IL DANNEGGIATO E IL DANNEGGIATORE NEI PAGAMENTI.
La Ghemara riporta al proposito un
insegnamento degli Amoraim:
Fu detto: A proposito de il mezzo danno cioé il
pagamento di metà del danno nel caso in cui il bue ingenuo scornò,
R'Pappa
disse: Si tratta di denaro da pagare in quanto dovuto. R'Huna il
figlio di R'Yehoshua disse: Si tratta di una multa affinché
ognuno custodisca meglio i propri animali, ma senza di ciò non vi
dovrebbe essere alcun pagamento.
La Ghemara prende in esame i due
pareri:
R'Pappa disse: Si tratta di denaro da pagare in quanto dovuto
perché
pensava: Normalmente i buoi non si ritengono custoditi, e se recano
danno darebbe giusto che si risarcisse tutto e intero il danno,
ed
è stato il Misericordioso che ha avuto misericordia di lui
del
padrone del bue e lo ha condannato solo a metà del risarcimento
perchè
il suo bue non era ancora segnalato come un bue capace di recar danno.
La Ghemara prende in esame il secondo
parere:
R'Huna il figlio di R'Yehoshua disse: Si tratta di una multaperché
pensava: Normalmente i buoi si ritengono custoditi, e
se recano danno
darebbe
giusto che non si risarcisse affatto, ed è stato il Misericordioso
che ha stabilito una multa affinché stia attento al proprio bue.
La Ghemara prende ancora in esame
lo stesso passo della nostra Mishna:
E IL DANNEGGIATO E IL DANNEGGIATORE NEI PAGAMENTI. Che vuol
dire che entrambi perdono denaro - il danneggiatore paga metà e
il danneggiato perde metà. Ciò è comprensibile
secondo chi ritiene che mezzo danno sia denaro dovuto, in tal caso
ha
senso dire che il danneggiato ha diritto al risarcimento, ma secondo
colui che ritiene che il mezzo danno sia una multa affinché
i padroni dei buoi custodiscano anche gli animali pacifici, dal momento
che il danneggiato riceve denaro non suo che di per sé
non gli spetta, ha senso dire che ha diritto al risarcimento? Com'è
che la Mishna sembra affermare proprio questo?
La Ghemara spiega:
Quando la Mishna dice che il danneggiato ha parte nei pagamenti non
ne ha necessità che per insegnare che il degrado della carogna
è a carico del danneggiato, perché il danno viene calcolato
come la differenza tra il valore dell'animale vivo e il valore dell'animale
al momento della morte. Il deprezzamento dell'animale dal momento della
morte fino al momento del verdetto del tribunale è a carico del
proprietario.
La Ghemara obietta:
Tu dici che la Mishna vuole qui insegnare che il degrado della carogna
è
a carico del danneggiato? Ma lo insegnò già nella
resha:
Infatti
quando sopra (daf 9b) la Mishna insegna:
RISARCIMENTO DEL DANNO dove
la parola risarcimento è superflua
insegna che il proprietario
dell'animale
ucciso si prende cura della carogna,
e il danneggiatore paga solo
la differenza tra il valore dell'animale vivo e il valore dell'animale
al momento della morte. Perché il Tanna ritorna sullo stesso insegnamento?
La Ghemara spiega:
Il Tanna ripete lo stesso insegnamanto due volte - una per insegnare
a proposito del bue innocuo, e una per insegnare a proposito
del bue segnalato come pericoloso.
La Ghemara dimostra la necessità
dei due insegnamenti:
Ed è necessario insegnare due volte perché
se ce lo insegnasse che il danneggiato si prende cura della carognasolo
in riferimento al bue innocuo, potrei pensare che ciò è
perchè
ancora non è stato segnalato come pericoloso per aver incornato
tre volte, ma per quanto concerne
il segnalato - diciamo che
no che il danneggiato, cioé il proprietario del bue incornato,
non si occupa della carogna, ma il suo degrado sia a spese del danneggiatore.
E
se ce lo insegnasse che il danneggiato si prende cura della carognasolo
in riferimento al bue segnalato come pericoloso, potrei pensare
che ciò è perché il proprietario del bue incornatore
paga
tutto il danno ma quanto al bue innocuo
per il quale
il proprietario risarcisce solo metà del danno - diciamo che
no che il degrado della carogna può ben essere a carico del
danneggiatore. Per questo è necessario
che lo stesso insegnamento
venga insegnato con riferimento ad entrambi.
La Ghemara obietta ancora a
chi è dell'opinione che il risarcimento di metà danno sia
una multa:
Vieni a sentire una prova contro l'opinione che il risarcimento
di metà danno sia una multa: Da ciò che insegna la continuazione
della Mishna (daf 16b): QUALE È LA DIFFERENZA TRA INNOCUO E SEGNALATO
- CHE L'INNOCUO PAGA MEZZO DANNO DAL valore del SUO CORPO e
se il suo corpo non vale quanto il danno il danneggiato perde, mentre IL
SEGNALATO PAGA IL DANNO INTERO DALLA SUA TASCA. Ora, dal momento che
la Mishna elenca differenze tra innocuo e segnalato, se fosse vero
che il pagamento di metà del danno dell'innocuo è solo una
multa che il Tanna della Mishna insegni anche che l'innocuo non
paga in base all'autoammissione cioé se ammette di meritare
la multa prima che vengano dei testimoni è esonerato dal pagamento,
mentre il segnalato paga in base all'autoammissione infatti l'ammissione
della colpevolezza non esonera nel caso di un pagamento vero e proprio.
La Ghemara risponde:
Il Tanna insegnò la differenza principale e tralasciò
le
altre.
La Ghemara obietta l'obiezione
di prammatica in questi casi:
Cosa altro tralasciò quando tralasciò questo?
Se
tralasciò delle differenze non può essere che ne tralasciò
solo una.
La Ghemara risponde:
Tralsciò il mezzo riscatto. Infatti se un bue segnalato
uccide un uomo il proprietario paga l'intero riscatto agli eredi, ma se
a ucciderlo fu un bue innocuo, il proprietario non paga un mezzo riscatto.
E assieme al mezzo riscatto tralasciò anche la differenza in caso
di autoammissione.
La Ghemara obietta:
Se è per il mezzo riscatto questo non è un tralasciamento.
Questa Mishna di chi è? È di R'Yosi Haglili che dissentiva
da Rabbanan e disse: L'ingenuo paga mezzo riscatto nel caso in cui
abbia ucciso un uomo.
La Ghemara obietta ancora a chi
è dell'opinione che il risarcimento di metà danno sia una
multa:
Vieni a sentire una prova contro l'opinione che il risarcimento
di metà danno sia una multa: [daf 15b]
Insegna la Mishna nel seguito (daf 43a): Se uno viene al Bet Din e dice:
IL
MIO BUE HA UCCISO IL TALE O IL BUE DEL TALE - COSTUI PAGA NONOSTANTE L'AUTOAMMISSIONE.
Perché non si dovrebbe trattare di un bue
innocuo? E
quindi ci sarebbe una prova che il risarcimento di un danno causato da
un bue innocuo è un vero e proprio risarcimento e non una multa.
La Ghemara ribatte:
No, si tratta di un bue segnalato che paga l'intero danno, che
è sempre un vero e proprio risarcimento, e per questo l'autoammissione
non lo esonera.
La Ghemara chiede in tono
provocatorio:
Ma se è innocuo, quale è il verdetto? Che anch'esso
è esonerato dal pagamento in seguito ad autoammissione?
La Ghemara muove un'obiezione:
Se così è, prima di insegnare la sefa IL MIO
BUE HA UCCISO LO SCHIAVO DEL TALE - COSTUI NON PAGA IN CASO DI AUTOAMMISSIONE.
Distingua e insegni nella resha : Di cosa stiamo parlando - di un
bue
segnalato,
ma se si tratta di un bue innocuo - esso non paga in caso di autoammissione!
Siccome
non ha fatto tale distinzione nella
resha possiamo pensare che anche
il bue innocuo paga nonostante l'autoammissione, e quindi ci troviamo di
fronte ad un vero risarcimento e non ad una multa.
La Ghemara respinge questa obiezione:
Tutta la Baraita, sia nella resha che nella sefa parla
di un bue sengalato. Per questo solo nel caso dei trenta
sela'im
che
si pagano in caso di morte di uno schiavo, a prescindere dal suo valore,
e che quindi sono sicuramente una multa, in caso di autoammissione il proprietario
del bue è esonerato dal pagamento.
La Ghemara obietta ancora a chi
è dell'opinione che il risarcimento di metà danno sia una
multa:
Vieni a sentire una prova contro l'opinione che il risarcimento
di metà danno sia una multa: Una Baraita: QUESTO È IL
PRINCIPIO - CHIUNQUE DEVE PAGARE PIÙ DI QUANTO HA DANNEGGIATO -
NON PAGA IN BASE AD AUTOAMMISSIONE. Perché no che si possa dedurre
-
però meno di quanto ha danneggiato - paga nonostante l'autoammissione?
La Ghemara respinge questa possibilità:
No, quello che puoi dedurre è che chi deve pagare quello
che ha danneggiato - paga nonostante l'autoammissione.
La Ghemara chiede:
Ma chi deve pagare meno di quanto ha danneggiato, quale
è
il suo verdetto?
La Ghemara risponde:
Anch'egli non paga in seguito ad autoammissione.
La Ghemara obietta:
Se è così, perché insegna QUESTO È IL
PRINCIPIO - CHIUNQUE DEVE PAGARE PIÙ DI QUANTO HA DANNEGGIATO -
NON PAGA IN BASE AD AUTOAMMISSIONE? Che insegni: Questo è il principio
- chiunque non deve pagare quanto ha danneggiato - che significa
di meno e significa di più - non paga in base ad autoammissione!
Da ciò che il Tanna della Mishna non sceglie questa soluzione si
deduce che quanto scrive è esattamente quanto intende e quindi colui
che deve pagare meno di quanto ha danneggiato - come la metà del
danno - paga nonostante l'autoammissione e la metà del danno non
è una multa ma un pagamento vero e proprio.
La Ghemara conclude:
Confutazione per coloro che credono che il mezzo danno sia una
multa.
La Ghemara dichiara:
E l'halacha
è: Metà danno è una multa.
La Ghemara obietta:
Come puoi concludere che "Metà danno è una multa" sia
contemporaneamente un'opinione confutata e l'halacha?
La Ghemara spiega:
Si. Infatti per quale motivo è stata confutata? Perché
la
Baraita non insegna: Questo è il principio - chiunque non
deve pagare "quanto ha danneggiato", cioé deve pagare di
più o di meno, non paga in base ad autoammissione, cioé
il suo pagamento è una multa. In realtà il Tanna avrebbe
potuto adottare questa soluzione ma non decise così, perché
c'é il caso del mezzo danno causato dai ciottoli schizzando
dagli zoccoli dei bovi in cammino, che è halacha insegnata
sul Sinai che è un vero pagamento, e solo per questo il Tanna
non lo ha insegnato. In altre parole il Tanna non poteva adottare la
versione "quanto ha danneggiato" perché il principio avrebbe erroneamente
collocato il mezzo danno dei ciottoli tra le multe.
La Ghemara prende ora in esame
un caso correlato:
Ora che hai enunciato che la halacha è metà
danno è una multa, quel cane che mangiò delle pecore, e quel
gatto che mangiò una gallina - è un caso strano e
i danni insoliti pagano mezzo danno come il bue innocuo e quindi sono dele
multe e non li riscuotono in Bavel dove non ci sono giudici autorizzati
alla riscossione di multe.
La Ghemara precisa:
Ciò vale per pecore e volatili grossi, ma se son piccoli
allora
un cane e un gatto sono soliti assalirli e divorarli, e quindi il
risarcimento del danno è intero.
La Ghemara precisa ancora:
Se tuttavia si tratta di animali grossi e il danneggiato ha
preso già il risarcimento dal danneggiatore senza aspettare
che lo decidesse il tribunale, non glielo tolgono di mano ma gli
permettono di trattenere la metà del danno.
La Ghemara continua a riportare
le leggi vigenti sull'argomento in Babilonia:
E se il danneggiato non ha preso il risarcimento ma ha detto:
Fissatemi una data per andare in terra di Israele con il danneggiatore
per fare giudicare il caso dal tribunale autorizzato, gliela fissano.
La Ghemara aggiunge:
E se il danneggiatore non andò con il danneggiato
in terra di Israele per farsi giudicare lo scomunicano.
La Ghemara conclude:
Sia in tal caso che nell'altro cioé che il danneggiato
voglia andare in Israele sia che non lo voglia lo scomunicano al
danneggiatore, fino a che non abbia eliminato l'arrecatore di danno
cioé
quel cane o quel gatto, secondo R'Natan che insegnava R'NATAN DICE:
DA DOVE SI IMPARA CHE UNO NON DEVE ALLEVARE UN CANE CATTIVO NELLA SUA CASA,
COME PURE NON DEVE DISPORRE UNA SCALA MALFERMA NELLA SUA CASA? LA TORA
INSEGNA: (Deuteronomio 22, 8) NON PORRE SANGUE NELLA TUA CASA.
Mishna: CINQUE SONO
GLI INNOQUI E CINQUE I SEGNALATI.
L'ANIMALE DOMESTICO NON È SEGNALATO
1) NÉ PER SCORNARE,
2) NÉ PER SPINGERE,
3) NÉ PER MORDERE,
4) NÉ PER SDRAIARSI,
5) NÉ PER DAR CALCI.
1) IL DENTE È SEGNALATO PER MANGIARE
CIÒ GLI VA BENE.
2) LO ZOCCOLO È SEGNALATO PER
ROMPERE MENTRE CAMMINA.
3) E IL BUE SEGNALATO
4) E IL BUE CHE FA DANNO NELL'AMBITO
DEL DANNEGGIATO,
5) E L'UOMO,
IL LUPO, E IL LEONE, E L'ORSO, E LA TIGRE, E IL LEOPARDO, E IL SERPENTE
- SONO QUESTI I SEGNALATI.
R'ELAZAR DICE: QUANDO SONO ADDOMENSTICATI NON SONO SEGNALATI, MA
IL SERPENTE È SEMPRE SEGNALATO.
La Ghemara fa una deduzione
dal testo della nostra Mishna:
Da ciò che è scritto nella nostra Mishna IL DENTE
È SEGNALATO PER MANGIARE, e deve pagare come tutti i "segnalati"
l'intero danno, deduciamo che nella nostra Mishna si parla del
cortile del danneggiato perché se si parlasse di dominio pubblico
un danno da "dente" sarebbe esente da risarcimento, ed è scritto
all'inizio
della Mishna L'ANIMALE DOMESTICO NON È SEGNALATO
per scornare
o per spingere, quindi come tutti gli "innocui" non è condannato
a pagare tutto, tuttavia la metà del danno la paga.
Abbiamo
imparato che un bue innocuo nel cortile del danneggiato risarcisce la metà
del danno.
La Ghemara chiede:
Chi è questo che pensa che un bue innocuo nel cortile
del danneggiato risarcisce la metà del danno?
La Ghemara risponde:
Sono Rabbanan di R'Tarfon che dissero: IL CORNO STRAMBO siccome
ha danneggiato per la prima volta, cambiando le proprie abitudini,
NEL
CORTILE DEL DANNEGGIATO- PAGA MEZZO DANNO.
La Ghemara obietta:
Esaminiamo la sefa della nostra Mishna che dice E
IL BUE SEGNALATO E IL BUE CHE FA DANNO col corno NELL'AMBITO DEL
DANNEGGIATO, E L'UOMO sono segnalati e risarciscono quindi l'intero
danno. Da cui impariamo che il bue che fa danno nel cortile del danneggiato
risarcisce l'intero danno!
La Ghemara risponde:
Bisogna dire che la sefa che condanna a risarcire l'intero danno
nel cortile del danneggiato va secondo R'Tarfon che disse: IL CORNO
STRAMBO che ha danneggiato per la prima volta, cambiando le proprie
abitudini, NEL CORTILE DEL DANNEGGIATO - PAGA IL DANNO INTERO.
La Ghemara si meraviglia:
La resha sarebbe secondo Rabbanan e la sefasarebbe
secondo R'Tarfon?
La Ghemara risponde:
Proprio così, non disse infatti Shmuel a R'Yehuda: Intelligentone,
lascia stare la Baraita e vieni dietro a me - la resha va secondo
R'Tarfon e la sefa va secondo Rabbanan.
La Ghemara porta un'altra interpretazione
della precedente discussione:
Disse R'Elazar in nome di Rav: |